venerdì 23 novembre 2012

La puntata centrale di «Euristicon»

Si è tenuta a Palazzo Fazio lunedì 19 novembre dinanzi a undici spettatori, per la durata eccezionale di quasi tre ore, la lezione-spettacolo Il caleidoscopio di Maya. Ontologia, cosmologia, biologia, n. 7 del corso di filosofia palascianiana Euristicon. Le nozze di Ragione e Fantasia.

La lezione-spettacolo – arricchita quanto a giochi dalla costruzione di un sociogramma di Moreno a fini abbraccioterapici, oltreché dal solito quiz a premi (vincitore Giampaolo B.; premio: una sfera, simbolo della speranza) – ha trattato dei seguenti argomenti:

Paul Karl Feyerabend.
Deontologia gnoseologica
Si deve tacere su ciò che non si conosce, se è conoscibile, ma se è inconoscibile (temi metafisici) si può parlarne, purché non si pretenda che la propria tesi sia recepita come una realtà assodata (abuso tipico del pensiero religioso). «Se una teoria scientifica non ti convince, siedi sulla riva del fiume e aspetta: prima o poi vedrai passare la sua confutazione». Scientismo e sua autocontraddittorietà. Errata interpretazione dei dati delle neuroscienze da parte del materialista fanatico. Possibilità di più teorie a partire da un medesimo insieme di dati. Feyerabend (Contro il metodo, 1975): «Non c’è alcuna idea, per quanto antica e assurda, che non sia in grado di migliorare la nostra conoscenza».

Julian Barbour.
Vertigini ontologiche
Questione della causa dell'essere. Tesi della possibilità infinita. Questione della causa della possibilità infinita. Effetti senza causa. Questione di ciò che ne impedirebbe la manifestazione sintopico-sincronica totale; di contro, tesi della Platonia di Barbour (vedi video su La fine del tempo: I, II). Simmetria ideale della totalità degli enti possibili e suo paragone con la sfera di Runge e con la spirale degli armonici musicali. Tesi su come al principio (se vi è un principio) il puro essere semplicemente sia, senza necessità né volontà, e come al sustanziarsi della materia ben regolata esso assuma volontà e tenda alla complessità, quindi alla vita e alla sua evoluzione. Tesi contraria: l'essere è sempre stato tutto in uno.

La sfera dei colori di Philipp Otto Runge.
Leggi universali
Il principio causale (se non è un'illusione come nella tesi di Hume) non può essere valido in tutta la realtà, non essendoci nulla oltre il tutto. Tesi dell'isolamento dell'universo fisico nelle proprie leggi, impermeabilmente alla “magia” da cui avrebbe avuto origine. Impossibilità dell'errore nelle leggi fisiche. Possibilità dell'errore nelle meccaniche biologiche. Varietà delle cause delle mutazioni genetiche nelle forme viventi: errore casuale, volontà autopoietica inconscia della forma vivente stessa, volontà cosciente dello scienziato eugenetista. Perfettibilità del mondo. Competizione fra specie, fra individui, fra impulsi in uno stesso individuo. Tutto è determinato e al tempo stesso libero, se si consideri la realtà come una Platonia barbouriana e le anime come soggetti d'un percorso in essa. Dubbio sull'invarianza delle leggi fisiche nel tempo e conseguente paragone fra Big Bang e punto di ribaltamento dell'immagine riflessa in uno specchio sferico concavo, a rinverdimento della tesi dello stato stazionario.

Palasciano mitografo dendroanalitico
durante Il caleidoscopio di Maya.
Foto di Carolina Pragliola.
Universo o multiverso?
Una possibile dendroanalisi dell'universo: la categorizzazione degli oggetti fisici dal punto di vista umano. Trionfo dell'amore universale. Lo Sfero di Empedocle. Tesi del multiverso. Tesi degli infiniti maggiori e minori, ovvero di come il numero degli eventi dei singoli universi proceda più rapidamente del numero di creazioni di universi simili al nostro, dal che deriverebbe che ogni evento è unico e irripetibile.

Demiurgia: leggerezza e armonia
Nesso tra l'idea di struttura e l'idea di leggerezza (esempio: risulta pesante memorizzare la sequenza «Ca che del di di e la me mi mmin na nel no o per ra ra ri ri ri scu sel smar stra ta ta tro tta u va vai vi via zzo», ma risulta leggero memorizzare la sequenza «Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita», sebbene ambedue siano composte dalle stesse sillabe). Tesi demiurgica della legge della sensata leggerezza ovvero della storia coerente. Una possibile dendroanalisi della gamma degli infiniti enti possibili, ovvero un esempio di mitologia gnostica: enti caotici ed enti armonici, forme e spiriti, dormienti eterni e potenze, caogeni e demiurghi, demiurghi di potenza finita e demiurgo di potenza infinita (che cancellerebbe all'istante tutti gli enti caotici, tutti i caogeni e tutti gli universi caotici, e comporrebbe il migliore degli universi possibili).

Antiche maschere romane
da tragedia e commedia.
Trialismo anima-mente-corpo
Correzione del mind-body problem in soul-mind-body problem. L'anima è il soggetto, cosciente o incosciente che esso sia. Irriducibilità dell'anima tanto al corpo, che essa telecomanda o meglio extracomanda (come un avatar in un gioco di realtà virtuale), quanto alla mente. La mente è una mera sorta di tracciato inciso nel corpo, e l'anima la segue (virtualmente) come per es. una puntina segue il solco di un giradischi (ma forse con una certa dose di clinamen). Dilemma del DNA artificiale. Tesi della sufficienza della strutturazione organica al fine dell'instaurarsi della connessione tra un'anima e un corpo (ci sarebbe un'anima per ogni particella, atomo, molecola, cellula, organismo). Tesi dell'uguaglianza di tutte le anime dietro la maschera dei corpi e delle menti. Tesi solipsista. Argine al solipsismo: così come è incredibile che possa esistere anche una sola anima, eppure sicuramente esiste, è incredibile che ne possano esistere molte, ergo la loro molteplicità non è impossibile.

Varietà dei piani dimensionali della realtà
Tesi: ci sono almeno tre piani dimensionali della realtà (l'anima si troverebbe in tutti e tre nello stesso istante, così come sognando ci si trova sia dentro il sogno sia nel proprio letto):
● universo, ovvero mondo delle anime incarnate (è materiale, locale e temporale);

● mondo delle pure anime (è immateriale, alocale e temporale, ma il suo tempo è indipendente dal tempo dell'universo, sebbene i due tempi vengano a sovrapporsi quando è in corso il Gioco dell'incarnazione, dal punto di vista di una data anima in gioco);

● mondo del puro essere (è alocale e atemporale, a modo di Platonia barbouriana). 
(Questo schema ternario è il più semplice immaginabile, tuttavia i piani dimensionali intermedi fra universo e realtà ultima potrebbero essere anche più di tre, così come in geometria sono possibili figure anche a quattro, cinque o molte più dimensioni.) Il tempo dell'universo, dal punto di vista delle pure anime, è cristallizzato come per le anime incarnate lo è la successione dei fotogrammi in una pellicola cinematografica. Le anime sono eterne, essendo essere, il quale è eterno o non sarebbe affatto. L'atemporalità del mondo del puro essere consente la deroga al principio causale, garantendo così che l'essere sia. 

Giochi olimpici di Londra 2012:
il keniota Kemboi, vittorioso,
sollevato fra le braccia dal rivale
francese Mekhissi-Benabbad.
Dall'energia ontica all'energia simbolica
Infinita energia del puro essere. La realtà contingente si curva intorno al desiderio, ma soprattutto quello inconscio; dal che deriva l'inutilità della preghiera, probabilmente, salvo come tecnica rilassante. Daimoku. Energia morale prodotta da atti simbolici come l'abbraccio e il sorriso. La Liù pucciniana (vedi Turandot): «Perché un dì nella reggia mi hai sorriso». L'altro come specchio che consente all'essere di conoscere sé stesso («Non è che, se ami l’altro, è perché è te; è che, se ami te stesso, è perché tu sei l’altro»). L'amore come gioia che l'essere sia.

Intervallo
Durante l'intervallo non si è proiettato alcun video; tuttavia qui nel post ne linkiamo a uno, più audio che altro, atto a fornire dati su Liù e a separare le due parti della lezione, così che vi ben riposiate prima di leggere il resto:


Il teatro della mente
I qualia. Colori, suoni ecc. non sono presenti negli oggetti percepiti (né nel corpo che li percepisce) ma, insieme con le emozioni, sono latenti nell'anima, dove vengono suscitati dagli algoritmi della mente, che tramite i sensi del corpo acquisisce i segnali della realtà circostante (concreta o virtuale che sia) e li processa, tanto a livello percettivo (nei limiti della sensibilità soggettiva; per es. il cieco non percepisce i segnali luminosi) quanto interpretativo (interpretazione tanto fenomenologica quanto assiologica, nei limiti della cognitività soggettiva; per es. alcune menti autistiche non dispongono delle subroutines di decodifica delle espressioni facciali; es. simile: vedi agnosia). Tesi per cui ciascuna diversa emozione è come un'unica fonte di “luce” che si specchia identica in tutte le anime (variazione: non fonte ma filtro).

Il Gioco dell'incarnazione
Tesi a rovesciamento della prospettiva consueta delle neuroscienze: l'anima non emerge dal sistema neurale, ma vi si immerge come un onironauta in una vasca di deprivazione sensoriale. «Gli occhi sono paraocchi». Nel mondo delle pure anime non si necessita di organi di senso, e i qualia sono esperiti immediatamente, contemporaneamente e totalmente, candida coincidentia oppositorum. La fortuna attuale della tesi dell'universo come videogame non è da ascrivere a un presunto diffuso regresso emotivo all'età dei giochi (come opinano i misoneisti ludofobi), ma piuttosto al fatto che il progresso tecnico-scientifico fa emergere schemi profondi quale il ludus totale. Disagi dovuti ai limiti della materia e, tuttavia, considerazione che il gioco valga la pena. Necessità di non sapere con certezza che sia un gioco, per non guastarlo. Falsità di ogni presunta rivelazione divina e, conseguentemente, di ogni religione fondata su essa.

Il pugno proteso dal basso in alto (a
prescindere da se siamo comunisti o
no) ben simboleggia la volontà della
coscienza che, in nome dell'armonia
universale, sfida i limiti della
mera meccanica per destituire
la logica dell'alienazione.
L'evoluzione biologica
Entropia e sintropia. Destituzione di fondamento della teoria creazionistica, alla luce per es. del fenomeno dei trasposoni e di come il nostro genoma sia un mosaico contenente anche pezzi di genoma dei virus che contaminarono i primi mammiferi (fu così che i mammiferi acquistarono la placenta). Negazione, d'altro canto, del determinismo cieco. Tesi più plausibile: l'evoluzione delle forme viventi è diretta dall'intelligenza autopoietica inconscia delle forme stesse, in continua sperimentazione euristica e apprendimento crescente. Possibilità che la durata di una singola vita si estenda a migliaia di anni allorché il raggio d'azione della specie d'appartenenza non rimanga più limitato al solo pianeta d'origine. Nobiltà di intelletto e volontà, a superamento della mera meccanica naturale. Bellezza di ogni stadio evolutivo: non ha senso dolersi di essere forme intermedie, perché quel che conta è l'entelechia.

Il galata morente, copia marmorea
romana di una scultura bronzea
di Epigono del III sec. a.C.
Ubi est, mors, victoria tua?
Il timore della morte non va esorcizzato (con credenze religiose) ma superato. Progresso umano e relativo tesoro d’arte e di pensieri, formatosi nei secoli e che si spera continui per omnia sæcula a dare forma a un’alta idea. Fine dell'universo secondo la scienza attuale. Di contro: eternità dell'istante, osservato dalla giusta prospettiva. Analoga coincidenza di personale e universale. Le diverse tesi possibili a spiegazione del genio musicale innato: metempsicosi, memoria mundi, inconscio collettivo ecc. Consolazione utile nell'ipotesi che si viva una volta sola: le qualità spirituali della persona amata vivono anche in altre persone, e le differenze fisiche non sono che una maschera; dietro la molteplicità degli uomini si cela l'essenza dell'uomo, della vita, dell'essere; il che, inoltre, rende possibile l'amore universale.

Pollon che, nel finale dell'omonimo
manga, diventa dea della speranza.
La madre dell'universo: la speranza 
«Mi premerebbe intanto soccorrere quanti si considerano delle merde e vorrebbero suicidarsi per la vergogna di sé. Prima di tutto, sentirsi cosí è buon segno: significa che si è già sulla strada del cambiamento, che non si accetta piú l’errore in cui si stava prima tranquillamente, e che si è pronti a migliorare. Poi, se vi sentite frustrati perché non riuscite a migliorare, dovete prima di tutto liberarvi del senso di colpa. In ogni caso non siete merda, mai; al limite siete diamanti coperti di merda. Il corpo e la mente possono essere marci, ma non intaccano in nessun modo la purezza dell’anima». L'amore rende sopportabili tutte le imperfezioni e le tristezze dell'universo; deve perciò venire posto a fondamento dell'etica. La vita stessa non sarebbe mai iniziata, né l'universo stesso, se non per la certezza o almeno la speranza nel futuro instaurarsi dell'amore universale: «Ed è piú bello, io credo, se non è una certezza ma una speranza, essendo in ciò il bello di ogni gioco».


La lezione n. 8, Il mosaico di Psiche. Ricognizione e ricostruzione dell'umano, si terrà domenica 25 novembre alle ore 21.30 a Palazzo Lanza (Capua, corso Gran Priorato di Malta 25), gratis come sempre.

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