23 maggio 2009

Narrativa e drammaturgia capuana

Domenica 24 maggio, in Capua, nel meraviglioso Castello di Carlo V sarà messo in scena dall'ensemble attoriale La Mansarda il polittico storico-drammatico di Marco Palasciano Le strade e le storie di Capua, nell'àmbito del megaevento Capua: il luogo della lingua (di cui qui già trattammo, e con gran spasso!). Tutto gratis, ma occorre prenotare: contattare al più presto o il 339.5725909, o lo 0823.622924, o l'indirizzo e-mail qui linkato. Orari delle repliche: 10.00, 11.15, 12.30.

Più tardi, alle 16.30, nel chiostro dell'Annunziata (dove fin dal mattino, quando sarà inaugurato, si terrà una meravigliosa fiera libraria di editori campani, arricchita da degustazioni vinicole) si terrà una presentazione lampo (titolata Il luogo, la lingua, la storia) del libro di Marco Palasciano Prove tecniche di romanzo storico
, Lavieri editore, presente l'autore; presentatrice Marinella Carotenuto.

Si può intanto assaggiare un capitolo di Prove tecniche di romanzo storico a questa pagina di «Nazione Indiana». Qui ne è la recensione di Gianluca Gigliozzi, I Borboni non finiscono mai. Qui l'intervista di Edgardo Bellini a Marco Palasciano, Un romanzo caleidostorico.






Ilaria Trapani, Brunella Cappiello e Grazia Liguori in Il sacco del 1501 nel racconto di tre donne, il quadro VI di Le strade e le storie di Capua. Dialogo didascalico in otto quadri dove i vivi parlano coi morti di Marco Palasciano, in prima rappresentazione per la regia di Roberto Solofria durante la kermesse Da Annibale a Garibaldi, Capua, 10-11 settembre 2005. Foto di Mario Nardiello.


Luigi Credendino in Gli arcivescovi di Capua Nicholas Schönberg e Roberto Bellarmino nel racconto di Pulcinella, il quadro II dell'opera citata, nella suddetta occasione. Foto di Mario Nardiello.

2 commenti:

  1. [Commento di Salvatore D'Angelo del 1° giugno 2009]

    Caro Marco, sono il M°. D'Angelo, umilmente qui introdottosi - fra l'altro frastornato e cargado di meraviglia per cotanta bella roba, da legger poi con calma - per dunque segnalarle che in Nazione Indiana, al fatidico vostro post poeticale, c'è un ennesimo mio - stavolta spero non incontinente- commento, che vuole essere al contempo una riparazione e un umile rendervi onore, oltre che un segnalarle la mia più sincera ammirazione per PROVE TECNICHE DI ROMANZO STORICO.
    Sa che faccio?... riposto tutto qui di seguito, a ulteriore riparazione e a beneficio dei suoi fedelissimi.
    L'umilmente suo M° D'Angelo

    Da Nazione Indiana del 1.6.2009:

    Posto qui un commento a un’opera di Marco Palasciano per rendergli onore e in qualche modo fare ammenda se, mio malgrado, in precedenza “in questo loco” qualcuno abbia potuto eccedere (sottoscritto compreso) nello stile “burlesque”.

    Caro Marco,
    ho appena finito di leggere PROVE TECNICHE DI ROMANZO STORICO, e devo dire che m’è piaciuto molto, davvero senza riserve. La sua apparentemente scarna struttura, con le relative apparentemente scarse 106 pagine, si rivela per essere invece un ricco contenitore di mirabilia.
    Anzitutto la lingua, il linguaggio: ricchissimo, denso, sfavillante, principesco, intriso di ironia e autoironia: una pura gioia dei sensi. Senza dubbio questo registro, in questo codice espressivo ( la prosa, il romanzo, il racconto lungo eccetera, fai tu… OOPS, VA BENE IL TU?) ti è molto congeniale. M’è piaciuta moltissimo la tua capacità di sintesi nel maneggiare una materia irta con una “misura” notevole. Ho apprezzato tantissimo il riferimento allo stile dei cartoni animati , ma soprattutto alle tecniche narrative “ellittiche” di certo cinema fantastico: leggendoti mi veniva continuamente in mente Terry Gilliam, soprattutto quello de “Le avventure del Barone di Munchausen”, per il ritmo, l’amabile ironia e il modo di usare la figura dell’”ellissi” nella narrazione. Davvero i miei più vivi complimenti. Su questo terreno la tua lingua “aulicamente demodé”, utilizzata come critica alla piatta medietas espressiva ( da giornalismo a 500 parole, come dici), mi convince, mi diverte e mi trova d’accordo. Soprattutto non si autospiazza (come forse avviene nelle poesie… ma so che qui non sei d’accordo, lo rispetto e chiudo questa parentesi), perchè è perfettamente “contestualizzata”: insomma è un elemento costitutivo della struttura narrativa funzionale al “genere” che ci proponi. Insomma, bravo bravo bravo. Sotto con altre prove, che ci divertiamo e ci freghiamo le mani.
    Ad maiora! (Con un pensiero reverente al suo prozio Ferdinando).
    Salvatore D’Angelo

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  2. [Commento del 2 giugno 2009]

    Ma... nulla vidi mai da riparare!, anzi... e ora confuso da tanti complimenti non posso che balbettare grazie più volte, e ritrarmi timidamente nel mio guscio di chiocciola, commosso e stordito per il mescolarsi dei sentimenti nel mio animo talché ne sboccia il fiore della più tronfia modestia; grazie e ancor grazie in eco evanescente.

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