sabato 15 ottobre 2011

Nacque Calvino il quindici d'ottobre

Un nostro alto accademico / che vuol restare anonimo / scrisse questi bruttissimi / seppur dolci versicoli / com’esercizio libero / per dedicarli ad Italo / Calvino: è il genetliaco, / oggi, suo, benché postumo; / e noi qui, ricevutili, / volentier pubblichiamoli.


Oggi avrebbe Calvino
(Italo, non Giovanni)
compiuto ottantott’anni.
Ciò non volle il destino.

Ciò il destino non volle.
Ottantott’anni avuto
avrebbe; e nel tavuto
sta invece, tra le zolle,

su cui cresce cicoria,
su cui nubi, su cui...
Ma in noi cresce di lui
coltivata memoria.

Memoria coltivata
di Calvino in noi cresce,
come ne l’acque pesce,
com’erba ne le prata.

Come in barattoli erba,
di lui e i suoi libri ariosi
(degno è d’apoteosi)
memoria in noi si serba.

Si serba in noi memoria
d’Italo (non Giovanni)
Calvino. Ottantott’anni
fa ne iniziò la storia.

La storia ne iniziò
ottantott’anni fa.
E mai finì. Si sa:
muor l’uomo, l’idea no.

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