18 maggio 2014

Se nel cielo d'inverno un cacciatore

Il giardino di Palazzo Parente.
Domenica 11 maggio si è tenuta in Aversa, a Palazzo Parente, alla presenza di 20 partecipanti e per la durata di circa un'ora e tre quarti, De arte aviandi cum venatoribus. Da Orione nell'aurora all'aquila di Ganimede (con un excursus di sociologia dell'omosessualità grecoantica), la puntata n. 11 di Encyclopædia Cœlestis. Novissimo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia, ovvero la settima stagione di incontri filosofici dell'Accademia Palasciania. La sera successiva la puntata si è replicata in Capua, nel Palascianeum, alla presenza di 3 partecipanti. L'Accademia ringrazia: Antonio Santi, per aver messo a disposizione Palazzo Parente; Nando Pirro, sia per aver intermediato tra noi e il gentile erede di Gaetano Parente, sia per il grosso del buffet post-lezione; e le creatrici di manicaretti Lucia D.I., per la domenica, e Daniela N., per il lunedì.

La puntata n. 12 e relativa replica (tema: vedi qui) si terranno – sempre gratis – l'una domenica 25 maggio alle ore 18.30 nel Palazzo della Gran Guardia (Capua, piazza dei Giudici), sede dell'Associazione Pro Loco, e l'altra mercoledì 28 maggio in orario e sede da definire, dati che potranno essere conosciuti dalle persone interessate telefonando o inviando un sms al 3479575971, o contattando Marco Palasciano in facebook.

Marco Palasciano. Palazzo Parente,
Aversa, 11 maggio 2014.
La puntata n. 11, intanto (nel cui titolo l'inesistente verbo latino aviare, per inciso, è una spudorata retroformazione dal francese aviation, obbligatoria per parodiare il titolo del fridericiano De arte venandi cum avibus), è consistita in una lezione-spettacolo dedicata a Scorpione e Aquario, costellazioni associate ai miti di Orione e di Ganimede, più: la domenica, un'intervista a Bernardo Diana ed Enzo Genovese, esponenti di una associazione lgbt del casertano in via di fondazione (vedi capitolo finale del presente articolo); il lunedì, una breve sessione di laboratorio teatrale, incentrata sulla rappresentazione improvvisata della sola scena I dell'atto III del Romeo e Giulietta di Shakespeare, con Anna Maria De M. nella parte di Romeo e Luigi C. in quella di Mercuzio (ma il programma, disatteso per scarsità di tempo, prevedeva la rappresentazione dell'intera tragedia). Di séguito l'elenco degli argomenti trattati nella lezione:

Scorpione e Aquario in Johannes Hevelius, Firmamentum Sobiescianum, 1690.
La visuale è rovesciata rispetto al punto di vista terrestre.

Luoghi del mito e della storia
Nella mappa sottostante (cliccare qui per vederla ingrandita in un'altra finestra) sono indicati i luoghi citati nel corso della lezione:
0. L'isola di Delo, luogo di nascita di Apollo e Artèmide.
1. La Beozia, luogo di nascita di Orione (mito) e poi di Epaminonda (storia), con le città di Tebe e Cheronèa, quest'ultima il luogo in cui sarà sterminato il battaglione sacro tebano.
2. L'isola di Chio, dove Orione ha a che fare con re Enopione e con sua figlia Mèrope.
3. L'isola di Lemno, dov'è la fucina di Efesto.
4. La Tròade, con la città di Dardania, luogo di nascita di Ganimede.
5. Atene. – 6. L'isola di Creta. – 7. Sparta.
8. Mantinèa, luogo dell'ultima vittoria e della morte di Epaminonda.

Tratti in comune fra Orione e Ganimede
Orione e Ganimede furono gli uomini più belli delle rispettive epoche; ambedue i loro destini si compirono durante una battuta di caccia; ambedue furono amati da Eòs; ambedue furono catasterizzati.

Nascita di Orione
Orione ebbe tre padri (da cui l'appellativo latino Tripater) e nessuna madre. Difatti un giorno Zeus, Poseidone ed Ermes (per i romani: Giove, Nettuno, Mercurio), nel corso di un'ispezione in incognito al mondo dei mortali, per la precisione in Beozia, si trovarono ospiti del contadino Ireo, vedovo e senza figli. Gli dèi, grati dell'accoglienza generosa malgrado la miseria di ireo, gli si svelano; egli immola loro un toro; essi gli concedono l'esaudimento di un desiderio; Ireo chiede di poter avere un figlio senza l'apporto di una donna, per non tradire la memoria della moglie. Gli dèi orinano sulla pelle del toro, la ripiegano e gli ordinano di tenerla sepolta nell'orto per nove mesi. Trascorso il tempo stabilito, Ireo disseppellisce la pelle e vi trova un bambino; cui dà nome Urione, da urina, poi mutato in Orione (sul cambio della lettera iniziale del nome vedi Ovidio, Fasti, lib. V, v. 536: «perdidit antiquum littera prima sonum»).

Vita di Orione
Orione, cresciuto, è un gigante. Mestiere: cacciatore. Prima moglie: Side; che un giorno pecca di superbia nei confronti di Era, di cui osa dirsi più bella, e viene precipitata nel Tartaro. Enopione, re di Chio, assume Orione per liberare l'isola dalle belve; e gli promette la mano di Merope, per poi mancare alla promessa. Orione, ubriaco, vìola Merope; Enopione lo acceca mentre dorme. Un oracolo svela a Orione che riavrà la vista se si recherà al confine orientale del mondo, là dove il dio del sole, Elio, sorge ogni mattino. Orione raggiunge l'isola di Lemno guidato dai rumori della fucina di Efesto, dove prende sulle sue spalle l'apprendista Cedalione affinché lo conduca da Elio. Guarito, Orione è amato dalla sorella di Elio, Eos, dea dell'aurora; il loro coito dissacra l'isola di Delo, sacro luogo di nascita di Apollo e Artemide, e da allora Eos ne arrossisce al ricordo. Orione entra al servizio di Artemide (per i romani Diana); fra i due nasce una storia d'amore; Apollo disapprova.

Daniel Seiter, Diane auprès du corps d'Orion, 1685.
Morte di Orione
Esagerando le vanterie di Orione, Apollo racconta a Gaia che il grande cacciatore ha dichiarato di voler uccidere tutti gli animali del mondo, talché Gaia fa emergere dalla terra (cioè da sé) uno scorpione e lo manda a uccidere Orione. Artemide chiama a resuscitarlo Asclepio (per i romani Esculapio), figlio di Apollo, con un'erba magica (da lui scoperta grazie a un serpente che l'aveva usata per resuscitarne un altro); ma Zeus folgora Asclepio, già in precedenza ammonito di non resuscitare i mortali, prima che possa resuscitare Orione. Per vendicare la morte di Asclepio, Apollo uccide i tre Ciclopi costruttori delle folgori di Zeus; di ciò sarà punito coi lavori forzati presso Admeto, re di Fere. Catasterizzazione di Asclepio (Ofiuco), di Orione (Orione), dei suoi due cani (Cane maggiore e Cane minore) e dello scorpione (Scorpione, presso Ofiuco, nel punto opposto del cielo rispetto alla costellazione di Orione: talché quando lo Scorpione sorge, Orione tramonta, e viceversa).

La costellazione di Orione.

Il «procelloso» Orione
La costellazione di Orione come emblema della stagione delle tempeste, in poesia: vedi per es. G.B. Marino, Adone (1623), I. La fortuna, ottava 119, versi 5-8 («vibra la spada sanguinosa e fiera / il superbo Orïon, torbida stella, / e 'l ciel minaccia et a le nubi piene / d’acqua insieme e di foco apre le vene»); o il celebre incipit della Caduta (1785) del Parini.

Il ratto di Ganimede
Tra le costellazioni, l'Aquila si trova accanto all'Aquario, ovvero Ganimede. Ganimede, figlio di Troo, re di Dardania, era a caccia di cervi; Zeus, invaghìtosene, si trasforma in aquila (vedi G.B. Marino, Adone, V. La tragedia, ottava 33, versi 5-8: «Amor, che l’accendea, / l’armò di curvo rostro e curvo artiglio, / gli prestò l’ali, e gli destò vaghezza / di rapir la veduta alta bellezza») e lo rapisce (vedi Virgilio, Eneide, V 252-257); secondo altra versione, a rapirlo è dapprima Eos, dopodiché a lei Zeus lo sottrae. Sull'Olimpo, Zeus dona al ragazzo l'immortalità, dono che nessuna amante femmina di Zeus ha mai ricevuto. Attribuzione del nome Ganimede, in memoria di tale privilegio, al maggiore satellite del pianeta Giove (Simon Marius, 1614). Ganimede assume il ruolo di coppiere degli dèi (vedi Omero, Iliade, XX 232-235), che già era stato di Ebe, Iride ed Efesto. Ambrosia e nèttare: l'uno cibo, forse, e l'altro bevanda, o viceversa (per Wilhelm Heinrich Roscher, ambedue tipi di miele). Inizia l'odio di Era (per i romani Giunone) verso i troiani. Troo riceve da Ermes notizie di Ganimede più, in risarcimento del suo ratto, due cavalli talmente veloci da correre sulle acque: da essi discenderanno i cavalli dei troiani dell'Iliade (vedi V 265-267).

Scorpione e Aquario
La costellazione dello Scorpione (le cui chele sono diventate la costellazione della Bilancia). La costellazione dell'Aquario. Il presunto carattere degli appartenenti al segno dello Scorpione e al segno dell'Aquario secondo la tradizione astrologica. Possibile revisione di tale tradizione alla luce del ruolo dello scorpione nel mito di Orione (nemico dell'amore, cui dà morte, a ciò spinto da maldicenza, e legato alla terra) e del ruolo di Ganimede (ispiratore di amore, da cui riceve vita eterna, a ciò eletto per la sua pura kalokagathìa, e legato al cielo): polarizzazione dell'asse Scorpione-Aquario come omologo all'asse fascisti/angeli (fascisti da Salò e angeli da Teorema, se volessimo pasolineggiare). Ma no, è solo un gioco, un esercizio retorico; bisogna sempre dubitare di qualsiasi collegamento diretto tra mito e realtà (il vizio base della religione).

Excursus di sociologia dell'omosessualità grecoantica
Miti omoerotici (Dioniso e Ampelo, Apollo e Giacinto, Apollo e Ciparisso ecc.) e loro ricaduta sociale. Le tipologie predominanti di relazione erotico-affettiva omosessuale nell'antica Grecia, e la loro improponibilità come modelli nella civiltà occidentale del XXI secolo (dove, di contro a quelle tipologie, si tende generalmente alla completa omogeneità strutturale delle relazioni omosessuali ed eterosessuali). Erastes ed eromenos: un rapporto a tempo determinato. Diamèrizein. Atene e il corteggiamento pederastico tra paraklausìthyron e duelli. Creta e il ratto rituale. Omosessualità militare a Sparta e altrove. Tebe e il suo hieròs lóchos. Gli spartani combattevano in panoplia (pesante anche 35 kg); i tebani combattevano nudi. La battaglia di Mantinea del 362 a.C. e la morte eroica di Epaminonda, sepolto infine insieme col suo amante (come attesta Plutarco, Amatorius, 17).

Un momento della celebrazione della Giornata mondiale contro
l'omofobia, la bifobia e la transfobia. Caserta, 17 maggio 2014.
Omofobia e lotta all'omofobia in ex Magna Grecia, 2013-2014
La massima autorità di riferimento per gli omofobi cattolico-integralisti dell'Italia Meridionale: il vescovo di Aversa. Sua presenza attiva al convegno La trappola delle leggi anti-omofobia (Caserta, 15 novembre 2013; vedi qui), con dichiarazioni come «Dobbiamo opporci fortemente alla legge anti-omofobia, una legge liberticida che ci impedirà di esprimere la nostra opinione in materia di matrimonio e di sessualità. Il nostro pensiero, quello cattolico, deve diventare cultura» («L’Eco di Caserta», 23 novembre 2013: vedi qui). Di quel convegno la maggiore scandalosità – che suscitò le proteste di diversi militanti per i diritti lgbt, riunitisi prontamente in comitato – risiedeva non tanto nelle opinioni espresse dai testimonial ecclestiastici e dai relatori (esponenti di Alleanza Cattolica e Giuristi per la Vita), basate sul risibile assunto antiscientifico che l'omosessualità sia una malattia, quanto nel deplorevole avallo de facto dato a quell'evento (e all'ideologia che esso veicolava) dalla presenza del sindaco di Caserta in veste ufficiale. La pacifica protesta del suddetto comitato fu tacciata dalla controparte, con malafede da favola, di «toni violenti e non democratici» («L’Eco di Caserta», ibidem). Il convegno La trappola delle leggi anti-omofobia, infine, ebbe una conseguenza positiva: in reazione a esso, si avviò il processo di costituzione di una nuova associazione lgbt del casertano (determinata a raccogliere l'eredità del circolo Coming Out, il cui prematuro esperimento aveva finito alcuni anni fa – dopo la partenza per Bruxelles del suo uomo chiave – con l'arenarsi). Ora, infine, durante la lezione palascianiana di domenica 11 maggio, abbiamo intervistato due dei giovani promotori del nuovo ente, gli anzidetti Bernardo ed Enzo; e si è dato l'annuncio del primo evento ufficiale che la costituenda associazione lgbt del casertano terrà in pubblica piazza: la celebrazione locale della Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia (vedi qui).

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