giovedì 17 dicembre 2009

Se la Chiesa oscureggia, noi lumiamo


— Non capisco perché la gente vada ancora appresso alla religione, dopo l'Illuminismo — sospirava candidamente, l'altro giorno, un nostro gentile accademico.

Candidamente, o meglio eburneamente, o meglio eburneaturre; giacché chi così parli, a men che sia per ludus, mostra di non conoscere la vita degli uomini comuni, per i quali l'usar la propria testa per pensare è cosa meno naturale che il farla usare come poggiapiedi da qualsiasi tiranno e ciarlatano; e la storia non è puro progresso.

Oggi ci giunge, e punge, notizia delle parole di Sua Eccellenza Javier Lonzano Barragan, cui già ci immaginiamo quanti chrétiens annuiranno acritici e co-irresponsabili; parole che, lungi dall'essere candide o ludiche, atèrrime oscureggiano, e fanno detumescere lo spirito per la loro vietaggine/vuotaggine (cioè, stamm' ancòr' a chest'?): «Non si nasce omosessuali, ma lo si diventa. Per varie cause, per motivi di educazione, per non aver sviluppato la propria identità nell'adolescenza».

Parole che stragrondano ignoranza, poiché il citato cardinale
ignora – o, peggio, finge d'ignorare – che la teoria del malsviluppo identitario come causa dell'omosessualità è completamente superata.

L'omosessualità difatti non ha cause, in realtà, non essendo altro che eros, e l'eros essendo uno degli elementi fondamentali dell'arena cosmica, e tali elementi non avendo alcun fondamento se non in sé stessi, come lo stesso aggettivo «fondamentali» lascia bene intendere.

(Ciò ci insegna il Maestro Palasciano; o meglio insegnerebbe, giacché per sua grandissima modestia non si ritiene in grado d'insegnare; ma noi traiamo insegnamento per conto nostro dai suoi distratti e aprogrammatici discorsi, tra una peripatata ed un convito, e li stipiam nel libro della mente.)



La questione dell'omosessualità è una cartina di tornasole esemplare, come anche la questione della fede religiosa. Chiunque neghi dignità all'amore omosessuale non può essere una persona dall'etica integra, così come chiunque creda alle favole non può essere una persona dall'intelligenza integra. Semplice, ma vero!

L'Accademia Palasciania, severa ma amorosa, compatisce fraternamente quelle persone sfortunate la cui etica e intelligenza patiscono, al momento, le deficienze dianzi descritte; ed auspica che possano guarirne, un aureo giorno; e a tale proposito, offre da sempre la propria consulenza gratuita per aiutarle ad affrettare la loro liberazione dalla fede, o dall'omofobia, o da ambedue, o da qualsiasi altra piaga dello spirito o dell'intelletto che renda le loro vite troppo vuote d'amore, o troppo piene d'illusione, e che sia a noi possibile contrastare, con le armi della ragione e della poesia.

Non c'è difatti testa tanto indebolita dal bombardamento memetico dei ciarlatani che non possa rialzarsi, se esposta alle adeguate irradiazioni di un pensiero sano, il cui tocco armonizza per catalisi (vedi enzimi); poiché la forza che anima ogni anima è infinita, o non si avrebbe vita, e di una minima favilla si può fare un sole; serve solo speranza e chi la dia, non però la speranza in alcun dio che ti premii del tuo integro vivere, che è già di per sé il tuo premio.

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