lunedì 11 marzo 2013

La Sibilla e altri media spirituali

Domenica 10 marzo si è tenuta in Capua, a Palazzo Lanza per il primo tempo (della durata di circa un'ora) e nel Palascianeum per il secondo tempo (di circa un'ora e mezza), La maieutica delle Sibille. Quando l'Ombra ci illumina, la puntata n. 2 del Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia dell'Accademia Palasciania, alla presenza di 16 partecipanti.

La puntata n. 3 (vedi qui) si terrà domenica 17 marzo alle ore 18.00 a Palazzo Lanza (Capua, corso Gran Priorato di Malta 25) e precisamente nella sala eventi della libreria Ex Libris. Tutto gratis, come sempre.

Durante la puntata n. 2, intanto, Marco Palasciano nella prima parte ha tenuto una lezione-spettacolo che ha trattato dei seguenti temi:

La Sibilla delfica dipinta da Michelangelo nella Cappella Sistina.

Maieuti e sciamani
Maieutica socratica. Se possa la diànoia stimolare la nóesis, e in generale se un'educazione alla nóesis sia possibile. Il divinare come allegoria del dar voce a una componente profonda della propria psiche. Jung tra Ombra, sincronicità e tarocchi. Contiguità di gioco e magia. Quintessenza e oneness. Se sia più illusorio il pensiero magico o lo scientismo. L'esperienza di Jodorowsky con la maga Pachita. Come la medicina occidentale debba fingersi una magia più potente della psicobolia, per salvare gli affatturati. L'effetto Quesalid (vedi qui, capitolo 5.). Il feedback interpersonale.

Le Sibille
Il santuario di Delfi, a piè del monte Parnaso, nel mito (dal diluvio allo spaccio di Pitone) e nella storia (secondo Diodoro Siculo). L'omphalos. Lo gnôthi seautón. Viola Amarelli, Notizie dalla Pizia (2009), di cui si sono lette le parti III (La pragmatica), V (La ribelle) e X (I fedeli). Gli Oracoli sibillini e la “cristianizzazione” delle Sibille (vedi per es., nel territorio di Capua, la Sibilla Eritrea tra gli affreschi della basilica benedettina di Sant'Angelo in Formis). La Sibilla Cumana e le sue sentenze perse «al vento ne le foglie lievi» (Par. XXXIII 65) tra l'Eneide e la gabbietta da cicala. Il descensus ad inferos.

Nella seconda parte ci si è dedicati ai seguenti giochi:

Gioco dello specchio magico
Ciascuno a turno ha scrutato brevemente tutti gli altri negli occhi e ha quindi scelto una persona, da fissare per un minuto negli occhi, come in uno specchio magico nel quale cercare non una risposta ma una domanda. Le domande sono state via via scritte su altrettanti biglietti, e questi sono stati deposti in un'urna. In contemporanea, al fine di ottimizzare i tempi, si è svolto il gioco della dendrosintesi.

Gioco della dendrosintesi
A partire da una comune base di 16 frammenti di frasi estratti a caso da un libro, ciascuno ha sintetizzato un diverso messaggio, quindi tutti i messaggi sono stati commentati dall'assemblea. Si è infine scelto, con una votazione, il più abile commentatore. Questi ha poi svolto, nel gioco dell'oracolo, un ruolo analogo a quello del sacerdote che a Delfi assisteva il richiedente nel decifrare i vaticinii della Sibilla.

Gioco dell'oracolo
Dopo un'invocazione ad Apollo (Par. I 13-36), pronunciata dal mastro dei giochi reggendo una ciotola di foglie d'alloro, alle domande emerse dal gioco dello specchio magico (estratte dall'urna in ordine casuale) si è risposto con la bibliomanzia: di volta in volta, il mastro apriva a caso il volume degli opera omnia di Shakespeare, e il “sacerdote” poc'anzi eletto aiutava a interpretare il responso, cioè il passo sui cui il dito del mastro, sempre a caso, si posava, e che il mastro declamava, e la cui pertinenza è parsa spesso impressionante.

Nessun commento: