4 novembre 2009

Su due notizie giunte il tre novembre



1. L'Accademia Palasciania si conduole con quanti conobbero e amarono Claude Lévi-Strauss, morto a 100 anni il 30 ottobre, del che la notizia è stata data solo ieri pomeriggio da un comunicato dell'Académie de France.

2. L'Accademia Palasciania esprime la sua soddisfazione per la sentenza della Corte europea dei Diritti dell'Uomo che prevede si tolgano i crocifissi dalle scuole, e... Oh, non fateci perder tempo a ripetere le cose; leggete il post del 14 agosto scorso.

1+2. Che cosa avrebbe detto, il sommo degli antropologi, di questo tira e molla tra gli atei schiodator del crocifisso e i suoi rinchiodatori cristianissimi? Se lo è per esempio domandato, e si è autorisposto, l'autore dell'articolo qui linkato. Ma a noi pare, benché abbia detto cose interessanti, che questo Guarini sia uscito fuori tema. Difatti, non è che si debba levare di torno il simbolo del cristianesimo per fare un piacere alle altre religioni (sebbene ciò la Corte lasci intendere, forse); la questione fondamentale, a prescindere da cosa ne potesse pensare Lévi-Strauss, è: tutte le religioni si devono levare di torno, e lasciarci liberi di vivere da filosofi, che è la condizione che più si attaglia all'àntropo e al suo logos. A sottolinearlo, e chiudiamo in bellezza, una poesia fresca di Marco Palasciano:

O futuro, o futuro!
di quali meraviglie sei l'accolta!
Libero l'uomo, sfardellato e puro,
baciato dalla luce, a trarsi in volo
dalla fogna della natura; libero
da pavore, e dai furbi
stregonismi dei corbi appavonati;
libero da sé stesso, dal meconio
che gli gravava dentro
e gl'impediva di fuggir dal centro
com'arca astral d'angelica coscienza
che si spande nell'infinito! O dolce
futuro, dove nulla è malattia,
dove tutto è sorriso e alta poesia,
e si parla cantando
e ogni gesto è di danza senza scuola,
e nulla è crasso e tutto vola lieve,
nude le membra e olistico il cervello,
e anche morire è bello
come il cader d'un fiore nella neve...

orma

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