Riportiamo, d'un nostro alto accademico,
·la poesia genetliaca dedicata ·a un nostro caro Socio Ornamentale,
·cervello in fuga in quel di Barcellona: ·Sante. E, di quel medesimo
accademico ·d'alta pure malinconia, un sonetto ·ancóra, per un Rino ch'è
accademico ·ma d'un'altra accademia, più accademica ·della nostra ch'è
di null'accademia.
Alessandro Turchi (1578-1649), Adone morto.
Sonetto
per il compleanno di Rino
5 giugno 2009
Alessandro Turchi (1578-1649), Adone morto.
Sonetto
per il compleanno di Rino
5 giugno 2009
Rino, se avessi forza scriverei un sonetto, ma sono ahimè svuotato per come il mondo umano m’ha colmato di disumano in questi giorni rei; sicché le Muse e Apollo e gli altri dèi mi squadrano con pena e, ben squadrato, non san s’è meglio inviare a me Tanàto o un soffio d’arte in piú ai mulini miei; che se l’avessi mò, farei un sonetto per il tuo – ti dicevo – genetliaco abbastanza decente; e ti prometto che un giorno, se altri giorni avrò da vivere, uno te ne farò paradisiaco; ma adesso auguri e ciao, non so altro scrivere. |
Sonetto
per il compleanno di Sante
9 giugno 2009
Avanza la vecchiaia come un treno che corre incontro all’orlo dell’abisso, o una madonna incontro a un crocifisso. Ogni giornata è un sorso di veleno. Sono sempre di piú, giammai di meno, le candeline: ognuna un chiodo infisso nel cuore. Ebbro d’orrore, urla Narcisso che quello nel suo specchio è un volto alieno. Ma questo è il compleanno mio, non tuo! ché tu se’ ancora in fiore, ed io appassito; io già cenere, tu carbon fiammante. Sopra me Amore e Morte – oh, l’empio duo! – l’un s’allontana, e l’altra allunga il dito; ma àuguro a te tutt’il contrario, o Sante. |
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