Clou della festa è stata la cerimonia della consegna dei diplomi di Ortelius Room, durante la quale Marco Palasciano ha finalmente svelato quale fosse il gioco nascosto generatore dei titoli e sottotitoli delle venti puntate del festival: partendo dalla fine, le iniziali dei titoli formano il nome di suo padre, Ferdinando Palasciano (1929-1995), e quelle dei sottotitoli formano il nome della nonna paterna, Immacolata Cardillo (1903-1991).
In riferimento a questo, sulla locandina di Ortelius Room (vedi qui) si trovavano nascoste due frasi, da comporre – anche stavolta partendo dalla fine – usando le lettere diversamente colorate presenti nei venti titoli (inclusivi dei sottotitoli): una lettera viola e una indaco per ciascun titolo. Le venti lettere viola formano la frase «Dedicato a padre e nonna». Le venti lettere indaco formano la frase «Per integrare Oniricon».
Oniricon era infatti dedicato alla madre di Marco Palasciano, Eleonora Carmelina Bellofiore (1933-2016), dal cui nome – con altro metodo – erano stati ricavati i titoli delle puntate di quel X festival (vedi qui). E così, le 9 lezioni (o 10 puntate) di Oniricon e le 9+9 (o 10+10) di Ortelius Room insieme hanno costituito un omaggio alla «stella tripla» familiare di Marco Palasciano, cioè alle tre persone che lo hanno allevato. Omaggio evidenziato da questo anagramma:
Oniricon + Ortelius Room =
Uscirono i loro tre nomi
Uscirono i loro tre nomi
Il titolo Ortelius Room è stato anche anagrammato da solo, due volte, a fornire i titoli complementari delle puntate n. 5 e n. 10: Sole morituro e O lume risorto, sulla locandina collegàti da una linea tratteggiata. Un terzo anagramma di Ortelius Room, Il toro sumero, è stato citato durante la puntata n. 2 per indicare l'ideogramma all'origine della lettera A.
Quanto alle suddette due puntate dai titoli “solari”, pure va notato che la restante puntata dal numero divisibile per 5 – la n. 15 – è coincisa con l'anniversario della morte di Ferdinando, e ha trattato del sole come simbolo affettivo. (Il 5 è numero assai caro all'Accademia: vedi qui.)
Si può inoltre notare che al centro della locandina di Ortelius Room, tra le puntate n. 9 (corrispondente alla «P» di «Palasciano») e n. 10 (alla «o» di «Ferdinando»), vi era la foto dello spazio interstellare, così come nel sintagma «Ferdinando Palasciano» vi è ovviamente uno spazio tra nome e cognome. (L'immagine voleva anche evocare il viaggio dell'anima verso l'iperuranio: la puntata n. 9 è coincisa con l'anniversario della morte di Eleonora.) E proprio tra la puntata n. 9 e la puntata n. 10, per mirabile caso, ecco ricorrere sia l'anniversario della nascita di Ferdinando (5 dicembre) sia quello della nascita di Immacolata (8 dicembre).
Sempre casualmente, la prima lezione-spettacolo (la puntata n. 1) è coincisa con l'anniversario di morte della nonna paterna, e l'ultima (la puntata n. 18) è coincisa con la vigilia dell'anniversario di morte della nonna materna, Vincenza Musco. Quest'ultima, sebbene non facente parte del nucleo familiare base, è stata anch'essa onorata, con l'includere in quella lezione un aneddoto che la vede protagonista, fondamentale per intendere la maturazione di Marco Palasciano in àmbito filosofico.
Oltre a essere un festival-laboratorio di scienza filosofia poesia ecc., insomma, Ortelius Room – al pari di Oniricon – è stato un laboriosissimo rito, relabile a una sorta di culto degli antenati. Questo per celebrare nel modo più degno possibile il 20° anniversario della fondazione dell'Accademia Palasciania (a preparazione del quale fra Oniricon e Ortelius Room si era tenuto – vedi qui – l'XI festival, Dal Paleolitico a Palasciania: altro rito monumentale, col suo ripercorrere tutta la storia dell'Homo sapiens sapiens in vista del 50° compleanno di Marco Palasciano).
20 anni di Accademia Palasciania, 20 puntate, come 20 è il numero sulla targa sulla porta e come 20 sono le lettere del nome «Ferdinando Palasciano»; che, scordavamo, oltre a essere il nome del padre di Marco, è anche il nome del pro-pro-prozio (vedi qui) ai cui ideali è ispirata l'Accademia.
Ma, infine, che cos'è l'Ortelius Room che ha dato il titolo al festival? Anche questo è stato spiegato durante la festa. Per farlo, il nostro Presidente ha invitato i presenti a seguirlo proprio lì: nell'Ortelius Room. Che, semplicemente, è quella stanza del Palascianeum in cui l'Accademia è stata fondata il 9 febbraio 1999: lo studio.
Dalla finestra si vede in lontananza l'isola di Ischia, dove dodici secoli e mezzo or sono fu fondata Pithecusa, citata come indizio durante la puntata n. 2: «la Ortelius Room ha qualcosa a che vedere con la prima colonia fondata dai greci in Italia».
E sulla parete alle spalle della scrivania sono appese da sempre cinque stampe, la centrale delle quali – e unica a colori – è una riproduzione del celebre planisfero di Ortelio del 1570 (planisfero visibile anche, in trasparenza, nella locandina del festival):
Ecco dunque in che senso nell'Ortelius Room «inizia il viaggio nella conoscenza alla ricerca dell'inconoscibile», cioè la nostra avventura filosofica: con la fondazione dell'Accademia stessa. Ma già in quella stanza – altra esperienza cruciale per l'evoluzione della filosofia palascianiana – Palasciano ai primi del 1984, quindicenne, aveva iniziato a programmare un computer Sinclair ZX Spectrum 48K. E nel 1979, a dieci o undici anni, aveva lì iniziato a scrivere a macchina, componendo le sue prime opere di narrativa. E da ancor prima quella stanza è la sala principale della biblioteca di casa. Senza contare che per circa tre anni, dal 1988 al 1991, fu la stanza da letto di nonna Immacolata.
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Palasciano narra la storia dell'Ortelius Room. Foto di Salvatore D'Angelo. |
Di séguito è l'elenco delle anime gentili che hanno conseguito il diploma di Ortelius Room. Diploma intero ai sei che hanno partecipato ad almeno due terzi delle 18 lezioni-spettacolo, mezzo diploma ai due che hanno partecipato ad almeno due terzi di due terzi. Fra parentesi è indicato il totale delle rispettive presenze 2009-2019 e, in numeri romani, la quantità di diplomi finora conseguiti.
DiplomaInfine, si è votato in merito a quale delle diciotto lezioni-spettacolo di Ortelius Room si possa meglio d'ogni altra ampliare a costituire il XIII festival-laboratorio palascianiano. La sceltà è caduta sulla n. 1, Nel punto x del cammin di nostra vita. Il suo ampliamento sarà dunque La selva infinita (vedi qui); arrivederci al 28 maggio 2019 per la sua puntata n. 1, Il confine impossibile.
16. Francesco Netti (48; III)
15. Annalisa Papale (36; III)
14. Orlando Limone (45; IV)
13. Nicole Perrotta (13; I)
12. Gaetano Riccio (70; VI), Raffaele Serpe (12; I)
Mezzo diploma
11. Pasquale Carbone (12)
10. Valerio Sagliano (16)
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Al buffet della Festa per il ventennale dell'Accademia Palasciania. Foto di Salvatore D'Angelo. |