I
VENTRE SU COSSU
[19.00]
VENTRE SU COSSU
[19.00]
L'Accademia Palasciania
volge arabescosi auguri filigranati d'ogni amabilità ai sardissimi
signori Cossu, che nel weekend hanno festeggiato in Napoli il loro
quarantesimo anniversario di matrimonio. Venerdì ebbimo l'onore di
conoscerli dal vivo, alla libreria cafè Eva Luna
(piazza Bellini 72); che, colpevolmente, in tant'anni di nostre
accademiche peripatate non avevamo visitata mai; e che straripa di
splendori estremi. Ne abbiamo anche sonato il pianoforte, nell'ora
amorfa ante præsentationem.
Alla quale præsentatio di Giovanni Cossu parteciporno il sudista (da «Sud») Giampaolo Graziano, che – ricordiamo – terrà martedì 20 gennaio nell'istesso locus solus un seminario ardente (Eretici, ignavi, salvatrici: la Commedia di Dante nella letteratura italiana del Novecento, per la Società Dante Alighieri); e il già presentator di nostre Prove Daniele Ventre, gran traduttor d'Omero o Demodòco.
Del Cossu, autore di Turritani novissima uscita della Arno, collana ch'è iperfiore all'occhiello di Lavieri editore (v'invitiamo a odorarne, certo, i petali; ma non diciamo d'acquistarli, ché sarebbe pubblicità commerciale e noi l'aborriamo), Ventre ha fra l'altro detto: «il suo è un periodare a lobo di fico d'India»; e che cosa significar ciò voglia, è spinosa questione, tanto più che lo scrivente del presente post – ohi lasso – s'è più volte addormicchiato, durante i pur aurei dialoghi evalunari, causa insonne nottata e intensa diata; e nulla ha ritenuto fuor del fico.
Alla quale præsentatio di Giovanni Cossu parteciporno il sudista (da «Sud») Giampaolo Graziano, che – ricordiamo – terrà martedì 20 gennaio nell'istesso locus solus un seminario ardente (Eretici, ignavi, salvatrici: la Commedia di Dante nella letteratura italiana del Novecento, per la Società Dante Alighieri); e il già presentator di nostre Prove Daniele Ventre, gran traduttor d'Omero o Demodòco.
Del Cossu, autore di Turritani novissima uscita della Arno, collana ch'è iperfiore all'occhiello di Lavieri editore (v'invitiamo a odorarne, certo, i petali; ma non diciamo d'acquistarli, ché sarebbe pubblicità commerciale e noi l'aborriamo), Ventre ha fra l'altro detto: «il suo è un periodare a lobo di fico d'India»; e che cosa significar ciò voglia, è spinosa questione, tanto più che lo scrivente del presente post – ohi lasso – s'è più volte addormicchiato, durante i pur aurei dialoghi evalunari, causa insonne nottata e intensa diata; e nulla ha ritenuto fuor del fico.
II
VENTRI SUCCOSI
[14.15]
Intensa, la diata, eh: ché noialtri accademici capuani, primo (di uno) il Presidente Marco Palasciano, allo Spazio occupato della facoltà di Lettere e Filosofia in via Porta di Massa abbiamo avuto a tenere – con Luca Iavarone e alcuni ospiti – la quarta puntata dello show radiofonico Siamo tutti poeti laureati (che va in onda su Radio di Massa ascoltabile in streaming qui).
Puntata intitolata Sapori forti ovvero Amore, angoscia, merda, cadaveri e puttane. Ospite principale Andy Violet, il poeta di Mutæ Divæ; che per l'occasione s'è fra l'altro dotato di due sonetti freschi, Miracolo a Mil'ano e A mio padre, rispettivamente dedicati all'anilinguo ecclesiastico e alla coprofagia stradale. Presenti anche alcuni allievi del Laboratorio teatrale dello Spazio occupato, che hanno letto le loro variazioni sul cap. XIII del Gargantua.
Del nostro Presidente, sbracatosi a trattar di Caccademia piuttosto che Accademia, si son letti frammenti dai poemetti Beatrice Laida e Allupati necrofili. La più parte della lectura odierna l'ha occupata – oltreché Rabelais – Baudelaire, con lata e lauta scelta dai suoi Fiori del male. Altri poeti letti: Palazzeschi (I fiori, Le beghine), Gozzano (Cocotte) e Ferdinando Russo (Idilllio 'e mmerda).
Puntata intitolata Sapori forti ovvero Amore, angoscia, merda, cadaveri e puttane. Ospite principale Andy Violet, il poeta di Mutæ Divæ; che per l'occasione s'è fra l'altro dotato di due sonetti freschi, Miracolo a Mil'ano e A mio padre, rispettivamente dedicati all'anilinguo ecclesiastico e alla coprofagia stradale. Presenti anche alcuni allievi del Laboratorio teatrale dello Spazio occupato, che hanno letto le loro variazioni sul cap. XIII del Gargantua.
Del nostro Presidente, sbracatosi a trattar di Caccademia piuttosto che Accademia, si son letti frammenti dai poemetti Beatrice Laida e Allupati necrofili. La più parte della lectura odierna l'ha occupata – oltreché Rabelais – Baudelaire, con lata e lauta scelta dai suoi Fiori del male. Altri poeti letti: Palazzeschi (I fiori, Le beghine), Gozzano (Cocotte) e Ferdinando Russo (Idilllio 'e mmerda).
La puntata è durata, complice un buco al palinsesto, non una ma un paio d'ore. Già mezza in più durò la scorsa, del 9 gennaio; cui tema, scordammo di bloggarne, era La superbia punita e l'umiltà premiata: si lessero da un lato Soffici e Cipolla, dall'altro Campana e Marino; ma anche Breton, Saba, Ragazzoni (ben altro che Visconti Venosta), e la nostra fantasmatica Cristiana Carità; e come ci si divertì a improvvisare una gag su Campana che reca i Canti orfici a Soffici, che apposta li smarrisce, invidïoso al modo di Salieri in Amadeus!
RINGRAZIAMENTI
L'Accademia ringrazia Lavieri editore per il passaggio Napoli-Capua in lavierimobile; Andy Violet per aver instillato, con le sue delicate ursine mani, del Ketoftil nelle luci del Presidente; e, per la promenade tra ozi e negozi da via Tribunali a Port'Alba, Rosa Viscardi, cui giusto questo venerdì s'è avuta occasione di consegnare (ella non avendo potuto, il 5 gennaio, presenziare alla Festa) il Premio dell'Amicarium a lei spettante, per la sua nona posizione nella classifica del 2008.
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