Foto di Giliola Chistè, www.giliolachiste.com.
A presentare la presentazione è stato Maurizio de Giovanni** (Socio Ornamentale in pectore, nel senso che non sa di esserlo), che al pari del Carrino è autore cui la fama non ha dato alla testa; di ambedue l'Accademia trova rimarchevoli e ripalascianevoli l'umiltà e il calore umano. E sì sì sì! son cose rare qui'n quest'ambientaccio!
Abbiamo infine avuto l'onore di conoscere, a idropresentazione finita, l'editore del libro ecc. del Carrino, il signor Meridiano Zero, che speriamo si abbandoni un giorno alla follia di voler pubblicare il séguito di Acqua Storta che il piro-ortogonale Palasciano, massimo carrinòfilo se non carrinòlogo mondiale, smania di scrivere per onorare l'adoratissimo Carrino: séguito che al momento noi smarriti accademici di contorno non riusciamo davvero a immaginare, visto che alla fine del primo romanzo i due protagonisti sono morti.
Oops, scusate lo SPOILER SOPRASTANTE. Ecco, lo sapevo, non bisogna mai scrivere una recensione né una pseudo recensione quando si è mezzi morti di sonno. E pure di dolore spirituale; ma questa è un'altra storia, e non c'entrano né i personaggi qui per nome o pseudonimo citati, né Galassia Gutenberg.
Dove, intanto, la Biblioteca Palasciania s'è potuta arricchire tra l'altro d'una copia del recentemente ripubblicato Luigi Compagnone, L'amara scienza, ed. Compagnia dei Trovatori. Prefazione di quel Giulio Ferroni che nel 1995 ebbe l'onore di trovarsi giurato sia nella giuria del Premio di narrativa Italo Calvino dove il Palasciano entrò tra i finalisti per la terza annata consecutiva, sia nella giuria della Rassegna di poesia Laura Nobile dove il Palasciano entrò tra i vincitori.
* Andy Carlo Claudia Francesco Lucio Nadia e Edgardo che era lì col pensiero ma è arrivato a giuochi finiti, perciò «mezzo».
** AGGIORNAMENTO. Il quale de Giovanni, a commento del presente post, rilascerà questa meravigliosa pubblica dichiarazione: «Mio carissimo, è stato un onore presentare Gigi e il suo straordinario libro, una meravigliosa e tragica storia d'amore collocata dove nessuno stupidamente se l'aspettava. Penso che sia veramente un grande artista, e sono molto rammaricato per il fatto che vivendo [egli] a Roma lo vediamo poco e non possiamo coinvolgerlo nelle iniziative di questa strana "carboneria" letteraria che cerchiamo di promuovere [in Napoli]. E immensa stima ho per te, che sei proprietario e gestore di un genio assoluto che dispensi genialmente, senza alcuna attenzione cioè all'autopromozione. Ma ti dico, e sono serissimo, che questa nostra epoca può essere segnata da quello che scrivi; ti supplico di non prenderti sottogamba, e di ricordarti qualche volta che devi qualcosa a noi che siamo la massa. Ti abbraccio con forza e aspetto di incontrarti presto. Se nel frattempo hai bisogno di me, non esitare a convocarmi» (Maurizio de Giovanni, in Facebook, 1° giugno 2009, 9.31).
*** Ma se ne avete visti, riferitene qui.
**** Ma non nel senso di sue membra nude!, chiariamo, lettor ebbro di malizia. Piuttosto è da osservare come la frase «Tranne Marco Palasciano» non sia nuova alle nostre accademiche orecchie, essendo già stata, casualmente, il tormentone di taluni goliardi della Federico II che nel glorioso scors'autunno dell'okkupazione di Lettere & Filosofia facevano radio una sera, e assai tormentarono da lungi il tormentato spirito del Palasciano, che ancor non si sapeva sarebbe diventato, essi tramontando, tant'aurorale star di Radio di Massa, col suo e iavaronesco poetry show Siamo tutti poeti laureati.