24 febbraio 2009

Non crèdimus in revelatos deos

Riportiamo un frammento cardine da un dialogo filosofico telematico in corso in questi giorni tra il Maestro Palasciano e un egregio accademico rivale. Così il Maestro:

[Il] Fondamento ultimo [...] non ha bisogno di ricevere [...] riconoscimento in alcuna manifestazione diversa dal semplice esserci del cògito e apparire del cosmo [...].

Perciò falsa, e "blasfema", sarebbe ogni credenza nel rivelarsi agli uomini verbalmente di qual sia ente divino o semidivino, vedi «Non avrai altro dio fuor di me» o «Io sono l'Immacolata concezione»: in tali casi non si tratterebbe che della voce allucinatoria del "versante oscuro" del cuore umano, atta – pseudodiabolica – a confonderci, se non di mera inventio ciarlatana.

L'autentico "divino", inteso come semplice unitaria legge meravigliosa, o Fondamento ultimo di tutto, di già si "rivela" nel puro nostro essere al mondo, né importa se reale o virtuale sia il mondo; e tanto basti. «Sono, semplicemente sono, ed è un incanto» (come usa dire la poetessa Viola).



Un giglio d'acqua viola, che emerge come l'essere dal nulla. Foto di Alice Gu*.


* Foto trovata digitando quattro lettere alla cieca in Google ricerca immaginithrh – e scegliendo, alla prima schermata di risultati, la foto del ruscello Chapman (apparsa alla terza riga e terza colonna), dalla quale si è risaliti infine a una pagina di angeldemar.spaces.live.com includente la foto qui mostrata (sostituente quella dianzi spostata in Cetonia aurata e, in basso, fior di loto).

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