31 ottobre 2009

Il programma di sala e il calendario

CALENDARIO DEGLI OTTO CONCERTI
di Toccata e fuga IV:
Il laboratorio musicale di Marco Palasciano
(cliccare qui per il post che presenta l'evento e ne narra la storia)

OTTAVI di FINALE
2 novembre
ore
20.30
argomento A vs argomento B chi vince è poi R
argomento C vs argomento D
chi vince è poi S
3 novembre
ore
16.30
argomento E vs argomento F argomento T
argomento G vs argomento H
argomento V
9 novembre
ore
20.30
argomento I vs argomento K argomento W
argomento L vs argomento M
argomento X
10 novembre
ore 16.30
argomento N vs argomento O argomento Y
argomento P vs argomento Q
argomento Z
QUARTI
di FINALE
16 novembre
ore 20.30
argomento R vs argomento S argomento α
argomento T vs argomento V
argomento β
17 novembre
ore
16.30
argomento W vs argomento X argomento γ
argomento Y vs argomento Z
argomento δ
SEMIF INALI
23 novembre
ore 20.30
argomento α vs argomento β l’un finalista
argomento γ vs argomento δ
l’altro
FINALE
24 novembre
ore
16.30
duello dei due argomenti non finalisti
duello dei due argomenti finalisti
1° e 2°


NONO APPUNTAMENTO
30 novembre, 20.30
Convegno-spettacolo basato sull’argomento vincitore

PROGRAMMA DI CIASCUN CONCERTO
Fase 1. Riscaldamento: il pianista fa qualche esercizio, nell’attesa che il pubblico si aduni nella sala. Chiunque entri può prendersi una copia del libro in omaggio.
Fasi 2 e 9. Uno spettatore estrae da un’urna due biglietti ripiegati, ciascuno indicante un argomento, e li passa al pianista; che li legge in disparte.
Fasi 3 e 10. Sonata improvvisata sul primo argomento, in uno o piú movimenti.
Fasi 4 e 11. Il pubblico deve indovinare quale sia il primo argomento.
Fasi 5 e 12. Sonata improvvisata sul secondo argomento.
Fasi 6 e 13. Il pubblico indovina quale sia il secondo argomento.
Fasi 7 e 14. Votazione del pubblico, a stabilire quale dei due argomenti gli sia parso aver fornito la migliore ispirazione musicale. In caso di parità, la decisione è affidata allo spettatore che abbia indovinato l’argomento o l’ordine di poc’anzi.
Fase 8. Intermezzo recitativo: lettura di brani da un autore di cui ricorra, nel giorno del concerto, l'anniversario della nascita o della morte.
Fase 15. Piccole improvvisazioni su argomenti vari, concordàti col pubblico al momento.
Fase 16. Improvvisazione ad libitum, senz’argomento, mentre il pubblico lascia la sala.

Palasciano improvvisa otto concerti

Eccoci all'attesissimo ritorno della rassegna Toccata e fuga. Incontri musicali intorno a un pianoforte in transito, giunta ormai alla IV edizione, intitolata Il laboratorio musicale di Marco Palasciano. Principale novità: un convegno-spettacolo a conclusione della rosa d'appuntamenti. Per il resto, anche stavolta, come tutte l'altre, si userà un pianoforte a coda della ditta Alberto Napolitano in transito per Capua in occasione dei concerti dell'Autunno Musicale, organizzati dall'Associazione musicale Anna Jervolino e dall'Orchestra da Camera di Caserta, sempre tanto gentili a consentire all'Accademia Palasciania di toccarlo prima che fugga.

Nel 2003, grazie a ciò, si ebbe il primo concerto nella storia in cui si sia esibito da solista Marco Palasciano:
La leggenda del pianista sul Volturno (da ricordare, nella stessa edizione, anche il concerto a due con Alessandro Russo, Nel salotto futurista dialogando con l'artista*). Del 2005 i cinque concerti di I dieci mondi dell'umano spirito, dedicati ai pianeti moralizzati della mitologia astrologica**. (Non contiamo il mezzo concerto del 2006, 1976-2006: il trentennale poetico di Marco Palasciano, che fu più che altro un reading, così come l'evento del 2007  Palasciano dal Parnaso al piano.)  Del 2007 i quattro concerti di Stupor Mundi, dedicati a Federico II di Svevia e alla sua corte di poeti e dotti.



  A sinistra, Palasciano sul suo pianoforte domestico. A destra,
sul pianoforte a coda attualmente in transito a Palazzo Fazio.


E nel 2009? Saranno otto concerti addirittura, più il convegno-spettacolo conclusivo, a degna conclusione delle celebrazioni per il decimo anniversario della fondazione dell'Accademia Palasciania. E così, in totale il novembre del ’9 vedrà nove accadimenti accademici accadere, distribuendosi a segnar di sé tutti i lunedì sera e i martedì pomeriggio capuani. Scenario fisso: Palazzo Fazio, quest'autunno già sede – il 9 ottobre – del magnifico incontro con Moresco. E allora come ora, a collaborare con l'Accademia Palasciania sono le benemerite Cooperativa culturale Capuanova, di cui il palazzo è sede, e Librerie Uthòpia, cui dobbiamo la stampa di programmi di sala e manifesto n. 1***. Ecco di questo il testo, qui di séguito.



Questi concerti presentano piú di un carattere di eccezionalità.
Sono tenuti da un pianista prodigio che non ha mai studiato pianoforte né solfeggio (non mettetegli uno spartito dinanzi: impiegherebbe un’ora per leggere un minuto di musica).
E le meravigliose composizioni neoclassiche e speri
mentali che esegue davanti a voi sono completamente improvvisate in quel momento stesso. Non potranno mai piú essere rieseguite.



Fotogramma da La leggenda del pianista
sull'oceano
di Giuseppe Tornatore, 1998.

E ogni sonata è ispirata a un argomento scelto a caso, estraendo un nome da un’urna, e duella con altre sonate ispirate ad altri argomenti. E il pubblico decreta quale argomento abbia ispirato la miglior sonata. E questo torneo sinestetico prosegue cosí per otto puntate tra ottavi di finale, quarti, semifinali, finale.



Di sedici argomenti ne resteranno otto, di
otto quattro, di quattro due, e di due uno.
E quando il pianoforte in transito sarà ormai fuggito, e non resterà che la sala convegni, il pianista – che è anche l’erudito e romito presidente dell’Accademia Palasciania nonché uno dei piú umili e superbi poeti e prosatori della bassa Italia, attore da lectura Dantis e altre cose (vedi YouTube, Nazione Indiana, palasciania.splinder.com) – terrà l’ultimo giorno un convegno-spettacolo di letteratura, o filosofia, o antropologia, o altro, che sostituirà la musica: e argomento di un tale convegno sarà, ovviamente, quello stesso che all’ottavo concerto avrà finito col trionfare su tutti gli altri argomenti.
E tutto ciò vale a celebrazione del decimo anniversario della fondazione dell’Accademia Palasciania.


INGRESSO LIBERO


— Dove? —

Palazzo Fazio
Capua
via Seminario 10
(una traversa di via Duomo)
— Quando? —

Tutti i lunedí e i martedí
del mese di novembre 2009:
lunedí ore 20.30, martedí ore 16.30
(lunedí 30 un convegno senza musica)


Qui il calendario dettagliato e il
programma di ciascun concerto.



A tutti gli spettatori sarà dato in OMAGGIO
un libro di poesie: Ventidue frammenti dal
canzoniere in progress
di Marco Palasciano.



* Un articolo online sulla puntata (pur con qualche strafalcioncino) è qui.

** Qui il manifesto della seconda edizione di Toccata e fuga. Qui lo schema dei dieci pianeti moralizzati

*** Il manifesto n. 1 è quello che illustra in alto a sinistra il presente post. I manifesti n. 2 e n. 3 sono i seguenti.


 

26 ottobre 2009

Vota la storia e il sogno di Domenico!

In questi alati giorni è in corso, tra le varie cose, il concorso Storie di vita (si vota fino al 15 novembre) bandito dalla Provincia di Caserta per premiare l'impegno personale di giovani di età tra i 18 e i 35 anni. E noi che siamo l'Accademia Palasciania non possiamo non garantire per Domenico Callipo, che nella vita tra l'altro ricopre il ruolo di nostro Segretario con dispensa epistemica, e lo svolge con più che lodevoli solerzia, ingegno e effetto, senza contar l'affetto.

Ma non di questo parla il video in cui – vedi all'imo del post – è illustrato il progetto che egli spera sia aiutato: riguarda la testata giornalistica online «Tuttiinpiazza». E l'aiuto sperato verrà dal premio in denaro che la Provincia erogherà, se la storia di Domenico vincerà il concorso.

Vi preghiamo di contribuire, dunque, alla sua vittoria, votando per lui col più alto dei voti – e crediamo lo meriti davvero – nella pagina web (là il nome di Domenico è il più in basso) che si aprirà cliccando qui.


Per conoscere un minimo gli altri candidati, ed esprimere un voto più cosciente (van dati a ognuno da 1 a 5 punti), a quest'altra pagina si troveranno un video riassuntivo di tutte le storie in gioco, e le miniature di ognuno dei 19 finalisti, che cliccate daranno accesso ai testi delle rispettive sintesi biografiche e progettuali. Ecco intanto la storia di Domenico:



Incontro di poeti al pub Tequila

Il pastoso, sugoso e metallurgico-scintillante evento in argomento reca in esteso il seguente titolo provvisorio ed eterno: Genii loci. Incontro di poeti al pub Tequila, scoppiettanti di giri a diecimila. Si terrà alle 18.30 di giovedì 29 ottobre 2009 – per durare diciamo un paio d'ore – in Caserta, presso appunto il pub Tequila, sito in piazza Pitesti. «Genii loci o genios locos? Venite e vedete!» Protagonisti della serata saranno i qui seguenti in ordine alfabetico dieci poeti, tutti campani:
Viola Amarelli
Livio Borriello
Giovanni Campi
Raffaele Cutillo
Emiliano D’Angelo

Francesco Forlani
Nadia Marino
Marco Palasciano
Maria Valente
Carmine Vitale

Nella pagina in fèisbuc, poi, l'elenco è introdotto da tre strofe d'endecasillabi semisciolti, buttate lì dal nostro Palasciano; e qui le riportiamo senza meno, di voluttà archivistica noi saturi.


Oh, non avete idea dell'accozzaglia
mirabile d'ingegni e d'ambulanti
mitologie che torrida v'aspetta
quest'ebbro giovedì al Tequila, dove
faran la fila non so quanti vati,
vatesse, paravati e coprivati!

Di musica si vestono e di moti
dionisiaci le performance, benché
sian Apollo e le Muse più che Dioniso
e le Menadi i tutelari nostri;
o forse no; o si è ircocervi e mostri;
in ogni caso, a naso, è un bel Parnaso.

Questa l'alata lista provvisoria
(a non scannarsi, in ordine alfabetico),
ch'aggiorneremo ad ogni aggiunta certa
(o disaggiunta, ov'un caschi 'nfluenzato
o vinca un viaggio ad Oz tutto sp[a]esato).
Calliopè, Calliopè, l'arena è aperta!

Ed ecco, a proposito d'Apollo e delle Muse, il logo della pagina invitatìva a Genii loci in fèisbuc:

Opus base: Parnaso di Raffaello Sanzio (1511). Apollo al centro,
le nove Muse intorno a lui; e intorno a loro Dante, Omero et alii.

25 ottobre 2009

Qualche foto d'un mitico convegno

In altro luogo poi si parlerà, con dovizia di dati e acconcio tono, dello splendore dell’incontro di Marco Palasciano con Viola Amarelli e il suo poemetto Notizie dalla Pizia, incontro tenutosi in Napoli, presso la libreria Treves, lo scorso 22 ottobre (qui l'annuncio). Ecco, intanto, alcune foto di Orfeo Soldati, a documento del magnifico evento (Donne sull'orlo dell'oracolo), arricchito tra l'altro dalla recita palascianesca di un composto all'uopo Discorso sopra lo stato presente del mito nella letteratura italiana; e per ora basti aggiungere che la libreria Treves era piena di spettatori, per buona parte in piedi. E quanto più da lontano essi sono venuti, sfidando pioggia e traffico bestiale, tanto maggiore viene a loro il ringraziamento dell’Accademia Palasciania e dell'associazione Centro di Poesia! :)



Antonio Cuccurullo introduce l'intervento di Marco Palasciano.


Viola Amarelli osserva compiaciuta Marco Palasciano declamante il
Discorso sopra lo stato presente del mito nella letteratura italiana.




Marco Palasciano in tre momenti della sua lectura.


Viola Amarelli intervistata da Marco Palasciano.

I nostri auguri alla Poetessa Viola

Riportiamo, di Marco Palasciano, ·la poesia genetliaca dedicata ·alla più gran poetessa avellinate, ·che presentammo l'altro giorno in Napoli ·con alta gioia nostra, sua e d'ognuno.


Sonetto per il compleanno
di Viola Amarelli



O mmio ddio, il compleanno amarelliano!
Qua ci vuol come minimo un sonetto!
Ma come faccio? già mi chiama al letto
Ipno, e sbiade il pensier del Palasciano...

O suore Muse, datemi una mano
e cavatemi sù da questo stretto,
sì che stènebrisimi l’intelletto
e versar possa verso terso e piano.

Che dir, che far? «Ti par che per un par
d’augur si debba scoperchiar Parnaso
e rovesciar qual borsa in cerca clavis?»,

fa Calliopè; «non farci scotoliar;
già tutt’hai tu; va’ e canta». E il loro tiaso
lascio, e fo a Viola: «Auguri, o rara avis...».



Foto di artista in Roma da mycity.corriere.it

24 ottobre 2009

Sul pre-presentazione del ventuno

Non possiamo proprio non riportare il seguente frammento da un post del blog d'un nostro Socio Ornamentale modello; post in cui si sarebbe dovuto trattare della prima presentazione in terra italiana dell'eccellente romanzo d'esordio di Alessio Arena, L'infanzia delle cose*, e che invece si conclude senza concludersi e anzi ancor prima di contar l'inizio del convegno arenicolo (presentatori «Carrese e Palmino», lapsus di Marco Palasciano – giuriamo – involontario per Carrino e Palmese).

In compenso, vi si parla assai del nostro Presidente**, pur se in tono irriverente che forse spiacerà agli evangelisti palascianeschi del XXII secolo e che noi in ogni caso tolleriamo sospirando, sicuri dell'intrinseca bontà dell'autore di tal malvagità. Ci limitiamo qui a commentare l'affermazione che per le manovre sediotrasportative del Palasciano sia rimasto colpito il ginocchio d'una dama: ell'è pura invenzione letteraria, al pari del di lui sbattere in quartetto le zampe della sedia sull'assito a richiamo attenzionario.


da
Metti una sera da Ubik

di Andy Violet

Trovai la libreria a dispetto delle indicazioni stradali. Me le aveva date poche ore prima Edgardo*** [...]. Tirai un sospiro di sollievo quando vidi aprirsi di fronte a me di moto cinetico volontario le porte a vetro della libreria, liberando nella frescura pungente della prima sera il calore ligneo della carta ammassata, riscaldata dalle rapide scorse dei clienti indecisi. Tra questi, anche un mio collega della specializzazione, fisso nello scaffale di Filosofia, mentre sorreggeva in petto il frutto della sua insperata congiunzione carnale con una donna: credo stesse cercando una versione illustrata del Capitale, giusto per indottrinare la pargola sin dalla culla (che presumo sia rigorosamente in legno di tundra). Mentre fantasticavo su come potesse suonare Bandiera Rossa in versione xilofono neonatale, mi si approssimò quell’anima candida di Riccardo, disegnato alla perfezione in un giubbetto di tuta blu navy del tutto simile al mio, ma che faceva tutt’altro effetto poggiato sul canone policleteo del suo busto e sulla falcata saettante del suo incedere. Solo un burqa mi avrebbe salvato dall’ingrato confronto, se non fosse in seguito intervenuto Marco a oliare il grippo tortuoso della mia autostima attribuendomi, quella sera, un alto tasso di sex appeal.

Per la gioia di un Carrino evidentemente terrorizzato dalla possibilità che Marco riproponesse in pubblico l’ennesima dichiarazione d’amore orfico nei suoi confronti, il Palasciano era giunto, come suo solito, modicamente zompettante, attento a non superare quella certa soglia di entusiasmo che avrebbe potuto smascherare il bieco fingimento del suo ginocchio infermo, da mesi viatico personale per lo scrocco ad libitum delle agevolazioni più varie. Anche in quell’occasione Marco non mancò di far valere la sua disabilità, scorciando alla bisogna la gamba dei calzoni per mettere in bella mostra il tutore che fasciava l’articolazione, tesa parossisticamente a simulare una rigidità patologica. Il premio per quell’interpretazione fu una sedia in plastica rossa, sulla quale il Palasciano si adagiò mollemente circondato da me, Luca Mercogliano e suo amico barbuto, in qualità di bue, asinello e San Giuseppe addetti alla veglia del puer æternus.

Ma un malumore colse d’improvviso il bambinello peloso, che s’agitò dal suo comodo giaciglio, lamentando di non vedere una beneamata mazza, se non schiene di cappotti di varie fogge e colori: sceso dallo scranno in plastica, prese a brandirlo come ariete, percuotendovi più volte il suolo come Mosè sul promontorio del Mar Rosso, in attesa che la folla della minuscola saletta si aprisse in un mistico miracolo di compressione sulle pareti. A farne le spese fu una delle organizzatrici, colpita nell’incavo del ginocchio da una gamba metallica della seduta. Acquietata che fu la capelluta mina vagante, la presentazione ebbe inizio: ma questa è un’altra storia.



Presentazione di L'infanzia delle cose, Napoli, 21 ottobre 2009. Da sinistra L.R. Carrino, Alessio Arena, Massimiliano Palmese curator di Napoli per le strade che tutti riunìsceci.



* Vedi fondo del post L'Accademia presenta l'Amarelli.
** Vedi anche Su Marco Palasciano puer æternus.
*** Edgardo Bellini.

19 ottobre 2009

L'Accademia gioisce con Carrino

L'Accademia Palasciania partecipa vivamente alla letizia di Luigi Romolo Carrino, nostro Socio Ornamentale dei più gravidi di doni dello spirito, per il successo del  romanzo nuovo, storia in tenebraluce di universi spezzati e gangli psichici, Pozzoromolo – stesso editore di Acqua Storta, Meridiano Zero –, di cui nel giro di soli tre giorni è andata esaurita la prima edizione, onde si è già adesso alla seconda; e la macchina promozionale non si era, non si è, manco avviata!: quasi nessuna recensione ancora, puro passaparola.



Siamo particolarmente lieti, sì, noi che qui in Capua a gennaio lo ospitammo, e con lui avemmo i più fecondi dialoghi; e il più lieto di tutti è il Presidente, Marco Palasciano, che figura tra quegli undici poeti
* dai cui rispettivi canzonieri Carrino ha tolto un frammento per ciascuno, a farne esergo di ciascuno degli altrettanti capitoli del suo romanzo! Questo il frammento palascianesco, dalla lirica Delirio/desiderio, alba, infinito (2000), che in Pozzoromolo introduce il capitolo dedicato al mese di giugno:


Io non ho amato mai se non invano:
questo ti renda forte della tua debolezza,
imparare a patire con gli altri pazienti.

Ed ecco come si rivolge Carrino al lettore, in un suo post propedeutico:**

In tutti questi anni di scrittura/lettura mi sono imbattuto in molti facitori di versi contemporanei. Dei ‘signorotti’ hanno deciso, a colpi di retorica stantia, cosa debba essere Poesia. Questi signorotti hanno generato un microcosmo distante dalla vita della gente, frontierizzando la Poesia, costringendola in uno spazio topologico inaccessibile, facendola incomprensibile, una poesia che si parla addosso (invece, se ti capita, va
ad ascoltare Mariangela Gualtieri, una mosca bianca in Italia): sono loro che ti hanno allontanato dalla più sublime delle arti. In questo romanzo ho usato, come esergo di ogni mese, versi di poeti che si occupano di scrittura, di lettura, di cinema, di musica, di pittura, di teatro, e che tentano, tramite la restituzione orale, un riavvicinamento tra il testo scritto e chi lo legge. Spero tanto che andrai a cercarteli questi poeti, procùrati i libri che hanno scritto, valli a vedere dal vivo. Forse non ti ricrederai, ma capirai che quando si parla di ‘poesia morta’ sono tutte stronzate.



* Gli altri dieci: Alessandro Ansuini, Lara Arvasi, Rita Bonomo, Teresa Ferri, Isabella Anna Matera, Silvia Molesini, Tiziana Pizzo, Andrea Rossetti, Stefano Turi, e quel Nino Velotti che a giugno scorso diede lectura di Leopardi con Marco Palasciano a piazza del Plebiscito, in occasione della Celebrazione per il CCXI genetliaco di Giacomo Leopardi.

** L'immagine seppiata e mal tagliata che inseriamo a illustrazione del paragrafo, a noi assai cara, è la cattura di un fotogramma eseguita da Palasciano durante una chattata con webcam tra lui e Carrino, che attualmente la tiene in un suo album d'immagini di Facebook che s'intitola Delle cose importanti per me, album del quale proprio questa foto egli ha selezionata a far da copertina. :)

18 ottobre 2009

Il video dell'incontro con Moresco

Finalmente! chi non poté venire, ora potrà vedere; e chi venne, rivedere.

Sul sito novo di Capuanova, difatti, s'è giust'oggi pubblicato il video documentante l'incontro capuano del 9 ottobre scorso con Antonio Moresco, intervistato da Marco Palasciano in merito ai suoi Canti del caos ecc., e con Ciro Carlo Fico a recitare excerpta dal proprio adattamento dei Canti per il teatro: Voci dal caos. Cliccate sull'immagine qui sotto; e accederete al tutto, suddiviso in sette parti.

Di Norberto Celentano le riprese, la postproduzione, le foto di scena (e fin l'intera grafica del sito www.capuanova.it).


Sonetto per il giubileo di nadia

Ieri, in uno sperduto casolare di Limatola, nel beneventano, si è tenuta la festa – impreziosita dalle performance di teatranti e musici – per il 50° compleanno d'una nostra Socia Ornamentale di grandissimo ornamento. Né poteva mancare il nostro ennesimo sonetto d'occasione; che le è stato alla festa declamato dal medesimo attore che, poi, ha recitato un testo di Baudelaire e tre di Palasciano*, con celeste goduria del consesso. Tale sonetto lasciamo alla vostra contemplazione; e lasciamo alla vostra immaginazione se a comporlo sia stato un nostro «ebbro accademico», o un nostro «alto accademico», o il Presidente dell'Accademia in persona, o un ibrido mostruoso d'ambetré.



Sonetto, mal limato,
per Nadia che a Limàtola
festeggia il giubileo della sua vita


Donna meravigliosa, il cor si spande
al pensiero e vision dei tuoi misteri,
l’alme virtú, gli afflati alti e sinceri,
le öpere onde pari anima grande.

Piccolo è il mondo e sue beghe nefande,
raccese ognor da cor contratti e neri;
ai quali la tua penna fa clisteri,
le armature passando e le mutande.

Aspra coi vili, dolce con gli afflitti,
tu dài ristoro alla provincia tutta;
ma non nel senso di dei falli ritti

cui dia ristor la potta d’una putta.
Ahi, versi miei, mò statevi un po’ zitti;
cara, tu leggi «Auguri», e il resto butta.




Casolare presso Pienza. Foto di Luca Bellincioni.

* Di Charles Baudelaire: Benedizione (dai Fiori del male). Di Marco Palasciano: il racconto Sù e giù su un vulcano addormentato (di imminente pubblicazione in un'antologia collettanea) e le liriche La terra ove ebbe inizio la fine della terra (come sopra) e Delirio/desiderio, alba, infinito (da Ventidue frammenti dal canzoniere in progress).

17 ottobre 2009

Frequentemente alzate questïoni, 4-5

(F.A.Q.)


4. Ma che cos'è questo grazioso fregio?

Ma che cos'è questo grazioso fregio, che da oggi viene a ornare lo spazio tra un post e l'altro, qui nel blog dell'Accademia Palasciania?



Cliccare qui sù per avere il massimo ingrandimento.

È un trancio di tassellamento caleidoscopico, il cui modulo è un dipinto giovanile di Marco Palasciano – una tempera su tela, probabilmente del 1988, elaborata col palascianesco metodo del «rotar cangiando» – il cui titolo è quello che qui segue.


Giungla: alba delle galline nel teatro
dove avviene il processo al pesce morto
rimbalzato da una stella








5. Cos'è il metodo del «rotar cangiando»?


Si inizi a tracciar segni sulla tela
con un colore tenue, anche spremendolo
direttamente dal tubetto; poi,
rotato il quadro di novanta gradi,
si prenda altro colore, un po' più scuro
del precedente, e si continui l'opera
mutandone l'idea compositiva;
e così via, rotando e rimutando,
ripartendo dal bianco giunti al nero...
finché il dipinto non arriva a assumere
una forma sentita come stabile,
e più non ruota, e si può dir finito.

(«Rotar cangiando» è termine che tende,
per libidine evocativa pura,
ad evocare il «recitar cantando».)

L'Accademia presenta l'Amarelli


Di dolci novità
si tinge il calendario,
o d'antiche salsedini il nontempo:

tanto per cominciare anzi finire, giovedì 22 ottobre 2009 alle ore 20.00 (o un pochino più tardi: ché prima andremo a rendere omaggio ad Antonio Moresco e al Premio Napoli, a Palazzo Reale!) si terrà in Napoli, a piazza del Plebiscito, presso la libreria Treves, un incontro meraviglioso tra poeti, mitografi e amanti della poesia e del mito, Donne sull'orlo dell'oracolo, fulcro vertiginoso il tema della «ripresa d'interesse per la mitologia antica nella letteratura contemporanea».


  amarelli2
A sinistra: l'esterno della rinomata  libreria Treves, portici di piazza del Plebiscito. A destra: Viola Amarelli.

L'evento è a cura dell'Accademia Palasciania e dell'associazione culturale Centro di Poesia, presenti i rispettivi Presidenti. Terza sua anima, anzi protagonista, sarà la poetessa avellinate Viola Amarelli, con il suo raffinatissimo poemetto in ventisei frammenti Notizie dalla Pizia, di recente pubblicazione presso LietoColle.



A farle ala saranno Antonio Cuccurullo, Presidente del Centro di Poesia, che terrà l'intervento introduttivo; e Marco Palasciano, Presidente dell'Accademia Palasciania nonché poeta anch'egli – pur se per l'occasione si presenterà in veste di narratore, narratologo di sé stesso, presentatore e attore. Il Maestro Palasciano avrà infatti il quadruplice compito, per dolce volontà dell'Amarelli, di:

 interloquire con colei in merito alle di lei "Nopizie" (tali, fra lor, per ludo le vezzeggiano);

declamarne al leggìo i frammenti alati;

tenére un intervento sulla presenza del mito nella letteratura palascianesca,

e di sé declamare:

in primis qualche excerptum dal racconto lungo del 1992 Un compendio di storia universale (soffermandosi in ispecie sulla figura della vecchia di Babele, sorta di pitonessa tessitrice);

 e infine – scritto lo scorso mese per un'antologia tragicomico-erotica d'imminente pubblicazione – il racconto breve Sù e giù su un vulcano addormentato, dove il mito di Mirra e Ciniro si trasmuta in delirio iperbarocco da orgasmo isosillabico.

(Talché, nell'annuncio che gira dell'evento, annota l'Amarelli: «Guida magistralis, letture e impossibili silenzi di Marco Palasciano».)




E detto ciò, dulcìpedi lettori,
passiamo ad altro; ché
l'attimo è cornucopia.




Oggi abbiamo aggiornata la documentazione fotografica sull'evento capuano del 9 ottobre scorso, aggiungendo gli scatti di Norberto: vedi qui. Ed entro questa domenica, saranno disponibili sul sito novo di Capuanova le videodocumentazioni.




Il 22 ottobre, come sù accennato, Antonio Moresco sarà nuovamente presente sul territorio campano: stavolta in Napoli, a Palazzo Reale (dove il nostro Maestro Palasciano, o ricordi di miele!, ebbe le proprie Prove presentate da Corrado Bologna et alii, due anni fa), a ricevere alle ore 17.00 da Silvio Perrella et alii, per il suo apporto alla letteratura italiana, il premio speciale della Fondazione Premio Napoli. Ad accompagnarlo, anche stavolta, l'ardente attore Ciro Carlo Fico. In più, in collegamento radiofonico con la collaborazione di RadioRai e Fahrenheit: Carla Benedetti, Dario Voltolini, Marino Sinibaldi e il premiato per le la letteratura straniera, John Ashbery.




Infine, è probabile che una delegazione dell'Accademia faccia un salto a Napoli già mercoledì 21 ottobre, per la presentazione delle 18.00 alla libreria Ubik di via Croce. Di Alessio Arena, nato a gennaio dell'84, si presenterà il notevole romanzo d'esordio L'infanzia delle cose, Manni ed.; e a presentarlo saranno i nostri beneamati scrittori di fama Luigi Romolo Carrino, che l'Accademia Palasciania alla scorsa Festa dell'Amicarium premiò con un attestato di merito speciale «per il suo contributo all'evoluzione spirituale di Marco Palasciano», e Massimiliano Palmese curatore del patchwork narrativo Napoli per le strade, Azimut ed.; a apertura del quale, a nostro onore, volle collocare il frammento diaristico di Marco Palasciano Starobinski alle undici; e per tale gesto portafortuna, il libro vinse il Premio Girulà.


 
A sinistra: Alessio Arena con L.R. Carrino. A destra: Massimiliano Palmese con il trofeo del Premio Girulà.

Quanto al giovane Arena – cervello in fuga in quel di Barcellona, al pari di qualche nostro accademico scienziato – va detto che i suoi interessi vanno oltre la mera letteratura, come questa canzone alata mostra:

15 ottobre 2009

Ahi serva Italia, oscurantista e omofoba!


L'Italia è divorata dai sofismi,
da ipocrisia e dal resto che già disse
il Campanella. Tutto si ripete
uguale d'ora in ora; e noi possiamo
ricopiare da un nostro vecchio post.

«"Mi vergogno dï essere italiano":
quante volte dovremo udire ancora
questa frase? Sempre di più, ci sa.
Si veda per esempio il fresco caso
di...» e qui potremmo seguitare: «Ipazia».

Firmate, per favore. E, al vecchio post
tornando: «Nel frattempo, altra vergogna,
l'Europa doverosamente sfonda
col dito i guidaleschi dell'italica
omofobia, più ch'altre ributtante».

No, non l'Europa: l'ONU, questa volta.
Fallita è in parlamento la proposta
di legge della buona Paola Concia;
non le poteva dare il nulla osta
l'Italia d'oggi, tanto ostile e sconcia.


Anfiteatro: in gita con Moresco

Il giorno dopo la presentazione capuana di Antonio Moresco e dei suoi Canti del caos, siamo stati a Santa Maria Capua Vetere, in visita all'Anfiteatro di Capua antica con Moresco, e con Fico che più tardi l'avrebbe riscortato verso nord. Ed ecco alcune foto della bella mattinata, tutte scattate da Nadia Marino, tranne ovviamente quella in cui lei stessa appare. Nostra puntuale guida è stato ïl gentilissimo "professor" Maisto.


Aggiornamento: Internet si è mangiato tutte le foto! mannaggia ai vecchi siti di stoccaggio! vabbè, cercate in Facebook tra le foto di Marco Palasciano l'album V. 2009: dalla poesia in radio a Toccata e fuga IV.



Marco Palasciano e Antonio Moresco presso un frammento del recinto dell'Anfiteatro.


Antonio Moresco e Marco Palasciano nel Museo dei gladiatori presso l'Anfiteatro.


Ciro Carlo Fico, Antonio Moresco, Gerardo Maisto et alii nei sotterranei dell'Anfiteatro.


Antonio Moresco e Nadia Marino.


Antonio Moresco e Ciro Carlo Fico nell'arena dell'Anfiteatro.


Antonio Moresco. Sullo sfondo l'esterno dell'Anfiteatro.


Antonio Moresco. Sullo sfondo l'esterno del Museo dei gladiatori.

13 ottobre 2009

Frequentemente alzate questïoni, 2-3

Da oggi, l’Accademia Palasciania è supportata ufficialmente pure da un Facebook group. Questo ne è il link; questa la descrizione (e mai migliore sintesi fu fatta, nota, di ciò che siamo!, prima d’ora):


L’Accademia Palasciania, fondata nel 1999, è un ente di fatto, finalizzato all’illuminazione degli intelletti umani e al trionfo dell’armonia universale, con sede in Capua, città natale dell’artista multidisciplinare Marco Palasciano e di quel suo prozio Ferdinando, medico ottocentesco, cui tra l’altro devono le proprie origini la Croce rossa internazionale (vedi Enciclopedia universale Rizzoli-Larousse, vol. IV) e la Torre Palasciania di Capodimonte. A nome di questa Accademia, che è la meno accademica del mondo, si producono originali eventi artistici e culturali a costo zero (lectura Dantis, convegni, concerti, laboratori ecc.) costruiti intorno alla dottrina etica del defunto dottore e alla dottrina estetica del vivace pronipote, unici Soci effettivi; tutti gli altri accademici palascianisti sono detti Soci Ornamentali, e partecipano della luce palascianesca come altrettanti beati nel dantesco paradiso, né altra carica chiedono. Semibeate, infine, d’intorno fanno tenue nebulosa quelle anime gentili che non possono dirsi nostri Soci, per disperante alterità epistemica*, ma al limite palascianisti semplici, salvo chi sia provvisto di dispensa epistemica dal Presidente dell’Accademia.

Il che può anche valere da risposta a qualche f.a.q. quali le due seguenti:


2. Che cos’è l’Accademia Palasciania?
3. Che significa «Socio Ornamentale»?



La Torre fatta erigere a Capodimonte dal dottor Palasciano, sede
centrale ideale dell'Accademia (la sede centrale reale è a Capua).


* Per esempio coloro che appartengono alla Chiesa cattolica, che l'Accademia Palasciania ha in uggia somma. Vedi per es. i post: «Odio teso», anagramma di «Teodosio»; Se la Chiesa oscureggia, noi lumiamo; Tra omofobia nazista e vaticana.

11 ottobre 2009

Intorno a un verso di Giovanna Bemporad [Commenti a «Una foto dal Premio Girulà»]

#1  11 Ottobre 2009 - 12:55
Una richiesta che mi scuso se è fuori luogo:

Sempre al mio fianco sta l'ombra che illumina

Caro Marco Palasciano, Lei che ne ha letti più di me, e di me più sa, sa, anche, dirmi se e in che modo quello sopra riportato può rientrare nel novero degli endecasillabi? A me pare di no, ma essendo il verso di Giovanna Bemporad, dedita in total modo all'arte dell'endecasillabo, mi pare, anche, strano.

Isak
utente anonimo

#2  11 Ottobre 2009 - 14:52
Gentile Isak, benché io non sappia se ella abbia letto davvero meno libri di me - o se al contrario abbia letto più libri, ma li abbia letti meno intensamente - ringrazio del complimento e rispondo ratto: è un endecasillabo normalissimo, della classe di quelli con accento in I, IV, VII, che mi pare si chiamino dattilici; esempio famoso ne è il dantesco «Cerbero, fiera crudele e diversa».

Ma volendo si può anche leggere come un endecasillabo a maiore con cesura maschile tra VI e VII sillaba, accentando fortemente «sta» e in tal modo dividendo il verso in due emistichi, sul modello dell'ariostesco «Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori».

La scelta tra l'una e l'altra esecuzione sta al gusto del lettore; io, per me, visto il soavissimo tono del verso, propenderei più per l'a maiore che non per il dattilico, forse troppo cantilenante; o forse no: dipende dai versi circostanti. Ossequi alati.
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#3  11 Ottobre 2009 - 15:46
Grazie sentite alla Sua persona, gentil Palasciano. Io credea che la divisione in sillabe portasse al conto di dodici (Sem-pre_al-mio-fian-co-sta-l'om-bra-che_il-lu-mi-na), ma forse "che_illu" è da leggersi come sola, o così almeno mi pare di capire.

Credo trattasi di dattilico, così i versi circostanti sembrano confermare, e non posso illustrare, ché d'inedito si tratta.

Ossequi riposti.

Isak
utente anonimo

#4  11 Ottobre 2009 - 16:24
Ma infatti, lì le sillabe sono esattamente dodici; e ben assurdo sarebbe leggere il bisillabo «cheillù» come un'unica sillaba «clù». Come le venne in mente? O ebbro delirio!

La definizione di endecasillabo, nella metrica italiana, non è «verso di undici sillabe», ma «verso in cui l'ultimo accento cade sulla decima sillaba».

(Mi sbalorda che questa semplicissima nozione non sia universalmente conosciuta. Cosa diavolo insegnano i professori d'italiano, in queste sventurate scuole italiche? Ma allora fa bene, la crudele Gelmini, ad accismarne tanti?...)

Perciò, quando è endecasillabo piano, ha 11 sillabe; ma quando è tronco, ne ha 10; e quando è sdrucciolo, 12; bisdrucciolo, addirittura 13; ecc.; e tuttavia rimane endecasillabo.

Quanto a me, non conto mai le sillabe, giacché basta l'orecchio. Per educare il quale basta leggere, perlomeno, da cima a fondo Dante.
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#5  11 Ottobre 2009 - 16:52
Ah, grande vergogna in me, ora ricordo tutto, non è complice la mia povera insegnante dell'ITIS, colpa forse è dell'ambiente becero e ignorante di cui mi circondai, mi incoraggia tuttora a obliare le sante nozioni della lingua italiana.

Ancora più grazie a Lei, o esimio Palasciano.

Isak
utente anonimo

#6  11 Ottobre 2009 - 17:52
Prego, prego; humare erranum est. :D
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