15 luglio 2009

Noi, l'antitesi ad ogni stereotipo

Solo ora abbiamo letto, in ritardo d'un mese, in «Nazione Indiana» (precisamente qui) ciò che una non meglio identificata signora o signorina Eloise scrisse a critica del volume collettaneo Napoli per le strade, ed. Azimut, 2009, e più in particolare – nella metà seconda del breve suo commento – a critica del testo d'apertura, Starobinski alle undici di Marco Palasciano; commento che da copiamo qui di séguito:

Un libro molto sciatto, che abbonda di oleografie al limite dello stereotipo e di una scrittura che, scusate la franchezza, mi appare quasi sempre o ad un livello amatoriale o, come nel caso del primo dei racconti, tutta chiusa e autoreferenziale, come se l’unico che dovesse leggere fosse l’autore stesso.

Per ciò che concerneva il Palasciano, a Eloise così rispose sua sponte – sempre il 12 giugno – l'Autore casertano Antonio Iorio:

Già un’ouverture palascianesca è di per sé antitetica a qualsiasi oleografico stereotipo, un vaffanculo alla ritrita liturgia delle collettive.

Lode meravigliosa e per il contenuto, e per la forma; e ringràziano Iorio sia il nostro Presidente, sia l'Accademia Palasciania tutta. A meglio ringraziarlo è qui ufficializzata, volente egli o nolente, l'elevazione del disinteressato laudatore a nostro ennesimo Socio Ornamentale, con diritto a presenziare a tutte le Feste dell'Amicarium dalla prossima in avanti.

Vero è che, tuttavia, non s'è data risposta – o perché supposta vana, o perché d'ardua confezione (ars longa, pausa caffè brevis) – all'accusa eloisiana di chiusura; e la quæstio, per la gioia dei pedanti, resta aperta.

13 luglio 2009

Cogli il kairòs del velle tra le stelle

Ormai già a circa cinquecento ammontano i quaderni su cui si va scrivendo, dal 1984, il certosino diario del Maestro Palasciano (un conto preciso non è fattibile, al momento, in quanto vari mesi e settimane e giorni delle annate trascorse attendono tuttora di venire narrati; differita resa possibile da quadernetti d'appunti, compilati per strada e ovunqu'andasse, da cui il diarista attinge i dati nudi). Intanto iersera, trovandosi del giusto pïo umore, il nostro grafoeroe – ch'è pure traduttore da strapazzo – si è soffermato, durante una seduta di gabinetto, su certi ingenui e alato-ebbri versicoli, tratti da una poesiola web-andante, stampati dai quadernieri sulla copertina del quaderno in cui ha da scrivere il diario del 28 giugno 2009 e gg. sgg.; versicoli di cui non siamo riusciti ancora a rintracciare l'autore; e si è dilettato a tradurli in italiano, e in endecasillabi, così come qui segue, per dedicarli a non sa chi che meriti una dedica tale. Non che il tutto assai valga; però, tutto fa brodo, e tout se tient.


Your presence is a gift to the world,
you're unique and one of a kind.
Your dreams are waiting to be realized.
Take the time to wish on a star.

La tua presenza è un dono per il mondo,
sei l'unico ed il solo nel tuo genere.
Di realizzarsi attendono i tuoi sogni.
Cogli il kairòs del velle tra le stelle.

Incroci di scrittori veri e falsi

A proposito di «tout se tient», sintagma che chiudeva il post di dianzi, mirate che cosa si dice del nostro umilissimo Presidente, nel blog della fantomatica Fondazione Elia Spallanzani!:




Tutto si tiene. Tempo fa incrociammo casualmente mister Marco Palasciano ed oggi riincappiamo nel singolare personaggio, che con lodevole ritardo ha aperto un blog. Trattasi all'evidenza di un folle e di un maniaco, di infantile egotismo, di cui ignoriamo l'opera e che però a pelle ci sta simpatico (basta guardare questo).

13 giugno 2009

«Massoneria degli Spostati»: sarebbe l'Accademia Palasciania – nell'ottica, simpatica ancorché riduttiva, degli spallanzanisti. Quanto a Elia Spallanzani, chi era costui? Non era, non fu; trattasi all'evidenza d'uno scrittore immaginario. Qui la sua pseudobiografia.

Cogliamo l'occasione, più che mai a proposito, per annotare che il Palasciano è stato di recente invitato a contribuire – ma poi per sovrapposti impegni e distrazioni non ha contribuito (del che sï è pentito) – all'interessante volume di schede pseudobiografiche
Enciclopedia degli scrittori inesistenti, ed. Boopen LED, 2009 (prossima presentazione il 17 luglio, ore 20.00, alla libreria Jonathan Livingston di Sant'Agnello, frazione di Sorrento). Volume che raccoglie i contributi d'un centinaio d'esistenti autori, dei quali la lista completa è qui leggibile, e tra i quali si ha il piacere di ritrovare diversi nostri Soci Ornamentali e altri personaggi entrati nella Storia per avere, più o meno scientemente e fruttiferamente, interagito con Marco Palasciano.

Citiamo innanzitutto, tra quei cento, tre suoi benefattori: Edgardo Bellini*, Matteo B. Bianchi**, Andy Violet***.

Indi tre che, col Palasciano, furono coautori del mosaico narrativo
Napoli per le strade, ed. Azimut, 2009: Maurizio de Giovanni****, Davide Morganti, Angelo Petrella.

Indi cinque coautori con lui, e col suddetto Petrella, dell'accozzaglia di poesie
Una piazza per la poesia. Antologia 2007, ed. Il portico, 2008: Tiziana Brondi, Giancarlo Marino, Aldo Putignano, Rossella Tempesta, Licia Vetere (Marino e Putignano, del gruppo Homo Scrivens – sic –, son anche i curatori dell'Enciclopedia).

Parteciparono a seminari ecc. col Palasciano i suddetti Bellini e Violet nonché, una volta e mai più, Luigi Pingitore*****.

Citiamo infine i due giovani autori Gabriele Stasino e Alessio Strazzullo, colleghi di studi del Palasciano – al pari del Marino – in Lettere moderne all'Università Federico II; coi quali si trovò almeno una volta a fare la pappa e fare bla bla intorno a un tavolino.

Sono insomma quattordici gli autori della suddetta
Enciclopedia le cui vite si sono significativamente incrociate perlomeno in un punto con la vita del nostro Presidente; e dunque, con quella della nostra Accademia. È utile il saperlo? Forse no. Ma oramai il post è qua; e durerebbe fatica, invero, il cancellarlo, a noi, più di quanta durò l'averlo scritto.



* Nel 2009 insignito dall'Accademia, vedi qui, di un attestato di merito per il suo contributo alla carriera artistica di Marco Palasciano. Qui Bellini introduce la lectura palascianesca milanese del 2008, la cui organizzazione è stata il culmine della sua eccellente e disinteressata opera promozionale. Palasciano è per Bellini «uno dei più geniali poeti contemporanei», il cui «vertiginoso e spettacolare dominio della parola» «conduce a esiti di commovente bellezza» (da un'email di Bellini adunatoria, non adulatoria). Qui una vecchia, magnifica intervista.

** Che fu tra «coloro che, per ovviare all'accidia dell'Autore, manu propria recarono il printato delle Prove sul tavolo di questa o quella casa editrice, con meno effetto che affetto, in terra manzoniana» (Marco Palasciano, Prove tecniche di romanzo storico, ed. Lavieri, 2006, pag. 4); per la precisione, Bianchi tentò, con Piero Gelli, del pari gentilissimo, di fare pubblicare il capolavoro giovanile palascianesco dalla Baldini & Castoldi; ma il loro giusto entusiasmo incontrò l'opposizione di non ragioniam di quali esseri ciechi alla luce dell'arte, perché avvezzi alle tenebre del lucro.

*** Qui, e qui, qualch'esempio di ciò ch'egli usa dire di Marco Palasciano.

**** Le cui affettuose e disinteressate parole, in Facebook pubblicate il mese scorso,  ci commuovono e onorano; vedi nota ** di quest'altro post.

***** Coprotagonista del seminario Perché la visione si racconti, tenutosi nel 2006 nell'Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Federico II, a cura di Francesco de Cristofaro (per un documento visuale vedi qui).

9 luglio 2009

La nascita del ludostoricismo

Salve! :) oggi, giovedì 9 luglio 2009, è il 17° anniversario della stesura dell'incipit del racconto lungo ovver romanzo breve, tuttora inedito ma già citato in nota nelle Prove (pag. 13), Un compendio di storia universale: testo segnante la nascita del ludostoricismo palascianesco. Potete ascoltare o scaricare, cliccando qui, la registrazione della XIII puntata dello show radiofonico Siamo tutti poeti laureati in cui, dal tempo 10'30" al tempo 47'45", per un totale di 37 minuti e un quarto, lo stesso Marco Palasciano tratta del suo Compendio e dà lettura di diversi brani, da questo o quel capitolo babelico.



Pieter Bruegel il Vecchio, La Torre di Babele, 1563.

7 luglio 2009

Diecimila di questi bei contatti

asterOgni pretesto è buono per fare un po' di festa. Sùbito dopo avere pubblicato il post Du' superspaghi alla matrixana, il blog dell'Accademia Palasciania ha varcato la soglia psicologica dei suoi primi 10.000 contatti. Per festeggiare, pubblichiamo all'istante la poesia* di Marco Palasciano ritenuta dai più la sua più bella, composta nel 2005.


ANTIMATERIA


Mio puntino di luce colmaspazio,
mia bellezza scolpita nel topazio
della mente, che manchi alle mie mani –
e avvento il desiderio in spazi vani,
vuoti di te, del tuo incredibile essere
che mi riempie con la sua assenza
come il silenzio un bosco, e che frantuma o-
gni povera pretesa di una scienza
dell’accoppiarsi e del disaccoppiarsi…

Mio piccolo armageddon, mia catarsi
che giungi al fine d’una lunga èra
d’ignoranza, mia primavera al mezzo
d’ogni futuro inverno, mia speranza
timida d’un eterno – piglia, agiscimi,
costruiscimi un po’ col tuo sorriso,
rimetti in me il mio io decostruito…

Mia antimateria, esplodimi il diluvio,
a spazzar via il pattume dell’accidia
ammassato a marcire sulle strade
di questa barocchissima cittade
dell’anima, e ad arcobalenarla
per la festa del cuore – reinnescato
palpitante bijou di cui la cassa
toracica sentiva la mancanza,
né era gradita massa il surrogato
di Coppelius, metronomo glaciale...**

Sí, mio finale – qui tramonta il tempo
della misura –, entra – mia aria pura.



* Già pubblicata su «Nazione Indiana».

** Il «metronomo glaciale» del professor Coppelius (personaggio di trasparente ascendenza hoffmanniana) è riferimento ad almeno due poesie palascianesche del 1995: In un lago di sangue e d’ingranaggi e, piú esplicitamente, Come avvenne che la figlia di lord x ebbe il cuore sostituito da un meccanismo a orologeria affinché il padre potesse controllarne meglio i sentimenti.

Du' superspaghi alla matrixana

Come districarsi tra scienza, fantascienza e fantascemenza? a volte appaiono inestricabilmente mescolate, talché risulta difficile al profano giudicar documenti che gli si presentino con fascinosità. Ma niente paura! basta avere un amico scienziato, e ci si può schiarare tutt’i dubbi. Scriveva l’altro giorno il nostro Presidente a tale amico suo, e nostro Socio Ornamentale (che di mestiere, per la precisione, fa il cosmologo):

Caro, mi aiuti a districare l’intrico di scientifico e di immaginifico in questo articolo che ho pescato nella rete? Ne fu tratto un video che gira anche in fèisbuc; e io volevo chiarire all'ecumène che cosa ne è sensato, e che cosa esagerato; ma non dispongo del know-how preciso, che invece tu certo hai. Dài dài, aiutami!

Ed egli, gentilissimo, rattamente ha risposto come segue, tentando «a scapito dell'essere completamente rigoroso» – si scusa – «di spiegare le cose nella maniera più semplice possibile ai non esperti». 





Immagine cavata dall'articolo in questione.

Caro Marco, ho letto il testo che mi avevi segnalato. Che dire? dal punto di vista scientifico ci sono delle cose che mi preoccupano... Cito l'articolo:

Quasi tutti i nostri modelli scientifici convenzionali sono pieni di inconsistenze e non se ne discute nei mass media. Come risultato, potete esaminare ciò che vi circonda proprio ora come leggete queste parole e prendere per scontato in maniera semplice, che sapete cosa sia ciò che guardate.

Ebbene, i modelli scientifici sono “per definizione” pieni di inconsistenze, ma questo non è per nulla dovuto a qualche tentativo di tenere segreta qualche informazione! Sai meglio di me che la scienza si costruisce passo per passo, e per errore. Poi:

Sappiamo già che l’energia di fondo del cosmo a microonde (CMB) è [all'in]circa sferica e che tutti i superclusters sono in una area “piatta”, come un pancake, nel mezzo di questa sfera. La “matrice”, quando vista sottosopra, dovrebbe sembrare come un cerchio con un motivo di diamanti al suo interno, simile al fiore di loto.

Questa è, scusa la franchezza, una cazzata enorme. Il fondo cosmico a microonde è una radiazione simile a quella dei cellulari, che sembra provenire da qualunque direzione. Si può provare che nessuna sorgente locale potrebbe generare un campo simile; ed è per questo considerata il residuo della radiazione presente nell’universo quando era molto giovane. La sua scoperta è uno dei pilastri della cosmologia... ma ne sappiamo così poco ancora! Ora, venendo al tema fondamentale:



1.

Una formazione “ottopolare*” sulla superficie di una sfera vi dà le coordinate per giocare a “unisci i punti” e disegnare un ottaedro all’interno.

Questo è un esercizio che abbiamo smesso di fare dai tempi di Keplero... Il punto è, credo, che la simmetria sferica abbonda nel cosmo a causa della natura prevalentemente attrattiva della gravitá. Quando hai una sfera, ci puoi metter dentro qualunque solido platonico! Che poi questo sia legato alle manifestazioni paranormali... beh, non ti posso dare un parere professionale. :D



2.

Questa scoperta conferma il suggerimento di Battaner et al. che la struttura a ottaedro dei superclusters potrebbe continuare, come un frattale, per l’intero Universo.

L’idea della struttura frattale dell’universo è oramai quasi caduta in disuso, a causa delle nuove scoperte sulla struttura a grande distanza dell’universo. Semplicemente, non c’è evidenza di una simile regolarità. Il punto è che conosciamo davvero poco della struttura dell’universo. Ne possiamo osservare un piccolissima parte, e molto probablimente non riusciremo mai a vederlo tutto. Di nuovo, la struttura a ottaedro è equivalente a quella sferica.



3.

Il campo magnetico del Sole è una combinazione di formazioni ottopolari e quadropolari**. Questo mostra una connessione frattale/olografica tra il Sole e l’Universo: la stessa struttura di base su diversi livelli di dimensione.

Questo non è corretto. Tutti i campi magnetici hanno una struttura dipolare (i due poli del magnete). Le strutture ottupolari ecc. sono solo il risultato del’analisi che si fa di questi campi magnetici. Per darti un’idea, nello stesso modo in cui puoi costruire un quadrato con triangoli di misura differente, un campo magnetico si scompone in tanti sottocampi a due poli, a quattro, a otto ecc.: quindi, non c’è nessuna regolarità nascosta in questo!



4.

Ricerche Giapponesi, Russe e Francesi*** nella “Fisica dei Microclusters” hanno dimostrato che gli atomi tendono a raggrupparsi naturalmente in strutture cristalline a forma di Solidi Platonici come l’ottaedro. Formando questi clusters, perdono ogni differenziata individualità e tutti i loro elettroni corrono attorno ad un comune nucleo al centro. Questo abbatte completamente il modello a particelle dell’atomo.

Questa è un conseguenza della meccanica quantistica e dell’elettrostatica. Il fatto che tu abbia un ottaedro emerge solo perché in una molecola uno stato di equilibrio si ha quando tutte le cariche di segno uguale sono alla massima distanza l’una dall’altra, e questa configurazione è quella di un tetraedro: cioè la metà di un ottaedro... Quindi, sí, un ottaedro ha delle proprietà particolari; ma molte sostanze solide, compresi i metalli, hanno strutture completamente diverse, e molto meno regolari. Pensa al vetro, che è un liquido di densità spaventosamente alta e ha una struttura senza regolarità...



5.

Le nubi di elettroni M=2 e L=2, una struttura “orbitale” di base della maggioranza di atomi, mappa**** perfettamente le coordinate di un ottaedro.

Come sopra. In realtà anche quello a piú alto M e L... E poi, molta della materia dell’universo è fatta di idrogeno, per il quale M=2 e L=2 non esiste in situazioni normali.



6.

Le ricerche di Ray Tomes mostrano che tutti i diversi livelli di dimensione di cui abbiamo discusso sono precisamente correlati dal fattore di espansione armonico di 34.560.

A questo davvero non so rispondere...



Conclusione.

La prova che abbiamo presentato in questo articolo suggerisce che la struttura dell’Universo è precisamente determinata da vibrazioni, ad ogni livello di dimensione. Se la frequenza di vibrazione aumenta, allora la geometria diviene piú complessa.

L’autore non ha mai spiegato che intende con la parola «vibrazione»... Vibrazione di che?***** Anche il calore di una stufa è una vibrazione...

E poi è davvero poco chiaro come tutto questo si connetta ai massoni! :D

In conclusione: non sono sicuro che questa sia una buona lettura. Se hai domande, e vuoi delle referenze, posso consigliarti qualche fonte piú affidabile... per i fatti scientifici, ovviamente.

Spero che questo sia d’aiuto. :)



* Refuso per «ottupolare».

** Refuso per «quadripolare».

*** L'Accademia Palasciania rabbrividisce d'orrore dinanzi a codesti aggettivi maiuscol
ati, nonché per i  sostantivi del pari indebitamente maiuscolati qua e là; grafie che lo scienziato amico innocentemente riporta tal quali dall'articolo in questione.

**** Refuso per «mappano».

***** L'uso della parola «vibrazione» risulterebbe più sensato, forse, se l'articolo in questione menzionasse (ma non le menziona) le famose superstringhe; dalle quali, e dal riferimento al film The Matrix, cavammo – per puro raptus goliardico – il titolo di questo post, scimmiottante il sintagma romanesco «du' spaghi all'amatriciana».