martedì 29 ottobre 2013

Falcone in spalla ed elitropia in tasca

Domenica 27 ottobre si è tenuta in Capua, nel Palazzo della Gran Guardia, alla presenza di 32 partecipanti e per la durata di circa tre ore e mezza (compreso un intervallo durante il quale si è degustata una torta di Giuseppina P.), Terra e cielo (nzomma). Teatri del potere dal Duecento al Duemila tra populus stupidus e stupores mundi, la puntata n. 4 del Nuovo festival capuano di scienza, filosofia, gioco e poesia a cura dell'Accademia Palasciania. La sera successiva la puntata si è replicata nel Palascianeum alla presenza di 8 partecipanti, di cui 2 già presenti la domenica.

La puntata n. 5 e relativa replica si terranno – sempre gratis – l'una domenica 3 novembre alle ore 17.55 nel Palazzo della Gran Guardia (Capua, piazza dei Giudici), sede dell'Associazione Pro Loco, e l'altra lunedì 4 novembre in altra sede, la cui ubicazione potrà essere conosciuta dalle persone interessate – come pure l'orario preciso, probabilmente le 21.00 – telefonando o inviando un sms al 3479575971, o contattando Marco Palasciano in facebook.

La puntata n. 4, intanto, si è composta di una lezione-spettacolo più due giochi: Tu volevi avvelenarmi (formate delle coppie, in ciascuna la prima persona è stata mossa ad accusare paranoicamente la seconda, nel contempo ambedue spingendosi sgarbatamente l'un l'altro, per infine, allo stop, annullare tutti i sentimenti negativi in un abbraccio pacificatore) e Il messaggio nella bottiglia (ciascuno ha scritto una breve lettera, in cui ha accennato alla cosa che più lo fa stare male, e l'ha inserita in una busta numerata, numero ignoto agli altri; poi, rimescolate le buste, a turno ciascuno ne ha scelto una che non fosse la sua e l'ha letta ad alta voce, cercando infine di dare un consiglio di cuore all'anonimo scrivente). 

La lezione ha tratto spunto dai tarocchi dell'Imperatore e del Papa, ed è consistita in parte in una sintesi e rielaborazione delle puntate n. 4 e n. 5 della scorsa stagione, Arca Arcanorum (cliccare i titoli per approfondire):
4. Arsenico e vecchi sonetti. Poesia e paranoia alla corte di Federico II di Svevia (e non solo)
5. Te lo do io il veritatis splendor. Come spaccare il mondo in due e spacciarsi per costruttori di ponti
Argomenti aggiunti: il dialogo interepistemico nelle opposte modalità del «muro contro muro» e del traduzionalismo; l'evoluzione delle religioni (vedi Jonathan Haidt, Menti tribali. Perché le brave persone si dividono su politica e la religione, 2012); come la religione, la cui funzione precipua è di legante sociale, sia tutt'altro che la ricerca della verità (quella è la filosofia); come neanche la scienza coincida esattamente con la ricerca della verità; l'evenemenziale e l'essenziale; il valore del tenere un diario, del redigere le proprie memorie e dell'intrattenere scambi epistolari; gli stupores mundi; la tela I saltimbanchi a Pompei, attualmente sita nella sala consiliare del municipio di Capua, donata a Ferdinando Palasciano dal pittore Gaetano D'Agostino nel 1880, e la citazione in essa del passo dalla Hecyra di Terenzio «Ita populus studio stupidus in funambulo animum occuparat»; dallo stupore degli stupidi a quello degli intelligenti per le cose stupende, ovvero la meraviglia filosofica; l'immagine poetica (ad allegoria dell'ipotetica condizione delle anime nell'iperuranio) dell'uomo recluso in una stanza di specchi dove in realtà non si tratta di immagini riflesse, ma di una infinità di uomini identici a lui e che compiono esattamente i suoi stessi gesti, non per imitazione ma perfetta concordia volitiva.

Gaetano D'Agostino, I saltimbanchi a Pompei, 1877.

Resta da dire che, nel corso dell'incontro di domenica, gentili ignoti hanno lasciato sul tavolo della sala un omaggio misterioso: vedi qui.

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