All'Istituto Palascianiano per gli Studi Euristici è stato richiesto un commento ufficiale in merito alle recenti esternazioni del Vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche Roberto De Mattei. Vediamo un po' cos'è ch'ànno risposto, tosto cliccando sul seguente banner:
A sinistra: Roberto De Mattei, Vicepresidente del CNR, con in mano una
copia del suo Guerra santa, guerra giusta. A destra: Marco Palasciano,
Presidente dell'IPSE, con alle spalle la sua Magna Rota Rerum Humanarum.
All'Istituto Palascianiano per gli Studi Euristici è stato richiesto un commento ufficiale in merito alle recenti esternazioni del Vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche Roberto De Mattei. Rispondiamo con le parole del nostro Presidente Marco Palasciano, altrove alto poeta, che si è così sprecato:
E, senza appulcrarci* altro, ha buttato un cachinno mozartiano.
Tuttimodi, a beneficio dei distratti cui fosse sfuggito che cosa il suddetto De Mattei (fondante i propri assunti in questione sulla Weltanschauung del cattolicesimo integralista) abbia dichiarato negli ultimi giorni (ai microfoni di Radio Maria), e ne siano curiosi, riassumiamo.
1) Trattando del disastro nucleare giapponese, el g'ha dito:
2) Indi, trattando della caduta dell'impero romano (e qui rispolverava Salviano di Marsiglia):
Noialtri, infine, a scanso d'equivoci chiariamo (ma sì, diamine, diamovela una risposta ufficiale ufficializzabile):
Viva la Terra, viva l'Amore!
E già che ci siamo cogliamo l'occasione per suggerire al CNR, ovemai il professor De Mattei si dimettesse dalla carica vicepresidenziale, l'assunzione del Maestro Palasciano al suo posto, certi che apporterà maggior prestigio sia al Consiglio in questione, sia alla Nazione tutta, sia all'intero mondo della Ricerca.
* Cfr. Inf. VII 60.
RISPOSTA ALLA RICHIESTA
DI UN COMMENTO UFFICIALE DELL'IPSE
ALLE DICHIARAZIONI
DEL VICEPRESIDENTE DEL CNR
A sinistra: Roberto De Mattei, Vicepresidente del CNR, con in mano una
copia del suo Guerra santa, guerra giusta. A destra: Marco Palasciano,
Presidente dell'IPSE, con alle spalle la sua Magna Rota Rerum Humanarum.
All'Istituto Palascianiano per gli Studi Euristici è stato richiesto un commento ufficiale in merito alle recenti esternazioni del Vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche Roberto De Mattei. Rispondiamo con le parole del nostro Presidente Marco Palasciano, altrove alto poeta, che si è così sprecato:
Uff! che volete che vi dica? non vi pare che dichiarazioni del genere si commentino da sole? |
E, senza appulcrarci* altro, ha buttato un cachinno mozartiano.
Tuttimodi, a beneficio dei distratti cui fosse sfuggito che cosa il suddetto De Mattei (fondante i propri assunti in questione sulla Weltanschauung del cattolicesimo integralista) abbia dichiarato negli ultimi giorni (ai microfoni di Radio Maria), e ne siano curiosi, riassumiamo.
1) Trattando del disastro nucleare giapponese, el g'ha dito:
Se la Terra non avesse pericoli, dolori, catastrofi, la Terra eserciterebbe su di noi un fascino irresistibile, non ci accorgeremmo che essa è un luogo di esilio, e dimenticheremmo troppo facilmente che noi siamo cittadini del cielo; [...] in secondo luogo [...] le catastrofi sono talora esigenza della giustizia di Dio, della quale sono giusti castighi. |
2) Indi, trattando della caduta dell'impero romano (e qui rispolverava Salviano di Marsiglia):
Cartagine, la capitale dell'Africa romana, contendeva ad Alessandria e ad Antiochia il primato della dissolutezza, e godeva della reputazione di essere il paradiso degli omosessuali. [...] I barbari che hanno invaso l'Occidente nel IV secolo sono [stati] uno strumento del giudizio di Dio. |
Noialtri, infine, a scanso d'equivoci chiariamo (ma sì, diamine, diamovela una risposta ufficiale ufficializzabile):
Viva la Terra, viva l'Amore!
E già che ci siamo cogliamo l'occasione per suggerire al CNR, ovemai il professor De Mattei si dimettesse dalla carica vicepresidenziale, l'assunzione del Maestro Palasciano al suo posto, certi che apporterà maggior prestigio sia al Consiglio in questione, sia alla Nazione tutta, sia all'intero mondo della Ricerca.
* Cfr. Inf. VII 60.
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