Mercoledì 27 maggio alle ore 16.00 si terrà in Napoli, all'Università Orientale e precisamente nell'aula delle Mura Greche di Palazzo Corigliano (piazza San Domenico), il dibattito Pride, gay e dintorni. Scritture gay in acquario camp, con Luca Bianchini
come moderatore, e come suoi ospiti altri dieci scrittori e/o poeti.
Eccone i nomi in ordine alfabetico (la grandezza dei rispettivi corpi
tipografici non vuole significare il rispettivo valore artistico,
chiariamo!, ;) bensì il grado di frequentazione dell'Accademia Palasciania):
Luca Baldoni
Fortunato Calvino
Luigi Romolo Carrino
Angelo D'Onofrio
Insy Loan
Antonio Mocciola
Marco Palasciano
Massimiliano Palmese
Marco Simonelli
Andy Violet
3 commenti:
[Commento di Franco Cuomo del 28 maggio 2009, parte I]
Non si può massacrare e stravisare un termine con tutti i suoi significati. Non si può impunemente stravolgere una parola soprattutto se a farlo sono persone che si definiscono scrittori e poeti e non si può neanche restare indifferenti alle grossolane stupidaggini proferite nel corso di una manifestazione che si pretendeva culturale. E’ successo ieri 27 maggio, all’Orientale di Napoli, all’incontro “Pride Gay e dintorni,scritture gay in acquario Pride” il cui sottotilo era Camp Talk show. A condurre l’evento lo scrittore Luca Bianchini ospiti:Luca Baldoni, Fortunato Calvino, Luigi Romolo Carrino, Angelo D’Onofrio, Insy Loan, Antonio Mocciola, Massimiliano Palmese, Marco Simonelli, MarcoPalasciano e Andy Violet. La parola stravolta era Camp, la stupidaggine proferita, la più grossolana :scrivere una poesia di getto senza correggere. Dirò che io ero andato soprattutto per ascoltare solo due autori: Andy Violet e Marco Palasciano, perché semplicemente ignoravo tutti gli altri –compreso il conduttore che mi è sembrato capire essere il più famoso di tutti. Mi sono trovato invece in un teatrino dove le banalità a piè sospinto si succedevano una dietro l’altro.Veniamo al dunque. Come si può dire che Napoli è una città Camp? Che Sophia Loren è Camp, che i quartieri e la camorra sono Camp? Ho sentito uno degli intervenuti, uno che era vissuto a Londra dire che gli inglesi ritengono Camp il sud dell'Italia, confondendo l'esotismo con il Camp, mentre era già più credibile quando ha detto che gli Irlandesi definivano Camp gli Inglesi. Evidentemente... c'era un po' di confusione.Evidentemente a parte la definizione generica citata da Bianchini e tratta da Wikipedia , con buona pace del Camp, tutti ignoravano cosa realmente fosse.
[Commento di Franco Cuomo del 28 maggio 2009, parte II]
E allora vediamo - in poche parole che cosa è il Camp. Il Camp è un concetto che attiene completamente alla cultura anglofona ed è fondamentalmente una radicalizzazione dell’estetismo, quest’ultimo sviluppatosi a sua volta come deriva del decadentismo tardo ottocentesco. Padri dell’estetismo: Walter Pater, saggista e critico letterario inglese, John Ruskin, pittore, poeta e scrittore, sempre inglese e Oscar Wilde, che tutti sanno chi è. In questa radicalizzazione dell’estetismo aggiungerei tra gli altri: Virginia Woolf e il Bloomsbury Group, ovvero il Circolo di Blomsbury, Aby Warburg storico dell’arte tedesco, naturalizzato londinese con il suo famoso Warburg Institut e gente come, Fritz Saxl, Panowsky, Gombrich. Insomma ragazzi è chiaro che la cosa è tutta roba inglese!!! Che c’entrava Napoli? Che c’entrava Sophia Loren, che al massimo è gramscianamente Nazional Popolare, che c’entrava quel Camp davanti a quel nostrano Talk show? Attraverso Wilde e Woolf poi, l’estetismo manierato e le redicalizzazioni estetiche, prodotte da queste personalità, che erano prevalentemente omosessuali, divennero tra gli anni sessanta e settanta del ‘900 un modello di riconoscimento culturale esplicitamente gay, volgarizzato dall’ambiente cinematografico ed artistico statunitense e dallo star system. E allora vediamo chi e cosa è Camp: è Camp Andy Warhol, sono Camp Joan Crowford e Wivienne Westwood è Camp Torch Song Trilogy, erano Camp Freddy Mercury e Ziggy Star, era Camp Lindsay Kamp. E' Camp tutta la citta di Londra e un certo british mood . Che c'entra Napoli ? Napoli è una città ancora profondamente barbarica e ancora per molti aspetti premoderna, laddove le altre città sono diventate tutte postmoderne e la cultura omosessuale che esprime, ammettendo che ce ne sia una, è ancora intrisa di pregiudizio e molto grossolana. Lo testimoniano la vita stessa della comunità ed i locali o i luoghi di incontro. La città ha prodotto nel teatro e nel cinema e nella letteratura soltanto un iperrealismo artefatto che, elaborando verità e luoghi comuni malavitosi, macina pulp e trash. Il fenomeno Gomorra sia film che libro insegna, e a me non è piaciuto né l’uno,né l’altro, a discostarsi da questa tendenza solo pochi episodi. Penso a Mater Naturae di Massimo Andrei, ma siamo nel Pop e nel Kitch cosi come pure come la filmografia di Pappi Corsicato.Dov'è a Napoli l'estetismo? E il Camp? L’unico che in Italia abbia consapevolmente studiato e coltivato una sensibilità Camp, senza essere per questo un omosessuale, forse è stato solo Mario Praz, poi nulla. Ecco perché mi ha irritato e infastidito il genericismo e soprattutto le banalità esternate durante il “talk show” e poi: va bene una volta la pantomima del voto, ma farla durare fino alla fine mi è sembrato eccessivo , come non mi è piaciuto il 29 dato a Andy Violet che avrebbe dovuto avere un po’ di spazio in più rispetto ai “poeti” e agli “scrittori” presentati dopo di lui e la fretta con la quale si è liquidato Marco Palasciano autentico genio delle parole e del pensiero: il suo gustoso libricino, che ho divorato in tre quarti d’ora in treno: “Prove tecniche di romanzo storico” è un gioiello di scrittura e di invenzione, un autentico capolavoro. Per il resto mi auguro che il Pride sia tantino meno noioso degli incontri culturali presentati.
Sei un grande.
Ciao!
franco cuomo
[Commento del 28 maggio 2009]
:))))) Inutile dire che sguazzo nella riconoscenza per questo riconoscimento. Meno male, poi, che ieri ho dichiarato d'esser stato invitato per sbaglio, praticamente, giacché da buon neodolcestilnovista (o quel ch'io sia) non sapevo neanche che cosa fosse il camp...
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