6 dicembre 2014

Nel Pleistocene con Lucrezia Borgia

Lucrezia Borgia nell'
interpretazone di Isolda
Dychauk, I Borgia, 2011.
Giovedì 4 dicembre si è tenuto in Capua, nella sala parrocchiale della chiesa di San Giuseppe, l'incontro n. 8 del Laboratorio teatrale San Giuseppe, per la durata di circa due ore, con la partecipazione di 12 apprendisti attori guidati dagli istruttori Marco Palasciano e Lorella Spitaletta.

Prossimo appuntamento giovedì 11 dicembre alle ore 20.30 presso la sede suddetta, sita in Capua al termine di via Fuori Porta Roma. — Ricordiamo che il laboratorio è completamente gratuito. — Per ulteriori informazioni vedi qui.

L'incontro n. 8 è consistito principalmente nella messinscena improvvisata della tragicommedia L'amuleto cronodeporico, il cui canovaccio è stato composto da Marco Palasciano fondendo insieme tutti gli elementi emersi dal sondaggio tenuto durante l'incontro n. 7 (vedi qui). Di séguito l'elenco dei personaggi e rispettivi interpreti dell'Amuleto, seguìto dal riassunto delle sue undici scene:

Dal film di Stanley Kubrick 2001: Odissea nello spazio, 1968.
DICK DUCK, detective (Riccardo)
MISS FISH, la sua segretaria (Marilena)
DOC DECK, vecchio tuttologo (Michele)
PALLINO PINK, professore di storia rinascimentale (Roberto)
PETUNIA, sua moglie, scorbutica bigotta (Giuliana)
PEPPA, loro figlia, liceale, aspirante hippy (Gaetana)
PIPPI, sua compagna di liceo (Ida)
LUCREZIA BORGIA (Anna)
La sua NUTRICE (Nadia)
Il raffinato demone PARAUSTIEL (Alessandro D.)
UOMINI SCIMMIA (Alessandro S., Andrea, Ida, Alessandro D.)
Prologo
Siamo a San Francisco, California, nel 1966. Il malinconico detective Dick Duck narra: vive nel ricordo della donna che amava, nonché sua segretaria, miss Fish, morta il 30 settembre 1955. Lei uscì a fine lavoro e fu investita. Se fosse uscita solo un minuto dopo! Lui non aveva ancora avuto occasione di confessarle che la amava. Anche miss Fish lo amava, e Dick lo sapeva: lei gli lanciava segnali che lui, orso, fingeva di non cogliere. Da allora lui non ha amato piú nessuno, né ha piú voluto una segretaria.

I. Casa Pink, a tavola, 5 giugno 1966, ora di cena
Petunia cucina malissimo, talché Peppa si lagna che li voglia avvelenare come usava Lucrezia Borgia. Pallino obietta che gli avvelenamenti erano solo dicerie, e che Lucrezia (il suo personaggio storico preferito) era una dolcissima principessa. La moglie domanda di quale re fosse figlia; ignorava che suo padre fosse un papa, Alessandro VI; e ne cava il pretesto per accusare il marito di parlar male della Chiesa. — Peppa non ne può piú dei due litigiosi genitori, e sbotta, dichiarando di essere lesbica. La madre ha una crisi di rabbia furiosa.

A tavola, da sinistra: Peppa, Pallino, Petunia.

II. Casa Pink, in bagno, 6 giugno, alba
Pallino, da poco svegliatosi da un incubo, dice fra sé, allo specchio, che a mettergli ansia sono la sua famiglia disastrata, la sua scadente carriera di docente ecc.; venderebbe l’anima al diavolo per poter lasciare moglie, figlia, tempi moderni e tutto, e stare con Lucrezia Borgia. — Siccome sono le 6 e 6 del 6/6/’66, per le parole di Pallino appare il demone Paraustiel. Il patto è presto stipulato. Paraustiel consegna a Pallino un oggetto dalla meccanica sette-ottocentesca un po' steampunk, un amuleto cronodeporico (cioè che consente di viaggiare nel tempo), e gli insegna la formula per attivarlo, da recitare pensando all’epoca desiderata.

Alla fermata dell'autobus.
III. Una fermata dell’autobus, mattino
In attesa del bus che ha da portarle al liceo, Peppa confida all’amica Pippi di volersene andar da casa: è stufa dei suoi, della città, di tutta la cività occidentale; vorrebbe andarsene in comunità hippy, anzi in India, nell’Africa nera ecc.; l'ideale sarebbe vivere tra gli uomini scimmia del Pleistocene, se fosse possibile. — Visto che il bus tarda, Peppa si decide e se ne va, tornandosene a casa, ma solo per fare i bagagli e lasciare quel luogo per sempre.

IV. Ferrara, castello estense, 3 febbraio 1502
Lucrezia Borgia sta dialogando con la nutrice intorno alle proprie ansie, quando all'improvviso appare Pallino (qui la nutrice sviene) e dichiara di volerla portare con sé nel meraviglioso 1966. Lucrezia, che le tendenze incestuose del padre hanno resa sensibile al fascino degli uomini maturi, lo seguirà con piacere, alla faccia di Alfonso d'Este suo sposino. Pallino le mette amorosamente al collo l’amuleto cronodeporico.

La nutrice sviene all'apparire di Pallino,
che quindi si rivolge a Lucrezia Borgia.

V. Casa Pink, camera di Peppa, di nuovo il 6 giugno 1966
Peppa è intenta a fare i bagagli, quando sente arrivare il padre e si nasconde. (La madre è in chiesa.) Pallino fa entrare Lucrezia nella stanza della figlia a scegliersi abiti moderni e va nell'altra stanza a fare i bagagli, desiderando mollar la famiglia e andarsene con Lucrezia. — Quando quest’ultima vede Peppa, tra le due nasce la passione. Decidono di fuggire nel Pleistocene con l'amuleto, ma Pallino le becca appena in tempo per aggrapparsi a loro e con loro svanire dal presente.

Peppa si nasconde sentendo arrivare qualcuno.

VI. Ufficio di Dick Duck, 7 giugno
Petunia si rivolge al detective perché indaghi sulla scomparsa di marito e figlia, avvenuta ventiquattr'ore prima. Dice tra l'altro che quel mattino, mentre era in chiesa, le era venuta una strana ansia, forse una premonizione. — Ora, ha qualche indizio? sì: una bustina in cui ha raccolto della strana polvere sulfurea trovata sul pavimento nella stanza di Peppa.

VII. Casa di Doc Deck, poco dopo
Dick si reca insieme con Petunia da Doc Deck, che riconosciuta dagli indizi l'opera di Paraustiel lo evoca con un incantesimo, malgrado le proteste scandalizzate della bigotta, usando la polvere da lei raccolta e una bottiglietta acchiappadèmoni, in cui lo imprigiona, così costringendolo prima a svelare dove siano finiti Pallino e Peppa e poi, in cambio della libertà, a mandare nel Pleistocene Dick, nonché Petunia che insiste per seguirlo.

Petunia e Dick Duck vanno da Doc Deck.

Doc Deck evoca il demone Paraustiel.

VIII. Africa orientale, Pleistocene
Pallino e Peppa si prendono a mazzate per contendersi Lucrezia Borgia, che assiste annoiata insieme con degli uomini scimmia (Homo abilis) che invece si divertono assai, e li scimmiottano... ed è proprio in questa occasione che apprendono l'uso della violenza! — A un tratto, appaiono Dick e Petunia; Lucrezia spiega loro la situazione, quindi Petunia inferocita si butta nella mischia prendendo a mazzate marito e figlia. — Dick spara un colpo di pistola in aria (gli uomini scimmia scappano spaventati) imponendo una tregua, quindi dichiara che ora riporterà con l’amuleto i Pink nel 1966, dopo una sosta nel 1502 per lasciare Lucrezia al castello estense, dove lei anela a ritornare giacché infine non sono di suo gusto né Pallino, né Peppa, né la preistoria, né la storia futura.

Uomini scimmia del Pleistocene.

IX. Casa di Doc Deck, di nuovo il 7 giugno 1966
Doc dice a Dick che bisogna distruggere l’amuleto cronodeporico, per evitare che accadano altri pasticci. Dick, prima di farlo, vuole andare nel passato e salvare la sua amata miss Fish, impedendole di uscire in quel momento e di essere investita. Doc gli concede di andare a cambiare la storia, avvisandolo che si ritroverà nel proprio corpo del 1955 con la memoria del 1966.

X. Ufficio di Dick Duck, 30 settembre 1955, orario di chiusura
Miss Fish saluta il Dick del 1955, che resta alla scrivania a finir di acconciare delle carte, e fa per uscire dalla porta. Dick ha una scossa: in questo istante è entrata in lui la coscienza del sé stesso del 1966. Si alza, richiama indietro miss Fish e afferma di avere qualcosa di importante da dirle. Le prende la mano fra le sue, e...

Miss Fish sta per andarsene, ma...

Alla fine dell'incontro si è tenuto un nuovo sondaggio. Questi i nuovi elementi (cui vanno aggiunti qualche diavolo, un gran sapiente e una persona bigotta, figure già presenti nell'Amuleto):
— una metropolitana;
— un labirinto;
— un guerriero, o simile, in cerca di nuove avventure;
— un personaggio triste, che tenta più volte il suicidio ma fallisce sempre;
— un personaggio-tormentone ricco di esternazioni fuori luogo;
— qualcuno che si rende ridicolo con insensati annunci apocalittici;
— qualcuno con turbe psichiche;
— qualcuno con manie di potere, tipo ambizione di conquistare il mondo;
— un gentiluomo pervertito che finge di aiutare il prossimo, ma infine si scopre essere il più malvagio di tutti;
— una strega cattiva, con tanto di pentolone in cui versare orridi ingredienti;
— una situazione in cui ci si scambia qualche importante informazione senza parlare;
— situazioni realistiche che all'improvviso si trasformano in situazioni horror;
— cannibalismo.

5 dicembre 2014

Gli omosessuali casertani al papa

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la nuova lettera aperta dell'associazione Occam a papa Francesco, scritta in occasione del primo anniversario del sit-in da cui è partita la rinascita dell'associazionismo lgbt casertano. Una lettera che probabilmente, ovemai la leggessero, non piacerà né al vescovo di Aversa, monsignor Spinillo, né al vescovo di Caserta, monsignor D'Alise, qui severamente criticati per l'appoggio dato ad Allenza Cattolica, a Giuristi per la Vita e a quant'altri “crociati” anti-omosessualità sogliono nominare Dio invano.


LETTERA APERTA 
DELL’ASSOCIAZIONE OCCAM
A PAPA FRANCESCO

Caserta, 15 novembre 2014
Santo Padre,
la Sua visita pastorale del 26 luglio scorso alla città di Caserta è stata l’occasione, altamente simbolica, per vari slanci di speranza, portando fra l’altro alla nascita della nostra associazione; il cui scopo è costituirsi come voce interna al mondo cattolico, operando in particolare nel territorio della provincia di Caserta, per trattare di amore omosessuale.

La sigla «Occam» rappresenta sia l’acronimo di «Omosessuali Cattolici Casertani e AMici» sia un omaggio al filosofo e frate francescano Guglielmo di Occam, celebre per il principio metodologico noto come rasoio di Occam – alla base del pensiero scientifico moderno – e perciò figura emblematica dell’armonia ideale tra fede e scienza. Armonia da noi auspicata, oggi, soprattutto in merito alla questione toccata nella parte conclusiva di questa nostra lettera a Sua Santità.

Andando per ordine: oggi è il 15 novembre, ed è stato esattamente un anno fa che nella Biblioteca del Seminario diocesano di Caserta si è tenuto un convegno intitolato La trappola delle leggi anti-omofobia, organizzato da Alleanza Cattolica e Giuristi per la Vita; fra l’altro con l’attiva partecipazione del Vicario Generale della Diocesi di Caserta, Monsignor Antonio Pasquariello; e del Vescovo di Aversa, Sua Eccellenza Monsignor Angelo Spinillo. Per inciso, fra gli invitati vi erano diversi soggetti politici di estrema destra, e nessuna associazione per i diritti lgbt; in compenso l’evento vantava la collaborazione dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose e dell’Oasi Mariana Betania.

Già in un comunicato stampa qualcuno degli organizzatori gettava, come suol dirsi, fango sulle lotte per i diritti lgbt, dipingendole come un (testuali parole) «attacco che le lobby omosessualista e pedofila stanno lanciando a livello internazionale» (www.caserta24ore.it/09112013/caserta-alleanza-cattolica-contro-il-ddl-scalfalotto, sic). Parole che sembrano volere insinuare che per sua natura l’omosessualità vada a braccetto con la pedofilia, tristissimo cliché della retorica omofobica, e – come non bastasse – che sia in atto una sorta di guerra contro non è ben chiaro chi: la famiglia, o forse l’intera civiltà, se non lo stesso buon Dio.

Toni non molto dissimili da questi si prevedevano per il convegno La trappola delle leggi anti-omofobia, il cui sottotitolo era lo sdegnoso interrogativo Verso la promozione dell’omosessualità, dei matrimoni e adozioni omosessuali?. E infatti, partendo dal criticare il disegno di legge Scalfarotto a tutela dalle discriminazioni motivate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere – tuttora in discussione nel Parlamento italiano – taluni convegnisti finirono, per salti concettuali, con l’esprimere il loro disprezzo nei confronti dell’affettività omosessuale in sé, contro la cui legittimità esistenziale e sociale produssero argomenti basati unicamente sul pregiudizio, culminanti nell’assunto – tanto scientificamente falso quanto lesivo della dignità umana – che l’omosessualità sia una malattia e che le persone omosessuali debbano essere sottoposte alle cosiddette «terapie riparative» (la cui variopinta gamma è compresa tra la terapia dell’avversione e l’esorcismo) per trasformarsi in eterosessuali.

Esaltavano quindi tali terapie, mostrandosi volenterosi di trapiantarle in Caserta, ignari – o noncuranti – tanto delle condanne espresse verso di esse da parte dell’American Psychiatric Association, dell’American Psychological Association, dell’American Counseling Association, del Royal College of Psychiatrists, dell’Australian Psychological Society, dell’Associazione Italiana di Psicologia ecc. quanto della clamorosa sconfessione, infine, da parte degli stessi fondatori e dirigenti di organizzazioni quali Exodus International (chiusa nel 2013), Love In Action, Courage UK ecc.: «As former “ex-gay” leaders, having witnessed the incredible harm done to those who attempted to change their sexual orientation or gender identity, we join together in calling for a ban on conversion therapy» (lettera aperta di Brad Allen, Darlene Bogle, Michael Bussee, Catherine Chapman, Jeremy Marks, Bill Prickett, Tim Rymel, Yvette Cantu Schneider e John J. Smid, 31 luglio 2014).

Agli spettatori sprovvisti di invito era stato proibito di prendere la parola, perciò non vi poté essere contraddittorio; e tutte le affermazioni dei convegnisti a discredito dell’amore omosessuale dovettero restare, in quella sede, senza risposta. Ma intanto, già al preannuncio del convegno era sorto un comitato spontaneo di cittadini indignati denominato «Caserta contro l’omofobia e la transfobia», che in concomitanza con l’evento di Alleanza Cattolica e Giuristi per la Vita tenne un sit-in di pacifica protesta all’esterno del Seminario diocesano. A partire da quel comitato si sono sviluppate, nei mesi successivi, prima l’associazione lgbt casertana Rain e poi – da una costola di essa – l’associazione Occam, mirante specificamente al dialogo con la Chiesa.

Dicevamo, poc’anzi, dell’appoggio dato al convegno del 15 novembre 2013 dai vescovi di Caserta e di Aversa, l’uno mettendo a disposizione gli spazi del Seminario diocesano e l’altro partecipando in prima persona. Al livello di queste due Diocesi, perciò, di fatto la Chiesa si è pubblicamente schierata nel campo di chi sostiene la patologicità dell’amore omosessuale.

Riteniamo umilmente che una tale presa di posizione, consapevole o inconsapevole che sia, vada a detrimento della Chiesa stessa prima ancora che degli omosessuali cattolici appartenenti alle Diocesi in questione. Si consideri intanto che, fra essi, i soggetti piú vulnerabili – per età o altro – possono vivere il diffuso pregiudizio come una sommessa ma continua istigazione al suicidio o, quantomeno, alla non vita.

Il punto cui questa lettera aveva da giungere – ed eccoci giunti – è l’evidenziazione, all’interno del mondo cattolico, di una situazione gravemente contraddittoria che è fonte diretta o indiretta di sofferenza per non poche famiglie e singoli individui, spesso giovanissimi, e che non riguarda certo la sola Diocesi casertana o l’aversana, né le sole terre della Campania.

Da un lato, infatti, l’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici – in linea con le acquisizioni ormai consolidate della scienza – attesta che l’omosessualità non è una malattia; dall’altro un grande numero di enti anch’essi di dichiarata ispirazione cattolica rifiuta il dato scientifico, chiamando a testimonio Cristo stesso (e con ciò rasentando, di fatto, la blasfemia) nella propaganda dell’idea che l’omosessualità sia una malattia e, in quanto tale, che sia da curare, tramite pratiche insensate le quali spesso consistono in autentiche forme di tortura psicologica – se non anche materiale – il cui unico effetto concreto è di provocare danni, in quale che sia modo e misura, alle persone sottoposte a tali trattamenti.

Perciò La preghiamo umilmente, Santo Padre, di porre fine alla confusione che il suddescritto conflitto epistemologico genera nei fedeli. La preghiamo di dichiarare pubblicamente quale delle due posizioni, in definitiva, Sua Santità avalla: se quella dell’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici, o quella contraria. Allorché una Sua attestazione ufficiale in merito sarà pronunciata, noi Le saremo grati qualunque essa sia.

Infatti in quel momento, in ogni caso, la vana illusione di qualcuno avrà fine: perché – in automatico – o dovrà tacere per sempre, in obbedienza alla parola papale, quella parte del mondo cattolico la quale attualmente persiste nel dire che l’omosessualità sia una malattia; o la scienza dovrà rassegnarsi all’incomunicabilità delle Weltanschauungen, e con essa noi Occam o almeno quanti di noi sono cattolici, insieme con tutti quegli altri cattolici – omosessuali o meno – che credono che l’amore omosessuale sia semplicemente amore.

La preghiamo soltanto, Santo Padre, di non restare Lei in silenzio, di fronte a una questione drammatica come quella delle cosiddette «terapie riparative», la quale non può piú essere lasciata all’arbitrio di quanti – a tutt’oggi – pretendono di parlare nel nome di Dio al posto del Papa.

Con il piú profondo rispetto,
l’associazione Occam
(Omosessuali cattolici casertani e amici)

1 dicembre 2014

Due squadre in gara intorno a un canovaccio

Giovedì 27 novembre si è tenuto in Capua, nella sala parrocchiale della chiesa di San Giuseppe, l'incontro n. 7 del Laboratorio teatrale San Giuseppe, per la durata di circa due ore e un quarto, con la partecipazione di 8 apprendisti attori guidati dagli istruttori Marco Palasciano (ideatore di tutti gli esercizi della serata) e Lorella Spitaletta.

Prossimo appuntamento giovedì 4 dicembre alle ore 20.30 presso la sede suddetta, sita in Capua al termine di via Fuori Porta Roma. — Ricordiamo che il laboratorio è completamente gratuito. Per ulteriori informazioni vedi qui.

L'incontro n. 7 si è articolato come segue: (I) accoglienza e sondaggio; (II) esercizio di recitazione verbale e mimica: Una lettera sconvolgente; (III) esercizio di espressione corporea, propedeutico alla successiva gara di messinscene; (IV) gara di messinscene improvvisate su un canovaccio liberamente ispirato a L'uomo della sabbia di E.T.A. Hoffmann. Di séguito le attività in dettaglio:


I. Accoglienza e sondaggio
Nel solito giro di domande «Come stai?» e «Qual è la cosa più bella che ti è capitata nei giorni scorsi?», si è inserita quest'altra: «Per l'improvvisazione teatrale di giovedì prossimo, che tipo di storia vorresti? quale situazione, quali personaggi...?». — Il drammaturgo provvederà poi, nei prossimi giorni, a fondere insieme equilibristicamente in un unico canovaccio tutti gli elementi suggeriti:
— una fermata dell’autobus;
— una famiglia incasinata, con adultèri e problemi generazionali;
— una persona molto arrabbiata;
— un crescendo di ansia, nell’attesa di un evento sgomentevole, non si sa quale;
— gli anni ’60;
— un malinconico detective da noir anni ’50;
— un po’ di steampunk, con un personaggio elegantissimo e furtivo;
— dèmoni;
— prendersi a mazzate nel Pleistocene per disputarsi l'amore di Lucrezia Borgia.
Una lettera sconvolgente.
II. Una lettera sconvolgente
I nomi di tutti sono scritti su foglietti rimescolati; gli attori sono quindi scelti a caso. — La lettera di cui qui si parla è in realtà un foglio bianco, su cui ciascuno immagina sia scritto ogni volta qualcosa di diverso. — Una persona (A) ha ricevuto una lettera che la informa o di un disastro, per es. l'incendio di una sua proprietà, o di qualcosa di meraviglioso, per es. può trattarsi di una dichiarazione d'amore; l'attore, seduto, deve qui parlare, fingendo di leggere e commentando la lettura; intanto un'altra persona (B), in piedi alle spalle della prima, è colei di cui il finale della lettera svelerà la responsabilità del fatto narrato; l'attore, rivolgendosi al pubblico, con la sola mimica – esagerata quanto si vuole – esprime le proprie reazioni all'altrui lettura; quando la lettura giunge alla fine, A si volge a B, che sa ormai essere il disastratore, l'innamorato ecc., e, alzandosi, corre ad abbracciarlo o a schiattarlo di mazzate, previo eventuale inseguimento. — Dopodiché si ricomincia daccapo, con B nella parte del lettore della lettera e C nella parte del mimo; e così via, fino a Z lettore ed A mimo.

Deambulatio.

III. Espressione corporea
Tutti insieme si fa deambulatio, e via via si interpretano mimicamente i seguenti personaggi: (1) domestici, (2) giovani innamorati che palpitano d’amore mirando l’amato/a alla finestra, (3) automi antropomorfi sette-ottocenteschi, (4) scienziati tranquilli e gentili, (5) scienziati pazzi e crudeli. — Si formano quindi delle squadre tramite il gioco del prendersi a braccetto prima a due, poi a tre (rubando una elemento a un'altra coppia), poi a quattro...

IV. Gara di messinscene
Le due squadre così formate hanno avuto qualche minuto di tempo per preparare le rispettive versioni della scena da improvvisare, che hanno quindi realizzato. Gli istruttori hanno corretto gli errori scenici, e infine le messinscene sono state ripetute. — Canovaccio: vedi l'ultimo capitolo del resoconto (vedi qui) della puntata n. 1 di Arca Arcanorum (2013), Illusionismi e specula veritatis.

Nataniele corteggia ignaro l'automa Olimpia. Alle sue
spalle, Spallanzani e Coppelius commentano divertiti.

28 novembre 2014

Caserta: Sentinelle contro tutti

Oggi, 28 novembre 2014, è il 123° anniversario della morte di Ferdinando Palasciano, nostro eroe e di Capua tutta, nonché dei crocerossini di tutto il mondo; ma d'altro urge trattare.

Premesso che la nostra Accademia, naturalmente, disapprova le Sentinelle in piedi (il nostro Presidente già qualche mese fa stigmatizzava «il loro invocare il diritto di parola per pretendere di potere dire parole disumane»), per dovere di cronaca abbiamo da informarvi che domani, sabato 29 novembre, alle ore 19.00 esse si troveranno a Caserta, in via Mazzini, a manifestare nel modo loro solito, che tanto attrista le Muse. Tuttavia, a contraltare, si terranno nelle immediate vicinanze ben due manifestazioni a favore dei diritti lgbt. Fin dalle ore 16.00 l'associazione Rain sarà presente in piazza Dante con un gazebo informativo; inoltre alle ore 18.30 avrà inizio, in faccia alle Sentinelle, una «antimanifestazione» organizzata dal Collettivo studentesco casertano e da ulteriori realtà locali; il tutto si concluderà intorno alle ore 21.00. Saranno intanto presenti al fianco di Rain, ospiti del suo gazebo, i ragazzi dell'associazione Occam (da cui abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo, a illustrazione del presente post, un bellissimo volantino) nonché una delegazione dell'Accademia Palasciania; che non può disertare, naturalmente, tanto gloriosa guerra epistemica (di cui già presenziammo alla prima battaglia, quella del 15 novembre 2013).

21 novembre 2014

Una puntata povera ma bella

Giovedì 20 novembre si è tenuto in Capua, nel Palascianeum (essendo momentaneamente inagibile la sede abituale), l'incontro n. 6 del Laboratorio teatrale San Giuseppe, con la partecipazione di 5 apprendisti attori più i due soliti istruttori.

Prossimo appuntamento giovedì 27 novembre alle ore 20.00 presso la sala parrocchiale della chiesa di San Giuseppe, sita in Capua al termine di via Fuori Porta Roma. — Ricordiamo che il laboratorio è completamente gratuito. — Per ulteriori informazioni vedi qui.

L'incontro n. 6 si è svolto in maniera aprogrammatica poiché, vista l'affluenza eccezionalmente scarsa, si è deciso di rimandare il ricco programma odierno all'incontro n. 7. Quanto a esercizi, dunque, ci si è al momento ripiegati su una serie di improvvisazioni a tema libero: (I) litigata in crescendo tra due stressati, a partire da un piccolo malinteso, per finire con un'apocalisse; (II) dibattito socio-antropologico fra tre adolescenti maschi sulla fenomenologia del tanga femminile; (III) un bibliomane fa visita alla biblioteca di un altro bibliomane, sbavando di fronte ai volumi più rari; (IV) reazioni diverse all'apparizione di un insetto: chi fugge fobico, chi disquisisce con scientifica pedanteria sulle caratteristiche della specie, chi lo cattura per liberarlo fuor della finestra; (V) crapuloni a un buffet.

14 novembre 2014

Mostri di bosco e d'urbe vittoriana

Giovedì 13 novembre si è tenuto in Capua, nella sala parrocchiale della chiesa di San Giuseppe, l'incontro n. 5 del Laboratorio teatrale San Giuseppe, per la durata di circa due ore, con la partecipazione di 13 apprendisti attori (di cui 1 nuovo) guidati dagli istruttori Lorella Spitaletta (che ha gestito un esercizio di espressione corporea e musicale, ispirato all'elemento terra) e Marco Palasciano (che ha gestito il resto).

Prossimo appuntamento giovedì 20 novembre alle ore 20.00 novembre ma, attenzione, per motivi tecnici non sarà possibile presso la sede suddetta, bensì in sede da definire; per conoscerne l'ubicazione telefonare, il giorno stesso, al 3479575971. — Ricordiamo che il laboratorio è completamente gratuito. — Per ulteriori informazioni vedi qui.

L'incontro n. 5 si è articolato come segue: (I) accoglienza; (II) esercizio di recitazione lampo, sul tema mostro/vittima/salvatore; (III) esercizio di espressione corporea e musicale; (IV) improvvisazioni su Londra 1889: Sherlock Holmes contro il professor Coppelius. Di séguito le attività in dettaglio:

La vittima di turno si accorge del mostro alle sue spalle.

I. Accoglienza
Si è fatto un giro di domande: «Come stai?», «Cosa ti è capitato di bello nei giorni scorsi?», «Cosa ti interessa del teatro, in particolare?».

Vittima di turno confortata dal suo salvatore.
II. Mostro, vittima, salvatore
I nomi di tutti sono scritti su foglietti rimescolati; gli attori sono quindi scelti a caso. — Una persona (A) medita, o compone poesie, ecc., solitaria in un bosco, parco ecc.; un mostro (B) sbuca da sottoterra e l'aggredisce; l'aggredito legge un nome su un foglietto che aveva in tasca, e chiama in soccorso la persona corrispondente; quest'ultima (C) accorre e abbraccia e conforta la vittima, mentre il mostro scompare. — La scena si ripete; ma stavolta B è la vittima, C il mostro, D il salvatore. Poi C è la vittima, D il mostro, E il salvatore. E così via, fino al ritorno di A (prima come salvatore di Y dal mostro Z e poi come mostro che aggredisce Z) e di B (come salvatore di Z). — In tal modo ciascuno dei partecipanti si troverà, infine, ad aver interpretato tutti e tre i ruoli: vittima, mostro, salvatore.

III. Espressione corporea e musicale
Come agli incontri nn. 2-4.

Mrs Hudson annuncia la visita di uno strano individuo.

IV. Improvvisazioni su Londra 1889
Per costruire le scene si è usato il medesimo metodo della storica puntata n. 3 di Arca Arcanorum sopra linkata. — Scene realizzate: (I) Holmes e Watson ricevono la visita del folle Lord Hicks; (II) Holmes e Watson interrogano le prostitute Nelly la Fresca e Molly; sopraggiunge il monello Slim, in allarme, informandoli di un nuovo avvistamento del mostro del Tamigi; (III) la regina Vittoria, mentre prende il tè con la sua dama di compagnia Lady Olimpia, riceve Holmes e Watson, da lei convocati per ragionare sugli indizi della presenza a Londra del diabolico professor Coppelius; Holmes infine sospetta che uno dei presenti, non escluso sé stesso, possa essere non una persona ma un robot.

Lo strano individuo: Lord Hicks, ex mecenate di Coppelius.

10 novembre 2014

Palasciano a Succivo con Leopardi

Giovedì 13 novembre, ore 16.00, Casa delle Arti (Succivo, Corso Sicilia 31): O sorbirsi «La ginestra» o saltar dalla finestra, recital di Marco Palasciano su testi di Giacomo Leopardi. Ingresso libero.

7 novembre 2014

Lasciate ögni stress nel portaombrelli

Giovedì 6 novembre si è tenuto in Capua, nella sala parrocchiale della chiesa di San Giuseppe, l'incontro n. 4 del Laboratorio teatrale San Giuseppe, per la durata di circa due ore, con la partecipazione di 16 apprendisti attori (di cui 2 nuovi) guidati dagli istruttori Lorella Spitaletta (che ha gestito un esercizio di espressione corporea e musicale, ispirato all'elemento fuoco) e Marco Palasciano (che ha gestito il resto).

Prossimo appuntamento giovedì 13 novembre alle ore 20.00 presso la sede suddetta, sita in Capua al termine di via Fuori Porta Roma. — Ricordiamo che il laboratorio è completamente gratuito. — Per ulteriori informazioni vedi qui.

L'incontro n. 3 si è articolato come segue: (I) accoglienza; (II) esercizio di recitazione lampo, sul tema del litigio; (III) esercizio di espressione corporea e musicale; (IV) improvvisazioni sull'Amleto di William Shakespeare. Di séguito le attività in dettaglio:

Improvvisazione del 6 novembre 2014 su Shakespeare, Amleto, atto II, scena II.
Ai lati di re e regina sono Rosencrantz e Guildenstern; sulla destra è Polonio.

I. Accoglienza
Una breve introduzione ci ha ricordato che, quando siamo qui, occorre che «lasciamo fuori della porta del laboratorio le contingenze quotidiane» per concentrarci «solo su noi stessi. Lasciando fuori però anche qualche parte di noi, come i nostri sensi di colpa e le tristezze; li riprenderemo all’uscita, come degli ombrelli lasciati nel portaombrelli». — Si è poi fatto un giro di presentazioni, con le stesse domande della volta scorsa, ma sovrapposto al classico gioco delle sedie. — L'istruttore ha poi trattato dell'importanza di una corretta respirazione (fra l'altro necessaria ad ossigenare il cervello abbastanza da non far prevalere il bestiale sull'empatico), mostrando come colmare in successione le tre zone polmonari (bassa, media, alta), e del rilassamento muscolare (in particolare quello ottenibile col tendere ulteriormente le parti tese e poi mollando la tensione). In modo analogo si può tendere non la carne ma la psiche, per poi rilassarla, come mostrerà l'esercizio seguente.

II. Litigio
Tutti formano coppie. — Fase 1: a turno, ciascuna coppia inscena l'azione qui di séguito detta: un elemento di ciascuna coppia accusa paranoicamente di colpe inesistenti l'altro, che protesta timidamente la propria innocenza. — Fase 2: come sopra, ma stavolta l'accusato protesta veementemente. — Fase 3, dove stavolta tutte le coppie entrano in azione contemporaneamente: dallo scontro verbale si passa a quello fisico, stilizzato nello spintonarsi l'un l'altro, a far crescere sempre più la reciproca irritazione. — Infine l'istruttore dà lo stop e i due elementi di ciascuna coppia si abbracciano tra loro, chiedendosi reciprocamente scusa e facendo la pace.

III. Espressione corporea e musicale
Come agli incontri n. 2 e n. 3.

IV. Improvvisazioni sull'Amleto
Scene realizzate: (IV) visita silenziosa di Amleto, stravolto, a Ofelia che cuce; (V) Polonio espone la sua teoria sulla pazzia del principe a re e regina, che quindi incaricano Rosencrantz e Guildenstern di raccogliere informazioni; (VI) dialogo di Amleto e Polonio.

1 novembre 2014

Al terzo incontro già si inscena Shakespeare!

Giovedì 30 ottobre si è tenuto in Capua, nella sala parrocchiale della chiesa di San Giuseppe, l'incontro n. 3 del Laboratorio teatrale San Giuseppe, per la durata di circa due ore, con la partecipazione di 16 apprendisti attori (4 nuovi + 12 già presenti all'incontro n. 1 e/o al n. 2) guidati dagli istruttori Lorella Spitaletta (che ha gestito un esercizio di espressione corporea e musicale, ispirato all'elemento aria) e Marco Palasciano (che ha gestito il resto).

Temperamenti, umori ed elementi.
Prossimo appuntamento giovedì 6 novembre alle ore 20.00 presso la sede suddetta, sita in Capua al termine di via Fuori Porta Roma. — Ricordiamo che il laboratorio è completamente gratuito e aperto a tutti; che si terrà, salvo variazioni, ogni giovedì sera; e che sarà possibile inserirsi in qualsiasi momento del percorso. —  Per ulteriori informazioni contattare il 3479575971 o la pagina facebook del laboratorio (c'è anche un gruppo, riservato a chi abbia già partecipato ad almeno un incontro).

L'incontro n. 3 si è articolato come segue: (I) accoglienza; (II) esercizio di recitazione lampo, sui quattro temperamenti; (III) esercizio di espressione corporea e musicale; (IV) improvvisazioni sull'Amleto di William Shakespeare. Di séguito le attività in dettaglio:

Un momento della fase di accoglienza.

I. Accoglienza
Un giro di presentazioni (per metter tutti a loro agio, soprattutto i nuovi arrivi): ciascuno si alza, dice il proprio nome, dice come si sente stasera; inoltre eventualmente narra, in breve, della più bella cosa che gli sia capitata nell'arco dei sette giorni precedenti; infine sceglie la persona che dovrà presentarsi sùbito dopo, e torna a sedersi. — Concluse le presentazioni, l'istruttore ha tenuto un piccolo discorso sulla deontologia attoriale e sulla sacralità del teatro, ponendo fra l'altro l'accento sul saper restare in parte, discrimine fondamentale (tranne nel caso del metateatro) tra una recitazione professionale e una dilettantesca: ai comici televisivi di basso conio, per esempio, spesso scappa da ridere mentre recitano; infine ha suggerito di farsi un minimo di cultura teatrale, casomai non se ne avesse, visionando registrazioni di spettacoli shakespeariani, pirandelliani ecc.

II. I quattro temperamenti
Quattro giri: ciascun giro è dedicato a uno dei quattro temperamenti della cultura classica (sanguigno, flemmatico, malinconico, collerico); a turno ciascuno dei presenti recita, eventualmente rielaborandola, una battuta relativa al temperamento in gioco in quel giro, caratterizzando la propria recitazione di conseguenza. Battute:
Giro I: «Evviva il vino! evviva l’allegria!»
Giro II: «Tutto è pace ed amore nel mio cuore!»
Giro III: «Miseri noi! la vita è solo pianto!»
Giro IV: «Morte al vile! a me il ferro! sangue, sangue!»
III. Espressione corporea e musicale
Tra musiche evocative, ci si muove liberamente nello spazio, oppure si medita immobili, producendo eventualmente dei suoni, purché asemantici. — Ricordiamo che potete portare i vostri strumenti musicali.

IV. Improvvisazioni sull'Amleto
Scene realizzate: (I) Orazio e le guardie avvistano lo spettro; (II) si festeggiano le nozze di Claudio e Gertrude, Amleto monologa, Orazio sopraggiunge e lo informa delle apparizioni; (III) incontro tra Amleto e lo spettro. — L'istruttore può suggerire frasi all’orecchio degli attori, per rendere l'improvvisazione più interessante e/o aderente al testo originario; corregge dal vivo gli eventuali errori di azione scenica (per es. il dare le spalle al pubblico senza ragione), anche spostando di peso gli attori con le sue mani mentre essi continuano a recitare; non dà lo stop tranne quando è strettamente necessario, per sbrogliare situazioni scadute in ingarbuglio e/o per dare spiegazioni tecniche.

Apparizione dello spettro. Cromolitografia di Robert Dudley, 1856-1858.

25 ottobre 2014

Tra canti acquatici e rifiuti umani

Giovedì 23 ottobre si è tenuto in Capua, nella sala parrocchiale della chiesa di San Giuseppe, l'incontro n. 2 del Laboratorio teatrale San Giuseppe, per la durata di circa un'ora e mezza, con la partecipazione di 14 apprendisti attori (7 nuovi + 7 già presenti all'incontro n. 1) guidati dagli istruttori Lorella Spitaletta (che ha gestito un esercizio di espressione corporea e musicale, ispirato all'elemento acqua) e Marco Palasciano (che ha gestito il resto).

Chi ha strumenti li porti! :)
Prossimo appuntamento giovedì 30 ottobre alle ore 20.30 presso la sede suddetta, sita in Capua al termine di via Fuori Porta Roma. — Ricordiamo che il laboratorio è completamente gratuito e aperto a tutti; che si terrà, salvo variazioni, ogni giovedì sera; e che sarà possibile inserirsi in qualsiasi momento del percorso. — Per ulteriori informazioni contattare il 3479575971 o la pagina facebook del laboratorio (c'è anche un gruppo, riservato a chi abbia già partecipato ad almeno un incontro).

L'incontro n. 2 si è articolato come segue: (I) presentazioni, col gioco del «Che altro si può dire di me?»; (II) esercizio di recitazione lampo, col gioco di Una cosetta da dire; (III) esercizio di espressione corporea e musicale; (IV) improvvisazioni a tema amoroso, col gioco dei Rifiuti umani. Di séguito le attività in dettaglio:

Marco Palasciano e Lorella Spitaletta.

I. «Che altro si può dire di me?»
Per cominciare si è formato un cerchio (con lo stesso sistema del gioco della molecola; ma stavolta l'ultima persona rimasta è stata “risarcita” invitandola a collocarsi in un punto del cerchio a sua scelta, scucendo due persone per cucirsi ad ambedue). — Restando nel cerchio così formato, ciascuno a turno ha dichiarato il proprio nome e domandato al vicino (la persona da lui o lei poc'anzi scelta) «Che altro si può dire di me?», così da completare la sua presentazione.

Uno dei 27 biglietti in gioco.
II. Una cosetta da dire
Si distribuiscono a caso dei biglietti su ciascuno dei quali è scritta una diversa frase (per es. «Perché non mi ami più?», «Il tuo cane ha fatto pipí e pupú sul mio tappeto» ecc.), quindi a turno ciascuno si rivolge al vicino (nello stesso ordine e senso di rotazione seguìti nel gioco precedente) pronunciando la frase capitàtagli in sorte o una sua rielaborazione. L'altro può rispondere. — L'istruttore provvede, se lo ritiene opportuno, a chiedere la ripetizione della scenetta, suggerendo le correzioni di tono o d'altro atte a migliorarla.

III. Espressione corporea e musicale
Tra musiche evocative, ci si muove liberamente nello spazio, oppure si medita immobili. Chi viene toccato dall'istruttore deve produrre dei suoni, estendibili ad libitum, purché asemantici (particolarmente degna di nota è stata qui la giovane Francesca, il cui canto ha ricordato quello di Lisa Gerrard).

Durante l'esercizio di espressione corporea e musicale.

IV. I rifiuti umani
I nomi di tutti i presenti sono scritti su altrettanti biglietti. Per cominciare, se ne estraggono a sorte due. Improvvisazione: la prima delle due persone scelte dal caso confessa alla seconda il proprio amore; la seconda lo rifiuta, ma “umanamente”; la prima infine domanda se possano almeno restare amici, la seconda dice «Certo», e si abbracciano. Il gioco prosegue con l'uscita di scena del primo attore; il secondo, da corteggiato che era, diventa corteggiatore; si estrae a sorte la nuova persona da corteggiare. E così via (con l'istruttore sempre pronto a correggere gli eventuali errori scenici e di dizione, gli slittamenti tematici ecc.), fino a chiudere circolarmente la sequenza dei dialoghi amorosi col far tornare in scena il primo estratto e farlo corteggiare dall'ultimo.

21 ottobre 2014

Nasce a Capua un laboratorio nuovo

La chiesa di San Giuseppe, Capua.
Giovedì 16 ottobre si è tenuto in Capua, nella sala parrocchiale della chiesa di San Giuseppe, l'incontro n. 1 del Laboratorio teatrale San Giuseppe, per la durata di circa un'ora e mezza, alla presenza di 19 partecipanti, senza contare i puri spettatori della parte introduttiva né i due istruttori. — L'iniziativa è partita dall'educatrice Lorella Spitaletta, che ha coinvolto come suo primo collaboratore il presidente dell'Accademia Palasciania, Marco Palasciano, latore dell'esperienza dei nostri laboratori euristici di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia. La sala è stata  messa gentilmente a disposizione da don Raffaele Paolucci.

Completamente gratuito e aperto a tutti, il laboratorio si terrà ogni giovedì, salvo variazioni, presso la sede suddetta, sita in Capua al termine di via Fuori Porta Roma. Sarà possibile inserirsi in qualsiasi momento del percorso. Prossimo appuntamento il 23 ottobre alle ore 20.30.

L'incontro n. 1, intanto, si è articolato come segue: (I) introduzione; (II) presentazioni dei partecipanti; (III) morphasmos; (IV) gioco della molecola; (V) improvvisazione teatrale a tema libero; (VI) dibattito.

Dopo l'introduzione generale al laboratorio, tenuta da Lorella Spitaletta, è toccato a Marco Palasciano gestire le parti II, III e IV dell'incontro. Per cominciare, si è modificata la disposizione delle sedie, scomponendo la platea per comporre un cerchio.

E si son fatte le presentazioni, con l'istruttore a intervistare brevemente, microfono alla mano e battuta pronta, tutti i presenti. Domande ripetute per ciascuno: «Chi sei?»; «Cosa fai di bello nella vita?»; «Cosa fai di brutto?»; «In questo momento hai qualcosa da dire, da urlare, da cantare?»: e chi l'aveva l'ha detto, l'ha urlato, l'ha cantato.

Morphasmos.

Quanto ai due giochi detti, già dovreste conoscerli, se avete frequentato Arca Arcanorum (2013) o Encyclopædia Cœlestis (2014). — Il morphasmos è un esercizio di riscaldamento che inizia col camminare tutti liberamente per la sala, per quindi assumere in gruppo gli atteggiamenti e le movenze degli animali – o degli altri esseri animati o inanimati – via via nominati dall'istruttore. Ond'ecco scimmie, canguri, ornitorinchi, anatre, aquile, galline, serpenti, polpi, alberi, cristalli risonanti (che a toccarli dicevano «Tinnn!»)...

Nel gioco della molecola ciascuno, a turno, sceglie fra i presenti la persona che più l'ispira, scartando quelle già scelte da altri, dandole un abbraccio e via via formando con essa e le altre un cerchio. L'ultimo, quello che nessuno ha scelto, è invitato a litigare con il penultimo (sebbene questi non sia, ovviamente, responsabile quanto il terzultimo; ma si sa: nella vita l'irrazionale prevale sul razionale). Dopo un po' i due litiganti sono invitati ad avviare un sommesso ringhio, cui a rotazione tutti gli altri si uniscono; il ringhio corale si muta poi in un «Aaaa...», la cui intensità sale o scende a seconda del gesto dell'istruttore. L'esercizio si conclude con un urlo liberatorio seguito da un applauso.

Improvvisazione teatrale a tema libero.

Quindi coloro che non desideravano partecipare all'improvvisazione teatrale a tema libero sono stati invitati a sedersi, per assistere in silenzio all'azione scenica. — I musicisti presenti sono stati invitati a commentarla musicalmente, coi loro strumenti, nei tempi e modi da loro ritenuti opportuni. — Gli altri, dopo essersi brevemente appartati per raccogliere idee e concentrazione, hanno recitato. Da soli o in ensemble, si entrava in scena quando ci si sentiva pronti, e quando si desiderava uscirne si pronunciava la frase convenuta: «Dipende da come esci».

L'incontro si è concluso con un piccolo dibattito in cui si sono espressi e chiariti alcuni dubbi circa i fini del laboratorio. Chiariamo, appunto: «Qui, intrecciando più tecniche espressive, si giocherà col corpo e le emozioni, ai fini della formazione attoriale ma anche – se non soprattutto – dell'aggregazione e integrazione sociale, nella gioia del ludus e dell'umana armonia». Così è stato poi scritto, nella scheda informativa del gruppo di facebook Laboratorio teatrale San Giuseppe (riservato ai partecipanti; per tutti gli altri c'è la pagina omonima). — Per ulteriori informazioni potete contattare il numero 3479575971.

9 ottobre 2014

Nuovo laboratorïo teatrale

LABORATORIO TEATRALE
SAN GIUSEPPE

A cura dell'Accademia Palasciania
e di Lorella Spitaletta


Il laboratorio, completamente gratuito, si articolerà in nove puntate che si terranno dal 16 ottobre all'11 dicembre 2014, settimanalmente, il giovedì alle ore 20.30, salvo variazioni. — Istruttori: Marco Palasciano e Lorella Spitaletta.

Sarà possibile inserirsi in qualsiasi momento del percorso. — Età minima richiesta: 16 anni. Massima: quella raggiunta da madame Calment.

Il laboratorio si terrà in Capua, presso la sala parrocchiale della chiesa di San Giuseppe, sita al termine di via Fuori Porta Roma. — Se siete atei di ferro e vi preoccupa la connotazione religiosa del luogo, tranquillizzatevi e venite pure: siamo un patchwork multiepistemico (l'importante è che quando si è là non bestemmiate).

Palasciano e Spitaletta. 23 ottobre 2014.
Ogni incontro si articolerà in un momento di accoglienza e in una serie di esercizi teatrali, giocati soprattutto sull'improvvisazione, fino alle prove di veri e propri spettacoli da proporre all'esterno. Si viaggerà tuttavia su un doppio binario: — sia quello della formazione attoriale tendenzialmente professionistica, per chi sia intenzionato a calcare sul serio il palcoscenico davanti a una platea, — sia quello del puro svago, per chi invece desìderi soltanto rilassarsi, fare amicizia, focalizzare la propria realtà e le proprie fantasie e sperimentare tecniche espressive in uno spazio protetto, senza dover necessariamente prendere parte agli spettacoli che si allestiranno in pubblico.

Nel calendario qui sotto, cliccare sui quadratini per visionare i resoconti degli incontri già tenuti.

Per ulteriori informazioni contattare il 3479575971 o la pagina facebook del laboratorio (c'è anche un gruppo, riservato a chi abbia già partecipato ad almeno un incontro).

Un momento della fase di accoglienza. 30 ottobre 2014.

1. Introduzione
16 ottobre

2. Acqua 
23 ottobre

3. Aria Amleto, parte I 
30 ottobre

4. Fuoco Amleto, parte II 
6 novembre 

5. Terra Londra 1889 
13 novembre 

6. Caos 
20 novembre

7. L'uomo della sabbia 
27 novembre

8. L'amuleto cronodeporico
4 dicembre

9. Alla ricerca di Absolon Dexter [L'incontro si è tenuto ma non abbiamo avuto ancora il tempo di scriverne il resoconto]
11 dicembre 

28 settembre 2014

«100 Thousand Poets for Change» a Capua

Palazzo della Gran Guardia.
Sabato 27 settembre, a cura dell'Accademia Palasciania e del Comitato Stop Biocidio Caserta in collaborazione con l'Associazione Pro Loco, alla presenza di almeno trentatré persone fra poeti, performer e puri spettatori si è tenuta in Capua, a Palazzo della Gran Guardia, per la durata di circa due ore, Fiori da una terra avvelenata. Centomila poesie contro il biocidio, la versione locale della IV edizione dell'evento mondiale annuale 100 Thousand Poets for Change. Tutto si è svolto come da programma (vedi il programma qui).

Nella prima parte del reading Alessandro Decato e Marco Palasciano hanno recitato diciannove poesie scelte, edite, di altrettanti autori, incentrate sul tema del disastro ambientale.

Marco Palasciano e Alessandro Decato. Foto di Roberto Cocchis.

Maria Valente. Foto di Roberto Cocchis.
Nella seconda parte sono state recitate ventuno poesie su temi vari, edite o inedite, di altri tredici autori, dei quali erano presenti dal vivo i seguenti sette (alcuni dei quali hanno letto da sé le proprie opere, altri affidandosi ad altri performer), qui elencati in puro ordine alfabetico: Giuseppe “De Sadel” Caterino; Roberto Cocchis; Salvatore D'Angelo; il più giovane dei poeti, Daniele Golino (latore, fra l'altro, del più originale «fiore», un quartetto di liriche psico-allegoriche ispirato alle fasi della luna); Salvatore Lagravanese; Giovanni Nacca; e l'unica poetessa, Maria Valente (fra tutti la più apprezzata, non solo per la qualità del testo, un canto d'amore per la nostra «terra avvelenata», ma anche della recitazione).

A tutti i poeti e performer intervenuti, infine, è stato fatto omaggio di una copia del Dono dell'Amicarium 2013 di Marco Palasciano. Ora si attende, alla Casa delle Arti di Succivo, la lezione-spettacolo su Leopardi del nostro Presidente; del quale intanto, restando in tema di disastro ambientale, qui potete trovare il saggio-racconto I boschi ombrosi e l'arte dell'oblio, cui durante l'incontro di ieri si è accennato.