4 maggio 2009

Trattatello ortografico incompiuto

Circa un mese fa, il Maestro Palasciano prese ad abbozzare – fresco di calda disputa sui tipografi più e meno raffazzoni – un trattatello sui trattini e i trattoni; poi si scocciò, e lasciò perdere; ma, quasi quasi, ;) adesso vi appioppiamo l'incompiuto!: magari tornerà utile a qualcuno.




Tratti, trattini e virgolette
di Marco Palasciano


1. I tre tipi di tratto.

Devono chiaramente distinguersi tre tipi di tratto: il tratto breve o trattino (-), il tratto medio (–), il tratto lungo (—).

Il breve serve, principalmente, come trait d’union e per gli a capo spezzaparole.

Il medio vale come la virgola, principalmente a delimitare gli incisi.

Il lungo serve esclusivamente per segnalare il passaggio dal discorso diretto all’indiretto e viceversa.

È tollerabile l’utilizzo del tratto medio in luogo del tratto lungo, ma esclusivamente nel caso che in tutto il corpus considerato non sia mai utilizzato negli incisi.

Non è tollerabile l’utilizzo del tratto breve in luogo del medio o del lungo, né l’utilizzo del tratto lungo in luogo del breve e del medio.



2. La resa del discorso diretto.

Ogni scrittore deve essere libero di adottare all’interno del proprio corpus letterario – o di una sua parte – il metodo che preferisca, a distinguere il discorso diretto dall’indiretto; e il detto dal pensato; e gli incisi, anche nidificati; e le approssimazioni; e le sovrappesature; purché tutto abbia logica e coerenza, e niente sia impossibile da intendere.

Facciamo quattro esempi, tutti validi (per quanto il quarto sia “strano”) (e il terzo sia da avari delle virgolette tedesche, « ») (e nel secondo si abbia, nella chiusa, il contatto tra virgoletta monocefala e virgoletta bicefala, la confusione delle quali in un’unica mostruosissima virgoletta tricefala si evita introducendo un mezzo spazio):

D’improvviso Giosuè la vide entrare, il volto ardente di letizia. — Ciao, — disse Eulalia— ho parlato alla mamma* – tu sai quanto è, per cosí dire, “rigida” – e credo però d’averla convinta. — Nel contempo pensava: «Speriamo! mi ha detto “No” e poi “Forse”».

D’improvviso Giosuè la vide entrare, il volto ardente di letizia. «Ciao», disse Eulalia, «ho parlato alla mamma – tu sai quanto è, per cosí dire, “rigida” – e credo però d’averla convinta». Nel contempo pensava: “Speriamo! mi ha detto ‘No’ e poi ‘Forse’ ”.

D’improvviso Giosuè la vide entrare, il volto ardente di letizia. “Ciao”, disse Eulalia, “ho parlato alla mamma – tu sai quanto è, per cosí dire, ‘rigida’ – e credo però d’averla convinta”. Nel contempo pensava: ‘Speriamo! mi ha detto No e poi Forse’.

D’improvviso Giosuè la vide entrare, il volto ardente di letizia. Ciao, disse Eulalia, ho parlato alla mamma – tu sai quanto è, per cosí dire, “rigida” – e credo però d’averla convinta. Nel contempo pensava: Speriamo! mi ha detto No e poi Forse.

Si noti che la virgola dopo Ciao nel primo esempio è una, ed è interna al discorso diretto, mentre nel secondo e terzo esempio è duplicata in due, ambo esterne: perché la virgoletta ha un verso, e vale come parte dell’involucro del discorso diretto; mentre il tratto è un segno avergente, che vale come un pulsante switch.



3. Incisi e subincisi.

Un inciso isolato (non nidificato) può essere delimitato, indifferentemente, da due parentesi o due virgole o due tratti medi.

In una frase che contenga piú di un inciso, i tratti medi non possono essere utilizzati per delimitarne piú di uno, a meno che tra l’uno e l’altro degli incisi delimitati da tratti medi (i.d.t.m.) non sia piazzato almeno un inciso delimitato da parentesi – o che la frase sia talmente lunga, e i due o piú i.d.t.m. siano talmente brevi e distanziati, che il lettore non ne venga confuso piú di quanto ne verrebbe se la frase contenesse un solo i.d.t.m.

Per delimitare un subinciso è preferibile non usare lo stesso tipo di segno grafico usato per delimitare l’inciso in cui si annida. Sull’inciso di poc’anzi sono preferibili le sei seguenti variazioni:


– tu sai quanto è, per cosí dire, “rigida” –
– tu sai quanto è (per cosí dire) “rigida” –
, tu sai quanto è – per cosí dire – “rigida”,
, tu sai quanto è (per cosí dire) “rigida”,
(tu sai quanto è – per cosí dire – “rigida”)
(tu sai quanto è, per cosí dire, “rigida”)

Le parentesi nidificate sono meglio accettabili se quelle del subinciso passano da tonde a quadrate (e, nel caso di un sub-subinciso, a graffe):


(tu sai quanto è [per cosí dire] “rigida”)

Accettabile, entro limiti ragionevoli, la nidificazione a tutte virgole:


, tu sai quanto è, per cosí dire, “rigida”,

Se la nidificazione è abbastanza serrata e il senso è abbastanza comprensibile, è accettabile anche il tipo a tutti tratti:


– tu sai quanto è – per cosí dire – “rigida” –

[Qui si interrompe il testo.]


* Giosuè, Eulalia, la mamma: odi la celebre canzone del 1947 di Neda, Nisi, Olivieri! :D

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