giovedì 16 novembre 2017

Il senso della vita è nel suo telos

Domenica 12 novembre si è tenuta in Capua, a Palazzo della Gran Guardia, alla presenza di 22 partecipanti e per la durata di circa due ore e tre quarti, Come Elle vinse l'invincibile Elli, la puntata n. 7 di Oniricon. Appunti per un'enciclopedia delle meraviglie, decimo festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, arti varie, gioco e umana armonia.

La puntata n. 8 (vedi qui) si terrà – sempre gratis – domenica 19 novembre alle ore 18.30 a Palazzo Fazio (Capua, via Seminario 10), e si intitolerà Da Ofione alle oficleidi del Giudizio.

La puntata n. 7, intanto, è consistita in una lezione-spettacolo – inclusiva, fra l'altro, di un quiz a premi e di un gioco teatrale (Il sogno; vedi puntata n. 13 di Arca Arcanorum, quinto festival-laboratorio palascianiano) – durante la quale si sono trattati i seguenti argomenti:

Gioco teatrale durante la puntata n. 7.  Foto di Enrico Cardellino.

I. Appunti di storia e letteratura norrena
I norreni. I vichinghi (pirati norreni, stanziati nei fiordi). I normanni (un popolo ex vichingo). 793-1066: l'epoca vichinga. 985: Erik il Rosso approda in Groenlandia. 986: Bjarni Herjólfsson, smarritosi, avvista il Nordamerica. 1000 ca.: Leif Erikson compra la barca di Bjarni e approda sull'isola di Terranova. I figli di Tancredi d'Altavilla fanno carriera in Italia meridionale: chi principe di Capua, chi conte di Aversa, chi di Puglia e Calabria (tolte ai bizantini), chi di Sicilia (che era un emirato arabo) e così via. 1130: Ruggero II unifica il tutto fondando il Regno di Sicilia. Sua figlia Costanza è madre di Federico II di Svevia (protagonista della puntata n. 4 di Arca Arcanorum). Cos'era un lögsögumadur. Gli scaldi e la poesia scaldica. Snorri Sturluson e la sua Edda in prosa. L'Edda poetica.

II. Appunti di mitologia norrena
I nove mondi della cosmologia norrena: del fuoco, degli Elfi di luce, dei Vanir, degli Æsir, degli uomini, dei giganti, degli Elfi oscuri, di Hel, del ghiaccio. La nave di unghie. La dimora di serpi intrecciate della regina Hel. La birra degli inferi: urina di capra. Ásgarðr e i lavori del gigante boicottati da Loki che, mutatosi in giumenta, si fa ingroppare dal cavallo Svaðilfœri. Il Valhalla. L'allenamento quotidiano degli eroi morti, le cui ferite svaniscono a fine giornata. La dea Freyja. Etimologia dei nomi inglesi di alcuni giorni della settimana: friday da Freyja, wednesday da Odino (Wōden), thursday da Thor. Il dio Thor. Il suo Mjöllnir. Parentesi induista: il Vajra del dio Indra. La meravigliosa avventura di Thor a Útgarðr (capitale del mondo dei giganti), inclusiva del combattimento fra Thor e la vecchia Elli (vedi qui).

Antonio Federighi, Le sette età dell'uomo, 1475, tarsia marmorea
facente parte della pavimentazione del Duomo di Siena.

III. Le età della vita umana
Le sette età della vita umana secondo Ippocrate e altri antichi (vedi qui). Shakespeare sulle sette età: Come vi garba, atto II, scena VII, monologo di Jaques (vedi qui). La vecchiaia secondo la scienza odierna (vedi Fasce d'età e aspetti psicologici, 7, in Età, in Universo del corpo, Treccani). Le dieci età della vita umana secondo Filone di Alessandria (vedi qui). La risposta di Solone a Mimnermo (vedi qui).

IV. Da Cuma agli inferi
La Sibilla cumana, corteggiata da Apollo, ottiene la vita eterna ma non l'eterna giovinezza, e si riduce alle dimensioni di una cicala; poi più nulla, e ne resta solo la voce. Alcuni visitatori degli inferi: Enea (ivi scortato dalla Sibilla cumana), Èracle, Orfeo, Teseo, Ulisse. L'incontro di Ulisse con la madre nel libro XI dell'Odissea di Omero, versi 204-222 (trad. Rosa Calzecchi Onesti):
«Così parlava: e io volevo – e in cuore l'andavo agitando – stringere l'anima della madre mia morta. E mi slanciai tre volte, il cuore mi obbligava ad abbracciarla; tre volte dalle mie mani, all'ombra simile o al sogno, volò via: strazio acuto mi scese più in fondo, e a lei rivolto parole fugaci dicevo: “Madre mia, perché fuggi mentre voglio abbracciarti, che anche nell'Ade, buttandoci al collo le braccia, tutti e due ci saziamo di gelido pianto? o questa è un'illusione che la lucente Persèfone manda perché io soffra e singhiozzi di più?”. Così dicevo e subito mi rispondeva la madre sovrana: “Ahi figlio mio, fra gli uomini tutti il più misero, non t'inganna Persefone figlia di Zeus; questa è la sorte degli uomini, quando uno muore: i nervi non reggono più l'ossa e la carne, ma la forza gagliarda del fuoco fiammante li annienta, dopo che l'ossa bianche ha lasciato la vita; e l'anima, come un sogno fuggendone, vaga volando”».
Differenza tra Alice, Euridice e Beatrice: Alice discende negli inferi ma il suo è solo un sogno; Euridice tenta invano di risalirne appresso a Orfeo, che voltandosi la perde per sempre; Beatrice discende negli inferi per chiedere a Virgilio di andare in soccorso di Dante. Lewis Carroll, Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò, discorso del Tricheco alle Ostrichette:
«È giunta l'ora, alfine,
di chiacchiere, tempo e...
parliam di scarpe, navi,
di trottole, di cavoli e di re;
di come i vasti oceani
bollono, o se i gatti
potranno mai volare, e perché».
Frisso ed Elle in un affresco pompeiano.
Museo Archeologico Nazionale, Napoli.

V. Costellazioni
Dal coito bestiale di Poseidone, mutato in ariete, e Teòfane, mutata in pecora, nasce Crisomallo («dal vello d'oro»), l'Ariete volante. (E se vola un ariete, c'è da domandarsi «se i gatti potranno mai volare, e perché».) Il mostro Tifone costringe gli dèi olimpi alla fuga; metamorfosi di Afrodite ed Eros nei Pesci, e di Pan nel Capricorno. Sepolto Tifone sotto l'Etna, Zeus genera con Mnemòsine le Muse, cui fratello di latte sarà il figlio di Pan e della ninfa Eufeme, Croto ovvero il Sagittario. Per maggiori dettagli sulla saga dell'Ariete, di cui nel presente paragrafo V e nel VI qui sotto, vedi puntata n. 13 di Encyclopaedia Coelestis.

VI. Elle e i suoi parenti
Atamante divorzia da Nefèle, dea delle nuvole, ottenendo in affido i figli Frisso ed Elle; e sposa Ino, che poi con l'inganno ottiene che Frisso ed Elle siano destinati al sacrificio; ma vengono salvati da Crisomallo. Durante la trasvolata, Elle (forse per colpa di Ipno, che causò analoga fine al nocchiero Palinuro) cade in mare; in sua memoria quel tratto di mare avrà nome Ellesponto. Parallelo fra Elle e i migranti annegati, il cui numero, relativamente agli ultimi quindici anni, è circa trentamila. Frisso giunge in Còlchide e, ingrato, sacrifica Crisomallo e ne dona il vello d'oro a re Eeta. Semèle incinta muore e Zeus completa in una propria coscia la gestazione di Dionìso, poi adottato dagli zii Ino e Atamante. Follia di Atamante. Morto Learco, Ino si getta in mare con l'altro figlioletto, Melicerte; e madre e figlio sono mutati in divinità marine: Leucòtea (Mater Matuta) e Palèmone. Marco Palasciano, Il mito di Leucòtea (qui un brano recitato da Fabiana Vinciguerra, Raffaele Iavazzo, Federica Tornincasa). Il santuario capuano della Mater Matuta, scoperto nel 1845, e la collezione di statue votive oggi conservata nel Museo Campano.

Palasciano presso una statua votiva del santuario della Mater Matuta.
Museo Campano, Capua, 27 maggio 2017. Foto di Antonio Del Castello.

VII. Come Elle vinse l'invincibile Elli
Perpendicolarità tra l'asse della precocità della morte e l'asse dell'amabilità, ovvero vanità del detto di Menandro «Muor giovane colui ch'al cielo è caro» (trad. Leopardi) e simili. Numero dei bambini che muoiono ogni giorno: circa ventiseimila. Come Elle vinse l'invincibile Elli (personificazione della vecchiaia): morendo giovane. La canzoncina goliardica militare Era meglio morire da piccoli (sulle note di Garryowen) e cosa ne avrebbero detto Mimnermo e Filone: per essi morire da soldati, nel pieno del vigore fisico, sarebbe stato meglio che patire gli acciacchi senili.

VIII. Opposte follie: brama di suicidio e brama di vita eterna
Perpendicolarità tra l'asse dell'età e l'asse della felicità: la vecchiaia di per sé non è un impedimento alla felicità, come non lo è la giovinezza. Nella più parte dei casi il suicidio, sebbene comprensibile, non è giustificabile. Di contro: l'odierno anelare di taluni a una vita millenaria e all'eterna giovinezza, chi più chi meno ridicolmente (non concependo essi, evidentemente, la teoria dela metempsicosi), nella speranza che presto o tardi la scienza giunga a tanto (vedi qui servizio Rai Belli e immortali). Le cisterne criogeniche per cadaveri a testa in giù, o per la sola testa decapitata, ond'esser risanati nel futuro. La Turritopsis nutrìcula.

IX. Il senso della vita è nel suo telos
Essendo impossibile sintetizzare in cinque parole, senza possibilità di equivoco, l'ultima parte della lezione, ne riportiamo cinque estesi stralci (il terzo, bada ben, non vuol giustificare gli accidiosi, cioè coloro che sprecano il proprio potenziale):
«Ha senso ragionare sul controfattuale, domandandosi come sarebbe stata la vita di quella persona se fosse vissuta piú a lungo? Possiamo definire la sua una vita incompiuta? [...] E in ogni caso, possiamo definire una vita incompiuta come un fallimento? Se l’umanità intera si fosse estinta quando ancora si era nella preistoria, questo sarebbe stato un fallimento? [...] I dinosauri sono un fallimento? O essi sono comunque una meraviglia? [...] E l’universo intero? Un giorno finirà. [...] Questo dovrà essere considerato un fallimento?».

«Avrebbe senso per un topolino disperarsi al pensiero di trovarsi allo stadio evolutivo topolinesco e di non essere ancora un essere umanoide? [...] E avrebbe senso per noi disperarci di non essere ancora, per così dire, angeli?».

«C’è intanto chi, pessimista, dice misera ogni umana grandezza, se confrontata con l’infinito. [...] Il finito è parte dell’infinito, e partecipa compiutamente della sua gloria! Minuscola è la Terra, ma ospita la vita. Minuscolo è l’essere umano, ma in chiunque di noi vi è un potenziale immenso. E quel potenziale ha un valore [...] che varrà in eterno, anche dopo che l’universo stesso avrà cessato di esistere; un valore che esiste a prescindere da se infine il potenziale venga espresso o no. La morte di Elle, come quella di qualsiasi altro bambino al mondo, non toglie niente al loro telos (finalità intrinseca), e dunque al senso della loro vita».

«Anche se questo mondo è un sogno, un gioco, un mandàla, una bolla di sapone, è concentrato qui tutto il senso di tutto. Qui, nel mondo del limite. Ontologicamente lontanissimo dall’illimitatezza che caratterizza l’iperuranio [...]. Il puro essere, fondamento di tutto ciò che è, non ha e non può avere nessun senso, [...] perché [...] non ha alcun fondamento sotto di sé; nessuna causa, nessuna volontà che lo abbia generato, nessuna finalità, niente. [...] C’è piú significato in un istante di vita nel mondo fisico che in tutta l’eternità del mondo metafisico».

«Ed è qui, infine, di vita in vita e nell’interazione fra i viventi, [...] è qui nel mondo fisico che in qualche modo emergono i valori [...]. Valori che dànno un senso a tutte le cose [...]. Valori etici ed estetici insieme. In sintesi, l’assiologia universale. L’assiologia universale dà compiutezza all’universo; l’universo dà compiutezza all’essere; l’assiologia universale è il fiore sulla cima dell’essere».

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