Palasciano al leggio durante Il paese del sole-fata. Foto di R. Cocchis rielaborata da terzi. |
Nella prima parte, Marco Palasciano ha declamato le sue più significative sette poesie degli ultimi quarant'anni (contando come poesia a sé un brano da Prospero chiude il libro della tempesta):
● La torta della morta (1976), la prima poesia, un nonsense.Nella seconda parte, l'unica «persona del pubblico» a esibirsi al leggio, dando lettura di quattro sue poesie, è stato Roberto Cocchis, che fra l'altro durante l'intervallo era stato anche l'unico a buttar giù sulla carta (o meglio sullo smartphone) un contributo – l'incipit in versi che segue – per il gioco dell'inventare una fiaba sul tema Il paese dal sole-fata:
● Il fringuello morto (1986), della fase pseudo-ottocentesca.
● Notturno (1987), della fase di ammodernamento.
● Due mirabili terzine, l’una anagramma dell’altra, in cui Prospero e Miranda discutono di labirinti (1995), il migliore esperimento ludolinguistico-poetico.
● Nel frigido corpetto vittoriano (1995), poesia dendrosintetica di primo tipo ovvero costruita a partire da frammenti estratti a caso da un libro.
● Antimateria (2005), la migliore poesia d'amore.
● Ora che l'odio spezza le molecole (2011), poesia dendrosintetica di secondo tipo ovvero costruita a partire da un flusso di associazione libera.
Cliccare qui per l'elenco di tutte le edizioni di 100 Thousand Poets for Change in Terra di Lavoro. Prossimo, anzi remoto, appuntamento: sabato 30 settembre 2017.
Nessun commento:
Posta un commento