Come già per la decimillesima e la ventimillesima, cogliamo l'occasione della trentamillesima visita per divulgare qualche excerptum particolare del canzoniere in progress di Marco Palasciano. Ora, il caso ha voluto che la soglia delle 30.000 visite sia stata superata giusto il giorno successivo a una ricorrenza che, nel suo status di Facebook di ieri, il nostro Presidente così descriveva:
Marco Palasciano "festeggia" il settimo anniversario del più sfortunato incontro della sua vita, da cui si evolse un'amicizia illusoria, andata a finire così: http://www.facebook.com/note.php?note_id=70846694393 |
Niente di più appropriato, dunque, che riportare qui, a vantaggio di coloro che non potessero accedere a Facebook per idiosincrasia o altro impedimento, quanto si trova alla pagina sopralinkata: un mirabile excerptum dal palascianesco Ipersonetto de' mesi. (Del quale già trattammo in questo luogo.)
E se il sottoriportato sonetto «Caini pazzi ne ho veduti tanti», per oggi, non vi bastasse, andate anche a rileggervi, magari, la sestina «Tu che disti da me come la luna», qui, e, nell'istesso luogo, la sestina «L'Alta Poesia che mi conquide e libera», appartenenti appieno alla fase illusoria, cui succedette quella delusoria. Dopodiché, chiuso il settennio, chiuso il discorso.
A chiusa di ogni verso dell’Ipersonetto de’ mesi si trova – integra o scissa, separata o fusa – la parola a chiusa del verso corrispondente nei Sonetti de’ mesi di Folgóre da San Gimignano; vincolo che si aggiunge a quello di scrivere i sonetti dal II al XIII in tempo reale, cioè nei mesi stessi ai quali sono dedicati.
FOLGÓRE DA SAN GIMIGNANO
X. Di settembre
X. Di settembre
Di settembre vi do diletti tanti: falconi, astori, smerletti, sparvieri; lunghe, gherbegli, geti con carnieri, bracchetti con sonagli, pasti e guanti; bolz’e balestre dritt’e ben portanti, archi, strali, pallotte e pallottieri; sianvi mudati girfalchi ed astieri nidaci e di tutt’altri ucce’ volanti, che fosser buoni da snidar e prendere: e l’un all’altro tuttavia donando, e possasi rubar e non contendere; quando con altra gente rincontrando, le vostre borse sempre aconce a spendere, e tutti abbiate l’avarizia in bando. |
MARCO PALASCIANO
X. Dove parla ad Abele
Osiride nel regno delle ombre
X. Dove parla ad Abele
Osiride nel regno delle ombre
Caini pazzi ne ho veduti tanti (Seth embri*): di fuor passeri, sparvieri nel cuore; bracconieri coi carnieri pieni di tue zooincarnazioni, e i guanti lesti ai rimesti visceroasportanti; pallisti salottieri (pallottieri) mò belli a paruluni furastieri, mò bestie sbattipugni sui volanti se non han piú argomenti… e tu a comprendere, ogni volta, e ad andare perdonando, scordando fin l’oggetto del contendere, e ogni volta di nuovo rincontrando tradimento e empietà: a che valse spendere cosí la vita, amor morte incubando? 10 settembre 2008 |
* Seth: nome del fratello fratricida di Osiride. embri: variante medievale di ebbri.
1 commento:
[Commento del 25 giugno 2010]
Commento alla suddetta toccata quota 30.000 visite, nel commentario a un altro post: vedi #47.
Commento a quel commento: vedi quinto e sesto paragrafo del post di Anfiosso 553. Il ’99.
E anche per oggi abbiamo dato i numeri.
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