28 novembre 2017

Qui di «Oniricon» si conclude il viaggio

Comunicato stampa sulla puntata n. 10, e ultima, di Oniricon. Vi preghiamo di pubblicarlo ovunque; e grati vi saremo, in eterno e all'estremo.


Giunge al gran finale – dopo due mesi esatti di navigazione a zig zag fra i più suggestivi scenari della storia, del mito, del sogno e del pensiero – il decimo festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, arti varie, gioco e umana armonia "Oniricon. Appunti per un'enciclopedia delle meraviglie", in dieci puntate, a cura dell'Accademia Palasciania in collaborazione con l'associazione Capuanova e con la Pro Loco di Capua.

Le puntate dalla prima alla nona – consistite in altrettante lezioni-spettacolo di Marco Palasciano integrate da momenti di laboratorio ludico, affettivo e teatrale – hanno avuto per rispettivi protagonisti la metafisica ("Elea e l'elevazione dell'umana ragione", tra la Magna Grecia e la New York ottocentesca), la poesia orfica ("Onofri nel paese degli onocefali", nella Roma degli anni '20 del Novecento), il fiabesco ("Dall'antica Rachele al moderno racconto fiabesco", tra antico Egitto e Napoli barocca), la violenza ("Le armi di Armageddon", tra la piana di Kurukṣetra e il Vietnam), il sesso ("L'elisir di Eliogabalo", nella Roma imperiale), l'interpretazione dei sogni ("Nabucco e i nabi onde restò di stucco", a Babilonia), l'invecchiamento e la morte ("Come Elle vinse l'invincibile Elli", tra la Beozia e il regno dei giganti), la genesi e palingenesi dell'universo ("Da Ofione alle oficleidi del Giudizio", tra l'uovo cosmico e la piana di Vígríðr) e infine la ricerca di sé stessi ("Le amazoniche sirene nell'orecchio di Orellana", nel Sudamerica del Cinquecento).

Diversa impostazione avrà l'incontro n. 10, "Al nome bello fra reale e onirico", che si terrà a Palazzo Fazio (Capua, via Seminario 10) alle ore 20.00 di giovedì 30 novembre – primo anniversario della scomparsa di Eleonora Carmelina Bellofiore (il titolo è l'anagramma del suo nome) – e che consisterà in un reading di poesie a lei dedicate, seguìto dalla festa per la consegna dei diplomi dell'Accademia Palasciania. Ingresso libero; gradito un contributo in cibi o bevande per il buffet.

Resta da dire che in quest'ultima puntata sarà finalmente rivelato il gioco nascosto generatore dei temi base delle nove lezioni-spettacolo di "Oniricon", e che intanto il lettore del presente comunicato dispone già di indizi sufficienti per scoprirlo. Quanto ai resoconti dettagliati delle precedenti puntate vedi palasciania.blogspot.it. Per ulteriori informazioni contattare il 3479575971 o Palasciano in Facebook.

27 novembre 2017

L'allegoria fluviale della vita

Domenica 26 novembre si è tenuta in Capua, a Palazzo della Gran Guardia, alla presenza di 26 partecipanti e per la durata di circa due ore e mezza, Le amazoniche sirene nell'orecchio di Orellana, la puntata n. 9 di Oniricon. Appunti per un'enciclopedia delle meraviglie, decimo festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, arti varie, gioco e umana armonia.

La puntata n. 10 (vedi qui) si terrà – sempre gratis – giovedì 30 novembre alle ore 20.00 a Palazzo Fazio (Capua, via Seminario 10), e si intitolerà Al nome bello fra reale e onirico.

La puntata n. 9, intanto, è consistita in una lezione-spettacolo – inclusiva di un quiz a premi (si è qui, fra l'altro, citata la zanzottiana Ecloga IX, nel cui verso 9 occorre «amazonico», e si è narrato della leggenda del medaglione del monaco Trigorio; ma a inaugurare il quiz è stato ovviamente il quiz «Chi era Quizquiz?») – durante la quale si sono trattati i seguenti argomenti:


I. Storia: Perù-Amazzonia 1522-1547

Morte di Francisco Pizarro.
1522-1538: la conquista dell'impero inca da parte degli spagnoli, fino all'esecuzione di Diego de Almagro senior. Il leggendario paese di El Dorado. Febbraio 1541: parte con circa 350 spagnoli, 4000 indigeni, 200 cavalli e altre centinaia o migliaia di cani, lama e maiali la grande spedizione di Gonzalo Pizarro e Francisco Orellana alla ricerca di oro e cannella: Pizarro parte da Quito, Orellana da Santiago de Guayaquil. Un vulcano ha la sua prima eruzione (Juan de Velasco nei suoi Viaggi, relazioni e memorie relative al regno di Quito dice fosse il Pichincha, ma sospettiamo fosse il Reventador, la cui prima eruzione documentata è appunto del 1541). La spedizione riceve i primi guasti dalle tempeste incessanti sulle Ande. Delle guide deludono Pizarro in merito a presunti alberi di cannella, strada sprecata; e lui brucia viva una metà di loro, e dà l'altra metà in pasto ai cani. Dopo aver poi sostato un paio di mesi in un villaggio ospitale aspettando il resto della spedizione, confisca delle barche agli indigeni per meglio discendere il corso del Rio Coca. (Intanto a Lima i seguaci di Diego de Almagro junior, credendo che Francisco Pizarro abbia fatto uccidere Cristóbal Vaca de Castro che tarda ad arrivare dalla Spagna, uccidono Francisco: 26 luglio 1541.) La spedizione incontra sempre maggiori difficoltà, e ci si inizia a cibare dei cavalli e dei cani; si costruisce inoltre, a un punto, il brigantino San Pedro, per il trasporto di feriti, provviste e tesori.


26 dicembre 1541: dopo altre traversie, si decide che 57 uomini capeggiati da Orellana andranno in avanscoperta col San Pedro, troveranno cibo e torneranno indietro controcorrente a rifornire gli altri. 3 gennaio 1542: Orellana e i suoi, mezzi morti di fame, trovano ristoro in un villaggio ospitale, dove sostano un mese. Proseguono poi sul Rio Napo; il 12 febbraio giungono alla sua confluenza col Marañon. 22 febbraio: Orellana convince tutti, meno Hernando Sanchez, a lasciar perdere Gonzalo e proseguire fino all'estuario. Il frate che è con loro, padre Gaspar de Carvajal, scriverà una Relación del nuevo descubrimiento del famoso río grande que descubrió por muy gran ventura el Capitan Francisco de Orellana. Sanchez viene abbandonato sulla riva. Più avanti, viene costruito un secondo brigantino, il Victoria. Intanto Gonzalo Pizarro incontra Sanchez e, informato della situazione, decide di lasciar perdere e tornare a Quito. Qui giunge, con un'ottantina di superstiti, a giugno 1542; e scopre che il fratello Francisco è stato ucciso, che il Perù ora si chiama Vicereame di Nuova Castiglia, e che il viceré è il sopracitato Vaca de Castro. 24 giugno: Orellana e i suoi si battono con delle donne arciere; da ciò il nome del grande fiume che stanno ormai percorrendo: il Rio delle Amazzoni. Nella battaglia il frate perde un occhio. Il più lungo fiume del mondo. Parentesi zoologica: i sirenii. Orellana ordina di procedere a zig zag per osservare entrambe le sponde del fiume, tant'è largo a questo punto. Frecce al curaro. 26 agosto 1542: giungono all'estuario.

Il viaggio di Orellana.

Poi i due brigantini giungono all'isola di Cubagua, uno il 9 e l'altro l'11 settembre. 16 settembre: in Perù, Vaca de Castro fa giustiziare Diego de Almagro junior. 20 novembre: Carlo V imperatore alias Carlo I di Spagna promulga le Leyes nuevas. Dubbioso dei confini stabiliti dal trattato di Tordesillas (1494), Orellana si reca prima da Giovanni III, re del Portogallo, e poi, a maggio 1543, dal re di Spagna (vedi qui), ottenendo a febbraio 1544 dal Consiglio delle Indie l'anelato contratto: sarà governatore dell'Amazzonia, ovvero Nuova Andalusia. Ma, ahimè, dovrà organizzare la nuova spedizione a proprie spese. Intanto giunge in Perù il nuovo viceré, Blasco Núñez Vela: è il 13 settembre 1544. 11 maggio 1545: Orellana, fresco di nozze con Ana de Ayala, riparte per l'Amazzonia con quattro navi; ma a causa delle tempeste, il Bretón è da demolire e il Guadalupe affonda con tutto il proprio equipaggio (vedi qui). A dicembre Orellana ritrova l'estuario del Rio delle Amazzoni, ma la Capitana è da demolire; più tardi affonda il San Pablo, e si procede in barca. Intanto in Perù Gonzalo si rivolge al Demonio delle Ande, l'ottantenne Francisco de Carbajal, per fronteggiare l'esercito di Núñez, che è sconfitto il 18 gennaio 1546. Carlo V rinuncia alle Leyes nuevas e invia in Perù don Pedro de la Gasca, che parte dalla Spagna il 26 maggio. A novembre 1546 Orellana (nella barca, nel caldo, in sintesi nel calderon de la barca) muore di malaria. Qui l'oratore inserisce una scena di fantasia, ispirata a L'oro del Reno di Wagner: nel delirio Orellana sente il canto delle sirene amazoniche che gli offrono l'oro di El Dorado, se rinnegherà l'amore. Juan de Peñalosa lo seppellisce. I superstiti si recano a Cubagua. Ana e Juan si sposeranno e vivranno a Panama.

Gonzalo Pizarro condotto al patibolo.
9 aprile 1547: la battaglia finale tra don Pedro de la Gasca e Gonzalo Pizarro finisce prima di cominciare, perché tutti i capitani di Gonzalo passano a uno a uno dalla parte del prete, tranne il Demonio delle Ande, che tenta la fuga ma cade nel fango. Infine, Gonzalo viene decapitato, e il vecchio Carbajal squartato. Gonzalo viene sepolto nello stesso convento di Cuzco in cui riposano già le spoglie degli Almagro padre e figlio. «Quanto alle spoglie di Orellana, nel 1957 verranno ritrovate da Indiana Jones, come sapete, anche se non è vero. Ma cosa è veramente vero, e cosa non lo è? Non è forse la vita un sogno?, e un breve sogno: ché anche il piú lungo fiume non è nulla, a confronto del vasto oceano».

Della trattazione storica resta da dire che è stata cadenzata da sette anagrammi di «Amazoniche sirene»:
— «Reazione meschina» quella di Rumiñahui che abbandona Atahuallpa;
— «Chiesa e minoranze» il tema che sta a cuore a monsignor Bartolomeo de las Casas;
— «Nemesi acheronzia» le pene patite dagli spagnoli lungo il Rio delle Amazzoni (cfr. l'anagramma nell'annuncio della puntata, «Come andrà a finire?» = «America da inferno»);
— «Hai enorme scienza» detto da Carlo V a don Pedro de la Gasca;
— «In chi è senza amore» detto dalle Ondine a proposito di dove il potere può albergare;
— «Noia senza chimere» ciò cui è preferibile morire squartati e decapitati (qui il video);
— «Maschere in azione» i viventi se la vita è teatro.

II. Metafisica: alla ricerca della Verità Splendente

Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare? Tanto per cominciare: di cosa possiamo essere certi? direttamente, del fatto che esistano (non il mondo del quale facciamo esperienza, di per sé, ma) almeno queste tre cose:
— l'anima (il soggetto esperiente);
— i qualia (i componenti elementari dell'esperienza);
— gli algoritmi (il sistema di composizione dell'esperienza);
e indirettamente, per deduzione, possiamo essere certi dell'esistenza di una quarta cosa:
— un qualche inconoscibile mondo non algoritmico (perché se tutto si basasse sugli algoritmi, dunque sul principio causale, non potrebbe esserci nulla; ma noi esistiamo, ergo non può non esistere anche quel mondo).
Rapporto tra corpo e anima: si può supporre che non vi sia legame se non virtuale (tipo quello fra il giocatore d'un videogame e il relativo avatar); e che perciò il corpo nasca, si evolva e muoia, ma l'anima sia immutabile come l'esti parmenideo. L'anima fa parte del mondo metafisico, non del mondo fisico, nel cui gioco essa si cala virtualmente, incarnazione dopo incarnazione, per vivere esperienze che nel mondo metafisico (dove l'anima è onnisciente e legata da amore assoluto ed eterno alle altre anime) sono impossibili (per es. l'ignoranza e di conseguenza la meraviglia, la speranza, l'innamoramento ecc.).

Nel mondo fisico, di contro, è impossibile «produrre un pensiero assoluto e perfetto, perfettamente rispecchiante la Verità Splendente. Ma non importa; non siamo qui per conoscerla; siamo qui anzi per dimenticarla. Non perché sia orribile; anzi; non c'è meraviglia più meravigliosa»...

Da dove veniamo, dunque? Le anime sono declinazioni del puro essere. E da dove viene il puro essere? Da nessuna parte; neanche dal Nulla, che non è mai esistito.

E dove andiamo? Da nessuna parte: il gioco è infinito. L'importante, «come vi dirà anche il guru più da quattro soldi», è il percorso.

E per dove dobbiamo andare? «Ma la domanda è mal posta. “Dobbiamo”? cos’è questo “dovere”? implica un giudizio; e la chiave della saggezza, piuttosto, non gira forse nella toppa della sospensione del giudizio? Perciò non domandiamoci per dove dobbiamo andare, ma piuttosto domandiamoci per dove siamo già andati, nel corso della nostra attuale vita».

Infine, a tutti i presenti è stato domandato quale credano sia il tesoro della loro vita, e se lo stiano ancora cercando, ecc.


Si ringrazia Enrico Cardellino per le foto di scena.

21 novembre 2017

Nel millecinquecentoquarantuno...

Comunicato stampa sulla puntata n. 9 di Oniricon. Vi preghiamo di pubblicarlo ovunque; e grati vi saremo, in eterno e all'estremo.


Giunge alla sua nona e ultima lezione-spettacolo – cui però farà séguito un decimo incontro – il decimo festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, arti varie, gioco e umana armonia "Oniricon. Appunti per un'enciclopedia delle meraviglie", a cura dell'Accademia Palasciania in collaborazione con Capuanova e Pro Loco. Le prime otto puntate hanno avuto per rispettivi protagonisti (1) la metafisica, (2) la poesia orfica, (3) il fiabesco, (4) la violenza, (5) il sesso, (6) il sogno, (7) la vecchiaia e la morte, (8) la genesi e palingenesi dell'universo. Affine all'ottavo tema, ma scendendo dall'universale al particolare e salendo dal fisico allo psichico, sarà quello della puntata n. 9, intitolata "Le amazoniche sirene nell'orecchio di Orellana", che si terrà domenica 26 novembre alle ore 18.30 come sempre a ingresso gratuito – nella sede della Pro Loco, Palazzo della Gran Guardia (Capua, piazza dei Giudici 6).

Perché «amazoniche» con una Z? la risposta si trova in un'ecloga che reca il medesimo numero di questa puntata, e che sarà citata da Marco Palasciano nel quiz introduttivo. La lezione-spettacolo proseguirà in forma di viaggio alla ricerca del mitico paese di El Dorado, ricerca speculare a quella dell'Oro filosofico, allegoria della verità ultima: chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo? e soprattutto – direbbe un celebre principe – «per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare»? Questa «semplice informazione» non potrà esserci data da alcun vigile urbano, né da Urbano II o dai cavalieri da lui inviati alla ricerca dell'arca perduta, bensí dal nostro stesso spirito purché abbastanza vigile. Ma poiché non si può vigilare mentre si dorme, e la vita – insegna il Siglo de Oro – è sogno, come andrà a finire? quanto all'oro bramato dai Pizarro e da Orellana, la risposta è nell'anagramma stesso di «come andrà a finire»: «America da inferno».

Ricordiamo che è possibile inserirsi in qualsiasi momento di "Oniricon", senza necessità di aver seguito le puntate precedenti; e che il suo schema tematico è stato generato da un gioco nascosto che sarà rivelato nel corso della puntata finale. Per il programma completo vedi palasciania.blogspot.it. Per ulteriori informazioni contattare il 3479575971 o Palasciano in Facebook.

20 novembre 2017

Genesi e palingenesi del cosmo

Domenica 19 novembre si è tenuta in Capua, a Palazzo Fazio, alla presenza di 19 partecipanti e per la durata di circa due ore e mezza, Da Ofione alle oficleidi del Giudizio, la puntata n. 8 di Oniricon. Appunti per un'enciclopedia delle meraviglie, decimo festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, arti varie, gioco e umana armonia.

La puntata n. 9 (vedi qui) si terrà – sempre gratis – domenica 26 novembre alle ore 18.30 a Palazzo della Gran Guardia (Capua, piazza dei Giudici 6), e si intitolerà Le amazoniche sirene nell'orecchio di Orellana.

La puntata n. 8, intanto, è consistita in una lezione-spettacolo inclusiva fra l'altro di un quiz a premi e di una sessione di laboratorio teatrale, nella quale si è improvvisata una recita (stavolta non comico-fiabesca come nella puntata n. 4, né comico-parodica come nella puntata n. 6, bensì drammatica; o almeno ci si è provato!) su un canovaccio steso da Marco Palasciano a partire dai 23 elementi «seri» proposti dal pubblico durante la precedente puntata, questi:

Ansia – Apri gli occhi, ritrova la tua luce – Arcano XIII (Morte) – Arcano XVI (Torre) – Armatura, per non essere sopraffatti – Ciascuno porti un oggetto – Donna morta – Due personaggi: Persōna e Ghost – Foglie di fico da strapparsi via – Fuoco – Gioco – La morte è la cosa piú certa; si pensi solo a vivere (bene) – Lasciarsi andare al circostante e soprattutto a sé stessi – Libertà personale, che oggidì si sta un po' perdendo (vedi Internet: questi ragazzi dove vanno?) – Lotta di classe (se non lotti recedi; vedi Antonio Ghirelli, Storia di Napoli) – Ludoterapia – Morte – Paradossi – Posizione e alienazione: dove stiamo? dove crediamo di stare? dove ci impongono di stare? dove vorremmo stare? – Scelta vs destino (le nostre scelte sono davvero nostre?) – Senso della leggerezza – Sogno – Sopra il palco il mondo della vita, sotto il palco il mondo della morte.

Di séguito il resoconto più o meno dettagliato della lezione-spettacolo:


I. Scienza e fantascienza
Genesi dell'universo secondo la scienza: teoria del Big Bang. Materia oscura. La fine dell'universo secondo la scienza: Big Crunch e palingenesi o, al contrario, morte termica. Animali simbolici: fenice e urobòro. Teoria del multiverso, versione grezza: infinite variazioni degli stessi eventi, in stile Biblioteca di Babele borgesiana. Teoria del multiverso, versione raffinata: il numero di eventi di un singolo universo procederebbe più rapidamente del crearsi dei vari universi, dunque ogni evento sarebbe unico.

II. Il cosmo: disegnarlo o disdegnarlo?
Il mandàla e la pratica del Dul-tson-kyil-khor. Di contro alla pazienza dei monaci tibetani, l'impazienza dei materialisti nostrani. Il «Tutto è male» dello Zibaldone leopardiano (17 aprile 1826), già commentato nella puntata n. 7 di Oniricon (vedi resoconto d'essa, cap. IX, terzo paragrafo). «Chi – allo stesso modo di chi contrappone finito ad infinito – crede che “alto” e “basso” siano cose distinte, troverà ora disdicevole che in questa lezione io inserisca la seguente barzelletta».

III. E tu chi sei?
Barzelletta delle rane dalla bocca larga (il Ranavuóttolo ha da festeggiare il suo compleanno; mamma Ranónchia lo manda in giro, zompett zompett!, a invitare gli animali del bosco – «Ciuàuo! e tu chi suèiui?» – e domandar loro cosa preferiscono mangiare) e del Ssserpentello miope che ama mangiare le rane dalla bocca larga ma intanto – per fortuna – non trova gli occhiali: «E tu chi sssei?» «(GLOOM!) Ii sini li rini dilli bicchi stritti»...

IV. Gnosticismo
Lo gnosticismo e le sue caratteristiche base: tristezza e angoscia. Dal Demiurgo cattivo del Vecchio Testamento al Dio del Nuovo e a Cristo fratello di Sophia. «Per gnostici, platonici ecc. il calarsi dell’anima nel mondo fisico rappresenta una caduta, una degradazione; per me rappresenta un gioco creato dalle stesse anime, perfettamente funzionale – dati i suoi limiti – al vivere esperienze che nell'illimitato sono impossibili, e nelle quali l’essere trova la propria massima valorizzazione».

V. Induismo e buddhismo
Il karma. Il mokṣa (illuminazione). Differenza tra Brahman (l'assoluto alla base del reale) e Brahma (prima manifestazione di Brahman). Il līlā (il gioco della creazione e distruzione dell'universo iterate ad infinitum). Il monismo. La bhakti. L'Advaita Vedānta. Il dolore deriva dall'avidyā (ignoranza) che ci fa credere che il mondo materiale coincida con la realtà; è come scambiare una corda per un serpente. Il dolore deriva anche dalla tṛṣṇā (la brama di ciò che è transitorio).

Il coccodrillo Arturo nella parte dell'orbettino dell'Eden.
«[...] la donna: “È stato lui! Il serpente mi ha ingannata
e io ho mangiato”. E disse il serpentello risentito [con
sigmatismo
alla gatto Silvestro
]: “Ah, siete proprio bravi
a scaricare il barile! complimenti! che ingrati! se non era
per me, adesso stavate ancora all’età della pietra”. [...]»

VI. I primi tre capitoli del Genesi
I due racconti biblici della creazione: nel primo, Dio è chiamato «Elohim» e l'uomo è creato dopo gli altri esseri; nel secondo, Dio è chiamato «Jahvè» e l'uomo è creato prima. Il Genesi presenta il serpente dell'Eden come un semplice serpente, non come il Diavolo. Il serpente è introdotto nel Genesi per contrastare l'ofiolatria dei cananei. La dottrina gnostica degli ofiti. Lettura (vedi foto qui sopra) di un simpatico adattamento del terzo capitolo del Genesi (adattamento che – va detto ai bacchettoni scandalizzati – ha ricevuto una sorta di placet, sia pure a posteriori, da un prelato, che a udire la battuta finale del serpente ad Adamo ed Eva è scoppiato a ridere: «Se vi può consolare, l’altro ieri ai dinosauri è andata molto peggio»).

VII. Altre storie sull'origine del mondo
Il mito pelasgico di Eurinome e Ofione. Il mito vedico di Indra e Vṛtra. Il mito norreno di Ymir.

VIII. Altri serpenti cosmici e bestie mitiche varie
L'albero cosmico Yggdrasill e i suoi abitanti, tra cui lo scoiattolo Ratatoskr, latore degli insulti che si scambiano l'aquila e il serpente. I figli del dio Loki e della gigantessa Angrboða: Hel, il Miðgarðsormr e il lupo Fenrir. Il serpente Apopi.

Apopi.

IX. Storie sulla fine del mondo
I Ragnarǫk. L’Apocalisse, già trattata nella puntata n. 4; ivi «Gli angeli suonano le trombe del Giudizio; e queste trombe, a mio modesto parere, non potevano essere altro, in realtà, che delle oficleidi. Perché sostengo questo? per poter intitolare la puntata odierna Da Ofione alle oficleidi del Giudizio», dichiara sfacciatamente l'oratore.

X. Altri serpenti
I due serpenti di Tiresia. I due serpenti di Asclepio. Pitone. Il cobra che fece da ombrello a Siddharta (vedi qui). L'aspide di Euridice.

XI. L'anagramma e il caleidoscopio
«Orfeo in amore cala lì nell'èrebo», «L'onorano: era bella e morì felice», «L'amore allea cielo, orbe, inferno», «L'errore folle in Abele: amò Caino», «Al nome bello fra reale e onirico»: cinque anagrammi del nome «Eleonora Carmelina Bellofiore». Anagramma e caleidoscopio come simboli del rimescolarsi degli elementi dell’universo.

Il serpentone, antenato dell'oficleide.

Laboratorio teatrale
Conclusa la lezione frontale, si è inscenata la storia ricavata dai sopradetti 23 elementi proposti dai partecipanti stessi. Titolo: Dramma trito d'un certo (o incerto) Tito. Trama: Tito arriva tardi al lavoro, a causa di una manifestazione che ha bloccato la metropolitana, e quando arriva è in corso uno spaventoso incendio. La sua fidanzata e collega Livia si butta da una finestra del palazzo in fiamme e muore. Avrebbero dovuto sposarsi di lì a pochi giorni. Colleghi e amici fanno visita di condoglianze a Tito, fra l'altro tentando di consolarlo con la filosofia. Tito sogna poi di avere una maschera sul volto, che non riesce a levarsi, e di dialogare con Livia morta; lui si duole dei loro progetti distrutti, lei gli dice che è stato meglio così. Il giorno dopo, Tito partecipa a un laboratorio di ludoterapia consigliatogli da un'amica. Lui e Ubaldo, un baldo giovane, sono estratti a caso per un gioco da fare a coppie (I rifiuti umani; vedi ultimo capitolo del resoconto della puntata n. 5 di Arca Arcanorum). Tito sogna poi di essere morto (vedi qui) e di dialogare con Ubaldo. Al successivo incontro di laboratorio, in attesa dell'inizio, i due hanno un dialogo reale, in cui si rende manifesta la loro reciproca attrazione. Personaggi e interpreti:
TITO, impiegatuccio (Gaetano R.)
LIVIA, collega e fidanzata di Tito (Anna S.)
SILVIA, un'amica di Tito (Annalisa P.)
TOTÒ, psicologo (Marco P.)
UBALDO, un frequentante del laboratorio di Totò (Enrico C.)
COLLEGHI di Tito (Sossio B., Luca C., Pina C., Francesco N.)
MANIFESTANTI (stessi interpreti dei colleghi di Tito)
Tito vuole lanciarsi tra le fiamme.
Livia si lancia dalla finestra per sfuggire alle fiamme.

Gli amici in visita di condoglianze a Tito.

Tito ascolta un amico che tenta di consolarlo.

Si ringrazia Enrico Cardellino per le foto di scena.

16 novembre 2017

L'hai tu quel pezzettin del mio codin?

Comunicato stampa sulla puntata n. 8 di Oniricon. Vi preghiamo di pubblicarlo ovunque; e grati vi saremo, in eterno e all'estremo.


Nonostante le ardenti dispute, ultima quella divampata la scorsa settimana fra i tifosi della mitologia norrena e quelli della mitologia greca, prosegue in Capua a gonfie vele – non importa se di trireme o di drakkar – il decimo festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, arti varie, gioco e umana armonia "Oniricon. Appunti per un'enciclopedia delle meraviglie", a cura dell'Accademia Palasciania in collaborazione con Capuanova e Pro Loco. Le prime sette puntate hanno avuto per rispettivi protagonisti la metafisica, la poesia orfica, la fiaba, la violenza, il sesso, il sogno, la morte; tocca ora alla vita dell'universo intero, dal suo principio alla sua fine e magari al suo eterno ritorno, con l'ottava puntata, "Da Ofione alle oficlèidi del Giudizio", che si terrà domenica 19 novembre alle ore 18.30 come sempre a ingresso gratuito – a Palazzo Fazio (Capua, via Seminario 10).

Il primo tempo di questo incontro segnato dal numero 8, cugino acrobata del simbolo dell'infinito, consisterà in una lezione-spettacolo di Marco Palasciano sui «massimi sistemi» (ma indagati col caleidoscopio anziché col telescopio), a incorniciare la quale sarà l'animale-totem di turno: il serpente, in varie declinazioni più o meno uraniche e uroboriche, dall'orbettino dell'Eden al cobra di Siddharta e a gigantòfidi del calibro di Apophis, di Vṛtra e del Miðgarðsormr. Nel secondo tempo, invece, si allestirà sul palcoscenico una recita – cui tutte le persone presenti potranno partecipare come attori, attrici e actōria – da improvvisare su un canovaccio elaborato a partire dagli elementi proposti dal pubblico della settima puntata.

Ricordiamo che è possibile inserirsi in qualsiasi momento di "Oniricon", senza necessità di aver seguito le puntate precedenti; e che il suo schema tematico è stato generato da un gioco nascosto che sarà rivelato nel corso della puntata finale. Per il programma completo vedi palasciania.blogspot.it. Per ulteriori informazioni contattare il 3479575971 o Palasciano in Facebook.

Il senso della vita è nel suo telos

Domenica 12 novembre si è tenuta in Capua, a Palazzo della Gran Guardia, alla presenza di 22 partecipanti e per la durata di circa due ore e tre quarti, Come Elle vinse l'invincibile Elli, la puntata n. 7 di Oniricon. Appunti per un'enciclopedia delle meraviglie, decimo festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, arti varie, gioco e umana armonia.

La puntata n. 8 (vedi qui) si terrà – sempre gratis – domenica 19 novembre alle ore 18.30 a Palazzo Fazio (Capua, via Seminario 10), e si intitolerà Da Ofione alle oficleidi del Giudizio.

La puntata n. 7, intanto, è consistita in una lezione-spettacolo – inclusiva, fra l'altro, di un quiz a premi e di un gioco teatrale (Il sogno; vedi puntata n. 13 di Arca Arcanorum, quinto festival-laboratorio palascianiano) – durante la quale si sono trattati i seguenti argomenti:

Gioco teatrale durante la puntata n. 7.  Foto di Enrico Cardellino.

I. Appunti di storia e letteratura norrena
I norreni. I vichinghi (pirati norreni, stanziati nei fiordi). I normanni (un popolo ex vichingo). 793-1066: l'epoca vichinga. 985: Erik il Rosso approda in Groenlandia. 986: Bjarni Herjólfsson, smarritosi, avvista il Nordamerica. 1000 ca.: Leif Erikson compra la barca di Bjarni e approda sull'isola di Terranova. I figli di Tancredi d'Altavilla fanno carriera in Italia meridionale: chi principe di Capua, chi conte di Aversa, chi di Puglia e Calabria (tolte ai bizantini), chi di Sicilia (che era un emirato arabo) e così via. 1130: Ruggero II unifica il tutto fondando il Regno di Sicilia. Sua figlia Costanza è madre di Federico II di Svevia (protagonista della puntata n. 4 di Arca Arcanorum). Cos'era un lögsögumadur. Gli scaldi e la poesia scaldica. Snorri Sturluson e la sua Edda in prosa. L'Edda poetica.

II. Appunti di mitologia norrena
I nove mondi della cosmologia norrena: del fuoco, degli Elfi di luce, dei Vanir, degli Æsir, degli uomini, dei giganti, degli Elfi oscuri, di Hel, del ghiaccio. La nave di unghie. La dimora di serpi intrecciate della regina Hel. La birra degli inferi: urina di capra. Ásgarðr e i lavori del gigante boicottati da Loki che, mutatosi in giumenta, si fa ingroppare dal cavallo Svaðilfœri. Il Valhalla. L'allenamento quotidiano degli eroi morti, le cui ferite svaniscono a fine giornata. La dea Freyja. Etimologia dei nomi inglesi di alcuni giorni della settimana: friday da Freyja, wednesday da Odino (Wōden), thursday da Thor. Il dio Thor. Il suo Mjöllnir. Parentesi induista: il Vajra del dio Indra. La meravigliosa avventura di Thor a Útgarðr (capitale del mondo dei giganti), inclusiva del combattimento fra Thor e la vecchia Elli (vedi qui).

Antonio Federighi, Le sette età dell'uomo, 1475, tarsia marmorea
facente parte della pavimentazione del Duomo di Siena.

III. Le età della vita umana
Le sette età della vita umana secondo Ippocrate e altri antichi (vedi qui). Shakespeare sulle sette età: Come vi garba, atto II, scena VII, monologo di Jaques (vedi qui). La vecchiaia secondo la scienza odierna (vedi Fasce d'età e aspetti psicologici, 7, in Età, in Universo del corpo, Treccani). Le dieci età della vita umana secondo Filone di Alessandria (vedi qui). La risposta di Solone a Mimnermo (vedi qui).

IV. Da Cuma agli inferi
La Sibilla cumana, corteggiata da Apollo, ottiene la vita eterna ma non l'eterna giovinezza, e si riduce alle dimensioni di una cicala; poi più nulla, e ne resta solo la voce. Alcuni visitatori degli inferi: Enea (ivi scortato dalla Sibilla cumana), Èracle, Orfeo, Teseo, Ulisse. L'incontro di Ulisse con la madre nel libro XI dell'Odissea di Omero, versi 204-222 (trad. Rosa Calzecchi Onesti):
«Così parlava: e io volevo – e in cuore l'andavo agitando – stringere l'anima della madre mia morta. E mi slanciai tre volte, il cuore mi obbligava ad abbracciarla; tre volte dalle mie mani, all'ombra simile o al sogno, volò via: strazio acuto mi scese più in fondo, e a lei rivolto parole fugaci dicevo: “Madre mia, perché fuggi mentre voglio abbracciarti, che anche nell'Ade, buttandoci al collo le braccia, tutti e due ci saziamo di gelido pianto? o questa è un'illusione che la lucente Persèfone manda perché io soffra e singhiozzi di più?”. Così dicevo e subito mi rispondeva la madre sovrana: “Ahi figlio mio, fra gli uomini tutti il più misero, non t'inganna Persefone figlia di Zeus; questa è la sorte degli uomini, quando uno muore: i nervi non reggono più l'ossa e la carne, ma la forza gagliarda del fuoco fiammante li annienta, dopo che l'ossa bianche ha lasciato la vita; e l'anima, come un sogno fuggendone, vaga volando”».
Differenza tra Alice, Euridice e Beatrice: Alice discende negli inferi ma il suo è solo un sogno; Euridice tenta invano di risalirne appresso a Orfeo, che voltandosi la perde per sempre; Beatrice discende negli inferi per chiedere a Virgilio di andare in soccorso di Dante. Lewis Carroll, Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò, discorso del Tricheco alle Ostrichette:
«È giunta l'ora, alfine,
di chiacchiere, tempo e...
parliam di scarpe, navi,
di trottole, di cavoli e di re;
di come i vasti oceani
bollono, o se i gatti
potranno mai volare, e perché».
Frisso ed Elle in un affresco pompeiano.
Museo Archeologico Nazionale, Napoli.

V. Costellazioni
Dal coito bestiale di Poseidone, mutato in ariete, e Teòfane, mutata in pecora, nasce Crisomallo («dal vello d'oro»), l'Ariete volante. (E se vola un ariete, c'è da domandarsi «se i gatti potranno mai volare, e perché».) Il mostro Tifone costringe gli dèi olimpi alla fuga; metamorfosi di Afrodite ed Eros nei Pesci, e di Pan nel Capricorno. Sepolto Tifone sotto l'Etna, Zeus genera con Mnemòsine le Muse, cui fratello di latte sarà il figlio di Pan e della ninfa Eufeme, Croto ovvero il Sagittario. Per maggiori dettagli sulla saga dell'Ariete, di cui nel presente paragrafo V e nel VI qui sotto, vedi puntata n. 13 di Encyclopaedia Coelestis.

VI. Elle e i suoi parenti
Atamante divorzia da Nefèle, dea delle nuvole, ottenendo in affido i figli Frisso ed Elle; e sposa Ino, che poi con l'inganno ottiene che Frisso ed Elle siano destinati al sacrificio; ma vengono salvati da Crisomallo. Durante la trasvolata, Elle (forse per colpa di Ipno, che causò analoga fine al nocchiero Palinuro) cade in mare; in sua memoria quel tratto di mare avrà nome Ellesponto. Parallelo fra Elle e i migranti annegati, il cui numero, relativamente agli ultimi quindici anni, è circa trentamila. Frisso giunge in Còlchide e, ingrato, sacrifica Crisomallo e ne dona il vello d'oro a re Eeta. Semèle incinta muore e Zeus completa in una propria coscia la gestazione di Dionìso, poi adottato dagli zii Ino e Atamante. Follia di Atamante. Morto Learco, Ino si getta in mare con l'altro figlioletto, Melicerte; e madre e figlio sono mutati in divinità marine: Leucòtea (Mater Matuta) e Palèmone. Marco Palasciano, Il mito di Leucòtea (qui un brano recitato da Fabiana Vinciguerra, Raffaele Iavazzo, Federica Tornincasa). Il santuario capuano della Mater Matuta, scoperto nel 1845, e la collezione di statue votive oggi conservata nel Museo Campano.

Palasciano presso una statua votiva del santuario della Mater Matuta.
Museo Campano, Capua, 27 maggio 2017. Foto di Antonio Del Castello.

VII. Come Elle vinse l'invincibile Elli
Perpendicolarità tra l'asse della precocità della morte e l'asse dell'amabilità, ovvero vanità del detto di Menandro «Muor giovane colui ch'al cielo è caro» (trad. Leopardi) e simili. Numero dei bambini che muoiono ogni giorno: circa ventiseimila. Come Elle vinse l'invincibile Elli (personificazione della vecchiaia): morendo giovane. La canzoncina goliardica militare Era meglio morire da piccoli (sulle note di Garryowen) e cosa ne avrebbero detto Mimnermo e Filone: per essi morire da soldati, nel pieno del vigore fisico, sarebbe stato meglio che patire gli acciacchi senili.

VIII. Opposte follie: brama di suicidio e brama di vita eterna
Perpendicolarità tra l'asse dell'età e l'asse della felicità: la vecchiaia di per sé non è un impedimento alla felicità, come non lo è la giovinezza. Nella più parte dei casi il suicidio, sebbene comprensibile, non è giustificabile. Di contro: l'odierno anelare di taluni a una vita millenaria e all'eterna giovinezza, chi più chi meno ridicolmente (non concependo essi, evidentemente, la teoria dela metempsicosi), nella speranza che presto o tardi la scienza giunga a tanto (vedi qui servizio Rai Belli e immortali). Le cisterne criogeniche per cadaveri a testa in giù, o per la sola testa decapitata, ond'esser risanati nel futuro. La Turritopsis nutrìcula.

IX. Il senso della vita è nel suo telos
Essendo impossibile sintetizzare in cinque parole, senza possibilità di equivoco, l'ultima parte della lezione, ne riportiamo cinque estesi stralci (il terzo, bada ben, non vuol giustificare gli accidiosi, cioè coloro che sprecano il proprio potenziale):
«Ha senso ragionare sul controfattuale, domandandosi come sarebbe stata la vita di quella persona se fosse vissuta piú a lungo? Possiamo definire la sua una vita incompiuta? [...] E in ogni caso, possiamo definire una vita incompiuta come un fallimento? Se l’umanità intera si fosse estinta quando ancora si era nella preistoria, questo sarebbe stato un fallimento? [...] I dinosauri sono un fallimento? O essi sono comunque una meraviglia? [...] E l’universo intero? Un giorno finirà. [...] Questo dovrà essere considerato un fallimento?».

«Avrebbe senso per un topolino disperarsi al pensiero di trovarsi allo stadio evolutivo topolinesco e di non essere ancora un essere umanoide? [...] E avrebbe senso per noi disperarci di non essere ancora, per così dire, angeli?».

«C’è intanto chi, pessimista, dice misera ogni umana grandezza, se confrontata con l’infinito. [...] Il finito è parte dell’infinito, e partecipa compiutamente della sua gloria! Minuscola è la Terra, ma ospita la vita. Minuscolo è l’essere umano, ma in chiunque di noi vi è un potenziale immenso. E quel potenziale ha un valore [...] che varrà in eterno, anche dopo che l’universo stesso avrà cessato di esistere; un valore che esiste a prescindere da se infine il potenziale venga espresso o no. La morte di Elle, come quella di qualsiasi altro bambino al mondo, non toglie niente al loro telos (finalità intrinseca), e dunque al senso della loro vita».

«Anche se questo mondo è un sogno, un gioco, un mandàla, una bolla di sapone, è concentrato qui tutto il senso di tutto. Qui, nel mondo del limite. Ontologicamente lontanissimo dall’illimitatezza che caratterizza l’iperuranio [...]. Il puro essere, fondamento di tutto ciò che è, non ha e non può avere nessun senso, [...] perché [...] non ha alcun fondamento sotto di sé; nessuna causa, nessuna volontà che lo abbia generato, nessuna finalità, niente. [...] C’è piú significato in un istante di vita nel mondo fisico che in tutta l’eternità del mondo metafisico».

«Ed è qui, infine, di vita in vita e nell’interazione fra i viventi, [...] è qui nel mondo fisico che in qualche modo emergono i valori [...]. Valori che dànno un senso a tutte le cose [...]. Valori etici ed estetici insieme. In sintesi, l’assiologia universale. L’assiologia universale dà compiutezza all’universo; l’universo dà compiutezza all’essere; l’assiologia universale è il fiore sulla cima dell’essere».

8 novembre 2017

Oscuro e al tempo stesso luminoso

Comunicato stampa sulla puntata n. 7 di Oniricon. Vi preghiamo di pubblicarlo ovunque; e grati vi saremo, in eterno e all'estremo.


Prosegue in Capua tra mille sorprese, ora ludiche ora liriche, il decimo festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, arti varie, gioco e umana armonia "Oniricon. Appunti per un'enciclopedia delle meraviglie", a cura dell'Accademia Palasciania in collaborazione con Capuanova e Pro Loco. Le prime sei puntate hanno avuto per rispettivi protagonisti la metafisica, la poesia, la fiaba, la violenza, il sesso, il sogno; si attende ora di scoprire l'oscuro «e al tempo stesso luminoso» tema base della settima puntata, intitolata "Come Elle vinse l'invincibile Elli", che si terrà domenica 12 novembre alle ore 18.30 come sempre a ingresso gratuito – nella sede della Pro Loco, Palazzo della Gran Guardia (Capua, piazza dei Giudici 6).

Da un iniziale gioco di sovrapposizione tra un episodio della mitologia greca e uno della mitologia norrena si trarrà spunto per un percorso-discorso filosofico sull'agire e il destino, l'incompiutezza e la ricerca di un significato, fino alla visione del cosmo come teatro assiologico e alla possibile individuazione all'interno di esso del «fiore sulla cima dell'essere». Questa, in sibillina sintesi, la lezione-spettacolo che Marco Palasciano terrà fra un quiz a premi e un esercizio di composizione e/o recitazione, comica o cosmica che sia, al quale chiunque potrà partecipare.

Ricordiamo che è possibile inserirsi in qualsiasi momento di "Oniricon", senza necessità di aver seguito le puntate precedenti; e che il suo schema tematico è stato generato da un gioco nascosto che sarà rivelato nel corso della puntata finale, ma potrebbe scoprirsi già esaminando con attenzione la locandina (comunicare gli eventuali tentativi solutòri all'Accademia privatamente). Per il programma completo vedi palasciania.blogspot.it. Per ulteriori informazioni contattare il 3479575971 o Palasciano in Facebook.

E Palasciano ripresenta Dara

Tornano in Campania Domenico Dara e la sua opera, venerdì 10 novembre alle ore 18.30 presso la Casa delle Arti (Succivo, corso Sicilia 31), a cura dell'Assessorato alla Cultura succivese in collaborazione con la Pro Loco e due istituti scolastici. Poetico e magnetico il romanzo di Dara candidato allo Strega ma vincitore allo Stresa, Appunti di meccanica celeste, ambientato in un paesino calabrese che non ha nulla da invidiare alla Macondo di García Márquez. A presentare l'Autore sarà il nostro Presidente Marco Palasciano.

7 novembre 2017

All'ombra della torre di Babele

Zaccaria.
Domenica 5 novembre si è tenuta in Capua, a Palazzo Fazio, alla presenza di 19 partecipanti e per la durata di circa tre ore (intervallo incluso, con tanto di buffet a celebrazione del compleanno di Gabriella C. e Giuliana C., con manicaretti recati da loro stesse e da altre anime gentili), Nabucco e i nabi onde restò di stucco, la puntata n. 6 di Oniricon. Appunti per un'enciclopedia delle meraviglie, decimo festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, arti varie, gioco e umana armonia.

La puntata n. 7 (vedi qui) si terrà – sempre gratis – domenica 12 novembre alle ore 18.30 a Palazzo della Gran Guardia (Capua, piazza dei Giudici 6), e si intitolerà Come Elle vinse l'invincibile Elli.

La puntata n. 6, intanto, è consistita in una lezione-spettacolo inclusiva, fra l'altro, di una sessione di laboratorio teatrale, dove si è improvvisata una riduzione del Nabucco verdiano (non cantato, a parte il coro «Va' pensiero sull'ali dorate»). Personaggi e interpreti:
Nabucodonosor prigioniero.
    NABUCODONOSOR, re di Babilona (Salvatore D'A.)
    ISMAELE, nipote di Sedecìa re di Gerusalemme (Francesco N.)
    ZACCARIA, gran pontefice degli Ebrei (Marco P.)
    ABIGAILLE, schiava, creduta figlia primogenita di Nabucodonosor (Alessia V.)
    FENENA, figlia di Nabucodonosor (Anna S.)
    ABDALLO, vecchio ufficiale del re di Babilonia (Felice I.)
    ANNA, sorella di Zaccaria (Annalisa P.)
    Un'ANCELLA di Abigaille (Marcella C.)
    Una GUARDIA babilonese (Enrico C.)
    L'IDOLO di Belo (Orlando L.)
Nella recita si è, fra l'altro, inserito il seguente anagramma:

Io, Eliogabalo... o Abigaille? O_O

Di séguito gli argomenti trattati nella lezione frontale:

«Va', pensiero, sull'ali dora-a-ate...»

I. Tra ontologia e onirologia
«Torniamo dunque a parlare di un re che sogna. Perché questa ridondanza? È dovuta allo schema di Oniricon, costruito su un gioco nascosto. Che, vi ricordo, dovete indovinare». Il Re Rosso nel cap. IV di Attraverso lo specchio di Carroll. Come noi sogniamo noi stessi. Sogno, realtà, iperrealtà. Impensabilità dell'infinito da parte della mente umana. La torre di Babele come allegoria del destino d'incompiutezza connaturato alla ricerca della conoscenza. Borges, La biblioteca di Babele. La Possibilità infinita alla base del Tutto. «Ma solo uno è il migliore dei mondi possibili, così come solo un libro, nella pazzesca biblioteca borgesiana, è il Libro della Verità».

II. La fenomenologia onirica secondo le neuroscienze
I sogni non compaiono esclusivamente durente la fase Rem (vedi qui). La zona calda corticale posteriore. Teorie di Allan Hobson circa il sogno perpetuo (vedi qui) e, contro la psicoanalisi, circa l'insensatezza dei sogni (vedi qui). Il sogno come strumento di riorganizzazione della memoria (vedi qui). Il sogno come strumento di riduzione dell'impatto emotivo dei ricordi spiacevoli (vedi ibidem). Il modello schematico della mente nel Manuale scientifico per l'interpretazione dei sogni e dei simboli di Fiammetta Bianchi e Sabato Scala. La barriera delle «idee congelate» (Istinti e Regole) e, dietro, l'Ombra junghiana. La visione del mondo, inclusiva di modello previsionale, e come le Regole possono distorcerla.

III. L'interpretazione dei sogni junghiana
Abigaille e Fenena si pigliano a capelli.
Il sogno è di per sé una terapia. L'inconscio aggira le censure assemblando il sogno: seleziona nella memoria, e ricombina, gli elementi atti alla rappresentazione del bisogno represso; rappresentazione non diretta ma simbolica, o il conscio la respingerebbe provocando il risveglio. Tipologie oniriche: sogno di compensazione, sogno di strutturazione, sogno metafisico. Potenza evocativa del simbolo. Napoleone e l'apparato simbolico. Le sette meraviglie del mondo. Lo scambio comunitario delle esperienze oniriche. L'interpretazione rifugga dalla razionalizzazione: è come guardare da una finestra di notte tenendo nella stanza una luce accesa, che crea sul vetro effetto specchio e impedisce la corretta visione di ciò che è all'esterno. L'alchimia onirica: Nigredo (incontro con l'Ombra: da mostro a straniero ad amico ad amante), Albedo (incontro con Anima e Animus: riscoperta dell'androginia), Rubedo (incontro col Maestro: illuminazione). Un errore di Jung: per l'autocensura tipica della sua epoca, nega la natura versatile della sessualità maschile e definisce la libido ricettiva come femminile, per cui considera l'omosessualità «contraddistinta, di regola, da un'identità con l'Anima». Corretta, d'altro canto, appare l'associazione fra l'idea di androginia primordiale e quella dell'indifferenziazione dei ruoli nella preistoria secondo Morgan riveduto da Elio Modugno (vedi puntata n. 5). Anima e Animus possono assumere nel sogno le fattezze dei genitori del soggetto, ed esprimere il conflitto insito nel rapporto con essi. Il Maestro come contatto con l'inconscio collettivo. I sogni metafisici: sogno didattico (ammaestrante sul compito cui si è chiamati nella vita) e profetico (rivolto alla comunità di appartenenza). Alcuni archetipi onirici: alto e basso, acqua, funzioni corporali, case, pietra, bosco e giardino, occidente e oriente.

Zaccaria fronteggia Ismaele.

IV. Babele e dintorni
Assurbanipal e la sua biblioteca. La sua morte, la lite dinastica fra i tre figli e la crisi dell'Assiria. Nabopolassar, governatore di Babilonia, ne approfitta: distrugge Ninive e restaura il regno babilonese. Battaglia di Megiddo del 605 a.C. Il faraone Necho II pone il pessimo Ioiakim sul trono del Regno di Giuda. Nabucodonosor II, figlio adolescente di Nabopolassar, sconfigge gli egiziani a Karkemish e poco dopo diventa re di Babilonia. La presunta torre di Babele: la ziggurat di Borsippa. Ioiakim non paga i tributi, Nabucodonosor assedia Gerusalemme, Ioiakim muore e dai suoi sudditi è sepolto come merita (vedi qui). Sul trono giudeo è posto Sedecìa. Deportazione di migliaia di ebrei in territorio babilonese, fra cui il nabi Daniele. Sedecìa si accorda col faraone Psammetico II per ribellarsi a Babilonia, ma il faraone muore e lui resta fregato. Leggenda di Giuditta e Oloferne. Nabucodonosor uccide i figli di Sedecìa davanti ai suoi occhi, poi glieli cava e distrugge il Tempio di Gerusalemme. Il sogno del colosso dai piedi d'argilla (Daniele, cap. 2). I tre amici di Daniele nella fornace ardente (Daniele, cap. 3). Il sogno del grande albero e la follia di Nabucodonosor, anzi di Nabonide (Daniele, cap. 4). Nitocris, figlia di Nabucodonosor, vede morire quattro re di Babilonia: suo padre, suo fratello, suo marito, suo figlio; sposa quindi in seconde nozze Nabonide. Il tentativo di riforma religiosa di Nabonide. (Secoli dopo, Caracalla sarà ucciso in un tempio del dio Sin.) La Persia isola commercialmente Babilonia. Nabonide conquista l'Arabia per aprirsi nuove vie commerciali e si trasferisce a Tayma, lasciando a reggere Babilonia il figlio Baldassarre; quando torna, anni dopo, nella capitale, la fortifica con statue di dèi prelevate dai templi di altre città, amplificando il malcontento. Ciro II di Persia conquista Babilonia (vedi qui). Fine della cattività babilonese e ricostruzione del Tempio di Gerusalemme.

Nabucodonosor supplice.

Si ringrazia Marcella Cicala per le foto a illustrazione del presente post.

2 novembre 2017

La puntata più onirica di «Oniricon»

Comunicato stampa sulla puntata n. 6 di Oniricon. Vi preghiamo di pubblicarlo ovunque; e grati vi saremo, in eterno e all'estremo.


Nonostante lo scandalo suscitato la scorsa settimana dalle follie dell'imperatore Eliogabalo, i cui spettatori hanno rasentato lo svenimento, prosegue a Capua la composizione – tessera dopo tessera – del mosaico epistemico intavolato dal decimo festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, arti varie, gioco e umana armonia "Oniricon. Appunti per un'enciclopedia delle meraviglie", a cura dell'Accademia Palasciania in collaborazione con l'associazione Capuanova e la Pro Loco.

Le prime cinque puntate hanno avuto per rispettivi protagonisti la metafisica, la poesia, la fiaba, la violenza, il sesso; ci si aggirerà ora sui fondali dell'inconscio, popolati da monstrua e mirabilia, con la sesta puntata, "Nabucco e i nabi onde restò di stucco", che si terrà domenica 5 novembre alle ore 18.30 – come sempre a ingresso gratuito – a Palazzo Fazio (Capua, via Seminario 10). La prima parte consisterà infatti in una lezione-spettacolo di Marco Palasciano dedicata all'abbozzo di un'impossibile mappa del mondo dei sogni, sullo sfondo di una Babilonia alla Escher & Borges. Nella seconda parte, a complemento, si improvviserà sul palco una riduzione spensierata – ma non priva di ali dorate – del "Nabucco" verdiano, alla quale tutte le persone presenti potranno, se vorranno, partecipare come attori: utile portarsi da casa mantelli, copricapi, spade ecc.

Ricordiamo che è possibile inserirsi in "Oniricon" in qualsiasi momento, senza necessità di aver seguito le puntate precedenti. Per il programma completo del festival-laboratorio, e gli annunci e resoconti di tutte le puntate, vedi palasciania.blogspot.it. Per ulteriori informazioni contattare il 3479575971 o Palasciano in Facebook.