12 novembre 2013

Da giusta verità giustizia vera

Domenica 10 novembre si è tenuta in Capua, nel Palazzo della Gran Guardia, alla presenza di 21 partecipanti e per la durata di circa tre ore e mezza, O insensata cura de' mortali. Come liberarsi dei difettivi sillogismi e batter l'ali un po' più in alto (cfr. Par. IX 1-3), la puntata n. 6 del Nuovo festival capuano di scienza, filosofia, gioco e poesia a cura dell'Accademia Palasciania (con buffet, principalmente a cura di Giuseppina P., a festeggiare il compleanno di Carlo II di Spagna – vedi Baroccopolis – la cui statua sul tetto del palazzo è la mascotte del festival; e giacchè il sovrano era cioccolista, Pasquale M. ha pensato bene di contribuire al festino con un cioccolatosissimo «torrone dei morti»). La sera successiva la puntata si è replicata nel Palascianeum alla presenza di 7 partecipanti, di cui 2 già presenti la domenica.

La puntata n. 7 e relativa replica (tema: vedi qui) si terranno – sempre gratis – l'una domenica 17 novembre alle ore 17.55 nel Palazzo della Gran Guardia (Capua, piazza dei Giudici), sede dell'Associazione Pro Loco, e l'altra lunedì 18 novembre in altra sede, la cui ubicazione potrà essere conosciuta dalle persone interessate – come pure l'orario preciso, probabilmente le 20.55 – telefonando o inviando un sms al 3479575971, o contattando Marco Palasciano in facebook.

La puntata n. 6, intanto, si è composta di una lezione-spettacolo più tre giochi: La ricerca dell'armonia (esercizio di canto corale), Le tentazioni di sant'Antonio (dove si era alternamente eremiti o diavoletti, questi ultimi impegnati a disturbare la meditazione dei primi) e Il processo mediatico (dove il vincitore del gioco precedente, l'eremita più imperturbabile, ha fatto da mediatore in varie fittizie dispute). La sera della replica, dove si è dedicato più spazio al dibattito, si è soppresso il primo gioco ma quanto al terzo ci si è più che mai spanciati dalle risate, per l'assurdità dei casi: la signorina X aveva aperto la gabbietta dell'uccellino del povero signor Y e se l'era mangiato, la signora Z aveva fatto sparire l'enorme würstel di plastica «altezza uomo» cui il marito – un industriale degli insaccati – dedicava troppe attenzioni, ecc. (onde davvero vien da dir con Dante: «O insensata cura de' mortali, / quanto son difettivi sillogismi / quei che ti fanno in basso batter l'ali!»).

La lezione ha tratto spunto dai tarocchi della Giustizia e dell'Eremita, consistendo per gran parte in una sintesi e rielaborazione delle puntate n. 8 e n. 9 della scorsa stagione, Arca Arcanorum (cliccare i titoli per approfondire):
8. La giustizia è una vergine ma non di Norimberga. Ricordare l'Uno per accordare il molteplice
9. Lontano dall'oklos per vivere l'olos. Dal mito della caverna alla caverna dell'eremita
Argomenti aggiuntivi (soltanto due, stavolta):

1. La tesi che la possibilità infinita conseguente all'esserci del puro essere implichi direttamente solo differenze di qualità e non di potenziale, queste ultime essendo limitate all'universo fisico; e che quindi a livello metafisico non esista alcun ente supremo. Da ciò la sostituzione, nella filosofia palascianiana, della figura di Dio con quella dell'insieme delle anime.

2. La tesi della concordia delle anime (nell'iperuranio) spiegata con l'analogia dei metronomi posti su un piano elastico, i quali dopo un po’ finiscono col trovarsi tutti perfettamente in fase (vedi qui).

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