giovedì 26 marzo 2009

Acerra: inaugurato inferno in terra

L'Accademia Palasciania nella persona del suo Presidente, per l'occasione vestito di notturno colore, più alcuni Soci Ornamentali, ha partecipato (Palasciano e un sodale anche in veste di membri del fantasmatico Osservatorio capuano sull'ambiente urbano e rurale, ex Comitato capuano allarme rifiuti) al corteo di stamani che da piazzA del Castello si è mosso per Acerra, a lutto, in direzione del cosiddetto termovalorizzatore; che in questo giorno luminoso di sole, ma giorno di tenebre dello spirito, è stato inaugurato da una probabile quanto improbabile reincarnazione di re Claudio di Danimarca; e al quale inceneritore di rifiuti e speranze ci è stato impedito di giungere, da uno spiegamento inspiegabile di forze dell'ordine (elicottero wagneriano incluso) che in realtà, in questo caso come in tutta la recente casistica acatartico-campana, hanno dovuto servire la causa del disordine morale: perché che i cosiddetti termovalorizzatori, e qualsiasi potere li avvalori, appartengano al campo del più entropico antiumano, è evidente fin dal loro prefisso: «termo», che anagrammato svela «morte».




Gli inceneritori sono un racconto a sé, se non un romanzo. Per ora dico solo che chiunque ne parli bene lo fa per una di queste, in sintesi, tre I: o per ignoranza, o per interesse, o per imbecillità.


Marco Palasciano, I boschi ombrosi e l'arte dell'oblio, 2.3.



Vignetta di Simona Bassano di Tufillo.

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