Di tale laboratorio, totalmente gratuito, la puntata n. 1 si terrà domenica 3 marzo alle ore 18.00 a Capua, in una sede la cui ubicazione sarà resa nota alle persone interessate a partecipare, le quali possono telefonare o inviare un sms al 3479575971.
Giorgio De Chirico, Il trovatore, 1939. |
Insediamenti e presentazioni, variante del classico gioco delle sedie: il nostro improvvisatore sonava un mirliton, bruscamente s'interrompeva, tutti si precipitavano sulle sedie, e l'unica persona rimasta in piedi doveva presentarsi rispondendo a tre semplici quesiti: «Chi sei?», «Che cosa fai nella vita?», «Come ti senti stasera?», occasioni di eventuali battute comiche; quindi si portava via una sedia, e gli altri riprendevano a vagare, ripresa la musica; e così via, fino all'ultima sedia e persona.
Tormentata costruzione di un cerchio. Ciascuno, a turno, a partire dal mastro di giochi, ha scelto la persona che più l'ispirava, dandole un abbraccio e via via formando con essa e le altre una molecola umana, che si è infine chiusa in cerchio. L'ultimo scelto, in realtà non scelto se non per esclusione, è stato invitato a litigare con il penultimo (sebbene questi non fosse, ovviamente, responsabile quanto il terzultimo; ma si sa: nella vita spesso ce la si prende con la persona sbagliata!). Dopo un po' i due litiganti sono stati invitati dal mastro ad avviare un sommesso ringhio cui a rotazione tutti si sono uniti, mutando quindi il ringhio corale in un «Aaaa» la cui intensità saliva o scendeva a seconda del gesto del mastro, e concludendo con un urlo liberatorio. L'ultimo scelto è stato poi invitato a indicare chi avrebbe scelto prima se avesse potuto, e si è collocato fra quella persona e chi l'aveva scelta, scambiando con ambedue un abbraccio per ricucire il cerchio; il nuovo ultimo ha scambiato col mastro un abbraccio per l'ultima ricucitura, quindi ci si è seduti conservando l'ordine circolare costruitosi e si è giocato al terzo gioco.
Una cosetta da dire. Sono stati distribuiti a caso dei biglietti su ciascuno dei quali era una diversa frase, quindi a turno ciascuno si è rivolto al vicino di sedia (nell'ordine e nella direzione delle scelte di cui sopra) pronunciando tale frase, o una sua rielaborazione personale, in italiano o in dialetto, con più realismo possibile o anche con fintume teatrale. Queste che qui riportiamo in ordine alfabetico sono state le frasi preparate: – Basta! ho deciso, ti lascio. – Che fine ha fatto il mio coccodrillo di pezza? – Come hai potuto fare una cosa del genere? – Coraggio, passerà. – Dimmi che devo fare! sto impazzendo! – Dobbiamo parlare. – Hai visto là? c’è un asino che vola! – La vita è solo dolore. – Lo vuoi proprio sapere? aspetto un bambino! – Ma chi ti credi di essere? – Ma sei impazzit*? – Mi fai schifo. – Mi scappa la cacca! – Mi sono scocciato, andiamocene. – Non ce la faccio piú, mi viene da piangere. – Non guardarmi! sono orribile! – Non l’hai ancora capito che ti amo? – Non so come dirtelo, ma il tuo ragazzo ti mette le corna. – Non te la darò mai! – Non ti sembra di avere esagerato? – Perché non mi ami piú? – Potrai mai perdonarmi? – Ripetilo, se ne hai il coraggio! – Scusami, mi è scappata una scorreggia. – Sei di una ridicolaggine unica! ma non ti vergogni? – Senti, c’è di là un tizio che ti cerca, con una mazza in mano. – Senti, mi puoi prestare duecento euro? – Si può sapere dove te lo sei ficcato? – Sto morendo dalle risate. – Te l’avevo detto. – Ti prego, aiutami! – Ti puzza l’alito. – Ti va se andiamo a sparare ai gatti? – Ti va una sveltina? – Volevo dirti che sei una bellissima persona. – Vuoi sposarmi?
Teatro. Ci si è infine dedicati a improvvisare sull'Amleto shakespeariano, con facoltà per ciascun attore d'interpretare diverse parti, e per ciascuna parte d'essere interpretata da diversi attori. Quadri realizzati: (1) Orazio e le guardie avvistano lo spettro; (2) si festeggiano le nozze di Claudio e Gertrude, Amleto monologa, Orazio sopraggiunge e lo informa delle apparizioni; (3) incontro tra Amleto e lo spettro; (4) visita silenziosa di Amleto, stravolto, a Ofelia che cuce.
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