31 gennaio 2011

Postilla a «Pectora Cæsareo luctu»

Daniele Ventre ci scrive la postilla che segue, in merito alla sua elegia (che aveva suscitato alcuni interrogativi in altri nostri accademici di nulla accademia), iniziando con una traduzione alineare.



Ora, Muse, percotete* i petti per il lutto di [Di] Cesare,
piangete
** [il fatto] che ormai di ferale morte Pio è perito.
Ormai confesserò, amici, che avevo sentito Meo come un poeta
[Ormai confesserò amici, che quel poeta l’avevo sentito mio
***],
ormai confesso di essermi pentito del parlare maligno.
Dee che sempre battete coi piedi l’Olimpo,
giovi a Pio l’aver cantato carmi degni di Febo
****:
accoglietelo cinto del vostro lauro [del lauro a voi sacro],
questo premio rendetegli
*****, dee, per la sua venerazione
                                                             [verso di voi]
******
.



* «plangite»: plango in latino non vale piango, ma percuoto: atto di percuotere i petti e i pugni, tipico del lutto antico. Si ripropone oggi negli applausi ai funerali meridionali: atto che non è cafonaggine preficaria dei terroni o spettacolarizzazione del lutto, come scrisse a esempio la settentrionale umorista minore Brunella Gasperini in una sua tristanzuola rubrichetta giornalistica circa quarant'anni fa, ma è una sopravvivenza del planctus antico. «Pectora... plangite» è la solita allitterazione.

** «flete» regge una oggettiva, «fero leto iam periisse Pium»: la sintassi è stata volutamente forzata in una tachilogia estranea alla lingua latina classica. L'effetto cercato è quello di un'allitterazione e disseminazione fonica combinate che cercano di suggerire una paretimologia: flete fero leto.

*** Facile gioco di parole fra Meum (Pius Meus Cæsareus) Meo, e meum (meus mea meum) mio. «Fateor», che compare due volte in poliptoto, e vuol dire confesso, l'oggettiva la regge normalmente: es. «si quis se amici causa fecisse fateatur», Cicerone, De amicitia, 40.

**** «digna cecinisse...»: la soggettiva qui è regolare essendo dipendente dalla terza persona, usata impersonalmente, di iuvo iuvas iuvi [iutum] iuvaturus iuvare: es. «iuvat Ismara Baccho/ conserere», Virgilio, Georgica II, 37. Il verso che precede «Divæ quæ semper...» è una scopiazzatura da Ennio, dagli Annales, frammento I Vahlen: «Musæ, quæ pedibus magnum pulsatis Olympum». L'espressione «digna Phœbo» è presa da Virgilio, Eneide, VI, 662. Riecheggia altresì un vecchio articolo di uno scrittore latino moderno, Luigi Guercio (Vergilius, pius vates et phœbo digna locutus, «Latinitas», 6, 1958). Ovviamente, dato che Pio Meo di Cesare è stato sanguinosamente sfottuto nella rubrica La Superbia punita, ovvero: O buon Apollo, salvaci dalla poesia mediocre!, qui «Phœbo (Apolline) digna» suona in realtà fortemente ironico: versi «degni di Febo», cioè «degni di essere sfottuti nella rubrica in cui si invoca Febo perché ci salvi dalla poesia mediocre».

***** «reddite eum hoc...»: anche questo doppio accusativo è forzatissimo: vuole lasciare intendere quasi: «Muse, rendetecelo». La forma grammaticalmente limpida è «reddite ei [dat. terminis], Musæ, hoc».

****** Scopiazzatura da Catullo (carme 76, ultimo verso): «o di, reddite mi hoc pro pietate mea».

L'epigrammaton è una autoironizzazione latina del mio stile italiano in versi: sintassi forzata, citazioni arcaiche, ambiguità giocate sulle omofonie, figure di suono.

30 gennaio 2011

Premio «Lamento per Pio Meo Di Cesare»

La sera di venerdì 28 gennaio 2011, presso l'Accademia Palasciania, in Capua, si è tenuta nel corso della Festa del XXI Premio dell'Amicarium la cerimonia di premiazione del Premio di Poesia "Lamento per Pio Meo Di Cesare (1942-2010)". Vincitori: per la sezione in lingua italiana, ex æquo, Antonio Maggio con Epicedio moderno e Nicola Legatore con Grazie; per la sezione in lingua latina, Daniele Ventre con Pectora Cæsareo luctu; per la sezione mista, Andy Violet con Epigramma I, I. Premi: la pubblicazione, diplomi, e riproduzioni di maschere artistiche create da Marco Palasciano.
  
Presentiamo qui di séguito i quattro epicedi trionfatori, in ordine di lunghezza dal brevissimo al lunghissimo. Gli stessi sono stati pubblicati in cartaceo dall'Accademia, con una prefazione di Nicola Legatore, in un elegante libretto intitolato Le poesie vincitrici del Premio "Lamento per Pio Meo Di Cesare (1942-2010)", la cui prima tiratura si è distribuita tra gli astanti a suggello della suddetta cerimonia. Quanto all'incredibile e triste storia di Pio Meo Di Cesare, e del Premio dedicato alla sua memoria, potrete leggerne tutti i dettagli nell'area discussioni del gruppo di Facebook La Superbia punita, ovvero: O buon Apollo, salvaci dalla poesia mediocre!; il quale ha, intanto, compiuto un anno, essendo stato fondato il 5 gennaio 2010.



NICOLA LEGATORE

GRAZIE

Grazie. Intanto risalgo
la china a capo chino,
come ingegnoso hidalgo
reduce dal mulino.



ANDY VIOLET

EPIGRAMMA I, I

Solvit formam hominis labefactam vi temporis acti
corpore sub saxo frigida terra carens.


Sgretola il corpo l’addio degli atomi:
sotto la pietra, nulla.



DANIELE VENTRE

PECTORA CÆSAREO LUCTU

Pectora Cæsareo luctu nunc plangite, Musæ,
flete fero leto iam periisse Pium!
Iamque Meum vatem sensisse fatebor, amici,
iam fateor verbi pænituisse mali.
Divæ quæ semper pedibus pulsatis Olympum,
digna iuvet Phœbo iam cecinisse Pium:
accipite hunc vestro redimitum tempora lauro,
reddite eum, divæ, hoc, pro pietate sua!

POSTILLA


ANTONIO MAGGIO

EPICEDIO MODERNO
(LIBERI VERSI PER LIBERO POETA)


[Un giovane poeta piange l’anziano maestro sulla sua tomba.]

Muore la virtú
quando tra le labbra
il suono della voce
si secca.

Muore la poesia
quando il ricordo
sbiadisce lento
e non lascia traccia.

Muore la lira
ma non la memoria
se persiste tenacia
in polvere, poeta.

[Recitativo corale: nove anziane signore vestite di nero
con una veletta scura sul volto. Raffigurazioni
delle Muse, diventate vecchie e canute.
]


Risorgi
poesia morta
risorgi
morta poesia.

Perché è vile chi vive
nell’assenza.
L’alba non dà piú conforto
nei campi al girasole,
alla spiga dorata,
al ginepro involto.

Risorgi
poesia morta
risorgi
morta poesia.

Che non si nutra
di cenere sterile
la terra stanca
ma torni a fiorire
il canto.

Risorgi
poesia morta
risorgi
morta poesia.

[Termina il canto corale delle Muse, inizia il congedo lirico del giovane poeta.]

Tu che un dí esaltasti la vita
nei versi brevi,
tu che ergesti la voce
sopra le scure ipocrisie,
tu che fanciullo nascesti poeta
e fanciullo moristi,
spirito diventa ora
per soffiare la vita
dentro un arido petto.

[Il giovane poeta si accascia sulla tomba del maestro e piange.
Le Muse si dispongono a cerchio e, in coro, con voce roca
ma possente innalzano al cielo il recitativo finale.
]


Muori
poesia morta
muori
morta poesia.

Cambia immagine e forma
regala un sorriso all’idea
spalanca ampie ali al volo.

Risorgi
poesia morta
risorgi
morta poesia.

Carlo Chiostri, illustrazione (1901) per Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi.

21 gennaio 2011

«Violazioni poetiche» il ventotto

Venerdí 28 gennaio alle 18.30, a Palazzo Lanza, nella saletta eventi della libreria Guida Capua (corso Gran Priorato di Malta 25), l’Accademia Palasciania presenterà Violazioni poetiche, incontro con i poeti Viola Amarelli e Andy Violet: due personalità di non trascurabile rilievo nel panorama contemporaneo, accomunate dalle radici campane e dalla ramificazione della ricerca. Di Viola si presenta l’apollineo poemetto Notizie dalla Pizia; di Violet il canzoniere dionisiaco Paraventi e magnesio. A introdurli sarà Marco Palasciano, reduce dalle fatiche delle sue otto lezioni-spettacolo sull’antroposfera, che avvisa: «Vi promettiamo sensazioni forti, intelletti brillanti come laser». Ingresso libero per chiunque sia «stanco dei poetastri naïf e delle frasi dei cioccolatini» e voglia piuttosto trascorrere «un’ora “violacea” di mitologia e di erotismo, di ironia e di dolore, di uomini in falloforia anarchica e di donne ubriache di divinità».

14 gennaio 2011

In mostra ad Angri l'Agnolo Maisto

Felicemente segnaliamo che venerdì 21 gennaio 2011 alle ore 18.00 si inaugurerà nel salernitano, ad Angri, presso la galleria d'arte contemporanea Pagea Art (in via Concilio 50, cortile D'Antonio), una mostra di opere scelte di Angelo Maisto, punta avanzata delle belle arti di Terra di Lavoro, per cui tifa da sempre l'Accademia Palasciania tutta fino al punto d'eleggerlo, pochi mesi or sono, Vicepresidente. (Cliccare qui per vedere le foto della Balia e del Pipacottero, accompagnate dal commento critico del nostro Presidente.) Detta mostra sarà visitabile per 39 giorni, fino al 28 febbraio, esclusi i lunedì e (salvo appuntamento) le domeniche.