27 settembre 2009

Sonetti d'occasione, che passione!

Riportiamo, di Marco Palasciano, ·la poesia genetliaca  e l'onomastica ·dedicate a una stessa Musa sua ·nei giorni scorsi, carichi d'eventi ·com'ella di virtù quasi incredibili.


Sonetto
per il giorno di santa Rosa



Non v’è gioia piú grande che donare,
né v’è dono che far sia piú gioioso
che il dono fatto a un cuore luminoso;
e tu per noi sei un angelo solare.

Freme perciò come al caval la nare,
come del paramecio ogni flessuoso
ciglio e al cane in calore freme il coso,
la fretta in noi d’un dono a te recare.

Ma il tempo è poco e la miseria è tanta,
per cui ’l dono onomasticoso a quello
compleannoso è accorpando; e intanto canta

a te il poeta, per scacciar l’orrore
del vacuo (ché barocco è il suo cervello),
questo sonetto pien di casto amore.



Sonetto
per il compleanno di Rosa


Mia adorata, l’abisso si spalanca
sopra di noi estroflettendo artigli,
diuturnamente; ma tu piú dei gigli
resti nel cuore immacolata e bianca.

Pur se di biancheggiare ognor sei stanca
giacché la sorte lesina in appigli,
non cedere al demonio e ai suoi runcigli:
se camminar non puoi, rotola e arranca.

L’ingrata patria, che ali non fornisce
a chi di svolazzar degno sarebbe,
tu lascia, e i suoi sciacalli e le sue bisce.

O rimani, e al tuo fianco rimarranno
comunqu’ amici i piú aurei ch’un mai ebbe:
questi ch’oggi ti fan «Buon compleanno».



Foto di Mauro Bodini.

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