15 febbraio 2019

Tre volte nove per la tripla stella

Sabato 9 febbraio 2019 si è tenuta in Capua, nel Palascianèum, alla presenza di 13 partecipanti, la Festa per il ventennale dell'Accademia Palasciania, puntata finale di Ortelius Room. Qui inizia il viaggio nella conoscenza alla ricerca dell'inconoscibile, XII festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, arti varie, gioco e umana armonia, organizzato dall'Accademia Palasciania in collaborazione con altri undici enti (vedi qui) sparsi per cinque città della provincia di Caserta: da nord a sud Pietramelara, Capua, Santa Maria Capua Vetere, Succivo, Aversa.

Clou della festa è stata la cerimonia della consegna dei diplomi di Ortelius Room, durante la quale Marco Palasciano ha finalmente svelato quale fosse il gioco nascosto generatore dei titoli e sottotitoli delle venti puntate del festival: partendo dalla fine, le iniziali dei titoli formano il nome di suo padre, Ferdinando Palasciano (1929-1995), e quelle dei sottotitoli formano il nome della nonna paterna, Immacolata Cardillo (1903-1991).


In riferimento a questo, sulla locandina di Ortelius Room (vedi qui) si trovavano nascoste due frasi, da comporre – anche stavolta partendo dalla fine – usando le lettere diversamente colorate presenti nei venti titoli (inclusivi dei sottotitoli): una lettera viola e una indaco per ciascun titolo. Le venti lettere viola formano la frase «Dedicato a padre e nonna». Le venti lettere indaco formano la frase «Per integrare Oniricon».

Oniricon era infatti dedicato alla madre di Marco Palasciano, Eleonora Carmelina Bellofiore (1933-2016), dal cui nome – con altro metodo – erano stati ricavati i titoli delle puntate di quel X festival (vedi qui). E così, le 9 lezioni (o 10 puntate) di Oniricon e le 9+9 (o 10+10) di Ortelius Room insieme hanno costituito un omaggio alla «stella tripla» familiare di Marco Palasciano, cioè alle tre persone che lo hanno allevato. Omaggio evidenziato da questo anagramma:

Oniricon + Ortelius Room
Uscirono i loro tre nomi

Il titolo Ortelius Room è stato anche anagrammato da solo, due volte, a fornire i titoli complementari delle puntate n. 5 e n. 10: Sole morituro e O lume risorto, sulla locandina collegàti da una linea tratteggiata. Un terzo anagramma di Ortelius Room, Il toro sumero, è stato citato durante la puntata n. 2 per indicare l'ideogramma all'origine della lettera A.

Quanto alle suddette due puntate dai titoli “solari”, pure va notato che la restante puntata dal numero divisibile per 5 – la n. 15 – è coincisa con l'anniversario della morte di Ferdinando, e ha trattato del sole come simbolo affettivo. (Il 5 è numero assai caro all'Accademia: vedi qui.)

Si può inoltre notare che al centro della locandina di Ortelius Room, tra le puntate n. 9 (corrispondente alla «P» di «Palasciano») e n. 10 (alla «o» di «Ferdinando»), vi era la foto dello spazio interstellare, così come nel sintagma «Ferdinando Palasciano» vi è ovviamente uno spazio tra nome e cognome. (L'immagine voleva anche evocare il viaggio dell'anima verso l'iperuranio: la puntata n. 9 è coincisa con l'anniversario della morte di Eleonora.) E proprio tra la puntata n. 9 e la puntata n. 10, per mirabile caso, ecco ricorrere sia l'anniversario della nascita di Ferdinando (5 dicembre) sia quello della nascita di Immacolata (8 dicembre).

Sempre casualmente, la prima lezione-spettacolo (la puntata n. 1) è coincisa con l'anniversario di morte della nonna paterna, e l'ultima (la puntata n. 18) è coincisa con la vigilia dell'anniversario di morte della nonna materna, Vincenza Musco. Quest'ultima, sebbene non facente parte del nucleo familiare base, è stata anch'essa onorata, con l'includere in quella lezione un aneddoto che la vede protagonista, fondamentale per intendere la maturazione di Marco Palasciano in àmbito filosofico.

Oltre a essere un festival-laboratorio di scienza filosofia poesia ecc., insomma, Ortelius Room – al pari di Oniricon – è stato un laboriosissimo rito, relabile a una sorta di culto degli antenati. Questo per celebrare nel modo più degno possibile il 20° anniversario della fondazione dell'Accademia Palasciania (a preparazione del quale fra Oniricon e Ortelius Room si era tenuto – vedi qui – l'XI festival, Dal Paleolitico a Palasciania: altro rito monumentale, col suo ripercorrere tutta la storia dell'Homo sapiens sapiens in vista del 50° compleanno di Marco Palasciano).

20 anni di Accademia Palasciania, 20 puntate, come 20 è il numero sulla targa sulla porta e come 20 sono le lettere del nome «Ferdinando Palasciano»; che, scordavamo, oltre a essere il nome del padre di Marco, è anche il nome del pro-pro-prozio (vedi qui) ai cui ideali è ispirata l'Accademia.

Ma, infine, che cos'è l'Ortelius Room che ha dato il titolo al festival? Anche questo è stato spiegato durante la festa. Per farlo, il nostro Presidente ha invitato i presenti a seguirlo proprio lì: nell'Ortelius Room. Che, semplicemente, è quella stanza del Palascianeum in cui l'Accademia è stata fondata il 9 febbraio 1999: lo studio.

Dalla finestra si vede in lontananza l'isola di Ischia, dove dodici secoli e mezzo or sono fu fondata Pithecusa, citata come indizio durante la puntata n. 2: «la Ortelius Room ha qualcosa a che vedere con la prima colonia fondata dai greci in Italia».

E sulla parete alle spalle della scrivania sono appese da sempre cinque stampe, la centrale delle quali – e unica a colori – è una riproduzione del celebre planisfero di Ortelio del 1570 (planisfero visibile anche, in trasparenza, nella locandina del festival):


Ecco dunque in che senso nell'Ortelius Room «inizia il viaggio nella conoscenza alla ricerca dell'inconoscibile», cioè la nostra avventura filosofica: con la fondazione dell'Accademia stessa. Ma già in quella stanza – altra esperienza cruciale per l'evoluzione della filosofia palascianiana – Palasciano ai primi del 1984, quindicenne, aveva iniziato a programmare un computer Sinclair ZX Spectrum 48K. E nel 1979, a dieci o undici anni, aveva lì iniziato a scrivere a macchina, componendo le sue prime opere di narrativa. E da ancor prima quella stanza è la sala principale della biblioteca di casa. Senza contare che per circa tre anni, dal 1988 al 1991, fu la stanza da letto di nonna Immacolata.

Palasciano narra la storia dell'Ortelius Room. Foto di Salvatore D'Angelo.

Di séguito è l'elenco delle anime gentili che hanno conseguito il diploma di Ortelius Room. Diploma intero ai sei che hanno partecipato ad almeno due terzi delle 18 lezioni-spettacolo, mezzo diploma ai due che hanno partecipato ad almeno due terzi di due terzi. Fra parentesi è indicato il totale delle rispettive presenze 2009-2019 e, in numeri romani, la quantità di diplomi finora conseguiti.
Diploma
16. Francesco Netti (48; III)
15. Annalisa Papale (36; III)
14. Orlando Limone (45; IV)
13. Nicole Perrotta (13; I)
12. Gaetano Riccio (70; VI), Raffaele Serpe (12; I)

Mezzo diploma
11. Pasquale Carbone (12)
10. Valerio Sagliano (16)
Infine, si è votato in merito a quale delle diciotto lezioni-spettacolo di Ortelius Room si possa meglio d'ogni altra ampliare a costituire il XIII festival-laboratorio palascianiano. La sceltà è caduta sulla n. 1, Nel punto x del cammin di nostra vita. Il suo ampliamento sarà dunque La selva infinita (vedi qui); arrivederci al 28 maggio 2019 per la sua puntata n. 1, Il confine impossibile.

Al buffet della Festa per il ventennale dell'Accademia Palasciania. Foto di Salvatore D'Angelo.

7 febbraio 2019

9 febbraio: festa all'Accademia

Comunicato stampa sulla puntata finale di Ortelius Room. Grazie se lo potrete pubblicare.


Il 9 febbraio 2019 sarà il ventesimo anniversario della fondazione dell'Accademia Palasciania, la cui prima iniziativa fu – in quello stesso mese del 1999 – una raccolta firme pro salvaguardia di un sito archeologico minacciato da un cantiere dell'alta velocità. Seguirono negli anni, fra l'altro, i convegni sui beni culturali e ambientali; le celebrazioni per il bicentenario della nascita di Ferdinando Palasciano (1815-1891); le presentazioni letterarie; le letture collettive di poesia; le lecturæ Dantis di Marco Palasciano; le messinscene leopardiane; i laboratori teatrali; i festival musicali; e, corimbo all'occhiello, i festival-laboratori palascianiani di scienza, filosofia, poesia, arti varie, gioco e umana armonia.

Il dodicesimo di questi – "Ortelius Room. Qui inizia il viaggio nella conoscenza alla ricerca dell'inconoscibile" – giunge ora alla sua puntata finale, la ventesima, che consisterà nella festa per il ventennale dell'Accademia Palasciania. Si terranno giochi, sondaggi, performance libere al leggio (portate i vostri testi preferiti) e soprattutto saranno consegnati i diplomi del festival-laboratorio, del quale saranno finalmente rivelati sia lo schema segreto sia il preciso significato del titolo; si terrà nel frattempo una cena comunitaria, in modalità ognuno-porta-qualcosa.

L'appuntamento è per sabato 9 febbraio alle ore 20.00 (o – per chi voglia aiutare a preparare – alle 18.45, se non prima) a Capua, nel Palascianèum, la cui precisa ubicazione potrà essere conosciuta dalle persone interessate anagrammando questo indizio: «Marco non ne dimora intorno». Coloro che non riescono a risolvere da soli l'anagramma possono telefonare a Marco Palasciano (che – per inciso – effettivamente non dimora «intorno» al Palascianeum, bensì dentro) per chiedergli un suggerimento. Ma se non sanno neanche dove cercare il suo numero di telefono, vuol dire che non meritano di partecipare all'incontro. Che, in ogni caso, è a ingresso semilibero, cioè riservato a frequentanti o persone note ai frequentanti dell'Accademia Palasciania.

Più che meritevoli, invece, gli undici enti che hanno collaborato a "Ortelius Room" mettendo a disposizione dell'Accademia le loro sedi: Pro Loco di Capua, Capuanova, Capua Sacra, Cose d'Interni, Oceania, Theo Broma, MirArte, RadichArti, Casa del Popolo Spartaco, Parrocchia  della Trasfigurazione, Gruppo Agesci Succivo 1. Ma anche tanti altri che collaborarono agli eventi palascianiani precedenti, troppi da nominare in questo post; faremo poi la lista completa.

2 febbraio 2019

Il mosaico di «Ortelius Room» completo

Comunicato stampa sulla puntata n. 18 di Ortelius Room. Grazie se lo potrete pubblicare.


Giunge alla sua ultima lezione-spettacolo il dodicesimo festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, arti varie, gioco e umana armonia "Ortelius Room. Qui inizia il viaggio nella conoscenza alla ricerca dell'inconoscibile". Le puntate precedenti hanno avuto per rispettivi protagonisti la poesia (puntata ouverture), il bosco nell'immaginario (puntata n. 1), (2) il viaggio allegorico, (3) il trascendente e l'immanente, (4) il mondo come circo, (5) la fantascienza, (6) l'ibridazione letteraria, (7) l'ontologia e la gnoseologia, (8) l'utopia, (9) la vita e la morte, (10) le religioni, (11) il tempo, (12) la narrativa gotica, (13) il cambiamento, (14) il dono, (15) l'amicizia, (16) l'alta letteratura, (17) la banalità del male.

A «legare con amore in un volume» tutti questi temi sarà la puntata n. 18, come sempre a ingresso gratuito, che vedrà l'Accademia Palasciania in collaborazione con l'associazione Capuanova, nella cui sede – Palazzo Fazio (Capua, via Seminario 10) – ci si incontrerà alle ore 18.45 di domenica 3 febbraio. La lezione-spettacolo di Marco Palasciano avrà per titolo "E quindi uscimmo a riveder l'asse y. Il senso ritrovato" e il suo tema base sarà la ricerca di un senso, anche nel senso di una direzione, per la nostra vita. La seconda parte dell'incontro sarà dedicata al laboratorio teatrale, con la messa in scena di un'intera recita da improvvisare su di un canovaccio elaborato a partire dai 18 elementi proposti in precedenza dagli stessi partecipanti.

Ricordiamo che per partecipare a "Ortelius Room" non vi è necessità di aver seguito le puntate precedenti; e che il programma completo è consultabile nel blog dell'Accademia, palasciania.blogspot.com, dove inoltre comparirà nei prossimi giorni l'annuncio della vera e propria puntata finale: la Festa per il ventennale dell'Accademia Palasciania, durante la quale saranno consegnati i diplomi del festival-laboratorio e di esso saranno rivelati sia lo schema segreto sia il preciso significato del titolo.