MARCO PALASCIANO
SONETTO
PER IL XXV COMPLEANNO
DI MASSIMO AMMENDOLA
SONETTO
PER IL XXV COMPLEANNO
DI MASSIMO AMMENDOLA
Niente da fare: rieccomi a comporre l’ennesimo sonetto genetliaco,* mischiando l’apollineo al dionisiaco come pollo e bambú che il Bembo aborre. Il Sole il primo tratto oggi percorre del segno onde riparte lo Zodiaco, primaverando il corpo tuo fidiaco e la mente in cui tanto senno scorre. Di dediche ne ho fatte a cani e porci; perciò come potrei, Massimo Ammendola, non farne a te che sei falco e delfino? Se il naso e il ciglio innanzi non ci storci, vuol Marco Palasciano qui scrivendola augurarti il buon anno e il buon mattino. |
* Cfr. il post Decadenza dell'arte del sonetto, contenente quello che avrebbe dovuto essere – nelle intenzioni piissime, o pessime, del Maestro Palasciano – l'ultimo in assoluto dei suoi aborriti (da Bembo e i Rimbembiti del Duemila) sonetti genetliaci, dove dice: «non vo’ piú far sonetti, / ché ciò mi sfrantumò gli zebedei»; cfr. inoltre il post In dedica a un artista marchigiano, dove per scrivere un altro sonetto il poeta deve fare uno sforzo, e Due un po' mesti sonetti genetliaci, dove non ne ha proprio la forza, mentre in Stella stellina, il meeting s'avvicina non ne ha il tempo e in Sonetto preludiante a una sonata non dispone della necessaria salute mentale; insomma qua, giocando giocando, s'è creato un topos.
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