domenica 22 febbraio 2009

Capua tra Carnevale e ozi accademici



Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto, Sileno ebbro (1626),
Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli. Più sotto, allungato:
Giacomo Balla, Il pianeta Mercurio passa davanti al sole (1914).


Ci giunge notizia essersi tenuto il 20 febbraio 2009 (centenario del Manifesto futurista nonché venerdì grasso), presso la sede capuana dell'Accademia Palasciania, un simposio celebrativo del XXVI genetliaco del poeta e bevitore Francesco Vulpiani*, Socio Ornamentale del nostro pancromatico istituto euristico. Durante il conciliabolo amenissimo, animato dalla presenza di 19 accademici incluso il Vulpiani, si sono susseguiti (non sappiamo bene in quale ordine) i seguenti subeventi:

Giacomo Balla, «Mercurio passa davanti al sole» (1914). un concerto pianistico di Marco Palasciano, puramente improvvisativo (con paranormale effetto analgesico su un convitato emicranico);

una partita a Lupus in tabula (con la figura del «criceto mannaro» sostituita da quella del «Vulpiani impostore»);

una discussione sui poliedri (avendone poc'anzi il Palasciano ideato e costruito in cartoncino uno avente per facce 6 pentagoni regolari, 6 trapezi emiesagonali e 3 quadrati);

una celebrazione sintetica del futurismo (molto sintetica);

una presentazione sintetica della Messalina di Alfred Jarry nella novissima edizione di Marchese editore;

una distribuzione xoirocinica dei Ventidue frammenti dal canzoniere in progress di Marco Palasciano (di cui una copia arriverà anche a te, cara D., in Catalogna, tramite la signorina M., come te nostra Socia Ornamentale);

e solo la timidezza ha impedito che si tenesse, infine, una lectura di scelti componimenti vulpianeschi.

Promotore ufficiale dell'evento, stando alle fonti del social network Facebook (pagina Cena di compleanno del Vulpiani, tra sbroccate d'artisti e giochi strani), sarebbe stato un non meglio identificato «Comitato per la protezione del Vulpiani selvatico dei sottoboschi volturnii» (sospettiamo però, considerato il viraggio semantico nella sfera etologica, che si tratti di un'invenzione goliardica). Nella medesima pagina è presente un link al gruppo feisbucchiero Mondo vulpianico, fondato dal filosofo Davide Grossi**, massimo vulpianologo mondiale; il quale gruppo

intende celebrare l'ontologia biografica di Francesco Vulpiani in arte Vulpiani [...]. La figura di questo mortale oltrepassa la nudità corpulenta della sua finitezza storica. Le sue gesta appartengono [...] al presagio mitologico del futuro. Come se [...] fossimo noi, i suoi amici e suoi contemporanei, i suoi posteri. [...] Ciò che da lui si attende è [...] l'assolutamente inatteso. Le sue vicende sorprendono quasi con noia. [...] Noi non celebriamo la noia ma la sorpresa eterna. Siamo lo sguardo di pietra di una materia tanto corporea quanto grandiosa nella sua steresi operante. Vulpiani è il punto fermo di questo processo, è il permanente dell'impredicibile. Egli è l'imprevisto stesso, nella sua forma mortale. I mondi vulpianici sono pertanto quegli insiemi di eventi o di storie o di luoghi che scuotono l'identità dell'essente; essa non cede ma Vulpiani può scuoterla e, con lei, scuote noi.


(Manifesfuturistico, nevvero?) Pulcis in fundo, alla serata d'ozi vulpiànei era dedicata la seguente odicina-invito, di incerta attribuzione:

Non per porci, non per cani;
alla festa del Vulpiani
solo scelti prossimani.

Non per strada, non per via;
la si tiene a casa mia,
tempio d'etica e poesia.

Io che sono il Palasciano
gliela do col cuore in mano,
senza alcun ricatto strano.

Ma tenete sempre a mente
quanto sono compiacente,
sia d'inverno o estate ardente.

Nei bagordi vulpianisti,
tra spettacoli mai visti,
non scordiamo i futuristi.

Ne ricorre il centenario,
scritto sta sul calendario;
si farà zang-tumb-vulp vario.

Voi invitati non portate
genti non autorizzate;
son risorse limitate.

L'ascensore i sette piani
sal con max tre medi umani,
od un Grossi più un Vulpiani.

Non fumate se non fuor,
non sedetevi (ah! che orror!)
sopra i letti; o son dolor.

Per il resto, donne, siate
messaline scatenate,
e pur voi, garzoni, orgiate.

Dopotutto è Carnevale;
Capua ne è la capitale;
sia baccante ogni vestale.

Nel contempo, temperanza;
vinca il senno sulla panza.
Vi aspettiam. Baci abbastanza.


* Tra l'altro autore di Catalogo di vita, Satai; di cui abbiamo documentata notizia che sia stato presentato primieramente il 22-23 settembre 2006 in Inghilterra, a Bedford, presso la De Monfort University; ma la Biblioteca Palasciania ne è ancora in attesa di una copia, che all'epoca sternosamente preacquistò; e par sia divenuto ohibò introvabile.

** Tra l'altro autore con Raphael Ebgi di L'infinito intorno. Studio sul «Sofista» di Platone, Alboversorio, Milano, 2007 (che, come sempre, suggeriamo di sfogliare, non già di comprare: ché sarebbe pubblicità commerciale, e noi l'aborriamo).


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