martedì 15 settembre 2009

Togliete dai vaccini lo squalene

[Nota del 2022: numi, chi ricordava? un post antivaccinista-o-quasi! mio! rinnego.]

Oh, ma non si dica che abbiamo presa una mala avviata, mò, qua in Accademia, e che siamo diventati veramente accademici accademici, al punto di spendere tutto il nostro tempo in più o meno frivoli e lambiccosi sonetti d'occasione e altro versicolame* che nasca per durare quanto una sfèrula iridescente d'acqua e surfattante; no. Qui, perseguendo il Vero filosofico – pietra che tutto inàura cioè che d'ogni materia, vivente o meno, per alchemica reazione visualizza il radioso Potenziale – si pensa e si ripensa, senza mai soluzione (di continuità);


e tra chi ponza, e chi fa da maièuta,
è tutto un ostetrìcio in ratto chiasmo
bustrofèdico e in chiasso che ti stórda.

E (ma, nel blog, il meglio non si pubblica; o volete ce lo rùbino?) pure molto, in casa e in Accademia, si scrive e si riscrive,


e non cose da transito e tramonto;
si scrive col sestante in una mano,
la pala da archeologo nell'altra,
e la penna legata sulla coda.

Il Maestro Palasciano in particolare, pst pst, sta attendendo di questi tempi a diverse e tra sé avverse opere in contemporanea, più d'una delle quali a parere di alquanti sostenitori esaltati rischierebbe di dissestare l'asse della letteratura italiana e mondiale; nonché a operine, queste commissionategli da vari impastatori d'antologie di sapiente crivello. E oltre a pensare e ripensare e a scrivere e riscrivere, si agisce e si riagisce, alla bisogna; vedi perpetue lotte culturali, ambientali e un po' sociali; insomma, davvero qui non si sta colle mani in mano, mai e poi mai, come neanche coi piedi su altrui piedi; ma semmai,

pietra su pietra innàlzasi la bella
babelle del bel far fatto sistema.

Ma intanto siamo usciti fuori tema, anzi non c'eravamo ancora entrati; infatti, tutto ciò che avevamo da dire in questo post era: attenzione ai vaccini che incombono. Leggete qui, per esempio; e altrove approfondite e tremate. E andate a urlare alla Novartis, al fior della città sanese e al mondo, finché vi resti fiato, per pietà e amore della vostra carne
: togliete dai vaccini lo squalene. Quanto a noialtri, squalene o non squalene,  il vaccino non ce lo andremo a fare neanche se ci regalano la Treccani; lo sanno pure i gatti che è la montatura del secolo, la febbre dei maiali, e che si muore più di nostalgia.



* Vedi la poesia-invito che l'altro giorno un nostro alto accademico ebbe la fregola di improvvisare, tutta endecasillabi e settenari in rima baciata e talmente petrarcati e leopardati che a paragone i baci d'una vacca biasciugosa sono meno sgustosi; e che qui sotto integrale gli pubblichiamo, a sua onta e a vostro diletto; e che altri già godettero via fèisbuc.



Invito
a una domenica capuana



Dilette anime mie circondariali
e rifornite d’ali!

Stasera a Capua io e Guido a cena siamo
o in pizzeria, o in cinese, o dove l’amo
della lenza del diavolo ci tiri;
né cóntansi i sospiri
che tragge dal mio cor l’ebbra speranza
d’avervi nòsco in nobile paranza.

Onde mi dite se venir potete,
e volete, e ’l farete; e in questa rete
godrò d’aver pigliato tanti pesci,
e tali, che di meglio non riesci
a fare in una vita.

Attendo nuove. A voi stima infinita.
Amore no; ché quello disseccòssi;
non ne restan che gli ossi
a decorar l’orribile deserto
ch’è la mia vita, allor che incedo incerto
tra uno spinoso bròlo
e una rovina, io disperato e solo.

Ma se stasera alcuni
di voi vedrò, vi lascerò digiuni
d’ogni pillola di melanconia
per darvi d’allegria
la sazietà che merta il vostro merto.

Baci dal vostro d’uomo ègro lacerto.


P.S.: Guido ahimè m’ha bidonato,
sta a Napoli! e io qui a Capua disperato,
senza un autista e senza la salute
per viaggiar fin laggiù. Lingue forcute!

1 commento:

Anonimo ha detto...

[Commento di Antimo P. del 15 settembre 2009]

L'ampollosa "sferula iridescente d'acqua e surfattante" nun se pole sentì ma nell'insieme è armonioso.

Mi è invece molto piaciuto

"e non cose da transito e tramonto;
si scrive col sestante in una mano,
la pala da archeologo nell'altra,
e la penna legata sulla coda."

Antimo.


[Commento di Marco Palasciano del 15 settembre 2009]

:D Ma dire «bolla di sapone» sarebbe stato ben banale; «sferula» e «surfattante» è voluttà linguistica da sbavo.