mercoledì 5 marzo 2025

Marzo a Capua: Marasco e i Palasciano

Comunicato stampa sull'incontro palascianiano con Wanda Marasco del 15 marzo. Grazie se lo potrete divulgare.

Sabato 15 marzo alle ore 18:00, a ingresso libero, si terrà nella Sala Liani del Museo Campano un incontro con la scrittrice Wanda Marasco – candidata al Premio Strega 2025, già finalista nel 2017 – in occasione della recente pubblicazione dell'attesissimo romanzo «Di spalle a questo mondo» (ed. Neri Pozza), da lei per lunghi anni elaborato, dove si narra la storia di Ferdinando Palasciano e di sua moglie Olga Vavilova.

L'evento – a cura dell'Accademia Palasciania in collaborazione con Associazione "Ferdinando Palasciano", Cose d'Interni Libri e Capua il Luogo della Lingua Festival, nell'àmbito del Patto per la Lettura di Capua "Città che legge" – costituirà un'appendice delle celebrazioni del 2015 per il bicentenario della nascita del Dottore, e consisterà principalmente in un dialogo tra il suo erede Marco Palasciano e l'Autrice, arricchito dalle improvvisazioni pianistiche del multiartista filosofo e dalle letture di ambedue al leggio.

Vi saranno inoltre i saluti di Antonio Citarella, coorganizzatore delle suddette celebrazioni, nonché quelli delle autorità presenti.

Moderatore il Vicepresidente Onorario dell'Accademia Palasciania Roberto Cocchis.

Proseguono a Capua e dintorni, nel frattempo, le lezioni-spettacolo – sempre a ingresso libero – del XVI festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, gioco e umana armonia «Dedalo o il sublime», il cui programma è consultabile nel blog dell'Accademia.

lunedì 3 marzo 2025

Dall'«Amleto» agli automi di Coppelius

Comunicato stampa sulla dodicesima puntata (lezioni n. 17 e n. 18) di Dedalo o il sublime. Grazie se lo potrete divulgare.

Saltando dal Trecento di Dante al Seicento di Shakespeare per quindi proseguire tra le meraviglie dell'Ottocento di Hoffmann, Poe e Wilde, l'Accademia Palasciania presenta la dodicesima puntata del XVI festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, gioco e umana armonia «Dedalo o il sublime. Un percorso nel labyrinthus mundi tra mito e storia».

L'appuntamento, a ingresso libero, è per le 18:15 di domenica 9 marzo – grazie alla collaborazione di Capua Sacra – nella chiesa di San Salvatore a Corte (via Principi Longobardi 19). Qui Marco Palasciano terrà due lezioni-spettacolo brevi, separate da un intervallo.

La lezione n. 17«Amleto e Salomè. Riscritture, contaminazioni, sintesi inattese» – tratterà di narrativa combinatoria, fra giochi di trasposizione e ibridazione. A esempio: che avverrebbe se fondessimo il Tetrarca di Galilea col re di Danimarca?

Adatta anche ai bambini di almeno undici anni, la lezione n. 18 «Natale in casa Coppelius. Lenti stregate, automi, manicomi» – tratterà di racconti del mistero, immaginando infine un dramma fantastico nel quale giocherà un ruolo decisivo un libro nascosto nel monumento di Ferdinando Palasciano a Poggioreale.

Ricordiamo che per partecipare non vi è necessità di aver seguìto le puntate precedenti, e che il programma completo di «Dedalo o il sublime» – il cui incontro successivo sarà un extra con Wanda Marasco – è consultabile nel blog dell'Accademia Palasciania.

giovedì 20 febbraio 2025

Due lezioni-spettacolo su Dante

Comunicato stampa sull'undicesima puntata (lezioni n. 15 e n. 16) di Dedalo o il sublime. Grazie se lo potrete divulgare.

Proseguono sul binario del meraviglioso le lezioni-spettacolo dell'Accademia Palasciania, chiuso il ciclo sulla mitologia e aperto quello sulle forme narrative da Dante alla fantascienza.

Avrà un orario diverso dal solito (in ragione della commemorazione di Pompeo Pelagalli, che si terrà nel Duomo di Capua alle ore 18:00 dello stesso giorno) l'undicesima puntata del XVI festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, gioco e umana armonia «Dedalo o il sublime. Un percorso nel labyrinthus mundi tra mito e storia».

L'appuntamento, a ingresso libero, è per le 18:55 di sabato 22 febbraio – grazie alla collaborazione di Capua Sacra – nella chiesa di San Salvatore a Corte (via Principi Longobardi 19). Qui Marco Palasciano terrà due lezioni-spettacolo brevi, separate da un intervallo, ambedue incentrate su Dante Alighieri.

La lezione n. 15 «Anno nuovo, incipit vita nova. Ognuno ha in cuore la sua stella pura» – tratterà di Beatori e Beatrici, per poi svoltare in una galleria di specchi atta a illuminare il valore di ogni singola persona.

La lezione n. 16«Lectura Dantis e teatro selvaggio» – vedrà Palasciano introdurre la «Commedia» e declamare il canto I dell'«Inferno»; inoltre, se non si sarà troppo in ritardo, si terrà una sessione di laboratorio teatrale ispirata alla selva oscura.

Ricordiamo che per partecipare non vi è necessità di aver seguìto le puntate precedenti, e che il programma completo di «Dedalo o il sublime» è consultabile nel blog dell'Accademia Palasciania.

martedì 11 febbraio 2025

Genio e scrittura ed amicizia pura

Comunicato stampa sulla decima puntata (lezione n. 14) di Dedalo o il sublime. Grazie se lo potrete divulgare.

Sabato prossimo si terrà a Capua un originale evento a ingresso libero, di nuovo sul tema dell'alta letteratura, per festeggiare i ventisei anni di attività dell'Accademia Palasciania ovvero l'accademia meno accademica del mondo.

La sua prima iniziativa fu una campagna per la salvaguardia dei reperti archeologici emersi da un cantiere dell'alta velocità, tra convegni scientifici e pulcinellate. Seguirono lecturæ Dantis, concerti, laboratori teatrali, gli eventi per il bicentenario di Ferdinando Palasciano, l'intitolazione di una piazza a Nikolaus von Schönberg e tanto altro. Soprattutto i festival-laboratori palascianiani di scienza, filosofia, poesia, gioco e umana armonia. L'attuale – il XVI, «Dedalo o il sublime. Un percorso nel labyrinthus mundi tra mito e storia» – giunge ora alla sua decima puntata.

L'appuntamento è per le 18:15 di sabato 15 febbraio, grazie alla collaborazione di Capua Sacra, nella chiesa di San Salvatore a Corte (Capua, via Principi Longobardi 19).

Qui Marco Palasciano terrà la lezione-spettacolo n. 14, «Dal diario al Bildungsroman. Ma potremmo seguitare fino al Weltwerk», sorta d'introduzione a un ipotetico laboratorio di scrittura. Ma scrittura "alta" (o anche "alata"): quella che parte dal romanzo di formazione per arrivare all'opera mondo, nutrendosi di ideali puri e rifiutando ogni compromesso col mercato, fino a preferire la fame alla fama.

Nell'intervallo si celebrerà il XXVI anniversario della fondazione dell'Accademia, con consegna del XLIV Premio dell'Amicarium ai primi tre classificati Roberto Cocchis, Anna Migliorini e Luca Pellegrino. Sarà inoltre distribuito l'annuale «Almanacco dell'Amicarium».

Nel secondo tempo della lezione si giocherà a "inventio", "dispositio" ed "elocutio", usando gli spunti dei partecipanti stessi come base per elaborare una narrazione.

Ricordiamo che per partecipare non vi è necessità di aver seguìto le puntate precedenti, e che il programma dettagliato di «Dedalo o il sublime» è consultabile nel blog dell'Accademia Palasciania.

mercoledì 29 gennaio 2025

Una lezione veramente epica!

Comunicato stampa sulla nona puntata (lezione n. 13) di Dedalo o il sublime. Grazie se lo potrete divulgare.

Dopo gli orrori e gli eccessi dell'ottava puntata, prudentemente tenutasi in libreria anziché in chiesa, l'Accademia Palasciania – consumata la catarsi – torna alla quieta ombra delle colonne medievali per la nona puntata del XVI festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, gioco e umana armonia «Dedalo o il sublime. Un percorso nel labyrinthus mundi tra mito e storia».

L'appuntamento – a ingresso libero – è per le ore 18:15 di domenica 2 febbraio nella chiesa di San Salvatore a Corte (Capua, via Principi Longobardi 19), grazie alla collaborazione di Capua Sacra.

Qui Marco Palasciano terrà la lezione-spettacolo n. 13: «Alta letteratura e altre altitudini. Dal nostos dell'"eroe dalle vie molteplici" alla nostalgia del molteplice per l'Uno (e viceversa)», dedicata a Callìope, Musa dell'epica, delle opere mondo e in generale dei grandi poemi e romanzi. In sua compagnia si ascenderà al cielo di Mercurio, dove fra l'altro si tratterà dell'«Odissea» e – quanto a lecturæ – si trarrà dalla «Commedia» dantesca il monologo di Ulisse.

Con questa lezione si conclude una serie di tredici ambientate nell'antichità, lungo le quali si è dato principalmente spazio alla mitologia greca e ai racconti biblici: le due basi complementari della cultura occidentale. In séguito, ovviamente, si tratterà di Dante, protagonista di un paio di lezioni; ma prima si terrà un'altra lezione sull'alta letteratura in generale, con tanto di laboratorio di scrittura; e dopo Dante verranno il teatro shakespeariano e wildiano, l'horror e la fantascienza (anche sotto forma di cinema e serialità televisiva), per poi proseguire fra scienza e pseudoscienza, religione e politica, storia e poesia, fino a una passeggiata poetico-filosofica per Capua – ventottesima lezione – in cui la realtà contemporanea si congiungerà con gli antichi miti.

Ricordiamo che per partecipare non vi è necessità di aver seguìto le puntate precedenti, e che il programma dettagliato di «Dedalo o il sublime» è consultabile nel blog dell'Accademia Palasciania.

martedì 14 gennaio 2025

Il mito greco fra tragedia ed eros

Comunicato stampa sull'ottava puntata (lezioni n. 11 e n. 12) di Dedalo o il sublime. Grazie se lo potrete divulgare.

L'Accademia Palasciania, ovvero "l'accademia meno accademica del mondo", presenta l'ottava puntata del XVI festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, gioco e umana armonia «Dedalo o il sublime. Un percorso nel labyrinthus mundi tra mito e storia», iniziato a ottobre 2024 per concludersi a giugno 2025.

L'incontro, come sempre a ingresso gratuito, si terrà alle ore 18:15 di sabato 18 gennaio nella sala superiore di Cose d'Interni Libri (Capua, corso Gran Priorato di Malta 88). Qui Marco Palasciano terrà due lezioni-spettacolo brevi separate da un intervallo.

La lezione n. 11 si intitola «De arte aviandi cum venatoribus. Da Orione nell'aurora all'aquila di Ganimede» e ha per motivo ispiratore le costellazioni dello Scorpione e dell'Aquario (sí, si scrive cosí), connesse l'una al mito del cacciatore Orione e l'altra a quello di Ganimède, coppiere degli dèi. Il titolo – dove "aviandi" è retroformazione dal francese "aviation" – vuol dire "L'arte di volare con i cacciatori", parodizzando il titolo del libro di Federico II di Svevia «De arte venandi cum avibus» ("L'arte di cacciare con gli uccelli") e alludendo al ratto di Ganimede da parte di Zeus mutato in aquila, avvenuto mentre il ragazzo era a caccia; mito qui arricchito da un excursus di sociologia dell'omosessualità grecoantica.

La lezione n. 12 si intitola «O mangiar l'atrèa minestra o saltar su Clitemnestra. Laboratorio di teatro greco» ed è dedicata a Melpòmene, Musa della tragedia, sotto la cui guida si ascenderà al quarto cielo, nel quale in antico si immaginava incastonato il Sole. Qui si assisterà con l'immaginazione, infine, all'intera «Orestea» di Eschilo: «Agamènnone», «Coèfore», «Eumènidi».

Inoltre, per l'occasione del XXX anniversario della morte di Ferdinando Palasciano (1929-1995) – da non confondere con l'omonimo medico (1815-1891) – a tutte le persone presenti sarà donata una copia d'un suo libro, a partire da questa puntata e fino alla fine del festival-laboratorio.

Ricordiamo che per partecipare non vi è necessità di aver seguìto le puntate precedenti, e che il programma completo di «Dedalo o il sublime» è consultabile nel blog dell'Accademia Palasciania.

venerdì 3 gennaio 2025

Da Èracle alla Befana: storie e doni

Comunicato stampa sulla settima puntata (lezione n. 10) di Dedalo o il sublime. Grazie se lo potrete divulgare.

Dopo lo sconcertante concerto di fine anno, la cui registrazione è reperibile nel canale YouTube di Marco Palasciano, giunge al suo primo appuntamento del 2025 – come sempre a ingresso libero – il XVI festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, gioco e umana armonia «Dedalo o il sublime. Un percorso nel labyrinthus mundi tra mito e storia», il cui programma completo è consultabile nel blog dell'Accademia Palasciania.

L'appuntamento è per le ore 18:15 di domenica 5 gennaio nella chiesa di San Salvatore a Corte (Capua, via Principi Longobardi 19), grazie alla collaborazione di Capua Sacra.

Qui Palasciano terrà la lezione-spettacolo n. 10: «Eracleide. Se errare è umano, un semidio erra a mezzo?», con cui prosegue la sub-serie di sette lezioni sulle più belle storie della mitologia greca. Tocca ora a Èracle, celebre per le sue dodici fatiche.

L'evento, per partecipare al quale non vi è necessità di aver seguìto le puntate precedenti, includerà un simpatico scambio di doni della Befana collettivo: chiunque potrà portare da casa uno o più oggetti impacchettati e deporli nel mucchio da cui poi, nell'intervallo di metà lezione, scegliere per sé altrettanti pacchetti a sorpresa.

Potranno anche portarsi abiti smessi, coperte e cibo confezionato non da frigo, che saranno consegnati alla Comunità di Sant'Egidio di Aversa per essere donati ai senzatetto.

Con l'occasione sarà inoltre proclamato il vincitore del LXIV Premio dell'Amicarium.

Nella stessa sede, il giorno stesso ma dalle ore 10.00 a mezzogiorno circa, Palasciano e altri poeti selezionati dal Touring Club animeranno – insieme con la Befana e musici – il finissage della mostra «80 anni di Scoutismo a Capua». Per l'occasione è stato stampato e sarà donato a tutti i presenti un volume di saggi di Pompeo Pelagalli sui monumenti capuani.

giovedì 19 dicembre 2024

Soltanto a Capua queste cose accadono

Comunicato stampa sugli ultimi due eventi del 2024 dell'Accademia Palasciania. Grazie se lo potrete divulgare.

Due eventi di non comune impatto – per giunta entrambi a ingresso libero – si terranno a Capua a distanza di otto giorni l'uno dall'altro, nell'àmbito del XVI festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, gioco e umana armonia «Dedalo o il sublime. Un percorso nel labyrinthus mundi tra mito e storia».

Il primo si terrà sabato 21 dicembre alle ore 18:15 e vedrà l'Accademia Palasciania in collaborazione con Capua Sacra, tenendosi nella chiesa di San Salvatore a Corte (via Principi Longobardi 19). Qui lo scolarca dell'Accademia terrà la lezione n. 9: «Ave Medea. I miti non son favole per bimbi».

Motivo ispiratore saranno le costellazioni dell'Ariete e dei Gemelli, i cui rispettivi miti di riferimento convergono nella narrazione del viaggio degli Argonauti, con contorno di varie altre meraviglie epiche e tragiche. Si scoprirà, fra l'altro, la vera storia della Mater Matuta.

Poi un extra: domenica 29 dicembre alle ore 11.15, nella Sala del Barocco del Museo Campano (via Roma 68), per gentile concessione della Provincia di Caserta e dell'ente museale si terrà un incontro musicale, ma privo di musica scritta da chicchessia: «Suono come dono. Sonata fra terra, cielo, empìreo».

L'autodidatta di genio Marco Palasciano siederà al pianoforte – messo a disposizione dal M° Carmine Migliore – senza sapere quali tasti premere, lasciandosi guidare come una marionetta dai fili della grazia iperurania, a produrre in tempo reale una serie di improvvisazioni nel solco stilistico della grande tradizione cólta europea. Le persone presenti fra il pubblico potranno esse stesse fornirgli ispirazione.

Il titolo, da notare, è un perfetto anagramma di «Concertino amoroso per Mustafà, Eleonora e Dio». L'evento vale infatti a coronare le celebrazioni commemorative per l'ottavo anniversario della morte di Eleonora Carmelina Bellofiore (1933-2016), iniziate con la lettura poetica del 30 novembre, nonché a profittare della presenza sui suoli campani di Luca Raucci – il Mustafà del lungometraggio «La ventimillesima aurora di Marco Palasciano» – per conferirgli, stanti gli effetti retroattivi delle recenti modifiche al regolamento, il Premio dell'Amicarium 2020.

martedì 3 dicembre 2024

Il Labirinto e come uscirne vivi

Comunicato stampa sulla quinta puntata (lezione n. 8) di Dedalo o il sublime. Grazie se lo potrete divulgare.

Dopo aver trattato – nelle prime quattro puntate ovvero sette lezioni-spettacolo – di preistoria e storia antica, di narrazioni bibliche e dei miti di varie civiltà (dall'epopea di Ghilgàmesh all'Edda dei norreni, passando per Veda e gnostici e ritornando a Orfeo ed Euridice), il XVI festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, gioco e umana armonia «Dedalo o il sublime. Un percorso nel labyrinthus mundi tra mito e storia» si concentrerà, da qui alla nona puntata, esclusivamente sulla mitologia greca.

La quinta puntata – come sempre a ingresso libero – si terrà alle ore 18:15 di domenica 15 dicembre e vedrà l'Accademia Palasciania di nuovo in collaborazione con Capua Sacra, tenendosi nella chiesa di San Salvatore a Corte (Capua, via Principi Longobardi 19), da cui il seguente anagramma: "Se ricordassi Tèseo che osa vagar nel Labirinto..." = "Chiesa di San Salvatore a Corte, ingresso libero".

Qui Marco Palasciano (che non sarebbe mai nato se un suo zio avesse mantenuto la promessa di sposare la giovane che nel 1943, con uno stratagemma, lo aveva salvato dai nazisti a Creta) terrà la lezione n. 8, «Nel "maze" del cammin di nostra vita. La dinastia cretese dal ratto di Europa al raptus di Fedra», cui motivo ispiratore è la costellazione del Toro, legata al ciclo mitico che ruota intorno al Labirinto di Cnosso ("maze" in inglese vuol dire "labirinto"). Incontreremo – fra l'altro – re Minosse e la regina Pasìfae, il di lei mostruoso figlio noto come Minotauro, l'inventore Dedalo e l'avventato suo figlio Icaro, l'avventuroso Tèseo votato a eliminare il povero mostro, e del mostro la sorellastra Arianna che s'innamora di Tèseo, il quale poi non mantiene la promessa di sposare la sua salvatrice (cfr. 1943). Ma la storia non finisce qui; e non iniziava con Minosse.

Ricordiamo che per partecipare non vi è necessità di aver seguìto le puntate precedenti, e che il programma completo di «Dedalo o il sublime» è consultabile nel blog dell'Accademia Palasciania.

martedì 26 novembre 2024

Tra amore, morte, mito e poësia

Comunicato stampa sul quarto incontro di Dedalo o il sublime. Grazie se lo potrete divulgare.

"Non rifiutate questo regalo", recitano i volantini dell'accademia meno accademica del mondo nell'annunciare la quarta puntata – dedicata agli antichi racconti cosmologici e all'eterno duello fra amore e morte – del XVI festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, gioco e umana armonia «Dedalo o il sublime. Un percorso nel labyrinthus mundi tra mito e storia».

L'incontro, come sempre a ingresso gratuito, si terrà alle ore 18:15 di sabato 30 novembre e vedrà l'Accademia Palasciania ancora una volta in collaborazione con Capua Sacra, tenendosi nella bellissima chiesa di San Salvatore a Corte (Capua, via Principi Longobardi 19).

Qui Marco Palasciano terrà due lezioni-spettacolo brevi separate da un intervallo (durante il quale si potranno fra l'altro ammirare due mostre altrui in corso nello stesso luogo: «I personaggi del placito capuano», con opere di Antonella Prezioso, e le foto e documenti vari raccolti per gli «80 anni di Scautismo a Capua»).

Nella lezione n. 6 – «Da Ofione alle oficleidi del Giudizio» – si fantasticherà sul principio e sulla fine dell'universo secondo le varie mitologie, e a incorniciare con le proprie spire una tale narrazione policroma e cangiante sarà l'animale-totem di turno: il serpente, in varie declinazioni piú o meno uraniche e uroboriche, dall'orbettino dell'Eden al cobra di Siddharta e a gigantòfidi del calibro di Apophis, di Vṛtra e del Miðgarðsormr.

La lezione n. 7 – «Orfeo in amore cala lì nell'èrebo», titolo anagrammatico – sarà dedicata alla Musa della musica, Euterpe, sotto la cui guida si ascenderà al sesto cielo, nel quale in antico si immaginava incastonato il pianeta Giove, e si assisterà con l'immaginazione al descensus ad inferos dell'Orfeo di Monteverdi.

Inoltre in onore di Eleonora Carmelina Bellofiore, di cui quel giorno sarà l'ottavo anniversario della partenza per l'iperuranio, sarà letta una poesia scritta da Palasciano negli scorsi giorni: «Acrostico sul nome di mia madre, nome qui anagrammato sette volte».

Ricordiamo che per partecipare non vi è necessità di aver seguìto le puntate precedenti, e che il programma completo di «Dedalo o il sublime» è consultabile nel blog dell'Accademia Palasciania.

Capua, l'hip hop e il quinto album di Branka

Marco Palasciano

 Capua, l’hip hop e il quinto album di Branka

 

In ritardo di cinque mesi (ma il 5 è il “numero fortunato” dell’Accademia Palasciania) scrivo di Nautilus, concept album di Branka e Yeti uscito a giugno 2024, esempio fra i piú significativi e luminosi del suo genere: il rap del casertano, distantissimo per natura dalla sontuosa paccottiglia commerciale che, oscurando il resto, fa credere al pubblico pseudocólto che l’hip hop sia bassa cultura.

Branka (Umberto Branca) è di Capua, che è anche la mia città, e sarebbe bello se tutti i capuani si accorgessero della statura non trascurabile di questo artista e, piú ampiamente, riconoscessero ciò che la crew Homicidial Familia – in uno col microcosmo che le si aggrega intorno – ha rappresentato e rappresenta per Capua e dintorni in campo artistico e socioculturale.

C’è un luogo, in via Roma, che di quel bell’aggregato costituisce il cuore: il Dirty Sound Studio, fondato da DirtyGun (Francesco Natale), già fondatore della suddetta crew insieme con Branka. Un cuore che ad aprile 2024 ha cessato per un momento di battere, insieme con quello di DirtyGun, uscito dalla scena del mondo per un assurdo incidente. Lo studio è però tornato presto a risuonare di musica e di vita, grazie alla sollecitudine di quanti continuano a portarne avanti l’esperienza per onorare il contributo straordinario – in termini e musicali e umani – elargito al mondo, senza risparmio, dal nostro amato Ciccio, amato e noto ben oltre i confini di questa provincia o dell’Italia.

Nel Dirty Sound Studio – quando ancora vi era DirtyGun, un anno fa – Branka si è chiuso come nell’àdyton di un tempio a lavorare a Nautilus, suo quinto e migliore album, isolandosi da ogni disturbo esterno, anche come antidoto alla personale sofferenza per la madre che era allora in via di spegnersi. Da quella lotta tra bellezza e dolore, infine, sono emersi nove brani; la cui tessitura strumentale si deve a Yeti (Angelo Letizia), giovanissimo producer marcianisano. Cinque tracce vedono Branka solista; nelle altre quattro si alternano alla sua voce quelle di altri quattro rapper – BigPa, Pinch LNF, Peppe Erre, DirtyGun qui alla sua ultima performance edita – e della cantante Valeria.

I testi sono misti d’italiano, napoletano, inglese. Magistrale la resa vocale, in un arcobaleno di registri, dall’elegía alla pirotecnía.

Di séguito le analisi tematiche dei singoli brani.


1. Intro

Si entra nell’allegoria marina. Il Dirty Sound Studio è un confessionale-fondale oceanico. Il Nautilus è sottomarino piratesco e nobile a un tempo, replica di quello del capitano Nemo dei romanzi di Verne. Le rare riemersioni nel mondo di “sopra” sono per lo piú delusioni, conferme al pessimismo del cantore circa il grado di miserabilità del mondo attuale («l’umanità ha perso»), il distanziamento dai cui stimoli negativi – idealmente portato fino alla deprivazione sensoriale («Se scendo non sento») – pare assumere per ciò stesso i tratti della nigredo («È tutto scuro qui nell’abisso»), la fase iniziale del magistero alchemico, dove si deve marcire per poter rinascere, purificata l’anima.


2. Anima

Canto di solitudine la cui figura chiave è un ex marinaio («Mo che ’stu mare m’ ’o tengo adento / me chiagne ’o core e ’nt’ ’i llacreme navigo»; cfr. nel brano precedente «Messo in disparte come un relitto») chiuso in una sorta di Muda di Ugolino («D’acoppa ’a torre sto ’ncatenato») che è in qualche modo anche turris ebúrnea in cui, come già in mare, isolarsi, stavolta sopra e non sotto il mondo ordinario. Il tema di poc’anzi della disillusione rispetto a quel mondo si restringe, archiviato l’epos da battaglie navali della Intro, all’umana grettezza e ingratitudine («Vulevo caccòsa ’e chello ca aggio dato»); da qui la rinuncia alle relazioni di vario tipo («ched è ’st’ammore?»; «si’ sulo spam»). Né varranno, a conforto del cantore, altre arti («Nun saccio leggere, scrivere») che la musica («ha dato voce alla mia anima»; «se non fosse per la musica…»).


3. Sette mari (con DirtyGun e Peppe Erre)

E sotto l’egida della musica («non esistesse il rap…») si alternano qui varie interpretazioni del tema del viaggio per mare e sotto il mare, con contrasto di allegorie, a seconda della diversa sensibilità dei cantori in gioco. Ecco da un lato il dramma dei migranti, ecco dall’altro battaglie piú o meno vane («Carico i cannoni, ne ho tanto di zolfo»), ecco – a simboleggiare il futuro oscuro – una balena melvilliana da cacciare. Enumerazioni di elementi, rivisitati in modo personale: i sette mari («Il primo è Sofferenza»; «Il quarto lo navighi da bendato»; «Il quinto non riesci, mai provato»); i quattro elementi («elementi contro», in ispecifico: «l’aria ca mmanca, / terra ca nun veco, / fuoco ca non scarfa, / l’acqua non disseta»).


4. Quaggiú

Assurge a polisemico emblema dionisiaco, in questo tellurico ballabile, il frutto dell’anguria, fatto a fette in sincrono con la diffrazione dei significati, non ultime le allusioni erotiche («taglia ’sta fella» può riferirsi sia al taglio d’una porzione di bene di consumo sia al coito). Ma soprattutto si gioca con la diffusa immagine stereotipata, stereofattona, dei giovani di «quaggiú», indugiando su una topografia e sociologia dei contesti di spaccio che attinge alla cronaca o alla diceria («le retate che ho visto allo Stella», nome d’una catena di supermercati; i live napoletani del dj francese François K; i ragazzi a rubare le bottiglie «da dietro il bancone» di un bar; «Io vengo col Sí dal Bakú»). Lo spirito combattivo della gioventú («La testa era pronta alla guerra») lo si ritrova poi nell’età adulta, descritto con metafore calcistiche («Lanciavo alla Pirlo, / tutto risolto alla prima ripresa»; in tono l’effervescente consonanza «addreto»/«Zubizarreta»), sebbene in generale la vita del presente sia caratterizzata piú che altro da pantofole e tastiere («Piú non frequento locali», recita un ex scugnizzo). Non manca infine – glissando dalla farsa alla tragedia – una sferzata all’Italia e alle sue istituzioni, sia in generale sia accennando in particolare a un incidente stradale la cui vittima non ha avuto giustizia, tema poi approfondito in Incubo.


5. Scarpone (con Pinch LNF)

Si resta intanto sul tema della gioventú, qui messo in prospettiva quasi shakespeariana (cfr. Re Lear: «Non avresti dovuto diventare vecchio prima di diventare saggio»): se ciascun giovane ha da essere poi adulto, nessun adulto pare tuttavia dimostrarsi esperto della vita («Ccà ogni scarpa è scarpone e nisciuno è scarparo»), dove regna piuttosto l’approssimazione, né si ricorre tanto al dialogo quanto all’imposizione delle proprie ragioni con la forza («La lama fredda ’e ghiaccio ’ncopp’ ’a gola», «’Na bomba fora ’a casa»). Nell’attesa dell’apocalisse annunciata («Babylon, it haffi fall»), la sopravvivenza è garantita dalla mera capacità di sopportazione («Me vóttano ’n terra, non so’ ’nu straccio / però po’ passo e pulezzo ’tte cose»). Resta, di contro, l’istinto di cantare, imperioso fin dall’infanzia; ed emerge, oltre il desiderio di pura evasione, un desiderio di elevazione intellettuale («’a capa ncopp’ ’e libbri), complementare a quello – pur tardivo – di farsi una famiglia.


6. Smoke ’n’ write (con Valeria)

Di nuovo sul desiderio d’evasione, piú che altrove stricto sensu («Punto ad una villa spaziale sopra Plutone»). Nonché sul come sbagliando si dovrebbe, in teoria, imparare («Cadimmo…»). Troppa intanto la spesa per i vizi («’A fosse astipata / tenesse i milioni / comme a Ppaulo Dybala / e ll’aizasse cu’ ’a pala»). Ogni giorno il cantore «crisciuto p’ ’a strada» fuma e scrive, scrive i suoi canti e fuma via gli incubi.


7. Incubo

Riemergono i temi dell’umana fragilità, del tradimento («Si dice amico e mi ruba in casa»), dell’incidente («’O fuoristrada è venuto ’nguollo»), fra nausea e orrore («Io che pensavo fosse un incubo / invece vedo mostri / anche quando son sveglio»).


8. Alaska (con BigPa)

Una fuga dai mostri, anche domestici. Trionfano i paesaggi glaciali – bianchi di albedo alchemica – come proiezione del cuore («Core ’e ghiaccio, ’na muntagna, pare l’Alaska») dell’uomo che si ritrae in solitudine per l’esigenza di autorispettarsi, imparando a dire no ecc. («primma me stesso e po’ chi sa»), in estremo – prospetta il co-cantore – rigettando l’idea stessa di famiglia («l’inferno forse era meglio / ’e chella vita ’m paraviso»).


9. Mala crianza

È la resa dei conti con tutto, quantomeno con il nostro sprofondante Paese: uno scacchiere tossico in cui è difficile vivere («Quanta fatica, mammà, / s’arriva a ’a pensione ammalate») e da cui è facile che si debba fuggire. In ogni caso, nonostante il cumulo delle avversità («Ma quante cadute, / non gira cchiú ’a rota»), si deve tirare innanzi, infine, a onta di chi – col suo indietreggiare inchinandosi – contribuisce a portare indietro il mondo: «pupazzi», «avvoltoi» lesti a saltare sul carrozzone di turno (mentre altri umilmente «votta ’a carretta»), gente dappoco, ílica, lutulenta e contenta, che «’nt’ a stu schifo […] sguazza» e preferisce lasciarsi turlupinare da una qual sia immagine speciosa – benessere che maschera il malessere – anziché in alto volgersi e ascoltare l’iperurania voce delle Muse, trïonfo della musica e dell’anima.

sabato 9 novembre 2024

Palasciano sbertuccia Schopenhauer

Comunicato stampa sul terzo incontro di Dedalo o il sublime. Grazie se lo potrete divulgare.

Giunge al suo "alato" terzo appuntamento – che trae spunto, per puro gioco filosofico, dagli arcani dell'Angelo e del Mondo – il XVI festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, gioco e umana armonia «Dedalo o il sublime. Un percorso nel labyrinthus mundi tra mito e storia».

L'incontro, come sempre a ingresso libero, si terrà alle ore 18:15 di domenica 17 novembre e vedrà l'Accademia Palasciania di nuovo in collaborazione con Capua Sacra, tenendosi nella chiesa di San Salvatore a Corte (Capua, via Principi Longobardi 19).

Qui Marco Palasciano terrà la lezione-spettacolo n. 5, «Vita supernova. Il mondo come volatilità e ripresentazione» (a sbertucciare il titolo schopenhaueriano «Il mondo come volontà e rappresentazione»). Simbolo di partenza sarà una tromba del Giudizio atta a resuscitare gli eventi da noi vissuti, per sottoporli – in vista dell'incipit d'una vita nova – ad un'analisi che ponga fine a ogni distorsione interpretativa. Quindi il discorso si amplierà fino al profondo nesso matematico, o quasi, fra etica universale ed evoluzione dell'universo, dove fra l'altro non ha senso alcuno l'idea di giudizio. Per finire si giocherà al gioco della "camera magica", una sorta di giro del mondo sulle ali dell'immaginazione.

Ricordiamo che per partecipare non vi è necessità di aver seguìto le puntate precedenti, e che il programma completo di «Dedalo o il sublime» è consultabile nel blog dell'Accademia Palasciania.

venerdì 1 novembre 2024

Un anagramma per il tre novembre

Chiesa di San Salvatore a Corte,
ingresso libero = Se ricordassi
Tèseo che osa vagar nel Labirinto...

martedì 29 ottobre 2024

Tra babelici sogni e suoni bellici

Comunicato stampa sul secondo incontro di Dedalo o il sublime. Grazie se lo potrete divulgare.

Dopo l'epica inaugurazione d'un paio di settimane fa, culmine il viaggio di Ghilgàmesh ai confini del mondo, prosegue con una doppia narrazione di nuovo ambientata nell’antichità – ma non solo – il XVI festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, gioco e umana armonia «Dedalo o il sublime. Un percorso nel labyrinthus mundi tra mito e storia».

L'incontro, come sempre a ingresso libero, avrà inizio alle ore 18:15 di domenica 3 novembre e vedrà l'Accademia Palasciania in collaborazione con Capua Sacra, tenendosi nella chiesa di San Salvatore a Corte (Capua, via Principi Longobardi 19). Qui Marco Palasciano terrà due lezioni-spettacolo brevi separate da un intervallo.

La lezione n. 3 – «Nabucco e i nabi onde restò di stucco» – narrerà del re di Babilonia, dei suoi sogni e della loro interpretazione da parte del giovane profeta Daniele, non senza una demusicalizzata incursione nel «Nabucco» verdiano. La lezione n. 4 – «Le armi di Armageddon» – avrà per temi base la guerra e annessi crimini, la follia criminale, la hýbris e l'Apocalisse.

Per il programma completo di «Dedalo o il sublime» si veda il blog dell'Accademia Palasciania.

martedì 22 ottobre 2024

Tre foto e un video da un “sublime” incontro

A Capua, a Palazzo Fazio, domenica 20 ottobre 2024 – davanti a un pubblico di dieci persone – a inaugurazione del XVI festival-laboratorio palascianiano Dedalo o il sublime (qui l’annuncio) si sono tenute le lezioni-spettacolo n. 1, L'inizio della storia (qui il resoconto della versione originaria, 2018) e n. 2, Dall'antica Rachele al moderno racconto fiabesco (qui 2017), separate da un intervallo musicale. Di séguito, a documento, Marco Palasciano in tre foto di Amelia Di Monaco; della quale è pure la ripresa d'un frammento dell'improvvisazione di Palasciano al pianoforte, che troverete in YouTube (qui).