7 dicembre 2020

La nostra prima videoconferenza

Anime gentili, per la prima volta nella nostra storia pubblichiamo in Internet una videoconferenza. Precisamente questa, di Marco Palasciano:

I L
V I A G G I O   D E L L A   M A M M A
V E R S O   L ’ I P E R U R A N I O

o

COME SUPERARE
IL LUTTO CON
FILOSOFIA
E POE-
SIA

È dedicata alla madre di Marco, Eleonora Carmelina Bellofiore (1933-2016), ma anche a tutte le altre persone care – nostre e vostre – che hanno concluso il loro cammino terrestre. Si compone della lettura di nove poesie incorniciate da un monologo su vita e morte, felicità e dolore, errore e amore, mondo e oltremondo.

Lunga tre quarti d’ora, la videoconferenza è divisa in due video. Sotto ambedue troverete un indice di link interni sui quali, se non aveste tempo per udir tutto di séguito, potrete cliccare per raggiungere direttamente dei punti specifici, tra diario, poesia e filosofia.

Speriamo che il tutto possa essere utile a confortare almeno un poco chi abbia perso delle persone care, per Covid-19 o altro, di recente o anche da piú tempo. Diffondete pure, dunque, il link della playlist presso chiunque crediate possa trarne giovamento.

29 ottobre 2020

Compie dieci anni la ruota assiologica


29 ottobre 2020: dieci anni sono passati dall’esordio della ruota assiologica di Marco Palasciano.

Si tratta d’uno schema circolare, sequenziale e simmetrico, atto a sintetizzare in sé l’intero mondo degli interessi umani.

Si era alla puntata n. 1 del II festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, arti varie, gioco e umana armonia La grande ruota delle umane cose (De magna rota rerum humanarum), che si sarebbe tenuto a Palazzo Fazio dal 29 ottobre al 17 dicembre 2010 ed era teso a celebrare due anniversari, tra i quali si collocava a metà strada:
— il 150° del discorso di Ferdinando Palasciano all’Accademia Pontaniana sulla sacralità della vita umana;

— il 10° della morte del fisico Giuliano Preparata, grande fautore dell’unità di cultura umanistica e cultura scientifica (ospite speciale della prima puntata fu sua nipote Margherita Tafuri, vicepresidente onoraria dell’Accademia Palasciania).
Per la verità, la primissima versione della ruota assiologica risaliva al 22 settembre 2001; ma era assai diversa da quella definitiva del 2010.

Quest’ultima – vedi illustrazioni – è articolata in sedici campi, ciascuno dei quali corrisponde a una tipologia di pratiche umane; è inoltre divisa in semicerchio superiore (Bene) e inferiore (Male), e in semicerchio destro (Razionale) e sinistro (Irrazionale).

Nei punti d’incontro di Bene e Male, equamente divise tra i due avversi semicerchi si trovano la “Magia” a sinistra e la “Tecnica” a destra.

Del pari, nei due punti d’incontro di Razionale e Irrazionale si trovano, rispettivamente, “Ordine e filantropia” al sommo e il “Crimine” all’imo.

Infine, disse il nostro Presidente durante la puntata n. 3 de La grande ruota delle umane cose, lungo l’asse Bene-Male la ruota assiologica si può intendere divisa in cinque livelli:
— Le tre pratiche unenti e armonizzanti, senza le quali non si può umanamente vivere: allo zenith “Ordine e filantropia”, al subzenith “Eros e affettività” e “Cultura e comunicazione”.

— Le quattro pratiche movimentanti, allevianti ed elevanti, che migliorano il vivere: piú in alto “Arte” e “Filosofia”, piú in basso “Gioco” e “Scienza”.

— Le due pratiche strumentali: “Magia” e “Tecnica”.

— Le quattro pratiche frenanti, zavorranti e degradanti, che peggiorano il vivere: piú in alto “Religione” (ci perdonino i credenti; ma a lenimento vedi, dieci anni dopo, il varo del Progetto Schönberg…) e “Mercato e politica”, piú in basso “Trogolo” e “Burocrazia”.

— Le tre pratiche disunenti e caotizzanti, che distruggono l’umana vita: al supranadir “Selva” e “Repressione”, al nadir “Crimine”.
Illustrazioni: la ruota assiologica in versione tonda a pittura acrilica e collage, e in versione quadrata composta con Word, ambedue opera di Marco Palasciano.

21 ottobre 2020

Piazza Schönberg fu un sogno, ora è realtà

COMUNICATO
DELL’ACCADEMIA PALASCIANIA
SUL NULLA OSTA DELLA PREFETTURA
A PIAZZA SCHÖNBERG
E CIÒ CHE NE CONSEGUE


L’iter è concluso: la Prefettura di Caserta, in data 21 ottobre 2020, ha decretato l’autorizzazione al Comune di Capua per intitolare – come richiesto il 10 marzo dall’Accademia Palasciania e come deliberato il 19 agosto dalla Giunta comunale, grazie soprattutto al Vicesindaco Pasquale Frattasi – una piazza a Nikolaus von Schönberg, Arcivescovo di Capua dal 1520 al 1536, entrato nella storia principalmente per aver scritto a Copernico la lettera che lo incoraggiò a pubblicare il De revolutionibus.

Nel frattempo l’Accademia, con la lezione-spettacolo del 12 settembre di Marco Palasciano Capua città “copernicana” (il cui video sarà a breve disponibile nel canale Youtube.com/user/politecno), ha avviato il Progetto Schönberg, teso a far leva su una cosí esemplare figura per riproporre nell’attualità – a livello locale e non solo – aspetti della cultura rinascimentale quali l’unità di cultura umanistica e cultura scientifica, la non belligeranza tra fede e ragione, l’idea di un sapere libero da ogni fine utilitaristico, operando fra l’altro il recupero della metafisica e la promozione di valori assoluti quali l’amore in tutte le sue forme e l’armonia universale.

Il Progetto Schönberg, in sostanza, ribadisce quanto già viene espresso dai Festival-laboratori palascianiani di scienza, filosofia, poesia, arti varie, gioco e umana armonia, con la sola differenza formale del coinvolgimento attivo di altre associazioni ed enti vari*, che nell’àmbito del Progetto e in linea con i suoi princípi organizzeranno eventi propri, di comune accordo, anziché esser solo l’Accademia Palasciania a organizzarne.

Teatro primario di tali eventi sarà piazza Schönberg, finora conosciuta come il «Parchetto» di rione Eucalyptus: una vasta area sita fra via Umberto D’Aquino, via Andrea De Simone e via Cesare Malpica, lussureggiante di giardini ben curati dal locale Comitato civico e ben collegata al resto del mondo grazie alla vicinanza della stazione ferroviaria.

La cerimonia della sua intitolazione si terrà il 21 maggio 2021, 486° anniversario dell'elevazione cardinalizia di Schönberg. Vi sarà la scopertura di una targa, e poco altro, rimandando a tempi migliori – quando la pandemia di Covid-19 sarà finita – i festeggiamenti veri e propri: una variegata kermesse con tanto di stand, performance sceniche e musicali, conferenze, presentazioni letterarie (tra cui quella d’una monografia schönberghiana), e con l’inaugurazione di un monumento a Schönberg, alle rivoluzioni copernicane, al cammino della scienza e ai voli dell’immaginazione.


* Enti attualmente aderenti al Progetto Schönberg, in ordine alfabetico: Accademia Palasciania, Acph, Apollon Onlus, Appunti fotografici, Architempo, Asd Aliante, Auser Capua, Block Notes, Capua il Luogo della Lingua Festival, Capuanova, Capua Sacra, Circolo di Qualità, Comitato Capua E20, Comitato Fuori Porta Roma, Comitato Parco Eucalyptus, Cose d’Interni Libri, Damusa Aps, Extra Mœnia, FaziOpenTheater, Fidapa Bpw Italy, Fondazione Misericordia Domini, Ipa, Lions Club Capua - Casa Hirta, Piazze del Sapere, Pro Loco di Capua, Teatro Ricciardi, Touring Club Terra di Lavoro, Volontari del Soccorso Ferdinando Palasciano. Per aderire contattare il 347 957 5971.

12 ottobre 2020

Cinque, cinque i livelli dell'amore

Ancóra su Alla ricerca della dea perduta. Scordavamo d'annotare che, unendo i punti del suo percorso, la figura risultante è quella d'un numero: casualmente il numero "sacro" dell'Accademia Palasciania, il 5, simbolo del puro amore – di cui, fra l'altro (ché vi sono inoltre la storia d'un battesimo filosofico, le cinque aree epistemiche ecc.), i livelli sono cinque:
1. Per tutti: Cura.
2. Per molti (tutti tranne i malvagi): Simpatia.
3. Per quanti una mente umana possa degnamente gestire (numero di Dunbar = circa centocinquanta): Amicizia.
4. Per pochi: Dedizione.
5. Per uno, o per nessuno: Abnegazione.

10 ottobre 2020

Quell’Ovidio tra Covid e movida

Sabato 26 settembre si è tenuta nel centro storico capuano, alla presenza di 15 partecipanti e per la durata di circa due ore, Alla ricerca della dea perduta. Passeggiata poetica per Capua, la decima edizione di 100 Thousand Poets for Change in Terra di Lavoro, come sempre a cura dell’Accademia Palasciania.

Per l’occasione Marco Palasciano ha rivestito il ruolo di «guida spirituale turistica».

Questo il percorso (per la sua documentazione fotografica completa vedi il post Gli scenari dell’aurea passeggiata):

1. Esterno del Palazzo di Giustizia (piazza dei Giudici).
2. Incrocio di via Palasciano e via Corte della Bagliva.
3. Porta Napoli ed esterno del Teatro Ricciardi (largo Porta Napoli e ponte sul fossato).
4. Esterni del Castello delle Pietre, della Sala d’Armi e della Chiesa di Sant’Angelo in Audoaldis (via Andreozzi e piazza San Giovanni).
5. Cortile di Palazzo Lanza (corso Gran Priorato di Malta).
6. Esterno della Chiesa di San Michele a Corte (via omonima).
7. Monumento al Placito capuano (piazzetta Bova).
8. Statua di San Roberto Bellarmino (piazza omonima).
9. Esterno della Chiesa della Concezione (via Roma).
10. Fontana di Nettuno e statua originale sotto l’Arco Antignano (via Roma e via Duomo).
Dettaglio dallo
stemma di Capua.
In piú si è percorsa, a postludio, tutta via Duomo, indi un tratto del corso Appio, ripassando per il punto di partenza e giungendo intorno alla mezzanotte al Chiostro dell’Annunziata, dove ci si è ristorati presso un bar che trae il suo nome dai serpenti nello stemma cittadino. (Serpenti, per inciso, sono pure i capelli di Medusa, il cui presunto ritratto scultoreo – proveniente dall’Anfiteatro dell’antica Capua, come pure le pietre del Castello delle Pietre – è uno dei sei incastonati nella facciata del Palazzo di Giustizia, da cui si era partiti.)

La perduta Porta di Capua.
Insomma l’unica fra le vedute “inescludibili” esclusa dalla nostra passeggiata – a parte l’inavvicinabile Castello cinquecentesco detto di Carlo V, in zona militare – è stata la riviera del Volturno. Ciò per poter sognare la dugentesca Porta di Capua, l’arco trionfale di Federico II di Svevia, cosí com’era prima che la ristrutturazione delle fortificazioni voluta dai Viceré spagnoli la distruggesse quasi per intero, nel 1577, riducendola ai tronconi delle sue due torri; tàcciasi poi del ponte “romano”, che romano non è, essendo una ricostruzione del 1955.

Di séguito, fra parentesi quadre sono indicati i numeri corrispondenti alle dieci tappe in cui si è articolato il percorso, lungo il quale dalla bocca del nostro P. («P.» sta per «Presidente», o «Poeta», o «Palasciano», a piacer vostro) è colato l’oro dei piú bei dati storici, mitici e filosofici in tema coi rispettivi scenari delle tappe. La dicitura «[fra <numero> e <numero successivo>]» indica che la narrazione è avvenuta lungo il cammino fra una tappa e l’altra.

La partenza della passeggiata.
Inizio e fine: la passeggiata è partita [1] dalla piazza principale della città per quindi allontanarsi recisamente dalla movida, dopo la lettura da parte del nostro P. [fra 1 e 2] di un brano dalle Metamorfosi di Ovidio dedicato a Medusa, e giungere infine [10] presso il Museo Campano e la Fontana di Nettuno. Quel dio Nettuno – per i greci Poseidone – già ricordato [1] per aver stuprato Medusa, e aver poi inviato un drago marino (infine fermato dagli occhi pietrificatori, seppur morti, di Medusa, di cui Pèrseo reggeva la testa) a divorare Andròmeda, principessa degli etíopi. Quegli stessi etíopi [10] a un cui rito, in precedenza, Poseidone si trovava a presenziare durante il concilio degli dèi narrato nel libro I dell’Odissea di Omero. Libro del quale il nostro P. ha letto (con tagli) il brano in cui Zeus decreta il ritorno di Odísseo a Itaca, convinto dal discorso di quell’Atena – per i romani Minerva – da noi già ricordata [1] per aver mutato in mostro la bellissima Medusa.

In altri termini, si è partiti [1] da un Palazzo di Giustizia (imperfetta) per giungere [9] all’effigie della dea della giustizia in persona – Dike (o Astrèa) – e, a epilogo, allungarsi fino a un “crocevia della memoria” da cui intraprendere il viaggio di ritorno: ivi [10] il Museo Campano ma anche, innanzi a esso, la casa in cui il nostro P. visse fino ai cinque anni. A questo punto il significato di «dea perduta» (Dike, che si allontanò dagli umani intristita dalla loro decadenza) si è ampliato a includere altre figure: la dea Mater Matuta (del cui antico tempio il Museo ospita la massima collezione di statue votive), ma anche nonna Immacolata, e tutte le nostre e vostre madri e ave e antenate di cui rimane solo il ricordo – umano o iperuranio – e che tuttavia continuano a esserci di ispirazione, in uno con le Muse (né sarà peregrino annotare che da “musa” viene “museo”; e che madre delle Muse è Mnemòsine, dea della memoria).

Quanto ai testi poetici, ne hanno letti (fra parentesi le edizioni di 100TPC cui si è partecipato):
Marco Palasciano (dalla I alla X ed.)
Margot Tafuri (X)
Rocco Damiano (X)
Tiberio Madonna (IX, IX bis, X)
Tina Villano (X)
Palazzo Lanza, 24 settembre 2011.
A parte il nostro P., nessuno ha voluto legger nulla fuori della tappa dedicata alle poesie a tema libero: [5] Palazzo Lanza, eccezionalmente aperto al pubblico in ricordo della prima edizione (2011), tenutasi proprio nel suo cortile. Quanto ai baroni Lanza, si è narrato di come per la firma del trattato tra Ferdinando IV di Napoli e Gioacchino Murat (1815) misero a disposizione dei rispettivi ambasciatori una loro residenza di campagna, per cui il trattato fu detto di Casa Lanza; e di come mantennero agli studi [3] Andrea De Simone, compositore capuano cui poi si sarebbe intitolato – dal 1875 al 1929 – l’odierno Teatro Ricciardi.

Libro di G. Centore
su Silvio Fiorillo.
A proposito di quest’ultimo va annotato che, giunti nei suoi pressi, il nostro P. ha intanto declamato un paio di frammenti in versi da La Lucilla costante (1609) di Silvio Fiorillo, primo testo teatrale al mondo in cui compaia il personaggio di Pulcinella (e che andrà in scena a Capua l’11 ottobre nell’adattamento di Roberta Sandias, per la regia di Maurizio Azzurro: vedi qui).

Temi (o meglio bipòli tematici) ricorrenti durante la passeggiata: Giustizia e ingiustizia; Ragione e oscurantismo; Guerra e pace; Virtú e vizi, intrecciato con Decadenza e rinascenza.


GIUSTIZIA E INGIUSTIZIA

I. Giustizia ordinaria

[7.] Controversia, arbitrata dal giudice Arechisi, nei cui atti processuali compare il Placito capuano (960). (Su questo il nostro P. sta scrivendo un testo teatrale, che andrà in scena per la regia di Antonio Iavazzo, in memoria di Andrea Vinciguerra che ciò desiderava.)

[Fra 3 e 4.] Una giovane parente di Osmondo Drengot è stuprata da un amico del duca di Normandia Riccardo II, Guglielmo Repostel, che se ne vanta pubblicamente; Osmondo lo uccide; il duca, in veste di giudice, condanna l’uccisore all’esilio. Lasciano dunque il paese in cerca di fortuna tutti e cinque i fratelli Drengot; tra i quali Asclettino, il cui figlio Riccardo conquisterà il principato di Capua (1062) e a Capua erigerà il Castello delle Pietre.

[1.] Il Palazzo di Giustizia (compiuto nel 1561) ospitava un tribunale e, al pian terreno, delle carceri; ve ne sono ancor oggi le sbarre alle finestre. Inoltre si può supporre che piazza dei Giudici fosse teatro di impiccagioni, e che i cadaveri degli impiccati venissero esposti sui due lastroni ai lati della Chiesa di Sant’Eligio.

[6.] Pietro Palasciano e Raffaela Di Cecio furono costretti dalla legge ad attendere, per sposarsi (1816), la dispensa di Papa Pio VII e l’assenso del Sindaco di Capua, essendo Pietro vedovo d’una sorella di Raffaela.

[2.] Accenno al clamoroso processo in corso – per presunti accordi con un clan camorristico – a carico di alcuni membri dell’amministrazione Antropoli, la stessa che sul finire del proprio mandato (2016) inaugurò l’Elmo, enorme scultura che fa pensare alla testa d’un gigante decapitato e alla quale il nostro P. ha dunque dedicato la lettura d’un brano dal canto I del Morgante di Pulci.


II. Giustizia militare

[6.] Per i fatti di Messina (1848) Ferdinando Palasciano fu condannato a morte, pena poi commutata da Ferdinando II delle Due Sicilie in un anno di carcere. (Sulla vita del dottor Palasciano – a Capua ricordato, fra l’altro, [1] da una lapide nel vestibolo del Palazzo di Giustizia [6] e da un’altra in via San Michele a Corte – vedi Marco Palasciano, Un souvenir di Capua, 2015.)


III. Inquisizione

[3.] Gli spagnoli tentarono di introdurla nel Viceregno di Napoli (1547); il popolo reagí con un’insurrezione. Si rivelarono allora insufficienti le fortificazioni capuane, pur da poco completate; e di lí a qualche anno ebbe inizio la loro ristrutturazione.

[8.] San Roberto Bellarmino (per tre anni Arcivescovo di Capua) partecipò attivamente a vari processi dell’Inquisizione romana, fra cui quello – conclusosi col rogo (1600) – di Giordano Bruno. Di Bruno il nostro P. ha declamato [4] il sonetto Amor, per cui tant’alto il ver discerno.

[1.] Durante il regno di Carlo II di Spagna detto lo Stregato, la cui statua fu eretta in piazza dei Giudici in occasione d’una sua visita al Viceregno di Napoli (1676), si celebrò il piú grande autodafé della storia (1680).


IV. Ingiustizie varie

[1.] Nettuno stuprò Medusa in un tempio di Minerva; per tale dissacrazione Minerva puní Medusa (!) trasformandola in un mostro.

[2.] Il traliccio Telecom, de facto abusivo (la concessione edilizia del 1983 è stata annullata nel 1998), non è stato ancora abbattuto.

[2.] Chiusura dell’Ospedale Palasciano (2007) per aridi motivi.


V. Personificazione della giustizia: vedi Ragione e oscurantismo e le parti III e IV di Virtú, vizi, decadenza e rinascenza.


RAGIONE E OSCURANTISMO

[Fra 7 e 8.] Il nostro P. ha letto (con tagli) il proemio, e parte della prima trattazione, del poema di Parmenide Sulla natura (V sec. a.C.; il primo vero e proprio testo filosofico nella storia del pensiero occidentale), dove Dike spiega al giovane filosofo i príncipi base della ricerca della verità, incitandolo all’uso della ragione.

[3.] Accenno a Nikolaus von Schönberg (per tre lustri Arcivescovo di Capua), una cui lettera (1536) incoraggiò Copernico a pubblicare il De revolutionibus, e al quale di recente il Comune di Capua – su proposta dell’Accademia Palasciania – ha deliberato d’intitolare una piazza. Esattamente in direzione di tale piazza è orientato, partendo da Porta Napoli, il ponte sul fossato.

[8.] Dalla Vita di Galileo di Brecht il nostro P. ha declamato la battuta con cui il personaggio di Bellarmino annuncia, nel 1616, la condanna della teoria copernicana da parte dell’Inquisizione e il conseguente ammonimento a Galileo. (Per la cronaca: al termine della declamazione s’è udita una voce di donna gridare dall’alto, adirata: «All’anema ’e chi t’è muorto».)

Altro sull’Inquisizione: vedi la parte III di Giustizia e ingiustizia.


GUERRA E PACE

[Fra 8 e 9.] Il nostro P. ha declamato un passo dall’egloga IV delle Bucoliche di Virgilio, colma di speranza di pace, composta durante la guerra civile romana, nel pieno del conflitto tra Ottaviano e Marc’Antonio (31 a.C.).

[4.] Distruzione dell’antica Capua (841) a opera dei mercenari saraceni al soldo di Radelchi I, principe di Benevento.

[5.] Trattato di Casa Lanza (1815).

[4.] Conversione dell’ex Chiesa di San Giovanni delle Monache in Sala d’Armi (1830-1843).

[6.] I fatti di Messina (1848).

[4.] Accenno al bombardamento di Capua (1943) a margine della lettura (con tagli) di Bombardamento, da Zang Tumb Tumb (1914) di Marinetti.


VIRTÚ, VIZI, DECADENZA E RINASCENZA

I. Vizi e decadenza


[1.] Sileno, dio della vinificazione e dell’ubriacatura. Il suo ritratto scultoreo è pur esso incastonato nella facciata del Palazzo di Giustizia.

[1.] Narra Àrato di Soli nei suoi Fenomeni (III sec. a.C.) che Dike – delusa dalla decadenza degli uomini, per cui la primeva età dell’oro era ormai solo un ricordo – lasciò la terra per il cielo, tramutandosi nella costellazione della Vergine (che con una mano regge la vicina costellazione della Bilancia).

[7.] Piazzetta Bova, usuale luogo di bivacco alcolico e degrado; recente la vandalizzazione del Monumento al Placito capuano. (Per la cronaca: giusto al momento del nostro arrivo, un passante stava orinando in un angolo.)

[1.] La movida, o “covida” nel senso di potenziale focolaio di Covid-19. (Per la cronaca: [fra 1 e 2] dei ragazzi privi di mascherine, invitati da alcuni dei nostri partecipanti a indossarle*, hanno risposto con un fragoroso applauso denigratorio condito da sghignazzate.)

* In ottemperanza all’Ordinanza Regionale n. 72 del 24 settembre 2020.


II. Personificazione della decadenza

[1.] Carlo II, detto lo Stregato per le sue deformità e malattie fisiche e psichiche. Mai re fu piú perfetto emblema della decadenza, tanto grazie alle sue tare genetiche – frutto dell’endogamia tipica degli Asburgo – quanto al distruttivo spadroneggiare della Chiesa spagnola, al colmo durante il regno stregatesco.


III. Virtú e loro personificazioni

[1.] Socrate è paragonato da Alcibiade – nel Simposio di Platone (IV sec. a.C.) – a una statuetta del dio Sileno contenente un’immagine divina, a significare l’eccellenza delle sue virtú celata dietro un’apparenza grossolana.

[9.] Sulla facciata della Chiesa della Concezione si trovano, entro nicchie, le statue delle personificazioni delle quattro maggiori virtú umane secondo Platone ovvero – per i cristiani – le quattro virtú cardinali: temperanza, fortezza, prudenza e la piú importante delle quattro (essendo caratteristica di Dio), la giustizia, ovvero – per i pagani – la dea Dike.


IV. Rinascenza

[1.] La speranza nel ritorno di Dike e nell’avvento della nuova età dell’oro. A ciò accenna [fra 8 e 9] il suddetto passo di Virgilio.

[3.] Accenno al Progetto Schönberg (vedi post In che consiste il Progetto Schönberg?).

* * *

Cliccare qui per l'elenco di tutte le edizioni di 100 Thousand Poets for Change in Terra di Lavoro. Prossimo, anzi remoto, appuntamento: sabato 2 ottobre 2021.

4 ottobre 2020

Gli scenari dell’aurea passeggiata

Documentazione fotografica dei dieci scenari di Alla ricerca della dea perduta. Passeggiata poetica per Capua, ovvero la X edizione di 100 Thousand Poets for Change in Terra di Lavoro (cliccare qui per leggerne il meraviglioso resoconto completo!). Di séguito è indicato, accanto al numero corrispondente a ciascuna tappa, il punto o i punti di osservazione del relativo scenario da parte dei partecipanti all’evento. Tali punti non corrispondono sempre a quelli da cui, in altro momento, sono state scattate queste foto, opera di Marco Palasciano.

1. Esterno del Palazzo di Giustizia (piazza dei Giudici):

Palazzo di Giustizia, oggi sede del municipio,
ieri anche d’un tribunale e annesse carceri.

Sileno, dio della vinificazione e dell’ubriacatura.

Medusa, stuprata dal dio Nettuno e punita
di ciò (!) con la metamorfosi in mostro.

Statua di Carlo II lo Stregato, il re di Spagna
che fu perfetto emblema della decadenza.

Palazzo della Gran Guardia.

2. Incrocio di via Palasciano e via Corte della Bagliva:

Traliccio Telecom, reso abusivo nel 1998 dal ritiro
della concessione; da allora s’attende sia abbattuto.

Elmo, opera di Arturo Casanova.

Ex Ospedale Palasciano.

3. Porta Napoli ed esterno del Teatro Ricciardi (largo Porta Napoli e ponte sul fossato):

Teatro Ricciardi.

Porta Napoli, nel 1581 sita altrove,
nel 1831 smontata e qui rimontata.

Retro di Porta Napoli e ponte sul fossato.

Sullo sfondo: il bastione in cui è sita
la Villa comunale, di cui è attesa la riapertura.

4. Esterni del Castello delle Pietre, della Sala d’Armi e della Chiesa di Sant’Angelo in Audoaldis (via Andreozzi e piazza San Giovanni):

La torre del Castello delle Pietre,
XI sec.; merli aggiunti nel XIX sec.

La Sala d’Armi, una ex chiesa
convertita in armeria borbonica.

Chiesa di Sant'Angelo in Audoaldis, risalente
a prima della fondazione della Capua attuale.


5. Cortile di Palazzo Lanza (corso Gran Priorato di Malta):

Vestibolo di Palazzo Lanza.

Fontana nel cortile di Palazzo Lanza.

6. Esterno della Chiesa di San Michele a Corte (via omonima):

Via San Michele a Corte, dove nel 1815
nacque Ferdinando Palasciano.

7. Monumento al Placito capuano (piazzetta Bova):

Monumento al Placito capuano e, sullo
sfondo, chiesa di San Salvatore a Corte.

8. Statua di San Roberto Bellarmino (piazza omonima):

Statua di San Roberto Bellarmino e,
sullo sfondo, Seminario Campano.

Statua di San Roberto Bellarmino,
opera di Raffaele D’Anna.

9. Esterno della Chiesa della Concezione (via Roma):

Statua di Dike, dea della giustizia, in una nicchia
sulla facciata della chiesa della Concezione.

10. Fontana di Nettuno e statua originale sotto l’Arco Antignano (via Roma e via Duomo):

Palazzo Antignano, sede del Museo Campano.

Ex Palazzo Palasciano, visto
da una finestra del Museo.

Fontana di Nettuno, con calco del 2014.

Statua di Nettuno originale.

Arco Antignano, con la vetrina della statua.

Via Duomo, col campanile del XI-XII sec.

Nota: la maggior parte di queste foto è stata ritoccata per cancellare i segni del tempo dalle facciate, rimuovere da terra cartacce e cicche, ecc.

18 settembre 2020

Locandina del ventisei settembre

Locandina di Alla ricerca della dea perduta. Passeggiata poetica per Capua, ovvero la X edizione di 100 Thousand Poets for Change in Terra di Lavoro.


L'elenco degli scenari può leggersi anche nel post Alla ricerca della dea perduta.

Chi, in un impeto di mecenatismo alato, desiderasse stampare la locandina e distribuirla in Capua e dintorni, può scaricarne il pdf dal gruppo di Facebook «Accademia Palasciania e amici intorno». Grazie! :)

14 settembre 2020

Alla ricerca della dea perduta

Sabato 26 settembre, nel dopocena, con partenza alle ore 21.30 dal Municipio di Capua (piazza dei Giudici), si terrà Alla ricerca della dea perduta. Passeggiata poetica per Capua, la 10ª edizione locale di 100 Thousand Poets for Change. Partecipazione libera e gratuita, nel rispetto delle norme anti-Covid.

Fin dal 2011, l’anno della sua 1ª edizione, il reading 100 Thousand Poets for Change (Centomila poeti per il cambiamento) si tiene in centinaia di luoghi sparsi per tutto il mondo, ogni ultimo sabato di settembre, unendo i cinque continenti in una sorta di rito globale dedicato alla poesia, alla speranza e all’umana armonia.

La 10ª edizione in Terra di di Lavoro, come sempre a cura dell’Accademia Palasciania, sarà nella forma d’una passeggiata serale per il centro storico di Capua. Durante le dieci soste, Marco Palasciano leggerà ogni volta una diversa poesia, in tema con lo scenario specifico; quindi le altre persone presenti potranno fare altrettanto, declamando o facendo declamare i loro versi e/o quelli dei loro poeti preferiti.

Potete portare tutte le poesie che volete, o anche nessuna. Questi i dieci scenari (le cui foto troverete nel post Gli scenari dell’aurea passeggiata) nei quali collocarle (alcuni di essi si compongono di elementi eterogenei, il che moltiplica le possibilità):

(1) Un tribunale. Volti d’antichi dèi. La statua d’un re. La movida da cui fuggir lontano.
(2) Un ospedale chiuso. La testa d’un gigante. Un’antenna mostruosa che deturpa il paesaggio.
(3) Un ingresso trionfale. Una strada che par condurre a regni di favola. Un teatro.
(4) Un’alta torre. Echi d’armi da guerra. Un’ascosa chiesetta.
(5) Il palazzo nobiliare che fu sede della 1ª edizione (qui poesie a tema libero).
(6) La casa natale d’un medico benefattore dell’umanità. Scienza. Pace. Amore.
(7) La prima testimonianza scritta della lingua italiana. Longobardi, vandali e altri barbari.
(8) La statua d’un santo. Il sentore residuo del fumo dei roghi dell’Inquisizione.
(9) La dea che, delusa dalla decadenza degli uomini, lasciò la terra per il cielo, e dalla quale si recò un filosofo – su un carro guidato da fanciulle solari – a riceverne lumi per ben avviare la ricerca della verità. La speranza in una futura nuova età dell’oro.
(10) Un museo. Divinità marine. Fine d’una peregrinazione o pellegrinaggio e ritorno a casa.

L’evento è in collaborazione con la scuola di teatro e cinema Il Pendolo, con Damusa Aps e con Capua il Luogo della Lingua Festival. Lo stesso giorno alle ore 15.00 si terrà un Open Day gratuito del Pendolo presso Palazzo Fazio (via Seminario 10; info e prenotazioni: 338 992 4524) e alle 18.00 si terrà un reading di Margherita Di Rauso, Meraviglie d’Italia, al Museo Campano (via Roma 68; prenotazione obbligatoria: 333 249 3305), con visita tematica a cura di Damusa Aps e Capua il Luogo della Lingua Festival e buffet a cura della Tenuta San Domenico.

Per ulteriori informazioni su «Alla ricerca della dea perduta» contattare l’Accademia Palasciania al 347 957 5971.

13 settembre 2020

In che consiste il Progetto Schönberg?

Il Progetto Schönberg – avviato dall’Accademia Palasciania con l’evento del 12 settembre 2020, Capua città “copernicana” – è teso a fare leva sulla figura di Nikolaus von Schönberg per «riappropriarci della saggezza degli umanisti del Cinquecento» (Toulmin, Cosmopolis, 1990) riproponendo nell’attualità, a livello locale e non solo, aspetti della cultura rinascimentale quali
la non belligeranza tra fede e ragione, laddove la fede non degeneri in fideismo;

l’unità di cultura umanistica e cultura scientifica, laddove la scienza non degeneri in scientismo;

il recupero, in àmbito filosofico, della metafisica, a onta d’ogni materialismo (per esempio non escludendo a priori l’esistenza di un’anima immortale e di una dimensione “iperurania”), nel contempo evitando di sconfinare nella fede (che il filosofo deve rispettare negli altri, se pura, ma in sé stesso reprimere);

— e ancóra – in opposizione al nichilismo postmoderno – la promozione di valori assoluti (desunti dalla metafisica e compatibili con la scienza) quali l’armonia universale, sola base d’autentica giustizia, in uno con l’amore in tutte le sue forme;

— nonché «L’antico principio secondo il quale l’acquisizione del sapere è inscindibile dalla formazione dello spirito», un principio che per Lyotard (La condizione postmoderna, 1979) sarebbe destinato (col prevalere di scuole-azienda, tv-spazzatura e altri disgustosi frutti della logica di mercato) a cadere «sempre piú in disuso»: ma noi vogliamo che rimanga per sempre in uso, invece, e lotteremo fino alla morte per la “rinascita del Rinascimento”.
Il Progetto Schönberg, insomma, non è altro che un ribadire quanto già viene espresso dai Festival-laboratori palascianiani di scienza, filosofia, poesia, gioco e umana armonia, con la sola differenza pratica del coinvolgimento attivo di altre associazioni ed enti vari, che nell’àmbito del Progetto e in linea con i suoi princípi organizzeranno eventi propri, di comune accordo, anziché esser solo l’Accademia Palasciania a organizzarne.

6 settembre 2020

Locandina del dodici settembre

Manifesto/locandina/volantino della lezione-spettacolo Capua città “copernicana”. L’Arcivescovo Schönberg e la nascita della scienza moderna, a cura della nostra Accademia in collaborazione con altri ventisette enti nonché col Comune di Capua.