La protagonista, Gioia, è rinchiusa in un manicomio criminale. Immobilizzata in un letto, aspetta i farmaci che le sottraggono i ricordi. Ombre vengono a ghermirla: il braccio che esce dalla parete portando la brace di una sigaretta accesa, il volto immobile di un bambino dalla cui bocca esce un rivolo d’acqua. Lei non ricorda che crimine ha commesso, non sa perché è lì, i frammenti di memoria si contraddicono a vicenda. Gioia ha amato le mani che la picchiavano, la stupravano, la scartavano.*
In questo libro dal linguaggio ardito e proteiforme, che mutando si adatta ad ogni anfratto della frastagliata storia di un'anima spezzata e deflagrata, e al tempo stesso semplice, ma lontano anni luce da ogni banalità e senza la minima concessione al massificato, Carrino racconta la malattia mentale e l'ambiguità sessuale come se attingesse al ventre in cui riposa l'infanzia collettiva dell'umanità.
La presentazione capuana vedrà la presenza dell'autore – non solo narratore ma poeta e performer – che, tra un dialogo e l'altro con i colleghi Palasciano e Salvia, darà recita di brani del romanzo.
L'intervento di Salvia verterà sulla follia in letteratura, Palasciano scenderà nel dettaglio dell'opera di Carrino.
Il blog dell'autore: artianoressiche.splinder.com
I blog dei presentatori: questo, e www.marcosalvia.it
* Il testo in corsivo è ritagliato dalla seconda di copertina di Pozzoromolo.
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