venerdì 11 ottobre 2013

Inaugurato a Capua il nuovo festival

Palazzo della Gran Guardia.
Domenica 6 ottobre 2013 si è tenuta in Capua, nel Palazzo della Gran Guardia, alla presenza di 36 partecipanti e per la durata di circa due ore, Baroccopolis. Dalle lettere “copernicane” degli arcivescovi di Capua alle feste per Carlo lo Stregato, la puntata n. 1 di  Urna Maris barocca. Nuovo festival capuano di scienza, filosofia, gioco e poesia. La sera successiva la puntata si è replicata nel Palascianeum alla presenza di 8 partecipanti, di cui 2 già presenti la domenica sed non satiati.

La puntata n. 2 e relativa replica si terranno – sempre gratis – l'una domenica 13 ottobre alle ore 17.55 nel Palazzo della Gran Guardia (Capua, lato sud-ovest di piazza dei Giudici), sede dell'Associazione Pro Loco, e l'altra lunedì 14 ottobre in altra sede, da definire, la cui ubicazione potrà essere conosciuta per tempo dalle persone interessate – come pure l'orario preciso, probabilmente le 21.30 – telefonando o inviando un sms al 3479575971, o contattando Marco Palasciano in facebook.

Un angolo della biblioteca durante il giro di presentazioni.
La puntata n. 1, intanto, si è composta di una lezione-spettacolo del nostro Presidente più un momento giocoso di presentazioni fra tutti i partecipanti vecchi e nuovi, comprensivo di abbraccioterapia. Ciascuno ha avuto da presentarsi rispondendo a tre domande: «Chi sei?», «Che fai di bello nella vita?», «Come ti senti stasera? hai bisogno di un abbraccio? da chi?», dando inoltre un parere su quanto finora visto e vissuto degli incontri filosofici palascianiani (dei più assidui frequentanti è stato anche dichiarato il numero totale di incontri dal 2009 a oggi: campioni in tal senso Roberto A. con 42 presenze, Francesco L. con 31, Antonio D.F. con 28); il tutto arricchito dalle gag improvvisate del facilitatore. Per mancanza di tempo si è invece rinunciato a un gioco teatrale – Una cosetta da dire, già giocatosi durante la puntata n. 0 di Arca Arcanorum – al quale però si è potuto giocare durante la replica del lunedì.

Carlo II di Spagna.
Quanto alla lezione, ha preso le mosse dal luogo stesso in cui ci si trovava – il Palazzo della Gran Guardia (la cui biblioteca è intitolata a Francesco Garofano Venosta, che tra l'altro nel 1965 promosse l'istituzione del Premio Nazionale di Medicina intitolato a Ferdinando Palasciano) – e dal malaticcio sovrano la cui statua sovrasta il palazzo fin dalla sua visita a Capua del 1676, Carlo II detto lo Stregato. L'endogamia che causò la rovina genetica degli Asburgo è stata lo spunto per trattare di alleli dominanti e recessivi; ma anche, con un salto metaforico, della necessità di ampliare i propri orizzonti conoscitivi per scongiurare il ristagno mentale e, nei casi estremi, la follia. Si sono quindi accennati temi già spesso trattati nei corsi scorsi, come la necessità per il filosofo di scansare tanto la Cariddi del nichilismo iper-razionalista quanto la Scilla del fideismo (che nella Spagna di Carlo II assume le specie, fra l'altro, dell'Inquisizione al colmo della sua vis spettacolare, tanto che il re si sentì di dover istituire una commissione d'indagine sugli eccessi degli inquisitori); e si è additato il Seicento come epoca «scillacariddosissima», fra l'altro contemplando il contrasto fra l'anticopernicanesimo di Bellarmino e la simpatia dimostrata per Copernico da un altro arcivescovo di Capua ma del secolo precedente, Nicholas Schönberg (vedine lettera del 1° novembre 1536), e ribadendo quanto detto da Stephen Toulmin in Cosmopolis (1990) e cioè il «bisogno di riappropriarci della saggezza degli umanisti del Cinquecento» ricomponendo le finora scisse – da che Cartesio il mondo incartesiò – Ragione e Fantasia (le cui «nozze» sono state l'emblema base del corso del 2012 Euristicon). A tal proposito si sono riaccenati i princìpi base della ricerca euristica.

Palasciano spiega la dominanza
usando lampadine come alleli.
Quindi si sono rapidamente ripercorse le attività principali dell'Accademia Palasciania dal 1999 a oggi, ovviamente con particolare riguardo per il suo «fiore all'occhiello» ovvero le finora quattro stagioni di incontri filosofici, presentando infine il programma della quinta: nelle prossime undici puntate si presenteranno i frutti sintetici delle ventidue di Arca Arcanorum, unitamente a materiali nuovi, nuovamente cercando di mettere «in gioco le nostre esperienze, le nostre risorse creative, i nostri pregi e carenze, i limiti che vorremmo superare e i desideri che vorremmo coronare».

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