sabato 12 dicembre 2009

Cortesie monorime tra accademici

In fèisbuc un nostro alto accademico ha dedicato a un altro la lirica che segue; per noi deliziosa, e degna d'esser quivi riportata, in quanto esempio di componimento monorimo.


Gianluca! ti ho pensato e ti ripenso,
e il mio pensiero, essendo io vate, è immenso;
mentre s'io fossi water sarìa denso
di cose tal, ch'è meglio che non penso.
Ma nel pensare a te, che hai miglior censo,
te che la vita ha travagliato e offenso,
il pensier che mi vien non è melenso,
ma dolcemente serio come incenso.
E il mio pensarti, come dissi, è intenso;
ma non gravato da sensuale senso,
né certo ad alcun crimine propenso,
ed anzi senza un filo di scompenso.
Io, sì, talvolta l'ego m'autoincenso,
e mi sento un pochin Camillo Benso
di Cavour, ricercando altrui consenso
a rendere il reame mio più estenso.
Ma nel contempo, a questo dà compenso
l'amore fraternale che dispenso
a chi ricerchi un'oasi di buonsenso
in questo mondo pieno di nonsenso.
Sebbene io viva un po' nel controsenso,
con quel che ho detto non sarai in dissenso,
penso; e pensando te già a darmi assenso,
qui d'un abbraccio alfin ti ricompenso.



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