Michele Caccamo
La stessa vertigine,
la stessa bocca
Manni
2005
Raffaele La Capria:
«In queste poesie gli accostamenti, le cesure, le metafore, sono nude e
ardite, hanno un taglio moderno, novecentesco, a volte sono ermetiche
nella loro estrema concisione. E una insopprimibile malinconia, una
rarefatta malinconia metafisica, ci arriva come una musica nascosta».
Dona Amati
Michele Caccamo
Il pomo e la mela
Con illustrazioni di
Maurizio Carnevali
LietoColle
2006
Diana Battaggia e Michelangelo Camilliti:
«L’originalità di questo progetto editoriale non risiede certo nel tema
trattato – la passionalità dell’eros e le sue implicazioni nella
percezione sensoriale – ma nel rapporto dialogico tra gli autori che si è
venuto a creare quasi per gioco, teso a descrivere il differente
approccio al piacere, già rilevabile nel titolo in cui è indicato lo
stesso frutto “incantatore” riferendone il nome maschile e femminile».
Michele Caccamo
Chi mi spazierà il mare
Zona
2007
Alda Merini: «Amore fisico, amore metafisico, liriche pregne di vorace desiderio di corpi in movimento ma altresì dischiuse ad una idealità rara e rarefatta. Michele Caccamo conosce bene l’irregolarità dell’ode ma seduce la conclusione di ogni verso, con ciò denunciando ampia confidenza con il messaggio poetico. Spaziando dall’erotismo alla furia degli elementi, dal bisogno di colloquiare alla morte, il nostro poeta irrompe nei sentimenti della gente quasi secondandoli e scoprendoli poco a poco. E lo fa anticipando con una rara introspezione i contenuti del vivere quotidiano e quasi anelando per il lettore, l’uomo, un irrefrenabile bisogno di aria, respiro, una sopravvivenza mai rinunciata».
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