Una sola voce stonata, da allora, si è ivi levata: quella del Movimento Neoborbonico, il cui coordinatore nazionale Alessandro Romano si è così espresso sulla bacheca del suddetto gruppo: «Era ora che chiudessero questo "carrozzone" che ha solo diffuso una mitologia storica e teorie legate alla massoneria ed al giacobinismo ateo». Provocazione cui ha fatto séguito, sempre da parte del capitano Romano, la pubblicazione, nell'area discussioni del gruppo, d'un «comunicato stampa» del quale riportiamo qui l'incipit:
Il Movimento Neoborbonico, in una lettera inviata al ministro Tremonti e al ministro Bondi, si è complimentato con l’attuale Governo per i tagli previsti agli istituti culturali napoletani (in testa l’Istituto per gli Studi Filosofici guidato dall’avv. Gerardo Marotta). |
Questo, tra gli altri, il commento del nostro Socio Ornamentale Nicola Legatore, umile fondatore del gruppo pro IISF:
Questo comunicato stampa, che spero sia un falso, rappresenta un insulto; ma non tanto un insulto per l'Istituto, notorio in tutto il mondo e inattaccabile. Questo comunicato stampa è un insulto per ogni neoborbonico intelligente, acculturato e savio: perché in conseguenza di un tale comunicato, ora, il mondo penserà che i neoborbonici siano dei barbari. |

Conclusione: l'Accademia Palasciania rivolge non certo ai Borbone, bensì al Movimento Neoborbonico, se ufficiale è quel suo comunicato, il proprio ufficiale «Vergognatevi» e la propria dichiarazione d'inimicizia eterna, o sussistente almeno fino a quando per quel comunicato, se è ufficiale, non saranno rivolte delle scuse ufficiali all'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici; e poiché quest'ultimo ente è, per noi che lo conosciamo, nobilissimo, si sappia che chiunque lo denigri appare a noi, automaticamente, lontanissimo o dalla conoscenza, o dalla nobiltà.
Vedi anche il post successivo, Commenti a «L'Accademia sull'IISF e i Neoborbonici».
* Qui. Tuttavia invitiamo a iscriversi, piuttosto, a questa pagina creata succeessivamente, più utile a mantenere i contatti, avendo il gruppo superato quota 5000 e dunque non potendone gli amministratori inviare più lettere agli iscritti.
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