Riceviamo dalla mailing list di Radio di Massa, e volentieri pubblichiamo, l'annuncio della puntata odierna dello show radiofonico letterario di Marco Palasciano e Luca Iavarone Siamo tutti poeti laureati.
Fili di fuoco: storia, mito e fiaba. Ecco il tema della puntata di questo venerdì di Siamo tutti poeti laureati, in onda sempre alle 14.15 più o meno (registrata, un domani, cliccando qui l'udrete).
Si parte dall'ombra del Vesuvio, con un assaggio di Leopardi
inginestrato e una reminiscenza di eruzione preistorica, quella
tremendissima delle «pomici di Avellino» con cui si aprono le Ballate senza tempo di Viola Amarelli;
che ci condurranno quindi, progressive, attraverso l'Assiria antica
e la Londra puttanesca e noir di fine Ottocento, fino all'oggi e alle
magnifiche sorti di una onesta badante slava.
Quindi seguiremo il filo di «un liquido sottile fuoco», da Lucrezio e Virgilio (i quali nulla hanno da invidiare al G***, che leggeremo per comparazione) colato fino a Petrarca, e da qui nella fiaba di Giambattista Basile Lo scarafone, lo sorece e lo grillo, dove allegramente si riaffaccia il tema della merda, in cui tanto abbiamo sguazzato nella puntata precedente.
Basile la fa da padrone, eh, in questa puntata; si leggeranno e frammenti di sue fiabe, e fiabe di "basilisti" moderni (Ruccello, Palasciano), nonché suoi versi dalle Muse napolitane; la litigata inclusa nelle quali troverà riverbero in una scena analoga dalla Gatta Cenerentola di De Simone.
E se c'è tempo, verranno letti un paio d'altri poeti napoletani del Seicento, chi più alato, chi più ebbro e scompisciato*.
* E cioè Giambattista Marino (che «svolazza decadentemente intorno a un usignolo di cui analizza il contrappunto») e Felippo Sgruttendio de Scafato (che «si compiace dei grassi seni dell’amata Cecca»); verranno letti la puntata dopo.
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