23 dicembre 2009

La sintesi di Dante e del barocco

MARCO PALASCIANO

DOPPIO SONETTO PER IL COMPLEANNO
DELL’AMICA DECANA DEL POETA


23 dicembre 2009




I


L’alto splendor dei tuoi flautati innesti
nel tempospazio, Inès inestimabile,
mi inestàsia il pensiero (oh, questa labile
membrana che preserva dagli incesti

subconscio e iperuranio!) e nei tuoi gesti
agnosco il velle che da innumerabile
copia d’eoni ingegna ogni formabile
forma, piú che in quei d’altri umani o bestî

nitido; e amor s’accende nel mio sangue,
cosí com’il calcagno d’Euridice
cosse brusco brucior percosso l’angue,

e il dolce tòsco corre la pendice
che dal capo e il capir va al cuore e al cuocere,
e tutt’ardo, e null’altro mi può nuocere.



II


Oh se un altro mortale, meno morto
al richiamo pandèmio della carne
che me, potesse scorgere, ed astrarne
quel che ne astraggo, ciò che in te i’ ho scorto!

Com’egli, non curando il dritto e il torto,
al tuo dosso verrebbe, a sbrano farne
da manco un osso agli altri can lasciarne!
Non io, che nave son da uranio porto.

Cosí, Ïnès, amor di te mi prende
tale che a te non voglio prender nulla,
qual zucchero all’enzima onde s’accende;

già tutto m’impoëti, e vie men brulla
fai la mia vita, e dolce al par del dolce
che i candelin cui mo soffi soffolce.


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