7 luglio 2009

Diecimila di questi bei contatti

Ogni pretesto è buono per fare un po' di festa. Sùbito dopo avere pubblicato il post Du' superspaghi alla matrixana, il blog dell'Accademia Palasciania ha varcato la soglia psicologica dei suoi primi 10.000 contatti. Per festeggiare, pubblichiamo all'istante la poesia* di Marco Palasciano ritenuta dai più la sua più bella, composta nel 2005.


ANTIMATERIA


Mio puntino di luce colmaspazio,
mia bellezza scolpita nel topazio
della mente, che manchi alle mie mani –
e avvento il desiderio in spazi vani,
vuoti di te, del tuo incredibile essere
che mi riempie con la sua assenza
come il silenzio un bosco, e che frantuma o-
gni povera pretesa di una scienza
dell’accoppiarsi e del disaccoppiarsi…

Mio piccolo armageddon, mia catarsi
che giungi al fine d’una lunga èra
d’ignoranza, mia primavera al mezzo
d’ogni futuro inverno, mia speranza
timida d’un eterno – piglia, agiscimi,
costruiscimi un po’ col tuo sorriso,
rimetti in me il mio io decostruito…

Mia antimateria, esplodimi il diluvio,
a spazzar via il pattume dell’accidia
ammassato a marcire sulle strade
di questa barocchissima cittade
dell’anima, e ad arcobalenarla
per la festa del cuore – reinnescato
palpitante bijou di cui la cassa
toracica sentiva la mancanza,
né era gradita massa il surrogato
di Coppelius, metronomo glaciale...**

Sí, mio finale – qui tramonta il tempo
della misura –, entra – mia aria pura.



* Già pubblicata su «Nazione Indiana».

** Il «metronomo glaciale» del professor Coppelius (personaggio di trasparente ascendenza hoffmanniana) è riferimento ad almeno due poesie palascianesche del 1995: In un lago di sangue e d’ingranaggi e, piú esplicitamente, Come avvenne che la figlia di lord x ebbe il cuore sostituito da un meccanismo a orologeria affinché il padre potesse controllarne meglio i sentimenti.

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