giovedì 24 settembre 2009

La Passione secondo Mangiafuoco

Nel video qui inserito, il nostro Presidente dà lectura del capolavoro di Iacopone da Todi (1236?-1306): la lauda Donna de paradiso. Si tratta di un frammento di tre minuti e mezzo dalla registrazione di una puntata, di un'ora e un quarto, della rubrica web-radiofonica Siamo tutti poeti laureati: la puntata n. 6, andata in onda il 30 gennaio 2009 su Radio di Massa, dallo Spazio occupato di via Porta di Massa della facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Napoli Federico II (in sintesi Spazio di Massa). E l'altra notte il Palasciano stesso, dopo quasi otto mesi, ispirato da un'ispirata lirica del giovane poeta siciliano Danilo Carli Stranich, ebbe voglia di estrarre dallo show la detta lauda, e di sopra montarci una sequenza d'immagini. Pensò a opere di pittura sacra, dapprima, banalmente; poi, nel giro d'un attimo, ecco la lampa euristica: foto di marionette e burattini*. Immagini cavate in pochi istanti dalla rete telematica mondiale, tramite un motore di ricerca; della quale retata speriamo che, quanto ai non tutti facilmente rintracciabili autori dei balocchi e delle foto, nessuno abbia a adontarsi, considerato che il presente video è stato messo insieme senza scopo di lucro, ed è poetico al cubo, e si è fatto per puro amor dell'arte. Non resta che linkarvi il testo: è qui.





* Da notare (oltreché i tanti volti diversi della Madonna, che è di fatto la rappresentante di tutte le madri del mondo) due fotogrammi chiave: a 3'09" si intende che i fili di tutta l'umana tragedia sono tirati dal Diavolo (cfr. C. Baudelaire, I fiori del male, Al lettore, 13); e a 2'22" si vede un vecchio capovolto, dalla lunga barba, quale si raffigura sovente il «Padre nostro» che si presume sia «nei cieli» e i cui fili però sono tirati dal basso, dall'uomo stesso, indefesso fabbricator di dèi, il quale a sua volta è governato – come s'è detto – dal «Diavolo»; cioè dalle proprie pulsioni distruttive (e autodistruttive); le quali portano necessariamente all'ingiustizia, esemplata nella condanna e nel tormento a morte dell'innocente, rappresentato in questo caso da Gesù Cristo; figura mitologica che, forse, è la più universale all'universo (umano) (occidentale) (dal medioevo a stamattina).

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