giovedì 14 gennaio 2010

[Commenti a «Diciamo basta alla poesia mediocre»]

#1  14 Gennaio 2010 - 11:01
Si dovrebbero costituire dei bei tribunali per valutare i poeti e le poesie. Stabilire le regole di quello che è poesia e di cosa si deve scrivere. Chi si ribella lo mandiamo in Siberia o a Guantanamo.... sarei curioso di sapere chi decide chi e come si possono stabilire i Degni di presiedere l'assise.
Non sarebbe più utile puntare sul recupero dei cervelli e su una maggiore educazione al bello? I dilettanti, come li chiamate voi, sparirebbero o saprebbero giudicare il pubblicabile dal non pubblicabile (ma con un giudizio esclusivamente loro). E poi, detto tra noi, perchè sarebbe un problema  questa invasione di pessimi poeti? Basta non leggerli, cestinare le loro mail e ignorare i loro blog.

Uno che non è due

utente anonimo

#2  15 Gennaio 2010 - 01:23
Niente è più brutto di una brutta poesia, la cui bruttezza offende le Muse, gli dèi, e l'universo intero. Oh se fosse possibile davvero mandar tutti i poetastri, nonché i romanzierucoli e i mal teatranti, in una loro ben chiusa riserva, siberiana o sibaritica che sia!

L'educazione al bello noi la facciamo pure; gli è che i più non vogliono essere educati; e allora, ci conceda che li sbeffeggiamo come meritano, coloro che POCO LEGGONO E MOLTO SCRIVONO.

Scrivano pure, infine, ma se si arrischiano a PUBBLICARE non si lagnino poi se li si viene a CRITICARE. E se una giusta critica li spinge a meditare di più e a pubblicare di meno, benissimo.

Scoraggiare chi aspira a poetare è molto meglio che incoraggiare, creda!

Uno che si fa in quattro
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#3  15 Gennaio 2010 - 09:51
Resta il problema di chi comporrà il tribunale e chi stabilirà il metro di giudizio e darà l'educazione. Il problema non è nuovo eppure si è continuato a scrivere bene e molto, attenti a non diventare spregiatori della umana specie.

Monsieur, cette matière est toujours délicate,
Et, sur le bel esprit, nous aimons qu'on nous flatte:
Mais un jour, à quelqu'un, dont je tairai le nom,
Je disais, en voyant des vers de sa façon, - Qu'il faut qu'un galant homme ait toujours grand empire
Sur les démangeaisons qui nous prennent d'écrire;
Qu'il doit tenir la bride aux grands empressements
Qu'on a de faire éclat de tels amusements;
Et que, par la chaleur de montrer ses ouvrages, - On s'expose à jouer de mauvais personnages.


Uno che non è due

utente anonimo

#4  15 Gennaio 2010 - 19:37
Il vero problema, gentile signore, è: perché ella rimane anonimo? e perché si firma «Uno che non è due»? tutti gli spettatori se lo domandano; tutto il resto è noia.
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#5  15 Gennaio 2010 - 22:06
O bella, gentil messere, la sua domanda mi prende alla sprovvista. Perchè resto anonimo? Anonimo non sono come puo' notare, dato che in calce ad ogni mio messaggio pongo un nome, pur composito, ma sempre di nome si tratta. Questo le è da risposta anche alla seconda cortese interrogazione, mi firmo uno che non è due perchè tale è il mio nome. Davvero mi pare strano come non si avveda di aver posto due volte lo stesso quesito. Sul fatto che possa darle noia quanto le ho detto molto me ne dispiaccio, allor farò  cosa a lei e ai suoi gradita se cesso d'un tratto e taccio. Come vede ho risposto ad entrambe le sue domande, tanto più che ci è voluto poco, peccato che questo rispondere, a quel che vedo, non è recipròco -perdoni l'infantil gioco-.
La saluto cordialmente, adieu

Uno che non è due

utente anonimo

#6  16 Gennaio 2010 - 12:22
Anonimo ella è, poiché per ònoma intendo il nome autentico, quello depositato all'ufficio anagrafico, e non c'è; e la domanda non è una, ma sono due, poiché una cosa è domandare perché la porta è stata sverniciata, e un'altra è domandare perché è stata verniciata di giallo.
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#7  20 Gennaio 2010 - 18:11
Ossignur che non è due, Palascian che ti fai in quattro, non indarno voi deste qui li numeri: che bella idea m'avete, infatti, data! ora corro a creare, in facebook, il Gioco del Tribunale dei Poeti... :-)

Legatore

utente anonimo [Legatore]

#8  06 Febbraio 2010 - 02:50
Veggio ben messeri gentilii ch'obliato avete  la real quistione  per dare vita ad una tenzone. Ma la cosa non è par'a  ren, però che notavo ch'anco  cotesti versi nell'etere fluttuanti dimostrazion son dell'arguto spirto di chi poetar sa.  Et sì 'l noterà 'l minuto che vi si imbatterà... (Portato m'avete a rimembranze di quando s'isfidavano due grandi: Orlandi e Cavalcanti...) Un Viandante Notturno. Vale.

utente anonimo

#9  07 Febbraio 2010 - 16:07
Le domande filosofiche non sono fatte per avere una risposta, ma per essere abitate.
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#10  23 Febbraio 2010 - 03:00
Corpo di mille bombole d'ossigeno culturale! andate a vedere un po' che rissa da osteria s'è scatenata, qua, per via del Tribunale dei Poeti voluto dal nostro tenero Legatore!...
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#11  24 Gennaio 2011 - 18:32
A passeggio
con il marketing scemo
nei templi della cultura
contempla la moltitudine,
temporeggia,
questo presunto colto
diffuso
prolisso centellinare
il nulla nel dire
che pattina nella noia
e toglie il sorriso alle fanciulle.
Utente: enricodignani Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. enricodignani

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