Marco Palasciano al leggio. |
La puntata n. 2, Beethovènia, (tema: vedi qui), si terrà – sempre gratis – domenica 11 ottobre alle ore 18.15, sempre nella Biblioteca di Palazzo Lanza (Capua, corso Gran Priorato di Malta 25), in virtù della collaborazione con Architempo e con Creso cultura e civiltà.
La puntata n. 1, intanto, è consistita in una lezione-spettacolo, per mancanza di tempo non accompagnata dal previsto gioco finale (un esercizio di immaginazione, da compiersi scrutando in un finto cannocchiale). Di séguito gli argomenti trattati. Si è inoltre accennato alle celebrazioni capuane per il bicentenario della nascita di Ferdinando Palasciano, e al romanzo di Marco Palasciano Prove tecniche di romanzo storico, ambientato nel 1815.
1815
LA FINE DI NAPOLEONE E DEI NAPOLEONIDI
Fuga di Napoleone Bonaparte dall'isola d'Elba. Tentativo di Gioacchino Murat di realizzare anzitempo l'Unità d'Italia. Ugo Foscolo rinuncia all'incarico di direttore della rivista «Biblioteca Italiana», per non giurare fedeltà all'Austria, e lascia per sempre l'Italia. Eruzione del Tambora mentre a Bologna Gioachino Rossini onora Murat con l'Inno agli italiani.
Murat fallisce. Trattato di Casalanza, firmato in una casa presso Capua di proprietà dei baroni Lanza (i cui eredi possiamo vedere dal vivo qui a Palazzo Lanza), e restaurazione di Ferdinando I di Borbone sul trono di Napoli. Chiusura del Congresso di Vienna. Nascita di Ferdinando Palasciano (per la storia d'amore dei suoi genitori vedi Un souvenir di Capua, capitoli II-III, pp. 11-14).
Napoleone sconfitto a Waterloo. Rossini fugge da Bologna ed è assunto a Napoli come direttore del Teatro San Carlo. Napoleone si consegna agli inglesi. Tentativo di Murat di riconquistare il Regno di Napoli, frustrato da una tempesta che costringe la sua nave all'approdo a Pizzo Calabro, dove viene arrestato, processato, condannato e fucilato. Napoleone esiliato a Sant'Elena.
1816
IL CALEIDOSCOPIO
Un articolo di Madame De Staël pubblicato sul primo numero della «Biblioteca Italiana» (nella traduzione di Pietro Giordani) scatena la grande polemica tra classicisti e romantici. Il Teatro San Carlo è distrutto da un incendio. Il clima del pianeta è stravolto, conseguenza dell'eruzione del Tambora dell'anno scorso; ond'ecco gelo e neve fino a luglio, con spaventose carestie. In Recanati il conte Monaldo Leopardi fa erogare gratuitamente medicinali ai bisognosi. La scarsità di foraggio per i cavalli spinge all'invenzione della bicicletta (o meglio draisina, dal nome di Karl Drais). Il maltempo costringe al chiuso Lord Byron, il suo amico e medico John Polidori, il poeta Percy Bysshe Shelley, la sua Mary e altri che erano in vacanza con loro; letture di racconti gotici, una gara letteraria e un incubo saranno all'origine della meraviglia del 1818. Quanto al 1816, sarà detto «l'anno senza estate». A dicembre è istituito il Regno delle Due Sicilie.
Il caleidoscopio, giocattolo inventato dallo scienziato David Brewster, fornisce lo spunto per una riflessione sul senso dell'universo (o meglio degli universi, che nascono e muoiono uno dopo l'altro, all'infinito) e per ripresentare la teoria del gioco dell'incarnazione, pilastro della metafisica palascianiana (vedi Euristicon, 3. Il caleidoscopio di Maya), nonché ricordare il mistero dei qualia, componenti ultime della visione del mondo.
Il metronomo (messo sul mercato quest'anno da Johann Maelzel, che prende l'idea base da Dietrich Winkel) fornisce lo spunto per parlare dello pneuma che armonizza le anime: vedi (qui) esperimento dei metronomi che, inizialmente sfasati, entrano in fase grazie a un piano elastico. Le anime, così, con concorde desiderio creano un unico universo.
1817
L'UOMO DELLA SABBIA
Si inaugura il Teatro San Carlo ricostruito. Lettura: un brano dal racconto di E.T.A. Hoffmann L'uomo della sabbia. Intrattengono una corrispondenza epistolare il sopracitato Pietro Giordani e un promettente giovane letterato, figlio del pur sopracitato conte Monaldo: Giacomo Leopardi.
1818
FRANKENSTEIN
Prima uscita da Recanati, per un viaggio con Pietro Giordani fino a Macerata, di Giacomo Leopardi. Sua malattia (probabilmente tubercolosi ossea). Malattia di Niccolò Paganini (sindrome di Marfan). Torino, Teatro Carignano: «Paganini non ripete». Invenzione dello stetoscopio. Morte di Teresa Fattorini, figlia del cocchiere di casa Leopardi. Tre settimane dopo, Hegel, «il gran ciarlatano» (così lo chiamava Schopenhauer), inizia a insegnare all'Università di Berlino. Meraviglia dell'anno: Mary Shelley, Frankenstein ovvero il Prometeo moderno.
1819
IL MONDO E L'INFINITO
Leopardi, divenuto maggiorenne, vede fallire il suo piano di fuga da Recanati: il conte Monaldo intercetta il passaporto, e... dello stesso periodo, non a caso, è il quadro di Francisco Goya Saturno che divora i suoi figli.
La meraviglia dell'anno è il tema del guardare oltre le cose che ci circondano, così come svolto in due opere: la poesia di Leopardi L'infinito (trattiamo dunque di estasi razionale; vedi De natura mundi, 11. Alla base di tutto non c'è il Nulla ma il Tutto), di cui si dà lettura, e il trattato filosofico di Schopenhauer Il mondo come volontà e rappresentazione (trattiamo dunque di fenomeno e noùmeno, ecc.).
1820
IL MONDO ALLA ROVESCIA
Schopenhauer è assunto all'Università di Berlino; e tiene le sue lezioni, pazzo, nelle stesse ore delle lezioni di Hegel; donde il deserto. Intanto la Grecia si ribella alla Turchia, il Messico alla Spagna, scoppiano i moti di Napoli ecc.
La stampa Il mondo alla rovescia, del 1820 ca., con uno dei suoi distici («Per non sentir delle disgrazie il fondo/ come un giuoco pigliar devesi il mondo») fornisce lo spunto per trattare del valore delle tradizioni secolari: lo stesso di quello di un'usanza inventata da un bambino e che dura il tempo di un mattino.
1821
IL COMPONIUM
Muore a Sant'Elena Napoleone. Lettura: prime quattro strofe e mezza dell'ode di Alessandro Manzoni Il cinque maggio. A Lipsia, il barbiere Woyzeck uccide la sua amante. A Berlino, Schopenhauer ha un litigio condominiale con una sarta, Caroline Marquet, e la butta per le scale; ma la storia non finisce qui. Intanto si suicida il sopracitato Polidori, depresso fra l'altro per la fine della sua amicizia con Byron.
Tante sciagure forniscono lo spunto per accennare alla consolatio mortis e riprendere il tema della dicotomia fenomeno/noumeno, dunque la teoria di Parmenide sull'eternità dell'essere e l'apparenza del divenire, tassello fondamentale del mosaico filosofico palascianiano.
Meraviglia dell'anno è il componium (invenzione del sopracitato Dietrich Winkel, già padre del metronomo), precursore degli attuali software che compongono musica da soli e di quelli futuri che, riuscendo a imitare perfettamente lo stile di ogni compositore passato, presente e immaginario, porranno un bel problema antropologico: che fine avrà da fare il lavoro creativo umano?
SINTESI DELLE SETTE MERAVIGLIE
1815. La fine di Napoleone e dei napoleonidiRiordinando tematicamente il tutto, abbiamo:
1816. Il caleidoscopio
1817. L’uomo della sabbia
1818. Frankenstein
1819. Il mondo e l’infinito
1820. Il mondo alla rovescia
1821. Il componium
● degli “scienziati pazzi”, in senso piú o meno lato, che fanno arditi esperimenti, per lo piú nel nome del progresso: il professor Spallanzani con la meccanica, il dottor Frankenstein con la scienza medica, e Napoleone con la politica e con l’arte della guerra;Morale della favola:
● degli elementi di disturbo: l’illusione interpretativa indotta dalle lenti stregate di Coppelius, e gli errori di previsione sulle conseguenze delle operazioni di Frankenstein e di Napoleone;
● delle catastrofi che fanno fallire gli esperimenti, o che comunque ne derivano come disastrosi effetti collaterali: la follia e morte del giovane Nataniele, gli omicidi commessi dalla creatura di Frankenstein, la disfatta di Waterloo;
● dei mutamenti di prospettiva che fanno riflettere: il rovesciamento della fortuna di Napoleone e altrui, il mitema del mondo alla rovescia, il cangiante spettacolo infinito offerto ai nostri sensi dal caleidoscopio e dal componium;
● la meditazione sull’infinito e sul noùmeno.
«Il progresso, come del resto tutta la vita attiva, ha i suoi rischi. Per ridurre questi al minimo, nonché per ampliare al massimo i benefici, occorre che le persone sviluppino una visione del mondo che sia tanto vasta quanto limpida. Occorre uscire dal nostro ristretto angolo di mondo, ma non uscire fuori di testa; essere il piú possibile aperti, ma non lasciare entrare ciò che è torbido; cercare di mantenere un equilibrio tra ragione e fantasia. E, in tutto ciò, non perdere mai di vista quest’idea: non sempre l’azione vale di piú della contemplazione; meglio non fare nulla che fare male».
Nessun commento:
Posta un commento