Questa non è una recensione, perché a quest'ora siamo troppo stanchi per farne una decente. Ci limiteremo a esprimere, colle prime parole che ci in mente vengono, il nostro [inserire termine riferentesi a sensazioni gioiose e cariche di fraternità].
Foto di Giliola Chistè, www.giliolachiste.com.
Questo sabato, 30 maggio 2009, ore 17.00, l'Accademia Palasciania nella
persona del suo Presidente Marco Palasciano e di sei e mezzo* Soci Ornamentali si è recata a recare omaggio a Luigi Romolo Carrino (Socio Ornamentale di grandissimo ornamento per l'Accademia) che presentava la nuova edizione di Acqua Storta, inclusiva del testo de La versione dell'acqua (il recital teatrale tratto dal romanzo) e del relativo cd audio.
A presentare la presentazione è stato Maurizio de Giovanni**
(Socio Ornamentale in pectore, nel senso che non sa di esserlo), che al
pari del Carrino è autore cui la fama non ha dato alla testa; di
ambedue l'Accademia trova rimarchevoli e ripalascianevoli l'umiltà e il
calore umano. E sì sì sì! son cose rare qui'n quest'ambientaccio!
Ma
scordavamo il luogo: la stazione marittima di Napoli, sede anche per
quest'anno di Galassia Gutenberg, mostra libraria tanto promettente
quanto perplettente: per es., non hanno messo uno straccio di manifesto
per la città***, con la scusa della crisi!
capiamo il Gay Pride, che stanno senza una lira, ma Galassia Gutenberg!
andiamo! Cmq, tornando a Carrino, insomma stavamo lì in sala Perseide ed
egli ci è piaciuto ovviamente di per sé, e il suo libro già pure ci
piacque (qualcuno di noi lo lesse più di una volta), e domani a chiare e
fresche e dolci menti ascolterémone il cd con La versione dell'acqua (che quand'è mess'in scena, non so perché, diventa La versione leggera dell'acqua).
Ci è anche piaciuto quando è entrato allegramente in sala il nostro
Presidente dalla triste figura e de Giovanni l'ha accolto con un
inatteso abbraccione di gran fraternità davanti a tutti (così è bello
fare tra artisti, altro ch'atri teatri di geli e gelosie; e cogliamo
l'occasione per ricordare che sia de Giovanni, sia Palasciano, sia Carrino, sia Forlani
ch'era con noi in platea, e che più tardi abbiamo scorto a intridere di
poesia una degustazione vinicola, sono tra i ventuno scrittori
scritturati dalla Azimut per Napoli per le strade,
opus edito per beneficenza, le cui prossime presentazioni si avranno
all'OFCA di caserta e all'Ubik di Napoli: vedi calendario nella colonna
destra del presente blog; ma ovviamente se da questo post è passato un
anno è inutile che guardiate). Carrino abbraccia di meno, ma gli è ch'è
timido; e noi cmq molto lo amiamo.
Che
tristezza la sera prima non essere potuti essere, causa penuria
autisti, a mirarlo in versione idroleptoteatrale all'Alqali! Quanto alla
presente presentazione di Carrino, volevamo alzarci e urlare che Acqua Storta
e tutt'il resto presentato, sebbene opera mirabìlia, sono solo la punta
dell'iceberg rispetto alla sua anima meravigliosa; e ciò avrebbe detto
probabilmente il nostro Presidente, se, lì al finale, Carrino e/o de
Giovanni nel chiedere ai presenti se avessero osservazioni da fare, non
avessero lepidi specificato, mirando alla nostra delegazione: «Tranne
Marco Palasciano», già egli avendo in passato, in pubblico e in privato
osservato di Carrino tutto l'osservabile****.
Abbiamo infine avuto l'onore di conoscere, a idropresentazione finita, l'editore del libro ecc. del Carrino, il signor Meridiano Zero, che speriamo si abbandoni un giorno alla follia di voler pubblicare il séguito di Acqua Storta
che il piro-ortogonale Palasciano, massimo carrinòfilo se non
carrinòlogo mondiale, smania di scrivere per onorare l'adoratissimo
Carrino: séguito che al momento noi smarriti accademici di contorno non
riusciamo davvero a immaginare, visto che alla fine del primo romanzo i
due protagonisti sono morti.
Oops, scusate lo SPOILER SOPRASTANTE.
Ecco, lo sapevo, non bisogna mai scrivere una recensione né una pseudo
recensione quando si è mezzi morti di sonno. E pure di dolore
spirituale; ma questa è un'altra storia, e non c'entrano né i personaggi
qui per nome o pseudonimo citati, né Galassia Gutenberg.
Dove, intanto, la Biblioteca Palasciania s'è potuta arricchire tra l'altro d'una copia del recentemente ripubblicato Luigi Compagnone, L'amara scienza, ed. Compagnia dei Trovatori. Prefazione di quel Giulio Ferroni che nel 1995 ebbe l'onore di trovarsi giurato sia nella giuria del Premio di narrativa Italo Calvino dove il Palasciano entrò tra i finalisti per la terza annata consecutiva, sia nella giuria della Rassegna di poesia Laura Nobile dove il Palasciano entrò tra i vincitori.
Quattro anni dopo fondava (non Ferroni: Palasciano) l'Accademia
Palasciania. Nella cui sede, altri dieci anni dopo, metteva piede
(rotto) (e stampelle) il Carrino, il 5 gennaio scorso, per la XIX festa dell'Amicarium;
e riceveva, e tra maggiori applausi che quelli di poc'anzi (ché più
gente era lì che oggi a Galassia Gutenberg), la speciale onorificenza di
cui, se il blog sfogliaste, già sapete. Va bene, risappiate: quella
«per il suo contributo all'evoluzione spirituale di Marco Palasciano»;
trofeo una fantasiosa ricostruzione della scatola del gatto di Schrödinger (non quella in foto qui; ma un'altra in cui il gatto era un pupazzo di pezza opera della signora Aimone, il contatore Geiger un pezzo di metronomo elettrico, ecc.).
* Andy Carlo Claudia Francesco Lucio Nadia e Edgardo che era lì col pensiero ma è arrivato a giuochi finiti, perciò «mezzo».
** AGGIORNAMENTO. Il quale de Giovanni, a
commento del presente post, rilascerà questa meravigliosa pubblica
dichiarazione: «Mio carissimo, è stato un onore presentare Gigi e il suo
straordinario libro, una meravigliosa e tragica storia d'amore
collocata dove nessuno stupidamente se l'aspettava. Penso che sia
veramente un grande artista, e sono molto rammaricato per il fatto che
vivendo [egli] a Roma lo vediamo poco e non possiamo coinvolgerlo nelle
iniziative di questa strana "carboneria" letteraria che cerchiamo di
promuovere [in Napoli]. E immensa stima ho per te, che sei proprietario e gestore di un genio assoluto che dispensi genialmente, senza alcuna attenzione cioè all'autopromozione. Ma ti dico, e sono serissimo, che questa nostra epoca può essere segnata da quello che scrivi; ti supplico di non prenderti sottogamba, e di ricordarti qualche volta che devi qualcosa a noi che siamo la massa.
Ti abbraccio con forza e aspetto di incontrarti presto. Se nel
frattempo hai bisogno di me, non esitare a convocarmi» (Maurizio de
Giovanni, in Facebook, 1° giugno 2009, 9.31).
*** Ma se ne avete visti, riferitene qui.
**** Ma non
nel senso di sue membra nude!, chiariamo, lettor ebbro di malizia.
Piuttosto è da osservare come la frase «Tranne Marco Palasciano» non sia
nuova alle nostre accademiche orecchie, essendo già stata, casualmente,
il tormentone di taluni goliardi della Federico II che nel glorioso
scors'autunno dell'okkupazione di Lettere & Filosofia facevano radio
una sera, e assai tormentarono da lungi il tormentato spirito del
Palasciano, che ancor non si sapeva sarebbe diventato, essi tramontando,
tant'aurorale star di Radio di Massa, col suo e iavaronesco poetry show
Siamo tutti poeti laureati.
1 commento:
[Commento di L.R. Carrino del 2 giugno 2009]
"Carrino abbraccia di meno, ma gli è ch'è timido; e noi cmq molto lo amiamo"
[..] Grazie a Marco Palasciano per le belle parole. E ancora grazie a Maurizio de Giovanni, ottimo scrittore e uomo generoso. [..]
[Commento anonimo del 5 giugno 2009]
Per essere mezzo morto di sonno direi che te la sei cavata più che egregiamente. Chissà che post scrivi quando dormi.
[Commento di Marco Palasciano del 5 giugno 2009]
:D Quando dormo sogno spunti melodici per sinfonie neoclassiche...
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