lunedì 19 ottobre 2009

L'Accademia gioisce con Carrino

L'Accademia Palasciania partecipa vivamente alla letizia di Luigi Romolo Carrino, nostro Socio Ornamentale dei più gravidi di doni dello spirito, per il successo del  romanzo nuovo, storia in tenebraluce di universi spezzati e gangli psichici, Pozzoromolo – stesso editore di Acqua Storta, Meridiano Zero –, di cui nel giro di soli tre giorni è andata esaurita la prima edizione, onde si è già adesso alla seconda; e la macchina promozionale non si era, non si è, manco avviata!: quasi nessuna recensione ancora, puro passaparola.



Siamo particolarmente lieti, sì, noi che qui in Capua a gennaio lo ospitammo, e con lui avemmo i più fecondi dialoghi; e il più lieto di tutti è il Presidente, Marco Palasciano, che figura tra quegli undici poeti
* dai cui rispettivi canzonieri Carrino ha tolto un frammento per ciascuno, a farne esergo di ciascuno degli altrettanti capitoli del suo romanzo! Questo il frammento palascianesco, dalla lirica Delirio/desiderio, alba, infinito (2000), che in Pozzoromolo introduce il capitolo dedicato al mese di giugno:


Io non ho amato mai se non invano:
questo ti renda forte della tua debolezza,
imparare a patire con gli altri pazienti.

Ed ecco come si rivolge Carrino al lettore, in un suo post propedeutico:**

In tutti questi anni di scrittura/lettura mi sono imbattuto in molti facitori di versi contemporanei. Dei ‘signorotti’ hanno deciso, a colpi di retorica stantia, cosa debba essere Poesia. Questi signorotti hanno generato un microcosmo distante dalla vita della gente, frontierizzando la Poesia, costringendola in uno spazio topologico inaccessibile, facendola incomprensibile, una poesia che si parla addosso (invece, se ti capita, va
ad ascoltare Mariangela Gualtieri, una mosca bianca in Italia): sono loro che ti hanno allontanato dalla più sublime delle arti. In questo romanzo ho usato, come esergo di ogni mese, versi di poeti che si occupano di scrittura, di lettura, di cinema, di musica, di pittura, di teatro, e che tentano, tramite la restituzione orale, un riavvicinamento tra il testo scritto e chi lo legge. Spero tanto che andrai a cercarteli questi poeti, procùrati i libri che hanno scritto, valli a vedere dal vivo. Forse non ti ricrederai, ma capirai che quando si parla di ‘poesia morta’ sono tutte stronzate.



* Gli altri dieci: Alessandro Ansuini, Lara Arvasi, Rita Bonomo, Teresa Ferri, Isabella Anna Matera, Silvia Molesini, Tiziana Pizzo, Andrea Rossetti, Stefano Turi, e quel Nino Velotti che a giugno scorso diede lectura di Leopardi con Marco Palasciano a piazza del Plebiscito, in occasione della Celebrazione per il CCXI genetliaco di Giacomo Leopardi.

** L'immagine seppiata e mal tagliata che inseriamo a illustrazione del paragrafo, a noi assai cara, è la cattura di un fotogramma eseguita da Palasciano durante una chattata con webcam tra lui e Carrino, che attualmente la tiene in un suo album d'immagini di Facebook che s'intitola Delle cose importanti per me, album del quale proprio questa foto egli ha selezionata a far da copertina. :)

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