La puntata n. 2 (comunicato: vedi qui) si terrà – sempre gratis – domenica 16 ottobre alle ore 18.00 a Palazzo Fazio (Capua, via Seminario 10), e si intitolerà Orrore. Da echi di belve al Male in sé, anagramma del titolo della puntata precedente.
La quale, intanto, è consistita in una introduzione generale a Maieuticon e in una lezione-spettacolo (principale ingrediente la psicologia relazionale) integrata da un po' di laboratorio teatrale e di laboratorio affettivo; momenti qui evidenziati dal fondo verde, mentre quello celeste evidenzia i momenti di reading letterario. Di séguito il resoconto dettagliato:
L'acrostico del titolo Maieuticon. |
Accoglienza
Declamatio ex abrupto di Dante, Paradiso, canto II, versi 1-15. Benvenuto. Tutti sono invitati ad alzarsi e ad abbracciare la persona più vicina, sorta di multiabbraccio per procura (Palasciano: «Vorrei abbracciarvi uno per uno; ma, per far prima, delego ciò all'assemblea stessa»). Introduzione generale a Maieuticon: vedi comunicato, schema circolare, locandina. Èrato, musa dell'etica e dell'erotica. Interviste lampo a tutti i presenti («E tu chi sei? Che t'ha portato qui? E come stai?»). Cenno al gioco dell'Amicarium. Invito a pensare per qualche istante a «qualcosa che vi fa stare bene».
Distorsioni cognitive
Grazie a eccessi e carenze ci si ripresentano sempre gli stessi problemi nel rapportarci con gli altri e il mondo. Fare la tara («Per es., se sai di essere molto ansioso, quando ti trovi davanti a una situazione che ti mette ansia pensa che non tutta quell’ansia è intrinseca alla situazione»). Il fenomeno della proiezione. Impressioni distorte derivanti da traumi infantili e simili. «Nascono cosí buona parte delle nostre follie: nel fissare l’attenzione su un singolo momento in realtà non significativo, cui viene attribuito un significato totalizzante in merito alla definizione di una persona, di una categoria di persone o dell’intero mondo».
Bellezza, amore, speranza, felicità
Bellezza del mondo e delle persone. L'amore può rendere sopportabili tutti i difetti e le tristezze dell'universo. La speranza. La felicità, che «vive per sua natura nell'istante». Amore tra espressione e repressione. Declamazione del sonetto CXVI di William Shakespeare nella traduzione di Marco Palasciano.
Amori contrastati (1)
Improvvisazione su William Shakespeare, Romeo e Giulietta, atto II, scena II, da «O Romeo, Romeo! perchè sei tu Romeo?» ad «altrimenti, non saprò negarti niente», dopo la declamazione del testo originale da parte di Palasciano. (Volontari: Anna D.M. nella parte di Giulietta, Alessandro D. nella parte di Romeo.) Intervallo.
Il balcone di Giulietta, Verona. |
Amori contrastati (2)
Omofobia. Diseducazione sessuale. Questione del telos biologico («I denti sono fatti solo per mordere? o non anche per sorridere? La funzione degli organi sessuali è solo quella di procreare? E qual è la funzione specifica delle mani umane? i pianoforti sono un abominio?»). Fallacia dell'argumentum ad naturam. Amore per il nemico. Di contro: inimicizia fra chi dovrebbe amarsi, dalle incomprensioni amicali alla violenza domestica. Come porre un argine a paranoia e pensieri neri.
Il sole interiore
«Ma [...] il calore che ci appare provenire dagli altri non è il loro (ciascuno può sentire solo il proprio), è il nostro: gli altri non fanno che risvegliarlo in noi, stimolarlo da un altrove. Le anime non possono toccarsi: solo i corpi possono; le anime non possono scaldarsi l’una l’altra, ma solo evocare il calore ciascuna in sé stessa [...]. Allo stesso modo, quando viviamo un sentimento religioso, avendo fede in una credenza, essa può illuminarci o meglio stimolarci a essere luminosi, può farci risplendere come non mai, anche se quella credenza è solo una favola illusoria».
Alcuni errori
Errori di definizione separativi (per es. considerare sostanziale e non accidentale la differenza tra le varie forme d'amore) e accorpativi (per es. considerare un tutt'uno amore, matrimonio, eros, procreazione e cura della prole). L'erronea pretesa che l'altro ci faccia sapere tutto di sé. Cosa può esserci dietro la sofferenza per l'amore non corrisposto.
Eros e affettività
Perpendicolarità cartesiana di eros e affettività. Scala erotica di Platone. Declamazione del sonetto «Amor, per cui tant'alto il ver discerno» di Giordano Bruno. Gioco: a turno, scegliere fra i presenti la persona che più ci piace; prima di dire chi sia, spiegare cosa di essa ci ha spinto a tale scelta. L'improvvisa scoperta del calore umano da parte di chi abbia trascorso gran parte della sua vita nella privazione di esso. Amore fraterno e sue potenzialità in letteratura, cinema ecc.
Consolazione e purificazione
Il pathos del transeunte. Come consolare chi soffre per la morte di una persona cara. Come destituire di fondamento il senso di colpa di chi ritenga di non aver dichiarato il proprio affetto in misura sufficiente alla persona che non c'è più. Come smettere di rimpiangere gli errori del passato. Come dissuadere dal suicidio chi pensi d'essere immondizia umana. Come inventarsi un rito di purificazione. Le parole dette nel sonno dal soggetto Tau. Resistere alla tentazione di esercitare la violenza sugli insetti. Vedere le persone come animali e come morti risorti. Vedere il mondo con gli occhi di Miranda.
Aspetti “zen” della questione etica
Il vuoto di senso alla base della realtà. Il «fiore sulla cima dell'essere»: l'assiologia universale, il cui rapporto con l'universo è analogo al gesto del barone di Münchhausen del trarsi da sé per i capelli via da una palude. «Niente è dovuto», ma in questo assunto non vi è relativismo; i valori esistono, anche se nessuno è tenuto a rispettarli.
Dono e perdono
Non ha senso lamentarsi di ciò che non si è ricevuto. Importanza del dono. I cinque livelli dell'amore: cura (a tutti, inclusi i malvagi), simpatia (a molti), amicizia (a un numero di persone compatibile con i nostri limiti cognitivi; vedi numero di Dunbar), dedizione (a pochi), abnegazione (a uno, per il quale si sacrificherebbe la nostra vita; o a nessuno). «L’amore dà la forza di agire nel bene. Perciò se vogliamo che gli altri agiscano nel bene, dobbiamo amarli». Il perdono secondo Albert Schweitzer.
Conclusione
Un giro di opinioni. Saluto finale: «Che il sole del Bene vi arrida».
Palasciano durante la puntata n. 1 di Maieuticon. Foto di A. Aulicini. |
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