18 ottobre 2009

Sonetto per il giubileo di nadia

Ieri, in uno sperduto casolare di Limatola, nel beneventano, si è tenuta la festa – impreziosita dalle performance di teatranti e musici – per il 50° compleanno d'una nostra Socia Ornamentale di grandissimo ornamento. Né poteva mancare il nostro ennesimo sonetto d'occasione; che le è stato alla festa declamato dal medesimo attore che, poi, ha recitato un testo di Baudelaire e tre di Palasciano*, con celeste goduria del consesso. Tale sonetto lasciamo alla vostra contemplazione; e lasciamo alla vostra immaginazione se a comporlo sia stato un nostro «ebbro accademico», o un nostro «alto accademico», o il Presidente dell'Accademia in persona, o un ibrido mostruoso d'ambetré.



Sonetto, mal limato,
per Nadia che a Limàtola
festeggia il giubileo della sua vita


Donna meravigliosa, il cor si spande
al pensiero e vision dei tuoi misteri,
l’alme virtú, gli afflati alti e sinceri,
le öpere onde pari anima grande.

Piccolo è il mondo e sue beghe nefande,
raccese ognor da cor contratti e neri;
ai quali la tua penna fa clisteri,
le armature passando e le mutande.

Aspra coi vili, dolce con gli afflitti,
tu dài ristoro alla provincia tutta;
ma non nel senso di dei falli ritti

cui dia ristor la potta d’una putta.
Ahi, versi miei, mò statevi un po’ zitti;
cara, tu leggi «Auguri», e il resto butta.




Casolare presso Pienza. Foto di Luca Bellincioni.

* Di Charles Baudelaire: Benedizione (dai Fiori del male). Di Marco Palasciano: il racconto Sù e giù su un vulcano addormentato (di imminente pubblicazione in un'antologia collettanea) e le liriche La terra ove ebbe inizio la fine della terra (come sopra) e Delirio/desiderio, alba, infinito (da Ventidue frammenti dal canzoniere in progress).

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