mercoledì 2 giugno 2010

L'Accademia sull'IISF e i Neoborbonici

L'Accademia Palasciania, che nei giorni scorsi espresse anche qui in homepage «la propria grave preoccupazione per il nobilissimo Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, ente di risonanza mondiale, a rischio di chiusura per i tagli finanziari tremontini», esprime ora la propria soddisfazione per come la situazione si è risolta meno peggio di quanto si temesse: i fondi all'Istituto saranno "solo" dimezzati, quindi è assicurata quantomeno la sua sopravvivenza, se non la sua supervita. D'altro canto negli ultimi tempi i fondi governativi si sono fatti, in ogni caso, attendere, al punto che il Presidente Gerardo Marotta ha dovuto sacrificare beni di sua personale proprietà per far fronte alle spese relative ai bellissimi seminari, alle borse di studio, e a ogni iniziativa del suo ente. Del quale il Presidente dell'Accademia Palasciania, Marco Palasciano, diceva, a battesimo del gruppo* di Facebook dei sostenitori dell'IISF: «A Napoli la cosa più bella che esista è questo radioso Istituto». Oltre 6000 persone hanno finora aderito, quantomeno simbolicamente, alla campagna di solidarietà via Facebook, iniziata il 27 maggio.

Una sola voce stonata, da allora, si è ivi levata: quella del Movimento Neoborbonico, il cui coordinatore nazionale Alessandro Romano si è così espresso sulla bacheca del suddetto gruppo: «Era ora che chiudessero questo "carrozzone" che ha solo diffuso una mitologia storica e teorie legate alla massoneria ed al giacobinismo ateo». Provocazione cui ha fatto séguito, sempre da parte del capitano Romano, la pubblicazione, nell'area discussioni del gruppo, d'un «comunicato stampa» del quale riportiamo qui l'incipit:


Il Movimento Neoborbonico, in una lettera inviata al ministro Tremonti e al ministro Bondi, si è complimentato con l’attuale Governo per i tagli previsti agli istituti culturali napoletani (in testa l’Istituto per gli Studi Filosofici guidato dall’avv. Gerardo Marotta).

Questo, tra gli altri, il commento del nostro Socio Ornamentale Nicola Legatore, umile fondatore del gruppo pro IISF:

Questo comunicato stampa, che spero sia un falso, rappresenta un insulto; ma non tanto un insulto per l'Istituto, notorio in tutto il mondo e inattaccabile. Questo comunicato stampa è un insulto per ogni neoborbonico intelligente, acculturato e savio: perché in conseguenza di un tale comunicato, ora, il mondo penserà che i neoborbonici siano dei barbari.

Commento cui ha fatto eco quello del Maestro Palasciano: «Spero anch'io che sia un falso. Se i neoborbonici nascono per amore del Sud, com'è possibile che del Sud vogliano veder morto il più fulgido diamante epistemico?»; e, a onta di certi neoborbonici più realisti del re, ha mostrato uno stralcio dal discorso tenuto dal principe Antonio di Borbone in persona, il 20 novembre 2000, a Palazzo Serra di Cassano, sede dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, innanzi a Gerardo Marotta: «Illustre avvocato, a nome della mia famiglia voglio [...] rendere il dovuto omaggio e il nostro profondo rispetto agli uomini del '99», al «grande sogno di un mondo migliore che fu di Eleonora de Fonseca Pimentel, di Mario Pagano, di Domenico Cirillo e di tanti altri». Insomma non ha senso che chi si professa fedele ai Borbone, e associa l'IISF ai rivoluzionari del 1799, per ciò stesso lo avversi.

Conclusione: l'Accademia Palasciania rivolge non certo ai Borbone, bensì al Movimento Neoborbonico, se ufficiale è quel suo comunicato, il proprio ufficiale «Vergognatevi» e la propria dichiarazione d'inimicizia eterna, o sussistente almeno fino a quando per quel comunicato, se è ufficiale,  non saranno rivolte delle scuse ufficiali all'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici; e poiché quest'ultimo ente è, per noi che lo conosciamo, nobilissimo, si sappia che chiunque lo denigri appare a noi, automaticamente, lontanissimo o dalla conoscenza, o dalla nobiltà.



* Qui. Tuttavia invitiamo a iscriversi, piuttosto, a questa pagina creata succeessivamente, più utile a mantenere i contatti, avendo il gruppo superato quota 5000 e dunque non potendone gli amministratori inviare più lettere agli iscritti.

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