30 aprile 2013

O solitudo, sola beatitudo!

Comunicato stampa sull'incontro n. 9 del Nuovo laboratorio euristico. Vi preghiamo di copiarlo, incollarlo e pubblicarlo ovunque; e grati vi saremo, in eterno e all'estremo.


La nona puntata del Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia dell’Accademia Palasciania avrà come argomento ispiratore la ricerca dell'illuminazione sulla verità ultima, al di là di ogni velo di Maya o chiassoso teatrino di cartapesta, tramite il distacco dal quotidiano e dalla società di massa, simboleggiato dal ritiro degli asceti nel deserto. Tra chi svelle brame vili e chi svela il Brahma-Lila, tra la caverna di Platone e la Platonia di Barbour, barbe lunghe e lungomari gnostici, gnoseologia e ontologia, onta non ci sarà se ci si darà a qualche gioco creativo, infine, se il fine del creato è il gioco.

L’appuntamento è per domenica 5 maggio alle ore 17.30, a Capua o nelle vicinanze, in una sede la cui ubicazione potrà essere conosciuta dalle persone interessate telefonando o inviando un sms al 3479575971, o contattando Marco Palasciano in facebook. Se il tempo non sarà troppo inclemente, l'evento si terrà in un luogo foresto: portarsi scarpe comode, un ombrello ed eventualmente un seggiolino pieghevole. Si tenga inoltre presente che alle ore 18.00 i cellulari saranno spenti e i ritardatari saranno lasciati allo sbaraglio.

Ricordiamo che il laboratorio è completamente gratuito; che è possibile inserirsi in qualsiasi momento del suo percorso; e che ogni puntata si articola, generalmente, in un primo tempo di lezione-spettacolo e un secondo tempo di giochi comunicativi e sperimentazioni teatrali, scrittorie, musicali ecc.


In http://palasciania.blogspot.com si potrà leggere di volta in volta il resoconto delle puntate precedenti e l’annuncio delle successive.

29 aprile 2013

Paradisi preistorici e futuri

Domenica 28 aprile si è tenuta in Capua, nella piazzetta del rione Eucalyptus (primo tempo) e nel Palascianeum (secondo tempo), La giustizia è una vergine ma non di Norimberga. Ricordare l'Uno per accordare il molteplice, la puntata n. 8 del Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia dell'Accademia Palasciania, alla presenza di 23 partecipanti, per la durata di circa tre ore e mezza, intervallo incluso (durante il quale si è tenuto un buffet costituito da avanzi della gita accademica del 25 aprile, più fave fresche – per cui chiediamo scusa a Pitagora – recate da Luisa F., più una torta a sorpresa per il 23° compleanno di un altro gentile accademico).

La puntata n. 9 (vedi qui) si terrà domenica 5 maggio, a Capua o nelle vicinanze, sempre gratis, in una sede la cui ubicazione potrà essere conosciuta dalle persone interessate – come pure l'orario preciso, probabilmente le 18.00 – telefonando o inviando un sms al 3479575971, o contattando Marco Palasciano in facebook. Se sarà bel tempo l'evento si terrà all'aperto.

La puntata n. 8, intanto, si è articolata nelle seguenti parti:

Giacomo Berger, Il trionfo di Astrea, 1851. Sala di Astrea, Reggia di Caserta.

Tempo I

Inizio della lezione
Si era già accennato alla dea Temi nella puntata n. 2, La maieutica delle Sibille; si è ora trattato di sua figlia Astrea, o Dike, o per i romani Iustitia. Dell'Età dell'Oro e successive, e dell'abbandono della terra da parte di Astrea, disgustata per la decadenza dell'umanità, e in cielo trasformata nella costellazione della Vergine. Del quadro storico-antropologico tracciato da Lewis Morgan e Friedrich Engels, riveduto e corretto da Elio Modugno, sulla decadenza delle comunità preistoriche (dall'amore libero al configurarsi della sessualità come rapporto di dominio, conseguenza secondaria dell'incrudirsi delle condizioni di sopravvivenza), simile al tramonto dell'Età dell'Oro. Delle cinque Età mitiche dell'uomo secondo Le opere e i giorni di Esiodo. Dell'inizio del pensiero occidentale: Parmenide di Elea.

Lettura dei frammenti 1, 2, 4, 7 del poema di Parmenide

Tempo I della puntata n. 8, piazzetta del rione Eucalyptus.
Montaggio di due foto di Anna Laierno.
Séguito della lezione
Del rifiuto da parte di Parmenide della via delle opinioni, basata sulla conoscenza sensibile, in favore della via della verità, basata sulla conoscenza razionale. Delle dimostrazioni parmenidee sulle qualità dell'essere (unità, immobilità, immutabilità, eternità). Del tentato suicidio del pensiero occidentale: il postmodernismo filosofico. Dell'equazione della verità (vedi puntata n. 6 di Euristicon, Alétheia nel paese delle meraviglie). Della questione dell'etica universale. Dell'affinità della polarizzazione bene/male con la polarizzazione volontà/meccanica, e di come l'amore (che induce armonia) sia connesso alla vera volontà, e la brama di dominio (che induce disarmonia) alla meccanica più o meno mascherata. Della morale autonoma ed eteronoma. Della combinatoria delle idee giuste o ingiuste e credute o non credute. 


Tempo II

Séguito della lezione
Del rapporto fra etica e legge. Di Ferdinando Palasciano precursore della Croce Rossa. Della favola dello sparviero e dell'usignolo (Esiodo). Della Ma'at e del suo ruolo ideale nell'ordinamento statale e giuridico dell'antico Egitto (vedi Jan Assmann, Potere e salvezza, capitolo I). Di come la legge, di consueto, badi agli accidenti più che alla sostanza. Dell'imperativo morale di tendere a essere, gli uni per gli altri, ABCDEF (Assoluta Bellezza Che Dona Enorme Felicità).

Il taglio della torta durante l'intervallo.

Lettura di Sorvegliare e punire (1975) di Michael Foucault, parte 1, capitolo 1

Giambattista Tiepolo, Immacolata
concezione
, 1767-69.
Conclusione della lezione
Dell'insensatezza di punizione e vendetta (vedi sunto della puntata n. 10 di Euristicon, Fuga dal ventre del Leviatano, da «Il punire è sadismo travestito da morale» a «L'errore del trattare cose fluide come fossero solide»). Di come, similmente che nell'iconografia mariana, la Vergine (Astrea) che è in noi debba schiacciare il rettile Demonio che è in noi (il signor Hyde). Pico della Mirandola, Sulla dignità dell'uomo (1487): «Tu potrai degenerare nelle cose inferiori, al livello dei bruti; e tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori, che sono divine». Di come l'età contemporanea sia un'epoca di transizione verso la futura Età dell'Oro (vedi puntata n. 12 di De natura mundi, La finestra sul paradiso). Della IV egloga delle Bucoliche di Virgilio. Della fiaba del nuovo Rinascimento stregato da Ate (vedi puntata n. 6 di De natura mundi, Il ritorno di Astrea in astronave), variante palascianiana della fiaba di Perrault La belle au bois dormant (1697).

Giochi di riscaldamento
Per agevolare l'affiatamento fra novizi e veterani del Nuovo laboratorio euristico, ciascun partecipante ha tenuto di sé una breve presentazione rispondendo a tre semplici quesiti: «Chi sei?», «Che cosa fai nella vita?», «Come ti senti stasera?», occasioni di eventuali battute comiche. Si è poi giocato al gioco della molecola (vedi il paragrafo Tormentata costruzione di un cerchio nell'articolo Avviato il laboratorio euristico), sfociante questa volta, dopo l'urlo, in un esercizio di intonazione corale, con variazioni di intensità e di altezza sotto la direzione del nostro maestro di musica.

Gioco musicale: Contrappunto selvaggio
In un primo momento ciascuno ha, in ensemble, o cantato, o suonato uno strumento musicale, vero e proprio o improprio che fosse, cominciando uno e gli altri aggiungendosi uno alla volta, cercando di ascoltarsi bene fra loro. In un secondo momento il nostro pianista ha avviato un accompagnamento ostinato (Do+, Sol+, La-, Fa+) improvvisando sopra esso melodie cangianti, gli altri musici sovrapponendovi ad libitum contributi contrappuntistici melodici o ritmico-percussivi. Il risultato, sebbene la maggior parte dei presenti fosse digiuna di tecniche compositive, è stato particolarmente armonioso; lo si è dunque potuto elevare a metafora della naturale concordia dei mitici umani dell'Età dell'Oro, in cui tutto soleva funzionare senza necessità di alcuna legge.

Un momento giocoso della gita dell'Accademia Palasciania
a Summonte e all'Oasi WWF di Pannarano, 25 aprile 2013.

27 aprile 2013

E si ritorna sul ritorno d'Àstrea

Comunicato stampa sull'incontro n. 8 del Nuovo laboratorio euristico. Vi preghiamo di copiarlo, incollarlo e pubblicarlo ovunque; e grati vi saremo, in eterno e all'estremo.

Teatro di Elea, patria di Parmenide. Non è in Grecia ma in Campania, se non lo sapete! :)

L'ottava puntata del Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia dell’Accademia Palasciania avrà come figura ispiratrice la dea Astrea, simbolo della giustizia e dell'armonia fra gli uomini nell'Età dell'Oro; poi, di fronte alla loro decadenza, abbandonò la terra, e ascese al cielo divenendo la costellazione della Vergine. La stessa Astrea, o Dike, compare nel poema di Parmenide, dove la dea invita gli uomini a giudicare secondo la loro intelligenza quale sia la verità (e qui nasce il pensiero occidentale). Tema centrale della lezione-spettacolo sarà quindi la ricerca dell'equazione della verità, con quel che ne consegue in termini fondativi di un'etica universale, cui dovrebbe ogni legge armonizzarsi.

L’appuntamento è per domenica 28 aprile, ore 18.00, a Capua, in una sede la cui ubicazione potrà essere conosciuta dalle persone interessate telefonando o inviando un sms al 3479575971, o contattando Marco Palasciano in facebook. L’evento si terrà in parte all'aperto.

Ricordiamo che il laboratorio è completamente gratuito; che è possibile inserirsi in qualsiasi momento del suo percorso; e che ogni puntata si articola, generalmente, in un primo tempo di lezione-spettacolo e un secondo tempo di giochi comunicativi e sperimentazioni teatrali, scrittorie, musicali ecc.


In http://palasciania.blogspot.com si potrà leggere di volta in volta il resoconto delle puntate precedenti e l’annuncio delle successive.

22 aprile 2013

Platone riveduto e corretto

Domenica 21 aprile si è tenuta in Pontelatone, a Villa Irene, Epifanie bestiali. Dal giardino di Circe al gabinetto del dottor Jekyll, la puntata n. 7 del Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia dell'Accademia Palasciania, alla presenza di 23 partecipanti, per la durata di circa due ore e mezza.

La puntata n. 8 si terrà domenica 28 aprile... anzi si è già tenuta: il presente post, sebbene datato 22 aprile, è stato scritto il 30; perdonate il ritardo.

La puntata n. 7, intanto, si è articolata nelle seguenti parti:

Abbott Handerson Thayer, Minerva su un carro, 1894.

Gioco del giardino di Circe
Dopo che si è accennato il dialogo di Circe e Meri dal Cantus Circæus (1582) di Giordano Bruno, i partecipanti, secondo le istruzioni ricevute da biglietti estratti a caso, hanno inscenato la propria trasformazione in diversi animali, a eccezione di pochi esseri rimasti umani e della Noia, quest'ultima però relativa non al Cantus bensì alla poesia d'apertura dei Fiori del male (1857) di Baudelaire, Al lettore, nel contempo recitata da Palasciano, che ha infine aizzato tutte le belve a sbranare il «delicato mostro».

Palasciano al leggio nel giardino di Villa Irene.
Lezione, finale a parte
Si è quindi trattato di capri espiatorii; del malvezzo di proiettare; di come, se sappiamo riconoscere negli altri un sentimento negativo, è perché di quegli stessi sentimenti siamo capaci noi; dell'opportunità di affrontare i propri «dèmoni interiori», anziché demonizzare le altre persone; di descensi ad inferos, labirinti e minotauri; di come le nostre parti psichiche lette come mostri non andrebbero uccise ma solo risistemate, ovvero del come incanalare sanamente gli istinti ferini; del debugging mentale; delle idee parassite che confliggono con la nostra autentica natura; della nevrosi ecclesiogena; di come, per migliorare sé stessi, sia utile liberarsi dei sensi di colpa causati dal non saper migliorare; di come anche sotto strati di «merda» si resti «diamanti»; del trialismo di corpo, mente e anima; della psiche come «la veste data dalla mente all'anima»; di come debbano esserci almeno tre piani dimensionali della realtà (mondo materiale, mondo delle pure anime, mondo del puro essere); di come l'atemporalità del mondo del puro essere consenta la deroga al principio causale; dell'eternità delle anime; del tutti orchestrale dei qualia, sorta di finale eterno, goduto nel mondo delle pure anime; del Gioco dell'incarnazione; di léthe e alétheia; di come la metafisica platonica intenda come una caduta il calarsi dell'anima nel mondo materiale, mentre la metafisica palascianiana lo intenda come un'immersione ludica; di come al mondo delle pure anime manchi la speranza; della necessità del mondo materiale, al fine di una completa felicità delle anime; di come si possa parlare di «caduta» quando, piuttosto, si tratti di regresso dalle istanze delle componenti più evolute della nostra mente alle istanze delle componenti più primitive; dell'allegoria del carro alato nel Fedro di Platone; di come nella metafisica platonica l'anima si collochi diacronicamente o nell'iperuranio o nel mondo sensibile, mentre nella metafisica palascianiana l'anima si colloca sincronicamente in tutti e due (anzi tre); dei campi Selva e Trogolo nella Ruota assiologica; dell'esempio di equilibrato conflitto fra componenti psichiche rappresentato da Alfa e Beta (genio strutturatore e fanciullo paranoico); delle carenze affettive, e di come esse possano ribaltare costruttività e amore in odio distruttivo; della figura di Coppelius nell'immaginario palascianesco; del romanzo di Stevenson Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde (1886).

Palasciano con la bottiglia
del gioco di Jekyll e Hyde.
Gioco di Jekyll e Hyde
Il giocatore di turno impersonava il dottor Jekyll che beveva da una bottiglia la sua pozione e si trasformava nel signor Hyde, per quindi tormentare tutti gli altri presenti scrutandoli e interpellandoli odiosamente. Sebbene gli fosse vietato toccare le loro membra, poteva sfogare i propri impulsi sadici, oltreché a parole, battendosi la bottiglia su un palmo, o altrove sul proprio corpo, nonché sul pavimento o sulle sedie. Infine, scelta una vittima, la costringeva a seguirlo al centro della scena; lì le rivolgeva i peggiori insulti, fino a sazietà. Dopodiché la vittima assumeva il ruolo di nuovo Jekyll, e la recita ricominciava da capo, con una nuova metamorfosi in Hyde, nuove odiosità e una nuova vittima. E così via.

Finale della lezione
Si è quindi trattato della filiazione di Hyde, per reazione, dalla morale vittoriana, e di come questa sia condotta all'esasperazione nel mostruoso caso della figlia di Lord Hicks (vedi puntata n. 3, Londra 1889); di come, in una mente repressa, bisogni autentici possano trovarsi sostituiti da bisogni alienati; dell'Ombra junghiana; di come l'inconscio possa aggirare in parte le censure del conscio tramite i sogni, la lettura dei tarocchi, altri giochi oracolari, giochi associativi come la dendrosintesi ecc.; della liberazione di amore, desiderio, angoscia e altri sentimenti ed emozioni; di come la rabbia non debba essere repressa, pena aumentato rischio d'infarto, ma incanalata; della proprietà analgesica delle imprecazioni; della dialettica fra tensione e rilassamento; dell'utilità dello psicodramma a sputare rospi.

Psicodramma: Qualcosa che non ti ho detto
Ciascuno ha pensato a una specifica persona, vivente, che abbia o abbia avuto gran peso, nel bene o nel male, nella vita del pensante, e che sia sempre nel suo pensieri. Quindi ha pensato a qualcosa che non aveva mai detto a quella persona, e che avrebbe voluto o dovuto dirle. Quindi, al proprio turno, è venuto avanti e ha scelto fra gli altri presenti qualcuno adatto a fare da controfigura della persona pensata (ma c'è stato chi ha preferito, come controfigura perfetta, un ciocco di legno), cui rivolgersi per dirgli quel qualcosa che a quella persona non si era mai detto.

Come ormai d'abitudine la puntata si è conclusa con una cena comunitaria.

17 aprile 2013

L'inferno e il paradiso dentro noi

Comunicato stampa sull'incontro n. 7 del Nuovo laboratorio euristico. Vi preghiamo di copiarlo, incollarlo e pubblicarlo ovunque; e grati vi saremo, in eterno e all'estremo.


La settima puntata del Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia dell’Accademia Palasciania sarà dedicata alle componenti della psiche, e alla loro lotta per dirigere le azioni umane ora verso un abisso di violenza e squallore, ora verso uno zenith di intelligenza e amore.

L’appuntamento è per domenica 21 aprile, a Capua o nelle vicinanze, in una sede la cui ubicazione potrà essere conosciuta dalle persone interessate – come pure l'orario preciso, probabilmente le 18.00 – telefonando o inviando un sms al 3479575971, o contattando Marco Palasciano in facebook. Se sarà bel tempo, l’evento si terrà in un giardino fiorito.

Ricordiamo che il laboratorio è completamente gratuito; che è possibile inserirsi in qualsiasi momento del suo percorso; e che ogni puntata si articola, generalmente, in un primo tempo di lezione-spettacolo e un secondo tempo di giochi comunicativi e sperimentazioni teatrali, scrittorie, musicali ecc.


In http://palasciania.blogspot.com si potrà leggere di volta in volta il resoconto delle puntate precedenti e l’annuncio delle successive.

16 aprile 2013

Sull'amore, tra commozione e ludus

Domenica 14 aprile si è tenuta in Capua (tra il Palascianeum, la stazione ferroviaria e i resti dell'Arco trionfale di Federico II di Svevia) Amor est fortior. Da Paolo e Francesca all'àgape universale, la puntata n. 6 del Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia dell'Accademia Palasciania, alla presenza di 20 partecipanti, per la durata di circa tre ore e mezza.

La puntata n. 7 (vedi qui) si terrà domenica 21 aprile, a Capua o nelle vicinanze, sempre gratis, in una sede la cui ubicazione potrà essere conosciuta dalle persone interessate – come pure l'orario preciso, probabilmente le 18.00 – telefonando o inviando un sms al 3479575971, o contattando Marco Palasciano in facebook. Se sarà bel tempo, l'evento si terrà in un giardino fiorito.

La puntata n. 6, intanto, si è articolata nelle seguenti parti:

Gustave Doré, Paolo e Francesca.

Introduzione
Palascianeum
Sulla centralità del vero amore, inteso soprattutto come agape, e la sua persistenza oltre la vita: lettura di due poesie di Ungaretti (il numero Cinque dei Proverbi e Di persona morta divenutami cara sentendone parlare) e un testo in memoria di persona cara raccolto in facebook.

Esercizio di accoglienza
Stazione ferroviaria
Si è, a sorpresa, accolto con sbandieramenti floreali e acclamazioni un viaggiatore appena disceso dal treno.

Lectura Dantis 
Resti dell'Arco trionfale di Federico II di Svevia
Spiegazione e lettura del canto V dell'Inferno, presso pietre coeve della storia di Paolo Malatesta e sua cognata Francesca.

Marco Palasciano legge Dante.
Elementi di filosofia dell'amore
Resti dell'Arco trionfale di Federico II di Svevia e Palascianeum
Argomenti: i cinque gradi dell'amore; come il grado più basso, la cura, includa già qualcosa di altissimo, il perdono incondizionato; la morte vicaria di Antinoo («Ci si figuri che il Volturno sia il Nilo, e si cerchi con lo sguardo il punto in cui il giovane annegò»); il gioco dell'amicarium come promemoria del bene ricevuto; la perpendicolarità di amore e sesso; l'idea (vedi Platone, Simposio, 192 c-e) che la fusione in un ente unico sia il fine ultimo dell'amore; la confutazione di tale idea, considerato il bisogno di alterità connaturato all'anima; la teoria del Gioco dell'incarnazione; il motivo della facile accoglienza del mito della filiazione divina di Cristo (l'anima è «qualcosa di simile a un dio» e ognuno di noi «si incarna, ama, soffre e muore»); come la finitezza/definitezza «dia essere alla vita e vita all'essere»; l'imperfezione dell'universo e la tollerabilità di essa grazie all'amore, il quale è perciò da porsi quale necessario fondamento di ogni discorso assiologico; come colori, suoni ecc. esistano puramente nella mente, e non nel mondo; il mistero dei qualia; la necessità di integrare la scienza con la metafisica, stante l'impossibilità di una conoscenza perfetta dell'universo materiale se non dal suo esterno; la preesistenza dell'eros ai corpi e la sua irriducibilità ai meccanismi riproduttivi; il dimorfismo sessuale come pura contingenza («E perciò nel gioco che ora faremo non si farà alcuna distinzione tra maschi e femmine»).

Una delle scenette.
Gioco teatrale: I rifiuti umani
Palascianeum
I nomi di tutti i presenti sono stati scritti su altrettanti biglietti, e questi inseriti in un'urna, da cui di volta in volta se ne sono estratti due. Per cominciare, a ciascuno dei due sorteggiati di turno si è domandato quale caratteristica pensasse che si potesse amare in particolare nell'altro, conosciuto o no che fosse. Quindi hanno recitato un dialogo improvvisato, comico o drammatico a seconda dell'ispirazione, la prima delle due persone confessando alla seconda il proprio amore, e la seconda rifiutandolo ma «umanamente». Tutti i presenti hanno giocato, con grande divertimento.

13 aprile 2013

Polisemia della parola amore

Comunicato stampa sull'incontro n. 6 del Nuovo laboratorio euristico. Vi preghiamo di copiarlo, incollarlo e pubblicarlo ovunque; e grati vi saremo, in eterno e all'estremo.


Dopo l'automa Olimpia, l'oracolo di Delfi, la Londra vittoriana, Federico II di Svevia e i «pastor sanza legge», la sesta puntata del Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia dell’Accademia Palasciania sarà dedicata all'«amor cha nullo amato amar perdona», ma anche all'amore che tutto perdona; all'educazione affettiva e sessuale; ai sentimenti sommersi, alle lacrime per gli amati persi, ai sorrisi tersi, al senso di anime e universi.

Appuntamento alle ore 18.00 di domenica 14 aprile a Capua, in una sede la cui ubicazione sarà resa nota alle persone interessate a partecipare, le quali possono telefonare o inviare un sms al 3479575971. 

Ricordiamo che il laboratorio è completamente gratuito; che è possibile inserirsi in qualsiasi momento del suo percorso; e che ogni puntata si articola, generalmente, in un primo tempo di lezione-spettacolo e un secondo tempo di giochi comunicativi e sperimentazioni teatrali, poetiche, musicali ecc.

In http://palasciania.blogspot.com si potrà leggere di volta in volta il resoconto delle puntate precedenti e l’annuncio delle successive.

8 aprile 2013

In cerca di una guida spirituale

Domenica 7 aprile si è tenuta in Capua, a Palazzo Lanza per il primo tempo (della durata di circa un'ora e mezza) e nel Palascianèum per il secondo tempo (circa un'ora, compreso l'intervallo con buffet: avanzi del picnic di Pasquetta dell'Accademia Palasciania), Te lo do io il Veritatis splendor. Come spaccare il mondo in due e spacciarsi per costruttori di ponti, la puntata n. 5 di Arca Arcanorum. Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia, alla presenza di 14 partecipanti.

La puntata n. 6 (vedi qui) si terrà domenica 14 aprile alle ore 18.00 a Capua, sempre gratis, in una sede la cui ubicazione sarà resa nota alle persone interessate a partecipare, le quali possono telefonare o inviare un sms al 3479575971.

Francis Bacon, Studio dal ritratto di Innocenzo X, 1953.
Durante la puntata n. 5, intanto, Marco Palasciano nel primo tempo ha tenuto una lezione-spettacolo in stola, iniziando con la lettura a più voci – quasi una messa anziché una messa in scena – della Benedizione di Baudelaire (con la collaborazione di elementi del pubblico: Maria V. nella parte della madre, Giuliana C. in quella dell'amata, Edoardo S. in quella del poeta) e proseguendo con la trattazione dei seguenti temi: il ruolo del dolore nella Weltanschauung cattolica; la psicologia delle folle secondo Le Bon; l'acerbità consueta negli scontri fra antiabortisti e non antiabortisti come esempio della riprovevole tendenza a esacerbare le divisioni; il successo mediatico di Giovanni Paolo II; se il «regno dei cieli» e la terra siano entità separate, o non piuttosto un tutt'uno (vedi frammento III del papiro di Ossirinco n. 654, riportato nel post Divinizzare è uccidere due volte, e confronta col «Conosci te stesso» sul pronao del tempio di Apollo a Delfi); il giudizio di Hans Küng sul pontificato di Giovanni Paolo II; l'avversione del papa per la Teologia della Liberazione e il mancato sostegno a Óscar Romero; la demonizzazione dell'autonomia della ragione; l'anticomunismo come sfaccettatura dell'antiumanesimo; Gesù e altri màrtiri del pensiero; le divinizzazioni nella storia; il mancato arrivo della fine del mondo attesa dai primi cristiani nel corso della loro vita, e la conseguente fondazione della Chiesa; la fine della Chiesa nella finzione letteraria (vedi per es. questo brano da Antonio Moresco, Canti del caos, II); la fine delle religioni in un lontano futuro; come le religioni siano nate dalla politica (vedi Jan Assmann, Potere e salvezza); differenza tra faraoni e papi (per i primi la giustizia andava realizzata in terra, non in cielo); necessità di non scindere il popolo dai filosofi, poiché siamo tutti sapienti o ignoranti di qualcosa e la cosa migliore che si possa fare in tal senso è unire le conoscenze; come per un buon dialogo fra credenti e non credenti occorra filtrare il linguaggio, badando non all'accidente ma alla sostanza; come i problemi sorgano non tanto quando diversi concetti siano espressi con le medesime parole, né quando un medesimo concetto sia espresso con diverse parole, ma quando manchino i concetti, e ancor peggio quando interferiscano pensieri meschini o paranoici; come, quando si abbia a che fare con buone persone, non abbia importanza la loro posizione epistemica; il bisogno di guide spirituali; ciarlatani; se sia meglio presentare le proprie idee come tesi filosofiche o come i fondamenti di una nuova religione; come il nuovo laboratorio euristico si prefigga tra i suoi scopi quello di capire meglio noi stessi attraverso gli altri. Si è quindi giocato nei modi qui di séguito descritti.


La scala degli stati d'animo
Ciascuno, a turno, a partire dal mastro di giochi, ha chiamato sulla scena una persona (accogliendola con un abbraccio) alla quale domandare se al momento attuale si sentisse bene o male, e quanto, confrontando tale stato d'animo col proprio e con quelli di tutti gli altri già valutati. Ciascuno è così andato collocandosi a un determinato grado di una scala, a un cui estremo infine si è venuta a trovare la persona in maggior malessere, e all'estremo opposto quella in maggior benessere.

Psicodramma: Sursum corda
Queste due persone hanno quindi recitato una scena improvvisata, dove chi era in maggior benessere ha dovuto interpretare la parte di qualcuno che stesse malissimo al punto di meditare il suicidio, e chi era in maggior malessere ha dovuto interpretare la parte di qualcuno pieno di gioia di vivere, che esortasse l’altro a vedere la bellezza del mondo e trovare la forza di andare avanti. Dopo questa scena se ne è recitata un'altra più elaborata, a quattro personaggi, costruita in base ai suggerimenti di tutti e con le correzioni del nostro esperto di regia e drammaturgia; il quale provvedeva a interrompere la recita, ogni volta che fosse necessario, per migliorare la verosimiglianza di azioni e discorsi. Risultato:
Luogo: bar presso la libreria Ex Libris.
Personaggi: una turista milanese in vacanza a Capua (interpretata da Marika A.); una professoressa delle superiori (Giuliana C.) delusa dall'aver constatato, poc'anzi in libreria, essere ormai introvabile un vecchio libro a lei caro che avrebbe voluto riacquistare (avendone prestato la sua copia a uno studente, poi diplomatosi, di cui ha perso le tracce da oltre un anno), goccia che fa traboccare il vaso della sua tristezza, lei essendo stata troppe volte delusa, nella vita, da persone in cui ha riposto la sua fiducia; il suddetto giovane (Edoardo S.), attualmente con problemi di tossicodipendenza, depresso e confuso, che sopraggiunge per caso in quel bar; un'amica premurosa che lo accompagna (Ewelina S.).
Canovaccio: mentre la turista cerca di rincuorare la professoressa, di quest'ultima ricompare l'ex studente; vi è quindi un dialogo tra lui e la professoressa, la quale si impietosisce allorché lo vede scoppiare a piangere; cosicché le tocca ora, anziché essere consolata, consolare.
Infine, nel secondo tempo della puntata ci si è dedicati alla poesia, con una lettura di sonetti filosofici palascianiani e una gara endecasillabica atta a vedere chi fra i presenti riuscisse a comporre il maggior numero di endecasillabi nel tempo d'una sabbiatura di clessidra. A ciò avrebbe dovuto seguire la distribuzione dei presenti in due o più squadre che si sarebbero sfidate in una gara sonettistica, componendo un sonetto ciascuna su un medesimo tema dato; ma praticamente non c'è stato... verso! :-D vale a dire che i due migliori endecasillabieri hanno saputo produrre solo cinque endecasillabi a testa, e la maggior parte degli altri ne ha scritti fra zero e due (sovente cacoritmici, per giunta); cosicché per il momento abbiamo potuto solo esprimere la speranza che un domani «con miglior voci/ si pregherà perché Cirra risponda» (Par. I 35-36), e intanto consolarci con un'àgape a base di pizza.

3 aprile 2013

O cielo! o terra! che da noi volete?

Comunicato stampa sull'incontro n. 5 del Nuovo laboratorio euristico. Vi preghiamo di copiarlo, incollarlo e pubblicarlo ovunque; e grati vi saremo, in eterno e all'estremo.


Tra arsenico e vecchi sonetti, nella scorsa coinvolgentissima puntata del Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia dell’Accademia Palasciania si è visitata la corte di Federico II di Svevia, cosí da trarre ispirazione – da un lato – dalla poesia della scuola siciliana, per avviare il laboratorio di scrittura (tra molte risate), e – dall’altro – dalla paranoia che costò la vita a Pier delle Vigne, per progredire nel laboratorio psicologico-esperienziale (tra qualche lacrima).

Tra papi, papiri, pepli, peuples furieux ed éclairs de esprit, saranno ora le religioni rivelate – e in generale la dialettica tra cielo e terra – il tema principale della quinta puntata, che si terrà alle ore 18.00 di domenica 7 aprile nella sala eventi della Libreria Ex Libris, a Palazzo Lanza (Capua, corso Gran Priorato di Malta 25). 

Il laboratorio, completamente gratuito, continuerà a svolgersi settimanalmente tra qui e altre location fino a luglio. Sarà possibile inserirsi in qualsiasi momento del percorso. In http://palasciania.blogspot.com si potrà leggere di volta in volta il resoconto delle puntate precedenti e l’annuncio delle successive. Per ulteriori informazioni contattare Marco Palasciano in facebook o al 3479575971.

2 aprile 2013

Dal Duemila al Duecento e ritorno

Riscuotendo plausi e applausi più di ogni altra puntata tenutasi finora – non solo dell'attuale ma anche dei passati laboratori (se si eccettua forse Il ritorno di Astrea in astronave, puntata n. 6 di Euristicon) – domenica 24 marzo si è tenuta in Capua, a Palazzo Lanza, Arsenico e vecchi sonetti. Poesia e paranoia alla corte di Federico II di Svevia (e non solo), la puntata n. 4 di Arca Arcanorum ovvero il Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia dell'Accademia Palasciania, alla presenza di 25 partecipanti, per la durata di circa tre ore e tre quarti incluso l'intervallo con buffet (due torte rustiche e del vino fragolino recati da Giuliana C.).

La puntata n. 5 (vedi qui) si terrà domenica 7 aprile alle ore 18.00 a Palazzo Lanza (Capua, corso Gran Priorato di Malta 25) e precisamente nella sala eventi della libreria Ex Libris, che chiuderà alle 20.00, dopodiché ci si sposterà nel Palascianeum per qui completare la puntata e pascersi di un buffet. Tutto gratis, come sempre.

L'imperatore Federico II.
Durante la puntata n. 4, intanto, Marco Palasciano nel primo tempo ha tenuto una lezione-spettacolo consistente per buona parte in una cronologia 1220-1250, concentrata principalmente sulle sorti del Sacro Romano Impero e del suo sovrano Federico II (tra i vari argomenti: le crociate, le tensioni fra impero e papato, la Lega lombarda, l'orda mongola, le Costituzioni di Melfi, il De arte venandi cum avibus, Castel del Monte, l'arco trionfale di Capua...), e in una lectura Dantis: il canto XIII dell'Inferno, dove si incontra il capuano Pier delle Vigne, ingiustamente accusato di aver congiurato col papa e col medico di corte per avvelenare l'imperatore, e per questo accecato e spinto al suicidio. Quindi, fatto anche qualche assaggio di poesia della scuola siciliana (frammenti da Amando con fin core e con speranza del suddetto Pietro, da Un oseletto che canta d'amore di Rinaldo d'Aquino, dal Contrasto di Cielo d'Alcamo e da Pir meu cori alligrari di Stefano Protonotaro; e per intero Lo viso mi fa andare alegramente, sonetto di Giacomo da Lentini, ritenuto l'inventore di tale forma), si è spiegato come comporre un sonetto (partendo dal che cosa sia un endecasillabo e dalle specifiche della rima) e tutti hanno collaborato alla composizione, appunto, d'un sonetto, scegliendone l'argomento – l'amore? la primavera?... – e proponendo via via i versi da inserire nello schema ABBA ABBA CDC DEE, sotto la guida del nostro esperto di metrica e retorica. Ed ecco il risultato:
    Quando mi sveglio sento un movimento
che mi spinge ad andare ratto al cesso
e null'altro di fare m'è concesso
che di cercar sollievo a tal tormento.
    Ahi, sento mal di pancia e torcimento
e ciò mi fa sentire assai depresso
tal che non riconosco più alcun nesso
tra me stesso e il mio trono di cemento.
    Ma in cotanto dolor v'è anche il piacere
di liberar le viscere straziate
dal peso del formaggio con le pere
    e l'altre cose che mi son mangiate;
alfin vanno a braccetto gaudio e pena;
quest'è la vita! e tiro la catena.
Nel secondo tempo ci si è dedicati a due giochi, ma belli seri:

Conflitto e riconciliazione 
Formate delle coppie, in ciascuna la prima persona è stata mossa ad accusare paranoicamente la seconda, e questa a difendersi attestando il proprio sincero affetto. Ciascuna coppia ha conflitto dapprima da sola, poi contemporaneamente alle altre, così creando una «sinfonia paranoica». Quindi si è incrementata l'aggressività in ciascuno, per mezzo del semplice espediente di spingersi ripetutamente e sgarbatamente l'un l'altro, lasciandosi anche andare a qualche insulto; infine si sono annullati tutti i sentimenti negativi in un abbraccio pacificatore, perdonandosi reciprocamente.

Il messaggio nella bottiglia
Dettaglio da uno dei «messaggi nella
bottiglia» della puntata n. 4.
Ciascuno, presa carta e penna, si è appartato a pensare alla cosa che più lo fa stare male, per trattarne in una lettera. Ciascuna lettera è stata inserita in una busta numerata; solo l'autore poteva sapere quale numero fosse il suo. Riordinate, le buste hanno composto sul tavolo un percorso da Gioco dell’Oca. A turno ciascuno ha tirato il dado e scelto se muovere la pedina in senso orario o antiorario, in modo da non rischiare di capitare sulla propria stessa busta. (Nel caso che i due sensi portassero a una medesima lettera si sarebbe tirato nuovamente il dado.) La busta su cui si capitava veniva aperta e il giocatore leggeva a voce alta la lettera, cercando poi di dare un consiglio di cuore allo sconosciuto che l’aveva scritta. E anche quando il consiglio non era dei piú adatti, già il puro fatto di riceverlo si dimostrava utile a far stare un po’ meglio chi lo udiva.

Il tutto è stato molto liberatorio, con anche dei momenti di forte commozione; e tutti ne sono usciti contenti.

La settimana dopo, 14 dei partecipanti al laboratorio euristico – grazie a esso conosciutisi e divenuti amici – hanno trascorso insieme la scampagnata del Lunedì in Albis, trascinandosi appresso anche il Maestro Palasciano (che ha tra l'altro scattata la foterella qui sotto; suo il posto lasciato vacante sul telo turchese).

Adepti in scampagnata. Tenuta Pagliuca, Alvignano, 1° aprile 2013.